LA TEMPESTA SEDATA Mc 4,35-41

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INCONTRO GIOVANI di Azione Cattolica
Parrocchia di STELLA
LA TEMPESTA SEDATA
5 dicembre 2008
A cura di Daniele de Angelis
PREGHIERA INIZIALE
Sali sulla mia barca, Signore! Tante volte ho avuto l'impressione che la mia vita sia come una notte
trascorsa in un mare in tempesta. Allora mi assale la paura, l’angoscia, la tristezza.
Sali sulla mia barca Signore, per dirmi come posso salvarmi, sali con me Signore per dare fiducia
ai miei gesti, per capire che non devo navigare da solo, per convincermi che il mio vivere vale
niente senza di Te, senza la Tua presenza. Sali sulla mia barca Signore, per donare calma e
serenità. Prendi Tu il timone: accetto di essere tuo equipaggio. Insieme vivremo, Signore, e
giungeremo sicuri al porto della vita.
LA TEMPESTA SEDATA Mc 4,35-41
In quel medesimo giorno, verso sera, disse loro: “Passiamo all’altra riva”. 36 E lasciata la folla, lo presero
con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. 37 Nel frattempo si sollevò una gran
tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. 38 Egli se ne stava a poppa, sul
cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: “Maestro, non t’importa che moriamo? ”. 39
Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: “Taci, calmati! ”. Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. 40 Poi
disse loro: “Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede? ”. 41 E furono presi da grande timore e si
dicevano l’un l’altro: “Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono? ”.
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RIFLESSIONE SUL VANGELO
Mentre l’angoscia si sta impossessando dei discepoli, Gesù se ne sta tranquillo a dormire. Sembra
indifferente. Il riconoscimento della propria fragilità è avvertito soprattutto nelle situazioni di
tempesta. Quei discepoli nella tempesta siamo noi in mezzo alle varie difficoltà della vita. Quando
siamo completamente disorientati, anche a noi sale dal cuore la domanda: “Ma perché Signore non
fai nulla per risolvere i miei problemi?” Possiamo sperimentare a volte il silenzio di Dio.
Avvertiamo di essere impotenti e il bisogno dell’intervento di Dio diventa invocazione. Come i
discepoli abbiamo sentito il tumulto del mare sotto la barca della nostra vita e ci è sembrato di
dover soccombere: sofferenze assurde e senza senso, malattie improvvise, delusioni negli affetti,
problemi di lavoro, difficoltà economiche. L’abisso, la profondità del mare, sembra avvolgerci e
non lasciarci scampo in queste situazioni. I discepoli non hanno compreso appieno quella presenza
che viaggia con loro. Il virus del sospetto ha scatenato la tempesta anche nel loro cuore così
mettono in dubbio l’amore di Gesù per loro. Dimostrano di non fidarsi di Gesù. In realtà non è la
voce di Dio a mancare, ma un occhio che sappia guardare. Gesù infatti è lì nella barca con i
discepoli, non li ha abbandonati. Molto spesso non siamo in grado di cogliere i segni della
presenza di Gesù nella nostra vita e nel nostro tempo. Spesso non riusciamo ad incrociare il suo
sguardo, a sentire la sua presenza e a fidarci di Lui. Gesù conosce le nostra paure perché le ha
vissute, conosce le nostre difficoltà perché Lui stesso sulla croce ha conosciuto l’abbandono.
Anche Gesù ha attraversato la notte del rinnegamento e la tempesta del tradimento e nel momento
in cui le forze del male sembravano inghiottirlo si è affidato al Padre, che lo ha risuscitato dalla
morte. Gesù ci chiede una fede totalmente fondata su di lui. Il contrario della paura per Gesù non è
il coraggio, ma la fede. Le paure, le angosce nascono dalla incapacità di trovare una risposta
convincente alla domanda: “Chi è costui per me?”. La presenza di Gesù sulla barca della nostra
vita non impedisce che ci siano le tempeste, ma ci rassicura nell’affrontarle.
IL MARE E LA NOTTE, SEGNO DELLA PROVA
La traversata del mare di notte non è solo una circostanza di tempo e luogo ma ha anche un forte
valore simbolico. La notte è sempre tempo di prova, in cui il discepolo è chiamato a vigilare, a star
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pronto, ad aver fede e il mare è il simbolo delle potenze del male che Dio creatore domina e separa
come fa con la luce e le tenebre.
L’ASCOLTO DEI DISCEPOLI E L’ACCOGLIENZA DI FEDE
L’ascolto di Dio si verifica dentro la vita vissuta, nelle esperienze e circostanze in cui sta il
discepolo, in particolare nei momenti di fatica o pericolo. Il suo “ascoltare” viene sempre messo
alla prova dal mare e dalla notte, e anche in questo caso si richiede ai discepoli un“discernimento”.
La logica di Dio, è quella del silenzio che porta frutto dentro una morte, un sonno apparente. Ora
quel sonno, quella vicinanza alla morte, loro la sperimentano, ma non sono capaci di interpretare
nella fede quel momento (Gesù dorme, Gesù patisce muore e poi risorge, questa è la logica, che
anche più avanti faticheranno a capire).
RIMPROVERO DEI DISCEPOLI A UN MAESTRO CHE NON LI SALVA SUBITO
I discepoli non accettano nei fatti questa logica e quando, per loro iniziativa, decidono di fare la
traversata, trovandosi nel pericolo, cercano subito la salvezza. Lo interrogano come maestro,
vogliono una risposta, non si affidano al Signore. È la logica della paura che prevale sulla fede,
l’incredulità con cui combatte sempre il discepolo. Non t’importa che moriamo? è la domanda sulla
più grande paura, sulla più grande fragilità dell’uomo. Egoisticamente si pensa prima di tutto a sé,
non al fatto che Cristo è lì accanto, anche se sembra dormire.
LA PAROLA DI GESÙ È DIVINA, È CREATRICE, COMANDA SUL CREATO
L’iniziativa di Gesù di calmare la tempesta è segno inequivocabile della sua divinità e dell’unica
possibilità di salvezza: affidare le nostre paure a Gesù, che se ne prende cura nel suo sonno,
significa accettare anche di andare a fondo con Lui. Dobbiamo imparare a riconoscere la nostra
fragilità non pensandola mai abbandonata a sé stessa, ma sempre accanto al nostro Signore, che è
l’unico a dominare le potenze del male. Se Gesù è morto per noi come può lasciarci morire?
LA PAURA E L’INCREDULITÀ RINFACCIATA AI DISCEPOLI
Non avete ancora fede? La parola di Gesù, dopo le tante che ha dette proprio sulla fede, colpisce i
discepoli nella prova: il discernimento è in atto, dentro la tempesta verifico se ho ascoltato. La
sintesi tra fede e vita significa testare continuamente l’ipotesi-fede che ho assunto come vera,
dentro la realtà. Significa stare dentro la barca con Lui, anche con l’acqua che entra. La barca è la
Chiesa. Possiamo cercare aiuto al di fuori, dimenandoci e arrabbiandoci, ma Lui sta lì dentro e
dorme a poppa. Dopo la prova il discepolo non ha una risposta, piuttosto non può smettere di
interrogarsi. Se la paura diventa stupore la strada per la fede è aperta.
LETTURA RIFLESSIONE DI SIGALINI PAG. 96-97
S. AGOSTINO Discorsi
Il sonno di Cristo è segno della morte. I naviganti sono le anime che passano in questa vita come
sopra una barca. E quella navicella raffigura anche la Chiesa. Ciascuno di noi, poi, naviga nel suo
cuore e non naufraga se pensa a cose buone. Se Cristo dorme in te, è solo perché ti sei dimenticato
di lui. Sveglia dunque, Cristo! Ricordati di Cristo! E che Cristo vigili in te. Pensa a lui.
PROVOCAZIONI
- Quando sento più forte l’assenza di Dio, il suo silenzio?
- Quando sento più forte la presenza di Dio, la sua voce?
- Riusciamo ad abbandonarci a Dio, anche nei momenti più duri?
- Come ci poniamo davanti alle situazioni dolorose?
- Abbiamo invitato nella nostra barca (vita) Gesù? Chi è al timone della nostra vita?
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ASCOLTO DEL BRANO: Fango di Jovanotti
L'unico pericolo che sento veramente è quello di non riuscire più a sentire niente.
E mi fondo con il cielo e con il fango. (Sintesi tra cielo e terra, tra fede e ragione, tra noi e Dio).
L’ombra della luce
Franco Battiato
Difendimi dalle forze contrarie,
la notte, nel sonno, quando non sono cosciente,
quando il mio percorso, si fa incerto,
E non abbandonarmi mai...
Non mi abbandonare mai!
Riportami nelle zone più alte
in uno dei tuoi regni di quiete:
E' tempo di lasciare questo ciclo di vite.
E non abbandonarmi mai...
Non mi abbandonare mai!
Perché, le gioie del più profondo affetto
o dei più lievi aneliti del cuore
sono solo l'ombra della luce,
Ricordami, come sono infelice
lontano dalle tue leggi;
come non sprecare il tempo che mi rimane.
E non abbandonarmi mai...
Non mi abbandonare mai!
Perché, la pace che ho sentito in certi monasteri,
o la vibrante intesa di tutti i sensi in festa,
sono solo l'ombra della luce.
È una vera e propria preghiera di affidamento. Nel testo è possibile intravedere la voglia di tornare a vivere, di acquisire
quella tranquillità che solo Dio può donare, con la consapevolezza che le situazioni più autentiche, più gioiose che
possiamo vivere, “sono solo l’ombra della Tua luce”. È bello leggere nelle righe della canzone il cammino di ognuno di
noi. Le difficoltà, le paure, le cadute, il buio, la stanchezza della vita, e nonostante questo la voglia di “lasciare questo
ciclo di vite” e affidarsi a Gesù. “E non abbandonarmi mai… Non mi abbandonare mai” è preghiera, sintomo
dell’esigenza di affidarsi a Dio, segno di necessità, di aiuto, di fiducia. Occorre verificare la propria vita alla luce della
necessità di Gesù, verificare la fiducia in Gesù, il cammino di sequela verso di Lui, comprendere dove sta andando la
propria vita, quale posto occupa Gesù in essa.
Salmo 90
1 Tu che abiti al riparo dell’Altissimo e dimori all’ombra dell’Onnipotente,
2 dì al Signore: “Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio, in cui confido”.
3 Egli ti libererà dal laccio del cacciatore, dalla peste che distrugge.
4 Ti coprirà con le sue penne sotto le sue ali troverai rifugio.
5 La sua fedeltà ti sarà scudo e corazza; non temerai i terrori della notte né la freccia che vola di giorno,
6 la peste che vaga nelle tenebre, lo sterminio che devasta a mezzogiorno.
7 Mille cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra; ma nulla ti potrà colpire.
8 Solo che tu guardi, con i tuoi occhi vedrai il castigo degli empi.
9 Poiché tuo rifugio è il Signore e hai fatto dell’Altissimo la tua dimora,
10 non ti potrà colpire la sventura, nessun colpo cadrà sulla tua tenda.
11 Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi.
12 Sulle loro mani ti porteranno perché non inciampi nella pietra il tuo piede.
13 Camminerai su aspidi e vipere, schiaccerai leoni e draghi.
14 Lo salverò, perché a me si è affidato; lo esalterò, perché ha conosciuto il mio nome.
15 Mi invocherà e gli darò risposta; presso di lui sarò nella sventura, lo salverò e lo renderò glorioso.
16 Lo sazierò di lunghi giorni e gli mostrerò la mia salvezza.
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