Il Po e il suo delta

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IL FIUME PO, IL PIU’LUNGO D’ITALIA
Il Po è un fiume dell'Italia settentrionale. La sua lunghezza, 652 km lo rende il più lungo fiume
interamente compreso nel territorio italiano, quello con il bacino più esteso (ca. 71.000 km²) e
anche quello con la massima portata alla foce, sia essa minima (assoluta 270 m³/s), media (1.540
m³/s) o massima (13.000 m³/s).
Ha origine in Piemonte, bagna quattro capoluoghi di provincia e
segna per lunghi tratti il confine tra Lombardia ed EmiliaRomagna, nonché tra quest’ultima e il Veneto, prima di sfociare
nel mare Adriatico in un vasto delta con 6 rami.
Attraversa con il suo corso gran parte dell'Italia settentrionale, da
ovest verso est percorrendone tutta la Pianura Padana.
Sulle sue rive abitano circa 16 milioni di persone e sono
concentrate oltre un terzo delle industrie e della produzione
agricola italiana, così come oltre la metà del patrimonio zootecnico. Tutto ciò rende il Po e il suo
bacino una zona nevralgica per l'intera economia italiana ed una
delle aree europee con la più alta concentrazione di popolazione,
industrie e attività commerciali.
Il bacino idrografico del Po (ampio circa 71.000 km2) copre gran
parte del versante meridionale delle Alpi e quello settentrionale dell'Appennino emilianoromagnolo cosicché il regime del fiume è misto di tipo alpino ed appenninico, pur prevalendo in
ogni caso il regime appenninico poiché, a dispetto dell'alimentazione estiva da parte dei ghiacciai
alpini, le minime portate si riscontrano comunque nel corso dell'estate.
Le piene del fiume, generalmente concentrate in autunno a causa delle piogge, sono abbastanza
frequenti e possono essere anche imponenti e devastanti come avvenuto svariate volte nel secolo
scorso. Per questo sono molto importanti gli argini e golene.
Il Po ed i suoi affluenti presentano una fauna ittica originaria del più alto interesse biogeografico
ed ecologico, con un altissimo tasso di endemismo. Purtroppo a partire dalla seconda metà del
secolo scorso sono state introdotte molte specie ittiche alloctone che hanno inquinato questa
straordinaria biodiversità conducendo a rarefazione molte specie endemiche.
Questo importante fiume attraversa numerose città della pianura padana tra le quali Torino, Settimo
Torinese, Casale Monferrato, Piacenza, Cremona, Ferrara, Vercelli, Pavia, Mantova e Rovigo.
Fino alla riforma attuata nel 2002, il Po e i suoi affluenti erano soggetti all'autorità del Magistrato
per il Po, un organo del Ministero dei lavori pubblici con sede a Parma.
In seguito alla riforma del 2002, correlata al decentramento di funzioni dallo Stato alle regioni,
l'intero Bacino del Po è stato affidato ad un'agenzia interregionale denominata Agenzia
Interregionale per il Po (AIPO), anch'essa con sede a Parma, alla quale sono state trasferite le
competenze del vecchio Magistrato con in più alcune nuove competenze sulla navigazione interna.
L'AIPO è un ente strumentale di quattro delle Regioni che compongono il bacino del Po: Piemonte,
Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. La Regione Valle d'Aosta e le province Autonome di
Trento e Bolzano usufruiscono di speciali uffici locali. La Regione Liguria e la Regione Toscana
affidano la gestione dei corsi d'acqua del bacino ricadenti nei loro territori all'AIPO mediante
"protocolli d'intesa" e particolari "convenzioni".
L'attività di pianificazione del bacino è curata dall'Autorità di Bacino del fiume Po (AdBPo),
organismo misto Stato- Regioni. L'AIPO attua la pianificazione redatta dall'AdBPo mediante
attività di programmazione degli interventi e gestione dei corsi d'acqua, oltre al "servizio di piena",
mediante 12 sedi periferiche che coprono l'intero bacino: da ovest verso est, Torino, Alessandria,
Pavia, Milano, Piacenza, Cremona, Parma, Reggio nell'Emilia, Mantova, Modena, Ferrara e
Rovigo.
IL DELTA DEL PO
Per delta del Po si intende il sistema idraulico di diramazioni fluviali attraverso cui il fiume Po
sfocia nel mare Adriatico; è formato da una serie di rami fluviali. Esso si definisce anche come
"delta attivo".
Esso comprende la più vasta area del delta storico, vale a dire quella compresa tra gli antichi rami
deltizi del fiume Po tra cui citiamo il Po di Volano e il Po di Ferrara che includerebbe la parte della
città di Ferrara.
La superficie dell'area deltizia è interessata da una progressiva espansione dovuta dall'avanzamento
verso est delle foci dei vari rami del delta.
La Provincia di Rovigo è pertanto l’unico territorio italiano soggetto ad espansione, con la
conseguente necessità di aggiornare periodicamente i dati statistici relativi alla sua superficie.
Il delta del Po comprende le aree naturali protette istituite nel territorio geografico di riferimento:
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Parco Regionale Delta del Po dell'Emilia Romagna: istituito nel 1988, ma funzionante solo
dal 1996, comprende anche territori che fanno parte del bacino idrico di altri fiumi (tra cui il
Reno). Comprende la parte sud del delta storico del Po, ma solo una minima parte del delta
attuale;
Parco Regionale Veneto del Delta del Po: funzionante dal 1997, comprende praticamente
tutto il delta geografico del Po, come sopra definito;
Parco interregionale Delta del Po è il nome del parco che le Regioni del Veneto e dell'
Emilia-Romagna avrebbero dovuto costituire congiuntamente entro il 1993, ai sensi dalla
Legge Quadro sulle Aree Protette (Legge n. 394 del 1991, art. 35). Non essendo stato
trovato un accordo tra le parti, sono stati costituiti i due distinti parchi regionali.
L'intera Pianura Padana ha subìto, nel corso delle ere geologiche, profonde modificazioni che
hanno portato a ripetuti avanzamenti e arretramenti della linea di costa. La foce del Po, di
conseguenza, si è spostata anche di centinaia di chilometri e ha modificato innumerevoli volte la sua
forma e la sua estensione.
Tra i fattori che hanno causato questi fenomeni si possono citare lo scontro tra le piattaforme
continentali europea e africana, la variazione del livello del mare, l'erosione delle catene montuose
e il fenomeno del trasporto solido.
Il maggior apporto di sedimenti trasportati dagli affluenti appenninici del Po rispetto agli affluenti
alpini ha comportato nei secoli il progressivo spostamento verso nord del delta del Po con
interramenti o separazione dei vecchi alvei a sud. Questi spostamenti sono avvenuti a seguito di
alluvioni.
MARTINA DI LIDDO IIIAL
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