3. Le conseguenze sociali della crisi

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Comitato economico e sociale europeo
CONVEGNO DEL
COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO
La partita è ancora tutta da giocare.
Se facciamo squadra riusciremo a battere la crisi!
svoltosi a Bruxelles, presso la sede del Comitato,
il 17 marzo 2009
Resoconto
delle deliberazioni
PS:
Il programma e l'elenco dei partecipanti al convegno figurano in calce al presente documento.
Fiche CESE 3536/2009 FR-TRADUZIONE ESTERNA/Sab/gp/fb
Rue Belliard 99 - B-1040 Bruxelles - Tel. +32 (0)2 546 90 11 - Fax +32 (0)2 513 48 93 - Internet http://www.eesc.europa.eu
IT
-1Questo convegno si inserisce in un ciclo di eventi più ampio cominciato con l'organizzazione di un
convegno sulla crisi dei mercati finanziari il 22 e il 23 gennaio scorso e che prosegue oggi con questo
convegno sull'economia reale, analizzata sia dal punto di vista della produzione che da quello sociale.
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MARTEDÌ 17 marzo 2009
Sessione di apertura
1.
Benvenuto e introduzione
Nel suo discorso introduttivo, il Presidente del CESE Mario SEPI sottolinea il ruolo del Comitato
economico e sociale, che consiste nell'aiutare le istituzioni decisionali a trovare le soluzioni migliori.
Ricorda che proprio con questo spirito il CESE ha già organizzato un primo convegno sulla crisi
finanziaria, cui va il merito particolare di aver riunito tutti i diversi soggetti economici. Questo
secondo convegno è incentrato sull'analisi delle implicazioni dei diversi piani di ripresa. Il Presidente
SEPI presenta brevemente il parere che il CESE sta elaborando e conclude il proprio intervento
richiamando l'Europa alla solidarietà. Rivolge quindi al Presidente della Commissione europea
l'augurio di affrontare con coraggio il suo arduo compito in questo difficile momento.
Il Presidente della Commissione europea, José Manuel BARROSO, ringrazia il CESE e il suo
Presidente di aver assunto l'iniziativa del convegno, in un momento che a suo giudizio non poteva
essere più opportuno. Garantisce che le proposte del CESE per uscire dalla crisi saranno analizzate
con cura. Sottolinea che l'impegno a livello nazionale, specialmente l'intesa delle parti sociali,
costituisce in questo contesto un elemento cruciale. Delinea dunque il quadro della situazione
economica e presenta gli strumenti a disposizione dell'Unione europea e le decisioni assunte a livello
europeo e afferma infine la necessità di una mobilitazione generale delle nostre società per uscire
dalla crisi. Il testo integrale del discorso del Presidente della Commissione BARROSO è disponibile
sul
sito
http://www.eesc.europa.eu/events/2009-Financial-Markets/2009-03-17/docs/SpeechBarroso.pdf.
Thomas DELAPINA (II gr.-AT), relatore per il parere del CESE sul piano europeo di ripresa
economica, esprime compiacimento per il piano di ripresa presentato dalla Commissione europea, in
particolare per il mix delle politiche macroeconomiche scelto. Per converso, espone le proprie riserve
sulla rapidità di attuazione dei piani nazionali e sulle dimensioni del piano di ripresa e ritiene che esso
soltanto in minima parte si tradurrà in effetti concreti per il consumatore finale. Il relatore
DELAPINA si rallegra del fatto che si ricerchi la stretta cooperazione con la società civile ma mette in
guardia contro un indebolimento del modello sociale europeo, che, a suo parere, è in questo momento
di crisi più vantaggioso di altri. Ammonisce inoltre contro qualsiasi misura protezionistica. A suo
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-2giudizio, l'Europa dispone di tutti gli strumenti necessari a superare l'attuale crisi economica, a
condizione però che riesca a fare squadra!
Il Presidente SEPI conclude la prima sessione del convegno sottolineando che l'esistenza del modello
sociale europeo è un elemento estremamente positivo per l'UE.
2.
Interventi dei rappresentanti della società civile
Henri MALOSSE, membro del CESE, presidente del gruppo Datori di lavoro, rileva un'autentica
mobilitazione degli imprenditori per fronteggiare la crisi, pur sottolineando come tali azioni restino
isolate e circoscritte a livello locale. I cittadini si aspettano invece una strategia europea per la ripresa,
specialmente in due settori chiave: quello del sostegno alle PMI e, in particolare, alle imprese
subfornitrici dei grandi gruppi, per le quali andrebbe accelerata l'attuazione dello "Small Business
Act", e quello della ricerca, tramite il rafforzamento del partenariato fra gli istituti di insegnamento e i
datori di lavoro. MALOSSE condivide l'idea recentemente presentata di creare degli Stati generali
della ripresa economica.
Georgios DASSIS, membro del CESE, presidente del gruppo Lavoratori, ricorda che tutti gli studi e
tutti i dibattiti non valgono a testimoniare quella che è la realtà vissuta dai lavoratori vittime di
licenziamento. L'ingiustizia del licenziamento è ancor meno tollerabile se, allo stesso tempo, imprese
aiutate dalle amministrazioni pubbliche concedono ai loro dirigenti compensi eccezionali. Il raffronto
fra queste due situazioni solleva un grave problema di ordine morale. Costruita originariamente per
garantire la pace, l'Europa si trova oggi ad affrontare un'ascesa dei protezionismi nazionali, fenomeno
che agisce come fattore di divisione. In periodo di crisi, la solidarietà in Europa diventa una necessità.
Staffan NILSSON, membro del CESE, presidente del gruppo Attività diverse, sottolinea come il
ritorno alla fiducia a livello mondiale, europeo, nazionale e di singolo cittadino deve essere il primo
obiettivo da perseguire. Il rilancio della fiducia richiede un maggiore controllo dei mercati finanziari
e, più in generale, una riforma del sistema finanziario, soprattutto per porre fine alla speculazione a
breve termine. Ricorda l'esistenza di una categoria d'imprese, e precisamente le cooperative, il cui
obiettivo non è la redditività a breve termine. Occorre inoltre rifuggire da qualsiasi tentazione
protezionistica mentre resta aperta la ricerca di un sistema più equo di remunerazione degli
investimenti.
Antonio MARZANO, presidente del Consiglio nazionale per l'economia e il lavoro (CNEL) italiano,
ritiene che il periodo attuale rappresenti per la società civile un'opportunità per esprimere le sue
posizioni poiché la crisi sfugge in larga misura ai poteri pubblici. Al centro della crisi che attraversa
tutte le società vi è la perdita di fiducia (imprese, cittadini, cittadini-risparmiatori e così via). Tra i
fattori che condurranno al ripristino della fiducia in Europa si possono citare la definizione di nuove
norme di governance europea, la messa in evidenza del merito connesso alla responsabilità, la
salvaguardia della politica del welfare e il coordinamento e la cooperazione fra gli Stati membri.
Il Presidente della Commissione José Manuel BARROSO sottolinea l'esigenza di un'azione
coordinata. Per quanto riguarda le dimensioni del piano per la ripresa, risponde a DELAPINA
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-3ricordando che il sistema europeo risulta più sviluppato di altri in termini di welfare in quanto
provvisto di stabilizzatori automatici. Ribadisce la necessità di applicare i piani nazionali e di
osservarne con attenzione gli effetti, anziché presentare ogni settimana un nuovo piano. In questo
momento, a suo giudizio, ci vogliono più fatti e meno parole. Ritiene che vi sia bisogno di
innovazione sociale, ragione per cui lo scambio di buone pratiche è fondamentale. In relazione
all'aspetto etico della crisi, sostiene che gli stessi imprenditori debbano mettersi alla testa del processo
di riforma. Per rilanciare la fiducia nel sistema economico occorre riformare le regole adesso, senza
aspettare di uscire dalla crisi. Ricorda poi che il punto di forza dell'Europa è rappresentato dalla sua
economia di mercato aperta e sociale e mette in guardia contro qualsiasi tentativo, per quanto
comprensibile, di protezionismo. Conclude sottolineando che l'Europa non è il problema ma, anzi, è
un elemento della soluzione.
Brian CASSIDY, membro del CESE, ricorda innanzitutto che, alla stregua di altri Stati membri, il
Regno Unito non dispone di un Consiglio economico e sociale nazionale. Il governo ha adottato una
serie di misure fiscali, di aiuto alle PMI e di sostegno alla formazione e all'apprendimento al fine di
rilanciare l'economia. Del resto, per uscire dalla crisi, la Banca d'Inghilterra propenderebbe per una
politica monetaria di "allentamento quantitativo", misura criticata da una parte dell'opinione pubblica.
Marcos PEÑA PINTO, presidente del Consiglio economico e sociale spagnolo, ritiene che la crisi
economica, definita "terrificante", sia di natura strutturale e di portata mondiale. Di fronte agli attuali
pericoli, l'Europa deve, adesso più che mai, dare una dimostrazione di coerenza, specialmente in
campo istituzionale. In tale contesto, spetta al CESE cercare consensi sulle grandi questioni in gioco
per contribuire alla formazione della decisione politica. Ritrovare fiducia è la condizione necessaria
per uscire dalla crisi.
Janos TÓTH, vicepresidente del Consiglio economico e sociale ungherese e membro del CESE,
ricorda in primo luogo il fatto che il governo del suo paese ha associato il CES all'elaborazione delle
misure del piano di ripresa nazionale. Successivamente, ribadisce il mancato rispetto dei principi
elementari in materia di attività bancaria, vale a dire la prudenza, la compartimentazione e l'assoluta
separazione fra le attività. Il mancato rispetto di questi principi induce a invocare un rafforzamento
della governance europea. Infine, rammenta e sottolinea il ruolo che potrebbero svolgere
organizzazioni internazionali quali l'Ecosoc delle Nazioni Unite e l'Aicesis.
Cveto STANTIČ, membro del Consiglio economico e sociale sloveno e membro del CESE, afferma
che il dialogo sociale fra il suo governo e le parti sociali funziona da anni e che il governo ha istituito
un nucleo speciale responsabile del coordinamento delle iniziative anticrisi. Le misure adottate a
partire dalla fine del 2008 prevedono notevoli finanziamenti destinati a rafforzare l'attività di credito
delle banche e, dunque, a migliorare la liquidità delle imprese. Con un'economia dipendente per il
60% dalle esportazioni, la Slovenia attribuisce particolare rilevanza all'idea di solidarietà europea.
Paul WINDEY, presidente del Consiglio nazionale del lavoro belga, esprime il suo apprezzamento
per l'accordo concluso nel mese di dicembre dalle parti sociali e successivamente ripreso nell'ambito
del piano nazionale belga per la ripresa economica. Un simile approccio denota fiducia ed è garanzia
di stabilità. La cooperazione fra i CES nazionali e il CESE è stata molto efficace per quanto concerne
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-4l'attuazione a livello nazionale della strategia di Lisbona. Sulla base di tale considerazione, è
auspicabile che la Commissione europea proponga una nuova strategia di Lisbona, che tenga conto
dei piani di ripresa nazionali.
Sonny PORTELLI, presidente del Consiglio per lo sviluppo economico e sociale maltese, delinea
rapidamente il quadro dell'economia del suo paese. Mentre alcuni settori resistono meglio al
rallentamento dell'economia mondiale (industria farmaceutica, informatica, servizi finanziari), la
maggior parte (63%) dell'economia si basa sulle attività produttive e turistiche, più vulnerabili di
fronte al calo della domanda. Dopo anni in cui la crescita è stata quasi del 4%, secondo le stime la
crescita del 2009 sarà dello 0,7%. Il dialogo fra parti sociali e governo ha riguardato misure in grado
di coniugare programmi di spesa e politiche di agevolazioni fiscali, ma il clima economico resta
gravido di minacce.
Marianne NATI-STOFFEL, segretario generale del Consiglio economico e sociale del Granducato
di Lussemburgo, ritiene che la portata delle ripercussioni della crisi economica e finanziaria sia
paragonabile a quella della crisi del settore siderurgico dei primi anni settanta. Per la prima volta,
l'economia del Lussemburgo, la cui peculiarità è la forte dipendenza dalle esportazioni, registrerà
nel 2009 una crescita negativa. Il governo ha adottato diverse misure (in particolare, aiuti alle imprese
in difficoltà e maggiore flessibilità della normativa in materia di disoccupazione per evitare
licenziamenti) nel quadro di un piano di ripresa che rappresenta il 3,7% del PIL. Il CES del
Lussemburgo è stato sentito dalla commissione competente della Camera dei deputati (si veda il
parere annuale del CES del 3 aprile 2009).
Göke FRERICHS, membro del CESE, ricorda che la Repubblica federale di Germania non dispone
di un CES ma che la collaborazione fra le organizzazioni dei datori di lavoro e i sindacati è molto
intensa nel paese. Le due camere hanno approvato due piani di ripresa per un importo totale di
81 miliardi di euro, corrispondenti al 3,2% del PIL: equivalente a 988 euro per abitante, si tratta
dell'aiuto di maggiore entità tra quelli previsti nell'Unione europea. Fra le diverse misure, si possono
citare, da un lato, gli "incentivi alla rottamazione", che hanno permesso un aumento delle vendite di
veicoli nuovi di piccola cilindrata e, dall'altro, il "pacchetto investimenti", destinato in via prioritaria
al rinnovo di scuole, ospedali e infrastrutture stradali e ferroviarie. L'oratore propone infine che il
CESE organizzi nell'autunno 2009 un convegno per fare il punto sulle misure adottate e sui
conseguenti effetti negli Stati membri.
Staffan NILSSON, membro del CESE, sottolinea che la Svezia (che non ha un CES) presenti nella
crisi finanziaria una realtà sfaccettata, di cui si appresta a evidenziare, in questa fase, il solo aspetto
monetario. La corona svedese ha perso il 20% del suo valore rispetto all'euro, malgrado un'inflazione
bassa e nonostante finanze pubbliche sane. Tutto fa pensare che una moneta "piccola" fatichi a
imporsi in periodo di crisi, anche se i parametri fondamentali dell'economia sono positivi; è per questo
che oggi una parte dell'opinione pubblica del paese invoca il passaggio all'euro.
Bénédicte FEDERSPIEL, membro del CESE, ricorda innanzitutto che la Danimarca non dispone di
un CES nazionale ma che la pratica del dialogo sociale è, malgrado ciò, ben consolidata nel paese.
Successivamente, espone le principali misure politiche messe a punto per far fronte alla crisi
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-5finanziaria. La norma relativa alla stabilità finanziaria dell'ottobre 2008 instaura un sistema di
garanzia dei crediti e dei depositi. Essa tutela il cittadino che risparmia in vista del pensionamento
contro qualsiasi perdita. Infine, i poteri attribuiti al difensore civico per i consumatori sono stati
rafforzati.
Laurentiu PLOSCEANU, membro del Consiglio economico e sociale romeno e membro del CESE,
segnala la recente formazione, nel dicembre 2008, di un nuovo governo nel suo paese e la ripresa a
marzo delle sessioni plenarie del CES romeno. Il nuovo governo ha adottato una serie di misure che
s'inseriscono in un contesto economico depresso in un momento in cui le previsioni di crescita per il
2009 sono negative.
Thomas DELAPINA, segretario generale del Consiglio economico e sociale austriaco e membro del
CESE, dichiara che il governo del suo paese ha adottato e attuato due piani di ripresa nel 2008 e nel
2009 e che è prevista un terzo pacchetto di misure per il 2010. Gli interventi più rilevanti mirano a
una riduzione delle imposte sui redditi e a un aumento degli investimenti nei settori delle infrastrutture
stradali e ferroviarie, la ristrutturazione delle scuole e delle università. Le parti sociali che sono state
associate all'elaborazione dei piani stanno attualmente negoziando degli accordi per ridurre l'orario di
lavoro e migliorare la formazione professionale dei lavoratori presso le aziende.
Jean-Marc ROIRANT, vicepresidente del gruppo di collegamento con le organizzazioni e le reti
europee della società civile, sottolinea come la crisi colpisca anche gli operatori dell'economia sociale
o "terzo settore" (cooperative, mutue, associazioni). La crisi attuale è di natura finanziaria, economica
e sociale ma potrebbe avere anche una dimensione politica, destinata a mettere in discussione il
modello economico e sociale vigente. I soggetti del terzo settore possono, in virtù delle loro
esperienze e riflessioni, contribuire a dare vita a un nuovo modello e rispondere dunque alla sfida del
"vivere insieme". Ciononostante, occorre constatare, con rammarico, che in periodo di crisi il primo
riflesso dei governanti è spesso quello di abolire le spese pubbliche dirette al terzo settore
dimenticando, forse, che i risparmi di oggi possono diventare spese del domani.
Irini PARI, vicepresidente del CESE, ringrazia calorosamente tutti gli oratori per la qualità dei loro
interventi, che contribuiscono a chiarire la realtà dell'attuale grave crisi e a illustrare le risposte fornite
sul piano nazionale.
3.
Le conseguenze sociali della crisi
Alla sessione partecipa una serie di oratori esterni, che offrono una testimonianza della loro
esperienza personale della crisi attuale e dei diversi strumenti che contemplano per farvi fronte.
La vicepresidente Irini PARI porge il benvenuto al commissario per l'Occupazione, gli affari sociali e
le pari opportunità Vladimir ŠPIDLA.
Il commissario ŠPIDLA traccia un quadro particolarmente fosco: in Europa la perdita di posti di
lavoro prosegue incessante e i cittadini più disagiati sono i primi a essere colpiti dalla crisi. In un
simile scenario, quello che dobbiamo fare è "restare a galla". La Commissione europea ha reagito
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-6rapidamente, elaborando il piano di ripresa del 26 novembre 2008 - contenente in particolare una serie
di raccomandazioni agli Stati membri - completato dall'agenda sociale e dalla strategia di Lisbona
post 2010, a più lungo termine. Fra gli appuntamenti politici stabiliti da lunga data si ricordano il
Consiglio europeo di primavera del 19 e 20 marzo e il vertice del G20 del 2 aprile a Londra. Il
commissario non nega che le presenti disposizioni siano tutte migliorabili: esse sono il frutto di un
compromesso fra quanti ritengono che l'importo previsto di 200 milioni di euro per gli aiuti non sia
sufficiente e coloro che pensano che spese supplementari costituirebbero un onere a carico delle
generazioni future. Ricorda che la Commissione è pienamente consapevole delle sfide demografiche e
ambientali che attendono l'Europa e che è fuori discussione che si sostituisca una crisi finanziaria con
una crisi di bilancio.
Al termine di questo intervento, intervengono gli oratori di seguito indicati.
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Secondo David CROUGHAN, che interviene a nome di BusinessEurope, occorre ristabilire
l'accesso al finanziamento per le imprese, rompere la spirale protezionistica, attuare i piani di
ripresa e proseguire sulla strada delle riforme strutturali. Non è contrario a interventi da parte
delle amministrazioni pubbliche: la Commissione europea dovrebbe tutelare maggiormente gli
interessi comunitari nell'ambito dei negoziati commerciali internazionali.
Rainer HOFFMANN, vicesegretario generale della Confederazione europea dei sindacati,
auspica un maggiore spirito di solidarietà a livello europeo: è necessario, ora più che mai,
dimostrare ai nuovi Stati membri che la crisi viene gestita insieme a loro, non contro di loro; del
resto, per quanto concerne il dialogo sociale, il livello dell'impresa è sul punto di diventare il
livello negoziale più appropriato sia dal punto di vista dei datori di lavoro che da quello dei
sindacati.
Rodrigo GOUVEIA, a nome di Eurocoop, l'associazione europea delle cooperative dei
consumatori, ricorda che all'origine della crisi vi è l'indebitamento eccessivo delle famiglie;
chiede pertanto una maggiore regolamentazione del settore a livello europeo. A suo giudizio,
rilanciare la fiducia dei consumatori, tramite vere e proprie riforme strutturali, è la chiave della
ripresa economica.
John VASSALLO, presidente della Camera di commercio degli USA presso l'UE, sottolinea
l'importanza delle relazioni commerciali transatlantiche per la sopravvivenza delle economie
europee e americane, così come la necessità di coordinare i piani di ripresa e di realizzare una
convergenza fra tutte le forze economiche. Sottolinea l'importanza dell'innovazione e della
formazione alle nuove tecnologie e all'imprenditorialità, che hanno consentito agli Stati Uniti di
uscire dalle crisi precedenti, così come degli investimenti nella manodopera, nelle infrastrutture e
nell'efficienza energetica attraverso l'uso delle tecnologie ambientali. Ricordando che alcuni
problemi esistevano già prima della crisi, auspica la realizzazione di una maggiore mobilità dei
lavoratori qualificati, per dare nuovo slancio alla competitività e incoraggiare un miglioramento
delle competenze.
Michał KADERA, membro dell'Ufficio di presidenza del Forum europeo della gioventù, deplora
gli scarsi riferimenti ai giovani nell'ambito del piano di ripresa e del progetto di conclusioni del
Consiglio europeo, fatto che giudica essere un messaggio non opportuno nei confronti dei
giovani, che si trovano oggi a fare i conti con il rischio di trasformarsi in una generazione perduta
(disoccupati dopo il conseguimento del titolo di studio). Ricorrendo alla metafora di una squadra
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-7di soccorso alpino, sottolinea l'esigenza di disporre dell'energia, della volontà, della resistenza,
della competenza e degli strumenti necessari per sostenere iniziative aventi ripercussioni a lungo
termine, agevolare la transizione tra la conclusione degli studi e l'ingresso nel mercato del lavoro
e investire nella mobilità e nella formazione all'imprenditorialità.
La vicepresidente Irini PARI ringrazia gli oratori per le loro presentazioni e apre il dibattito, nel
corso del quale vengono sollevate le questioni sotto riportate.
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Come si configurano la dimensione verde e i problemi legati ai cambiamenti climatici, così come
all'uso dell'energia, nel piano di ripresa? (OSBORN, III gr-UK)
Come stimare le conseguenze sociali, gli effetti e l'impatto della crisi sulle famiglie? (TÓTH,
III gr.-HU)
Necessità di regolare il mercato aperto in tutti i settori, importanza di una politica proattiva per
coordinare e stimolare i piani di ripresa nazionali. (VERBOVEN, II gr.-BE).
Gli oratori forniscono le seguenti risposte:
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le tecnologie ambientali costituiscono il punto di forza dell'Europa e rappresentano altresì una
componente essenziale del programma del Presidente degli Stati Uniti Barack Obama per
stimolare l'economia attraverso le tecnologie verdi; occorrerebbe incoraggiare la cooperazione in
questo settore quale possibile soluzione per uscire dalla crisi,
il coinvolgimento di un segmento di popolazione che non ha sinora svolto un ruolo attivo nel
mercato del lavoro costituisce un potenziale da valorizzare,
il pacchetto per la ripresa economica deve formare oggetto di un coordinamento a livello europeo
ed è essenziale evitare qualsiasi forma di protezionismo,
i cambiamenti climatici rappresentano una delle maggiori sfide del secolo e occorre individuare
soluzioni per uscire in maniera integrata dalla crisi attuale
oltre alle difficoltà provocate dalla disoccupazione e dai crescenti obblighi finanziari a cui le
famiglie devono far fronte, un profondo divario separa, da una parte, quanto viene detto a
Bruxelles e, dall'altra, la realtà quotidiana dei consumatori; per rilanciare i consumi e consentire
alle famiglie di contribuire all'uscita dalla crisi occorre colmare questo divario attraverso strategie
strutturate,
una migliore regolamentazione del mercato richiede non soltanto una migliore normativa, ma
anche il contributo di agenzie indipendenti di regolazione del mercato che tengano conto degli
interessi dei consumatori e degli azionisti e dell'interesse pubblico in servizi quali l'energia o i
trasporti,
è necessario analizzare caso per caso i settori che devono essere oggetto di regolamentazione.
La vicepresidente Irini PARI ringrazia coloro che sono intervenuti e dà la parola agli oratori
seguenti.
Roch MATHIÉ, imprenditore, presenta la propria esperienza relativa a un progetto di rilevamento di
un'azienda (produzione di vasche da bagno in ghisa), dell'impatto della crisi attuale e delle strategie
per uscire da questa situazione delicata. Presenta altresì una serie di raccomandazioni: istituire
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-8un'agenzia per dare credibilità ai progetti d'impresa presso le istanze finanziarie, armonizzare i termini
di pagamento per evitare crisi di liquidità, garantire maggiore trasparenza in relazione alle concessioni
del credito, armonizzare gli oneri sociali, concretizzare il sostegno alle imprese innovatrici che
investono nello sviluppo sostenibile.
Luc HENDRICKX, direttore per la politica delle imprese e le relazioni esterne dell'Ueapme (Unione
europea dell'artigianato e delle piccole e medie imprese), invita gli Stati membri a non cedere alle
velleità protezionistiche che emergono da alcuni piani nazionali. Affrontando uno dei problemi
essenziali per le PMI, ovvero l'accesso al finanziamento, si dice soddisfatto delle misure adottate, fra
l'altro, nell'ambito del regime temporaneo di aiuti di Stato. In riferimento al mercato del lavoro,
deplora l'assenza di iniziative di sostegno all'occupazione nei piani di ripresa e ricorda le peculiarità e
le esigenze delle PMI. Auspica infine il coinvolgimento di queste ultime nell'ambito dei piani di
ristrutturazione e di tutti i programmi incentrati sul mercato del lavoro.
Federico RAMPINI, editorialista e inviato di La Repubblica in Cina, descrive l'impatto sociale della
crisi economica in questo paese. La Cina è attualmente l'unico paese asiatico che non sia colpito né da
una crisi del credito né da una crisi di fiducia malgrado il rallentamento della crescita economica, un
tasso di disoccupazione del 10%, un livello insufficiente di protezione sociale e il conseguente rischio
potenziale di sommosse sociali. Lo Stato cinese agisce in maniera coerente ed efficace di fronte alla
crisi ricorrendo a un sistema di vigilanza che garantisce un quadro e un controllo tempestivi della
situazione. I settori controllati dallo Stato traggono notevoli benefici dal piano di ripresa poiché il
regime centralizzato permette di gestire al meglio gli investimenti necessari.
Joaquín ALMUNIA, commissario responsabile per gli Affari economici e monetari, ringrazia il
CESE di averlo invitato al convegno, che è un'ulteriore dimostrazione della capacità del Comitato
economico e sociale europeo di mettere a disposizione piattaforme di grande utilità. Afferma che
l'Europa ha bisogno dell'impegno delle parti sociali e della leadership politica. Traccia quindi il
quadro della situazione economica e delinea le misure che la Commissione intende proporre per il
settore finanziario. Spiega che l'Europa possiede strumenti molto efficaci per fronteggiare l'attuale
crisi economica, che è di carattere storico. Esprime l'auspicio che i presenti possano trarre dalla
partecipazione al convegno una nuova determinazione ad agire di concerto. Il testo integrale del
discorso del commissario ALMUNIA è disponibile sul sito http://www.eesc.europa.eu/events/2009Financial-Markets/2009-03-17/docs/Speech-Alumina.pdf.
Nella discussione che segue, sono avanzate le seguenti osservazioni e poste le seguenti questioni: gli
sforzi europei, giudicati insufficienti per i cittadini; i problemi connessi a un elevato livello di
internazionalizzazione del sistema bancario in alcuni Stati membri; l'eventuale allargamento della
zona euro; l'importanza della fiducia e della solidarietà.
Nelle sue risposte, il commissario ALMUNIA ricorda che il patto di stabilità riveduto presenta un
certo grado di flessibilità per far fronte alla crisi. Occorre un forte stimolo di bilancio, ma il margine
di manovra varia notevolmente da un paese all'altro. È necessaria una stretta collaborazione fra gli
Stati membri e il patto di stabilità offre un quadro ragionevole per il relativo coordinamento. Il
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-9commissario conviene infine sul fatto che la fiducia svolga in questo contesto un ruolo di estrema
importanza.
Nel suo intervento conclusivo generale, il Presidente SEPI ricorda il metodo seguito dal CESE per
consentire un dibattito fra la società civile e le istituzioni europee sulla crisi economica e finanziaria e
sulle misure per fronteggiare quest'ultima e ringrazia i CES nazionali per il contributo che hanno
fornito in materia. Sostiene la posizione del Presidente BARROSO sull'attuale necessità di agire. A
suo giudizio, occorre una sorta di strategia di Lisbona per uscire dalla crisi, ovvero un maggiore
coordinamento fra gli Stati membri. Il testo integrale dell'intervento conclusivo del Presidente SEPI
nell'ambito di questo convegno è disponibile sul sito http://www.eesc.europa.eu/events/2009Financial-Markets/2009-03-17/docs/Conclusions-Sepi-IT.doc.
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Allegati:
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1) Programma del convegno
2) Elenco degli oratori
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Allegato 1
La partita è ancora tutta da giocare.
Se facciamo squadra riusciamo a battere la crisi!
Bruxelles, CESE, martedì 17 marzo 2009
Programma
ore 9.00
Accoglienza dei partecipanti
ore 9.00 – 10.00
Riunione del Presidente del CESE, Mario SEPI, e dei presidenti dei CES
nazionali
ore 10.15
Sessione di apertura sotto la presidenza di Mario Sepi, Presidente del
Comitato economico e sociale europeo
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José Manuel Barroso, Presidente della Commissione europea

Thomas Delapina, relatore per il parere del CESE dal titolo Un piano europeo di ripresa
economica
Il contributo della società civile



Henri Malosse, presidente del I gruppo (Datori di lavoro)
Georgios Dassis, presidente del II gruppo (Lavoratori)
Staffan Nilsson, presidente del III gruppo (Attività diverse)

Presentazione della situazione nei diversi paesi da parte dei presidenti dei CES nazionali o dei
rappresentanti dei paesi in cui non vi è un CES

Jean-Marc Roirant, copresidente del gruppo di collegamento con le organizzazioni e le reti
europee della società civile
ore 13.00
Pranzo – Atrium 6
ore 14.30
Ripresa dei lavori, sotto la presidenza di Irini Pari, vicepresidente del
Comitato economico e sociale europeo
Interventi e dibattito con i partecipanti sul tema Le conseguenze sociali della crisi
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Vladimir Špidla, membro della Commissione europea, commissario per l'Occupazione, gli affari
sociali e le pari opportunità
David Croughan, presidente della commissione Affari economici e finanziari di BusinessEurope
Reiner Hoffmann, vicesegretario generale della confederazione europea dei sindacati (CES)
Rodrigo Gouveia, segretario generale di Eurocoop
John Vassallo, presidente della Camera di commercio degli USA presso l'UE
Michał Kadera, membro dell'Ufficio di presidenza del Forum europeo della gioventù
Roch Mathié, imprenditore
Luc Hendrickx, Ueapme
Federico Rampini, storico italiano, editorialista e inviato di La Repubblica
ore 17.30


Conclusioni
Joaquín Almunia, membro della Commissione europea responsabile degli Affari economici e
monetari
Mario Sepi, Presidente del Comitato economico e sociale europeo
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Fiche CESE 3536/2009 Allegato 1 FR-TRADUZIONE ESTERNA/Sab/gp/fb
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- 12 -
Allegato 2
ELENCO DEGLI ORATORI
José Manuel BARROSO, Presidente della Commissione europea
Vladimir ŠPIDLA, commissario per l'Occupazione, gli affari sociali e le pari opportunità
Joaquín ALMUNIA, commissario per gli Affari economici e monetari
Mario SEPI, Presidente del CESE
Irini PARI, vicepresidente del CESE
Thomas DELAPINA, membro del CESE, segretario generale del Consiglio economico e sociale
austriaco
Henri MALOSSE, membro del CESE, presidente del gruppo Datori di lavoro
Georgios DASSIS, membro del CESE, presidente del gruppo Lavoratori
Staffan NILSSON, membro del CESE, presidente del gruppo Attività diverse, rappresentante di un
paese sprovvisto di CES
Marcos PEÑA PINTO, presidente del Consiglio economico e sociale spagnolo
Antonio MARZANO, presidente del Consiglio nazionale per l'economia e il lavoro (CNEL) italiano
Brian CASSIDY, rappresentante di un paese in cui non vi è un CES
Janos TÓTH, membro del CESE, vicepresidente del Consiglio economico e sociale ungherese
Cveto STANTIČ, membro del CESE, membro del Consiglio economico e sociale sloveno
Paul WINDEY, presidente del Consiglio nazionale del lavoro belga
Sonny PORTELLI, presidente del Consiglio per lo sviluppo economico e sociale maltese
Marianne NATI-STOFFEL, segretario generale del Consiglio economico e sociale del Granducato di
Lussemburgo
Göke FRERICHS, membro del CESE, rappresentante di un paese in cui non vi è un di CES
Bénédicte FEDERSPIEL, membro del CESE, rappresentante di un paese in cui non vi è un CES
Laurentiu PLOSCEANU, membro del CESE, membro del Consiglio economico e sociale romeno
Jean-Marc Roirant, vicepresidente del gruppo di collegamento con le organizzazioni e le reti europee
della società civile
David CROUGHAN, presidente della commissione Affari economici e finanziari di BusinessEurope
Rainer HOFFMANN, vicesegretario generale della Confederazione europea dei sindacati
Rodrigo GOUVEIA, segretario generale di Eurocoop
John VASSALLO, presidente della Camera di commercio degli USA presso l'UE
Michał KADERA, membro dell'Ufficio di presidenza del Forum europeo della gioventù
Frederic Adrian OSBORN, membro del CESE
Xavier VERBOVEN, membro del CESE
Roch MATHIÉ, imprenditore
Luc HENDRICKX, direttore per la politica delle imprese e le relazioni esterne dell'Ueapme
Federico RAMPINI, editorialista e inviato di La Repubblica in Cina.
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Fiche CESE 3536/2009 Allegato 2 FR-TRADUZIONE ESTERNA/Sab/gp/fb
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