Nelle Olimpiadi di Filosofia degli ultimi anni sono stati assegnati per

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Nelle Olimpiadi di Filosofia degli ultimi anni sono stati assegnati per le prove i seguenti temi generali di
riferimento:
2011: "Potere e non potere della filosofia"
2010: "Filosofia e filosofia della storia"
2009: "Filosofia, scienza e societ�"
2008: "Il problema etico nella filosofia occidentale"
2007: "Verit�, linguaggio e comunicazione"
2006: "Impara la cittadinanza: le risposte dei filosofi"
2005: "L'arte nelle filosofie"
FASE DI ISTITUTO
OLIMPIADI 2008
IL PROBLEMA ETICO NELLA FILOSOFIA OCCIDENTALE
Liceo scientifico Galilei Trento
Tracce selezione d’istituto
"Epicuro saluta Meneceo
Non indugi il giovane a filosofare, né il vecchio se ne stanchi. Nessuno mai è troppo giovane o
troppo vecchio per la salute dell'anima, Chi dice che l’età per filosofare non è ancora giunta o è già trascorsa,
è come se dicesse che non è ancora giunta o è già trascorsa l’età per la felicità. Devono filosofare sia il
giovane sia il vecchio: questo perché, invecchiando, possa godere di una giovinezza di beni, per il
grato ricordo del passato; quello perché possa insieme esser giovane e vecchio per la mancanza di timore del
futuro, Bisogna dunque esercitarsi in ciò che può produrre la felicità: se abbiamo questa possediamo tutto;
se non la abbiamo, cerchiamo di far di lutto per possederla."
(Epicuro, "Lettera a Meneceo")
"Ma a che ci serve viaggiare, se non riusciamo ad evitare noi stessi? Compagno inseparabile, il
nostro io c’incalza, dovunque andiamo, inesorabilmente. Non ci rendiamo conto che non è una
questione geografica, il nostro male non dipende dai luoghi ma da noi stessi, è dentro, nel profondo,
è l'incapacità di sopportare qualsiasi cosa, l’insofferenza del lavoro, delle fatiche e persino dei
piaceri, di noi stessi: niente, insomma, ci aggrada più di tanto. C'è chi si uccide, per questo, in
quanto a furia di cambiare si torna sempre al medesimo punto, non c'è più spazio alle novità, e allora si
comincia ad odiare il mondo e la vita stessa, giungendo nella condizione di colui che immerso totalmente
nei piaceri finisce con l’esclamare «Sempre le stesse cose! Sino a quando?»."
(Seneca, “La serenità”)
"La mobilità storica dell'esistenza umana è proprio costituita dal fatto che essa non è rigidamente legata a un
punto di vista, e quindi non ha neanche un orizzonte davvero conchiuso. L'orizzonte è invece qualcosa entro
cui noi ci muoviamo e che si muove con noi. Per chi si muove, gli orizzonti si spostano. "
(H.G. Gadamer. "Verità e metodo”)
“Il fatto che alcuni abbiano meno affinché altri prosperino può essere utile, ma non è giusto”
(J. Rawls, "Una teoria della giustizia')
"L'uomo moderno crede sperimentalmente ora a questo, ora a quel valore, per poi lasciarlo cadere; il
circolo dei valori superati e lasciati cadere è sempre più vasto; si avverte sempre più il vuoto e la povertà dei
valori: il movimento è inarrestabile -sebbene si sia tentato in grande stile di rallentarlo. Alla fine l'uomo
osa una critica dei valori in generale; ne riconosce l’origine, conosce abbastanza per non credere più in
nessun valore; ecco il pathos, il nuovo brivido |...]. Quello che racconto è la storia dei prossimi due secoli."
(F. Nietzsche, Frammenti postumi”)
OLIMPIADI DI FILOSOFIA 2010
Selezione d’Istituto
LICEO SCIENTIFICO B. RUSSELL- Cles
10 marzo 2010
FILOSOFIA E FILOSOFIA DELLA STORIA
Scrivi un breve saggio ( circa 3000 battute ) su tematiche inerenti la filosofia della
storia e il senso e il significato di tale disciplina , utilizzando alcuni spunti che puoi
ricavare dalle citazioni che seguono.
“ [...] Nel tempo tanto la pace comune come quella propriamente nostra è pace più come sollievo
dell’infelicità che come godimento della felicità. (…) Finchè si esercita un dominio sugli impulsi, non v’è
pace piena perché gli impulsi che resistono sono superati con una lotta pericolosa e quelli che sono stati
superati non sono ancora stati debellati in un tranquillo riposo, ma sono sempre contenuti da un
affannoso esercizio della libertà.
[…]V’è poi la pace finale, alla quale si deve riferire e per il conseguimento della quale si deve
osservare l’attuale giustizia. In essa la nostra natura, liberata per mezzo della non soggezione alla morte e al
divenire, non avrà più impulsi e non resisterà più ad ognuno di noi o tramite l’altro o da se stessa. […] E
allora in tutti e singoli questa condizione sarà eterna e si avrà la certezza che è eterna e perciò la pace di tale
felicità ossia la felicità di tale pace sarà il sommo bene.”
S. Agostino, “DE CIVITATE DEI”, XIV,28
“[…] Nella misura in cui il lavoro si sviluppa socialmente e in questo modo diviene fonte di ricchezza e di
civiltà, si sviluppano povertà e indigenza dal lato dell'operaio, ricchezza e civiltà dal lato di chi non lavora.
[…] Questa è la legge di tutta la storia sinora vissuta. […]“
K. Marx ,Critica al programma di Gotha ,1875
“[…] Lo sfruttamento d'una parte della società per opera dell'altra parte è dato di fatto comune a tutti i secoli
passati, qualunque sia la forma ch'esso abbia assunto. […] La rivoluzione comunista è la più radicale rottura
con i rapporti tradizionali di proprietà; nessuna meraviglia che nel corso del suo sviluppo si rompa con le
idee tradizionali nella maniera più radicale. [ … ] Al posto della vecchia società borghese, con le sue classi e
con i suoi antagonismi di classe, sorge un’associazione nella quale il libero sviluppo di ciascuno è la
condizione per il libero sviluppo di tutti […] “
K. Marx , “ Il manifesto del Partito Comunista” Cap. II, 1848
“ […]Chi non sa sedersi sulla soglia dell'attimo, dimenticando tutto il passato, chi non sa stare ritto su un
punto senza vertigini e paura come una dea della vittoria non saprà mai cos'è la felicità, e peggio ancora non
farà mai qualcosa che rende felici gli altri. […]"
F. Nietzsche, “Considerazioni sulla storia” , 1873-76
“[…]Tutto va,tutto torna indietro; eternamente ruota la ruota dell’essere. Tutto muore, tutto torna a fiorire,
eternamente corre l’anno dell’essere. Tutto crolla tutto viene di nuovo connesso ; eternamente l’essere si
costruisce la medesima abitazione.
Tutto si diparte, tutto torna a salutarsi; eternamente fedele a se stesso rimane l’anello dell’essere. In ogni
attimo comincia l’essere; attorno ad ogni “ qui” ruota la sfera” là” . Il centro è dappertutto . ricurvo è il
sentiero dell’eternità. […] “
F. Nietzsche, “Così parlò Zarathustra”, 1883
“ […] C’è un quadro di Klee che s’intitola Angelus Novus. Vi si trova un angelo che sembra in atto di
allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese.
L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di
eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi.
Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso, che
si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che egli non può più chiuderle. Questa tempesta lo spinge
irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo. Ciò
che chiamiamo il progresso, è questa tempesta. […]“
“ […] Io credo che non si possa rinunciare a un senso della storia(…). Fukuyama, un giapponese americano
che ha avuto un enorme successo in questi ultimi tempi e lavora al Dipartimento di Stato a Washington,
sostiene che la storia è finita, che dopo la caduta del muro di Berlino tutto il mondo è unificato, siamo tutti
diventati liberali e democratici e che quindi sì, gli eventi continueranno a scorrere, però il binario è stato
tracciato. A me sembra che commetta un errore gigantesco, perché, se avesse scritto il libro qualche anno
dopo, avrebbe capito che la caduta del muro di Berlino (…) ha introdotto problemi nuovi e diversi in un
mondo che non è più bipolare ma monopolare: per esempio l’impossibilità di stati guardiani di controllare le
guerre locali, e quindi la necessità di interventi cosiddetti umanitari dell’ONU o di guerre di altro tipo come
quella del Golfo. La storia non è finita: democrazia e liberalismo non si esportano come una qualsiasi merce,
bisogna che ci sia, per così dire, un fondo di abitudine, che i popoli imparino a entrare in queste forme
politiche e culturali. […]”
Intervista a Remo Bodei nel CD Le Rotte della Filosofia.
FASE REGIONALE 2008
Tracce
Prima traccia
Etica e felicità: qual è il rapporto tra virtù e felicità? In cosa consiste il piacere? Quale legame tra felicità e
razionalità? Analizza il complesso ruolo della felicità nella prospettiva etica, con riferimento ad autori
e posizioni che ritieni significative.
Seconda traccia
Si può parlare di un’etica universale? Ci sono principi, valori di base che ci accomunano e quindi possono
valere per tutte le culture del mondo? Affronta la questione e argomenta attraverso i filosofi che
ritieni più significativi.
Terza traccia
L’etica tradizionale, secondo alcuni autori, è oggi di fronte a una crisi irreversibile, risultato della
crisi dei fondamenti del sapere, del politeismo dei valori, di quella che Nietzsche chiamò “la morte di Dio”, e
insieme di eventi traumatici come i campi di sterminio o l’atomica. L’etica sembra, quindi, aver a che fare
con la responsabilità individuale prima che con un sistema di norme e principi. Discuti la questione
con riferimento a teorie ed autori che ritieni significativi
FASE REGIONALE 2008
Le concezioni filosofiche della storia hanno come presupposto le metafore del tempo lineare, circolare
o ciclico. Facendo riferimento alle citazioni proposte, elabora un saggio breve (3000 battute al massimo) con
un titolo pertinente.
Testi :
Il Tempo di Hegel (cioè il Tempo storico o umano) è un circolo, e differisce dal tempo aristotelico
o biologico unicamente per il fatto che non è ciclico: il circolo hegeliano può essere percorso una sola
volta.»
Alexandre Kojève, Introduzione alla lettura di Hegel (1947), trad. it. a cura di G. F. Frigo, Adelphi 1996
"Il peso più grande"- Che accadrebbe se, un giorno o una notte, un demone strisciasse furtivo nella più
solitaria delle tue solitudini e ti dicesse: «Questa vita, come tu ora la vivi e l'hai vissuta, dovrai viverla ancora
una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni
piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno
a te, e tutte nella stessa sequenza e successione - e così pure questo ragno e questo lume di luna tra i rami e
così pure questo attimo e io stesso. L'eterna clessidra dell'esistenza viene sempre di nuovo capovolta
e tu con essa, granello di polvere!». Non ti rovesceresti a terra, digrignando i denti e maledicendo il demone
che così ha parlato? Oppure hai forse vissuto una volta un attimo immenso, in cui questa sarebbe stata la
tua risposta: «Tu sei un dio e mai intesi cosa più divina»?
Se quel pensiero ti prendesse in suo potere, a te, quale sei ora, farebbe subire una metamorfosi, e forse
ti stritolerebbe; la domanda per qualsiasi cosa: «Vuoi tu questo ancora una volta e ancora innumerevoli
volte?» graverebbe sul tuo agire come il peso più grande! Oppure, quanto dovresti amare te stesso e la
vita, per non desiderare più alcun'altra cosa che questa ultima eterna sanzione, questo suggello?"
Friedrich Nietzsche (da La gaia scienza, Libro IV, n. 341).
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