Nono - ultimo giorno

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Novena di Natale 2010
Venerdì 24 dicembre: nono giorno
Gesù Bambino
Ora siamo giunti al Bimbo che sta al centro dell’attenzione dei pastori, del padre e della madre e –
forse – anche degli angioletti. E’ Gesù Bambino: espressione banalizzata che può stare anche a
indicare, genericamente, ‘regalo’: ‘cosa ti hanno fatto di gesù bambino’.
Eppure davanti a questo bambino siamo nel cuore del Mistero del Natale.
Bisognerebbe solo pregare e ‘vedere’, ‘vedere’ e pregare.
Per i cristiani a Natale si fa la memoria di Dio che è uomo e che, per essere uomo, ‘comincia’ con
l’essere bambino.
Già questo fa ‘perdere’ la ragione; non c’è una strada per capire, non ci sono paragoni e, soprattutto,
non si coglie immediatamente il perché di un simile modo di manifestarsi di Dio.
Dio per manifestarsi si nasconde: ha un senso? Non c’è una dose di ‘crudeltà’ in un compito così
difficile affidato al cuore e alla mente dell’uomo per trovare Dio? Cercarlo in un bambino: non è
troppo strano e troppo complicato?
Poteva Dio manifestarsi in altro modo? Non era forse più semplice per Lui e, soprattutto, per noi?
Perché chiedere alla fede una prova così impegnativa?
Non è facile trovare una risposta a queste domande; per farlo in modo ragionevole è necessario
conoscere un poco il modo d’agire di Dio; bisogna trovare una chiave interpretativa che renda
‘leggibile’ questo enigma. Da tutto il Vangelo di Gesù emerge con chiarezza qual’è il cuore di Dio,
e quindi con quale atteggiamento cercarlo e secondo quali criteri capirlo.
‘Dio è amore’; questa espressione della prima lettera di Giovanni è di grande aiuto. Non si tratta,
infatti, di una definizione (Dio non è racchiudibile in nessun limite), bensì di un ‘programma di
ricerca’: se vuoi incontrare Dio cerca dove c’è l’amore; se vuoi leggere i contenuti dell’azione di
Dio devi amare. Amando tutto diventa più chiaro. Amare significa almeno due cose: ‘Tu mi piaci e
voglio stare con te’ e ‘fidati di me perché ti amo e ti voglio tenere con me’.
A Dio piace l’uomo, lo ama, e dunque vuole ‘essere uomo’;non ci devono essere distanze e barriere.
Il Natale è il segno ( o,se si vuole, l’inizio) della filantropia di Dio. Dio ama gli uomini e li vuole
con sé per questo si lega ad essi con una promessa sponsale.
Il Natale è carico di significati sponsali. Ci può essere un legame più profondo tra Dio e l’uomo del
fatto che Dio diventa uomo? E c’è una indissolubilità più grande di quella per cui l’amante diventa
l’amato?
Dio Bambino dice che Dio è amore e che dove c’è amore c’è Dio. Non è più possibile separare ciò
che Dio ha unito. Il destino dell’uomo e quello di Dio ormai sono accomunati per sempre.
Questo dona fiducia, gioia, pace; diventa criterio di vita e capacità di riconoscere la sovrumana
dignità di ogni donna e di ogni uomo.
Preghiera a Gesù Bambino
Caro Gesù Bambino
Grazie!
L’amore per me ti ha fatto attraversare i cieli
e sei giunto sulla terra.
Grazie!
Tu hai voluto provare ad essere bimbo come me
e così mi hai insegnato che condividere
è la forma umana dell’amore.
Sei stato infante, fanciullo, adolescente, giovane e adulto
così mi fai capire che la vita è una crescita,
e che nulla è dato subito e per intero;
che c’è la gioia della conquista;
ora so che anche la fede è un cammino,
completamente umano; so che i miei ‘passi falsi’ non
attirano condanne , ma sono per te occasioni
amate per offrirmi il tuo perdono e la speranza.
Grazie!
Perché amandomi mi hai fatto uomo e perché
amandoti io sono più uomo, così che per stare con te non debbo
rinunciare a nulla di me.
Grazie!
Perché la tua povertà è la mia ricchezza e,
grazie, perché ti sei nascosto per venire a cercarmi;
così per arrivare a te non devo allontanarmi da me.
Grazie!……..
Poesie
Quando avrò tempo e pace almeno una stagione
abiterà la vita, solo buone notizie, tanti alberi in giardino,
quando avrò memoria del perdono interrogherò
conoscenti e amici, risponderanno, vedrai.
Ma di poterti vivere accanto in tempo di pace
ho voglia da tempo e tendere ai luoghi
che ci diciamo, risponderanno, vedrai.
(Andrea De Alberti)
Dicembre, il mese della santa festa
che ha fatto cristiane anche le nevi;
(ne parla il vento con sussurri brevi
ai sassi del ruscello, alla foresta).
Nel gran racconto, l’anima si desta
succhiando infanzia dai lontani evi.
(Le pievi ne discorrono alle pievi:
la terra tutta è un gran presepe in festa).
Nevica sui villaggi? Nelle veglie
le case tornano intime, sognanti;
le parole han riflessi di conchiglie.
Questa notte Gesù fa compagnia
al povero, al fringuello, al camminante
che come foglia fluttua per la via.
(Cesare Angelini)
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