SPURIO MARIA GRAZIA Recensione Titolo: “L`autore di reati

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SPURIO MARIA GRAZIA
Recensione
Titolo: “L’autore di reati sessuali “
Autori: Petruccelli Irene, Pedata Loredana Teresa
N .° pagine: 141
Argomento trattato:
Il testo di Petruccelli e Pedata fornisce delle utili linee guida per comprendere le varie tipologie degli
autori di reati sessuali, ponendo il fuoco in particolare sulle metodologie utilizzate per valutare le
differenti personalità dei soggetti studiati, le loro deviazioni ed in che modo si differenziano da un
concetto di ‘normalità’ inteso come assenza di comportamenti lesivi nei confronti degli altri. Con
riferimento alla personalità dell’autore del reato, nella prima parte del volume si definisce la
perversione come fenomeno tanto clinico quanto sociale. Sociale perché , appunto, il concetto di
normalità e, di conseguenza, di perversione inteso come atteggiamento e comportamento deviato
rispetto al senso comune, viene definito dalla società. In relazione ad essa, la valutazione può
precedere direttamente dalla persona secondo un modello soggettivo, oppure può essere la cultura il
criterio che definisce normale o anormale un comportamento (modello culturale) o ancora, secondo
quanto proposto dal modello statistico, la normalità è data esclusivamente dall’alta percentuale di
individui che mette in atto un dato comportamento. Ancora possiamo menzionare il modello
normativo, che stabilisce un ideale di comportamento e accetta quello che più si avvicina a tale
ideale. Secondo il modello clinico, invece, viene valutata la condotta del soggetto in relazione alla
riduzione delle sue tensioni motivazionali e alla realizzazione delle sue potenzialità.Volendo
delineare un quadro teorico di riferimento in tema di perversione, il famoso trattato Psychopatia
Sexualis di Von Krafft- Ebing è stato il primo testo a parlare di perversioni, o “aberrazioni sessuali”
determinabili a cause ereditarie in primis e a fattori ambientali in secundis. Bloch sottolinea invece
l’importanza dei fattori ambientali come determinanti della presenza di componenti “normali” e
perverse in ciascun soggetto. Freud assume come criterio di riferimento il completo sviluppo della
libido, e quindi definisce la perversione come il risultato di una mancata maturazione in tal senso,
sconfinando quindi nella esclusività e fissazione. Dopo Freud, altri psicanalisti, quali ad esempio la
Klein e Winnicott, in tema di perversione, hanno identificato tra le cause primarie l’aggressività
pregenitale. L’atto perverso, per Jung, è indotto dall’insieme dei caratteri negativi che presiedono
l’inconscio, ciò che lui definisce ‘Ombra’. Per J. Chasseguet- Smirgel, la relazione primaria
conflittuale con la madre determina l’emergere della perversione, mentre Stoller pone l’accento su
una caratteristica della personalità: l’aggressività. Secondo La Kaplan invece, le perversioni sessuali
non sono necessariamente delle aberrazioni, ma strategie mentali per risolvere stati dolorosi emotivi.
Il DSM-IV-TR indica che la perversione sussiste laddove lo scopo da perseguire è sempre
l’eccitazione e l’atto sessuale, infatti le pulsioni erotiche connotate da fantasie o impulsi intensi e
ricorrenti, che comportino sofferenza e/o umiliazione, o che siano rivolte verso minori e/o persone
non consenzienti, rientrano nella sezione dei “Disturbi Sessuali e dell’Identità di genere”. Il
comportamento abusante viene infatti definito come il comportamento che si realizza senza
consenso in una relazione non paritaria e come risultato di una coercizione.
Dott. M. Grazia Spurio Recensione n.6 “L’autore di reati sessuali “
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I modelli teorici del comportamento abusante sono di diversa tipologia, ed il loro esame permette di
esplicitare in maniera più approfondita le caratteristiche di tale comportamento: fisiologico,
cognitivo, sociobiologico, multivariato quadripartito, di giudizio delle distorsioni cognitive,
dell’abuso sessuale infantile. Come cause del comportamento abusante vengono menzionati i fattori
personali (la capacità empatica, le esperienze pregresse, le fantasie sessuali compulsive), i fattori
situazionali (precedenti esperienze inadeguate di socializzazione, forme inappropriate di punizione,
abuso o trascuratezza), fattori eziologici propri dell’autore di abuso sessuale infantile. Tra questi
possono esserci elementi socio culturali o della storia individuale. Non sono infrequenti infatti i casi
di adulti abusanti che a loro volta sono stati abusati o trascurati emotivamente o fisicamente da
bambini. Nel capitolo ‘La valutazione della personalità dell’autore’ vengono esaminati quei disturbi
di personalità che sembrano riproporsi negli autori di abusi sessuali: il disturbo narcisistico di
personalità, il disturbo di personalità antisociale e le limitate capacità empatiche. La valutazione
della personalità dell’aggressore sessuale rappresenta il nodo cruciale dello studio dei reati sessuali,
non solamente ai fini della comprensione, ma anche dell’aiuto per evitare recidive che, della
prevenzione. La valutazione della personalità si focalizza su aspetti diversi a seconda che ci si trovi
in un contesto di ricerca, clinico o peritale. Con riferimento a quest’ultimo aspetto, nell’ultima parte
si approfondisce il ruolo del perito, o del collegio peritale composto da vari professionisti, in ambito
di reati sessuali. La varietà delle figure coinvolte è determinata dalla complessità del campo di
valutazione, visti i molteplici aspetti coinvolti. Ognuna di queste figure, oltre ad avere competenze
specifiche sue proprie, potrà appartenere a scuole di pensiero differenti, per addivenire ad una
maggiore completezza e ricchezza nel lavoro. L’attenzione viene rivolta anche alla pedofilia e
all’inquadramento diagnostico e agli strumenti diagnostici da utilizzare (MMPI-2, Big Five
Questionnaire,Sesamo,DMI,STAXI-2.“Il trattamento e la prevenzione della recidiva’ è il tema della
seconda parte. A proposito di trattamento, vengono presentati metodi e strumenti differenti, alcuni
dei quali hanno subito una valutazione empirica precisa, mentre in altri casi i soggetti sui quali è
stata condotta la sperimentazione sono pochi e dubbia è anche l’efficacia delle diverse terapie. Ad
ogni modo, le terapie più comuni sono quella farmacologica e chirurgica, e quella psicologica. Gli
scopi dichiarati delle terapie sono: modificare i fattori disfunzionali dell’individuo e presenti nel
contesto in cui vive, permettere alla vittima e all’autore di superare l’evento traumatico, lavorare su
eventuali rischi di recidiva. Tra gli esempi di terapia chirurgica possiamo menzionare la castrazione
chimica e la castrazione chirurgica; per quanto attiene alla terapia psicologica, viene trattato
l’argomento della terapia comportamentale, la terapia cognitivo-comportamentale, la terapia
analitica individuale e di gruppo, la terapia psicodinamica di gruppo, familiare e l’approccio
strategico. Con relazione a quest’ultimo, l’attenzione è focalizzata alla capacità del singolo di
produrre un cambiamento e di ristrutturare le sue relazioni familiari e sociali. Il terapeuta aiuta
l’individuo a sostituire le ‘tentate soluzioni’ disfunzionali che ha da sempre messo in atto con
soluzioni più funzionali, con un’attenzione particolare al ruolo eventuale di rinforzo che possono
avere gli altri individui coinvolti nella rete di relazioni sociali dell’autore di reato. Nel capitolo
secondo della seconda parte viene preso in esame il problema della recidiva, intesa come ricaduta,
del soggetto, nell’azione deviante. Perché accade? Quali sono i fattori di rischio e le probabilità di
reiterare un’azione che sia pure già stata condannata come deviante? Trovare la risposta a queste
domande determina il grado di prevenzione applicabile ai soggetti interessati, e la scelta di contesti
più adeguati per il loro trattamento e reinserimento sociale. I fattori predittivi del rischio di recidiva
devono essere valutati attraverso adeguati strumenti e mezzi accurati. Per fare una categorizzazione
dei fattori di rischio: costituzionali (caratteristiche di personalità); storici (eventi legati allo sviluppo,
precedenti penali e violenze); antecedenti contestuali di violenza (comportamenti criminali); fattori
clinici (diagnosi psichiatriche). Tuttavia, i fattori che sembrano più strettamente legati alla recidiva
sessuale, secondo una ricerca di Hanson e Bussiere (1998) , sono quelli riconducibili alla devianza
sessuale (precedenti violenze sessuali, interessi o attività sessuali verso persone dello stesso sesso).
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Nel terzo ed ultimo capitolo della seconda parte vengono analizzati i modelli e gli strumenti di
valutazione per prendere decisioni effettive. Una valutazione combinata di più metodiche sembra
essere la più efficace, così come rappresentato dall’ approccio attuariale adattato, nel quale si
integrano un approccio clinico strutturato e l’uso di strumenti standardizzati e validati empiricamente
per la rilevazione di diversi fattori di rischio (statici e dinamici). Il capitolo contiene anche un
utilissimo elenco degli strumenti per la valutazione della recidiva, distinguendoli in attuariali e
valutazioni cliniche strutturate, con precisi riferimenti bibliografici per eventuali ulteriori
approfondimenti e per avere a disposizione un indice di facile consultazione.
Tesi sostenuta:
Le perversioni sessuali vengono valutate nei loro fattori sia clinici che sociali, i modelli teorici del
comportamento abusante permettono di avere una panoramica ampia ed esaustiva dei fattori
coinvolti nella genesi di un comportamento deviante. L’approfondimento dei modelli di valutazione
risulta quanto mai preciso e puntuale, grande accento viene posto ai fattori eziologici personali, la
cui comprensione è propedeutica ad una valutazione dei sex offenders in vista di un adeguato
trattamento e prevenzione della recidiva. La terapia psicologica viene esaminata ampiamente nei
diversi approcci in essa ricompresi, con l’obiettivo finale di ottenere un cambiamento nei vissuti e
nei comportamenti dell’autore del reato ma anche degli assetti relazionali, amicali e familiari.
Considerazioni personali:
IL volume rappresenta uno strumento utilissimo per fare chiarezza sulle diverse tipologie di sex
offender.
Comprendere le implicazioni psicologiche della perversione sessuale diventa
fondamentale se ci si pone nella prospettiva della prevenzione della recidiva. Sempre più, negli
ultimi anni, si pone l’accento su un tipo di giustizia riparativa, mirata più che alla repressione del
comportamento deviante, alla comprensione dei fattori eziologici e alla cura e al trattamento del
soggetto autore di reato. Resta una perplessità sulla preponderanza di fattori ereditari o ambientali tra
le motivazioni alla base della devianza, tuttavia, un approccio di tipo integrato sembra essere la
chiave di volta per la comprensione dei fattori di rischio.
Dott. Maria Grazia Spurio
Dott. M. Grazia Spurio Recensione n.6 “L’autore di reati sessuali “
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