PARLAMENTO EUROPEO
1999
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2004
Commissione per l'occupazione e gli affari sociali
PRELIMINARE
1999/2099 (COS)
14 gennaio 2000
PROGETTO DI PARERE
della commissione per l'occupazione e gli affari sociali
destinato alla commissione per gli affari esteri, i diritti dell'uomo, la sicurezza
comune e la politica di difesa
sulla comunicazione della Commissione dal titolo "Lotta contro il razzismo, la
xenofobia e l'antisemitismo nei paesi candidati"
(COM (1999) 256 – C5-0094/1999 – 1999/2099(COS))
Relatore per parere: Andreas Brie
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PROCEDURA
Nella riunione del 14 ottobre 1999 la commissione per l'occupazione e gli affari sociali ha
nominato relatore per parere l'on. Andreas Brie.
Nella riunione (Nelle riunioni) del ... ha esaminato il progetto di parere.
In quest'ultima riunione/Nell'ultima riunione indicata ha approvato le conclusioni in appresso
con ... voti favorevoli, ... contrario(i) e ... astensione(i)/all'unanimità.
Erano presenti al momento della votazione gli onn. ... (presidente/presidente f.f.), ...
(vicepresidente), ... (vicepresidente), ...(relatore per parere), ..., ... (in sostituzione dell'on. ...),
... (in sostituzione dell'on. ..., a norma dell'articolo 153, paragrafo 2, del regolamento), ... e ... .
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BREVE GIUSTIFICAZIONE
L'eliminazione di tutte le forme giuridiche e politiche di discriminazione delle minoranze e di
altri gruppi non è unicamente un presupposto essenziale per assicurare la "stabilità
istituzionale che garantisca la democrazia, lo stato di diritto, i diritti umani nonché il rispetto e
la protezione delle minoranze" (criteri di Copenhagen), richiesti per l'adesione, ma anche per
ridurre gli svantaggi sociali e culturali e la discriminazione sul mercato del lavoro.
Il razzismo e la xenofobia rappresentano senza alcun dubbio un problema serio nella maggior
parte dei paesi candidati (ma non solo in essi). Nei paesi dell'Europa centrale e orientale tutto
ciò dipende da diverse cause, la maggior parte delle quali riconducibili alla crisi economica,
all'immiserimento sociale, alle crisi politiche e a deficit democratici.
Inoltre, vi sono prove dell'emergere di forme di tensione interetnica. Le guerre in corso in
paesi vicini hanno rafforzato taluni pregiudizi e una certa intolleranza, e l'afflusso senza
precedenti di rifugiati ha causato molti problemi pratici, fonte a loro volta di tensioni. Oltre ad
avere un carattere politico e giuridico (rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà
fondamentali nonché dei diritti delle minoranze), il razzismo e la xenofobia hanno quindi
conseguenze sociali e occupazionali di ampia portata e assumono spesso le forme del
razzismo sul posto di lavoro. Essi comportano discriminazione sociale e culturale o addirittura
esclusione e mettono a repentaglio in particolare la parità di opportunità nell'accesso
all'istruzione e alla formazione, l'integrazione culturale e giuridica (diritto di cittadinanza) e le
opportunità sul mercato del lavoro. I problemi sociali e occupazionali di molte minoranze
nonché di uomini e donne migranti nei paesi candidati sono estremamente seri, tanto più che
in molti casi si manifestano in regioni che presentano un ritardo strutturale.
L'antisemitismo emerge a volte come un sentimento latente, non privo di importanza, che va
combattuto con maggior decisione.
Benché si possano registrare taluni miglioramenti nella situazione delle minoranze e degli
uomini e donne migranti nei paesi candidati dell'Europa centrale e orientale, in molti paesi il
problema continua a destare preoccupazioni, in particolare per quanto riguarda la situazione
dei Rom e la questione dei curdi in Turchia.
Rom
Il relatore per parere propone di soffermarsi sulla Repubblica Ceca quale esempio
tipico della situazione della minoranza Rom nei paesi dell'Europa centrale e orientale.
Benché il governo della Repubblica Ceca abbia riconosciuto una serie di questioni
relative alla situazione delle minoranze e stia attuando misure in loro favore, alcuni dei
settori chiave individuati continuano a richiedere particolare attenzione:
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le attività di gruppi razzisti, in particolare skinhead, e l'aumento dell'incidenza
di aggressioni e conflitti di stampo razziale, in particolare nei confronti di
zingari e rom, e in qualche caso di incidenti di matrice antisemita;
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l'aumento del numero di elettori che optano per il partito politico di estrema
destra Assemblea per la Repubblica-Partito repubblicano cecoslovacco;
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un'ostilità o una sfiducia piuttosto diffusa nell'opinione pubblica – espressa nei
sondaggi d'opinione - nei confronti delle minoranze, in particolare della
comunità di zingari Rom.
La situazione della minoranza Rom è assai simile in Slovacchia, Ungheria, Bulgaria e
Romania. La Slovenia sembra costituire invece un esempio positivo; la comunità
etnica degli zingari Rom che vivono in Slovenia ha infatti ottenuto speciali diritti
costituzionali.
Curdi
Per quanto riguarda la situazione dei curdi, la Commissione ritiene che "la soluzione
attuale del problema curdo da parte della Turchia costituiva (...) una delle ragioni che
non permettono alla Turchia di soddisfare le condizioni politiche d'adesione." La
discriminazione giuridica, politica e culturale dei curdi va di pari passo con un
preoccupante sottosviluppo strutturale, economico e sociale delle regioni da essi
abitate.
Altre minoranze
In Estonia e in Lettonia la situazione delle minoranze russe non è ancora
soddisfacente, benché siano state adottate decisioni politiche positive e vi siano stati
anche altri sviluppi. Ciò vale in particolare per la comparsa di forme di
discriminazione sociale e professionale.
Lo sviluppo in parte positivo della situazione giuridica e delle politiche dei vari governi non
deve tuttavia far dimenticare l'autentica diffusione del razzismo, della xenofobia e
dell'antisemitismo fra certi settori della popolazione e nella vita quotidiana, sotto il profilo
sociale e culturale e sul mercato del lavoro. Con le inevitabili grandi trasformazioni
economiche e sociali avviate dal processo d'adesione, l'aggravarsi di sentimenti razzisti e
xenofobi specifici – ovvero rivolti contro determinate minoranze - è tutt'altro che escluso. È
necessario un notevole rafforzamento degli sforzi in praticamente tutti i paesi candidati
(esclusa Malta; stando al Consiglio d'Europa i problemi di razzismo, intolleranza o
discriminazione sono praticamente sconosciuti a Malta) fra i quali andrà annoverato, più di
quanto non sia avvenuto finora, lo sviluppo di strutture della società civile in grado di
affrontare efficacemente il razzismo e la xenofobia.
In tali circostanze non si può considerare né soddisfacente né sufficiente che appena l'1%
delle spese di PHARE riguardino la democratizzazione e il rafforzamento della società civile
(per l'ambiente e la sicurezza nucleare si spende l'8%!).
Programma PHARE 1990-98 (dati in MECU)
Impegni
Contratti
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Pagamenti
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Importo totale
Società civile e
democratizzazione
8.890,9 MECU
104,8 MECU
= 1 % dell'importo
totale
Ambiente e sicurezza 753,1 MECU
nucleare
= 8 % dell'importo
totale
(dati ufficiali della Commissione UE)
6.697,3 MECU
77,1 MECU
= 1 % dell'importo
totale
543,5 MECU
= 8 % dell'importo
totale
5.589,1 MECU
63,3 MECU
= 1 % dell'importo
totale
447,0 MECU
= 8 % dell'importo
totale
Occorre inoltre rilevare che questi sforzi vengono in parte indeboliti da un'enorme
frantumazione (si veda l'esempio della Slovacchia: in sei anni, dal 1993 al 1998 la Fondazione
PHARE per lo sviluppo della società civile ha finanziato un totale di 44 progetti a favore delle
minoranze, per un importo di 0,185 milioni di euro). Accanto ai vari programmi PHARE
(nazionali, transfrontalieri, interdisciplinari, della Fondazione europea per la formazione
professionale di Torino, ecc.) la Commissione europea (direzione generale XXII) finanzia
anche i più svariati progetti nel quadro di LEONARDO, SOCRATES, ecc.
CONCLUSIONI
La commissione per l'occupazione e gli affari sociali invita la commissione per gli affari
esteri, i diritti dell'uomo, la sicurezza comune e la politica di difesa, competente per il merito,
a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti elementi:
Paragrafo 1
sottolinea che la lotta contro il razzismo, la xenofobia e l'antisemitismo deve essere
maggiormente al centro della strategia di adesione della Commissione, in particolare nei
programmi PHARE e MEDA e in quelli gestiti dalla direzione generale per l'istruzione e la
cultura, anche tenendo conto degli aspetti sociali, occupazionali e culturali (per esempio, di
politica dell'istruzione);
Paragrafo 2
invita la Commissione a pubblicare e rendere disponibili ad altri paesi candidati le esperienze
positive, le misure innovative e i progetti che hanno condotto a risultati particolarmente
rimarchevoli nella lotta contro il razzismo, la xenofobia e l'antisemitismo;
Paragrafo 3
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è del parere che tutto ciò vada realizzato rapidamente, in particolare per risolvere il problema,
particolarmente diffuso, della discriminazione dei Rom nei paesi candidati;
Paragrafo 4
ritiene necessario che la Commissione esamini l'opportunità di aumentare le risorse
finanziarie per la democratizzazione e il rafforzamento della società civile nella lotta contro il
razzismo, la xenofobia e l'antisemitismo;
Paragrafo 5
invita la Commissione ad esaminare la prassi di erogazione degli aiuti sulla base dell'efficacia
e della sostenibilità, eventualmente modificandola, e in particolare a non consentire
un'inefficace frammentazione dei programmi, malgrado la necessità e l'auspicabilità di un
decentramento dell'erogazione delle risorse proprio in quei progetti che sono finalizzati al
rafforzamento della democrazia e della società civile;
Paragrafo 6
ritiene che le misure per l'integrazione delle minoranze, come ad esempio l'insegnamento delle
lingue a favore delle minoranze russe in Estonia e Lettonia, debbano essere ulteriormente
sviluppate dai relativi governi;
Paragrafo 7
invita la Commissione e le parti sociali ad affrontare il problema del razzismo sul posto di
lavoro nel quadro degli sforzi volti a sviluppare il dialogo sociale nei paesi candidati e a
utilizzare, quale base per la discussione, la dichiarazione comune delle parti sociali europee;
invita la Commissione a valutare urgentemente le ripercussioni della dichiarazione comune e
ad elaborare un compendio di procedure modello che possa essere utilizzato quale base per la
lotta contro il razzismo sul posto di lavoro;
Paragrafo 8
invita i governi dei paesi candidati, visto che i pregiudizi e le prassi di tipo razzistico hanno in
parte carattere istituzionale, a far sì che sia proprio il settore pubblico a dare il buon esempio,
e invita la Commissione a prestare particolare attenzione, nelle sue valutazioni periodiche,
agli speciali progressi in quest'ambito;
Paragrafo 9
invita la Commissione e i governi dei paesi candidati a sostenere in particolare i programmi
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d'azione speciali, finalizzati a favorire l'occupazione dei Rom e di persone appartenenti ad
altri gruppi etnici svantaggiati, garantendone altresì l'effettiva esecuzione;
Paragrafo 10
ritiene che i governi dei paesi candidati debbano garantire ai Rom almeno il raggiungimento
di livelli sociali elementari, in particolare per quanto riguarda sanità e istruzione;
Paragrafo 11
invita la Commissione a collaborare strettamente, nella lotta contro il razzismo, la xenofobia e
l'antisemitismo, con le organizzazioni non governative impegnate in quest'ambito;
Paragrafo 12
invita la Commissione a vincolare l'utilizzo delle risorse MEDA per la Turchia e delle risorse
finanziarie per il sostegno all'unione doganale con la Turchia allo sviluppo della democrazia e
della società civile, e in particolare al superamento delle discriminazioni politiche, sociali e
culturali nei confronti della popolazione curda.
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