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BRIC
Brasile, Russia, India, Cina
Da “Il nuovo ABC dell’economia” le trecento parole per capire che cosa cambia dopo la grande crisi Il sole 24 ore
Acronimo coniato in prima istanza dalla Goldman Sachs in riferimento alla rapida crescita delle
economie in via di sviluppo del Brasile, Russia, India, Cina. Il documento “ Dreaming with Brics:
the Path to 2050” (2003), prende atto del fatto che Brasile, Russia, India e Cina hanno gradualmente
modificato i propri sistemi politici abbracciando l’economia di mercato. Nel nuovo quadro
internazionale, la Cina e l’India occuperebbero una posizione dominante in manufatti e servizi,
mentre il Brasile e la Russia nelle materie prime, creando un potenziale emergente blocco
economico. Nella crisi attuale i Paesi Bric, a parte la Russia, non sono stati colpiti così severamente
come i paesi di antica industrializzazione. Il loro peso complessivo nel Pil mondiale era, prima della
crisi (nel 2007) del 21,4% ( Cina 10,8, India 4,6, Russia 3,2, Brasile 2,8). Ma dal 2007 al 2010 il
complesso dei paesi emergenti, secondo le stime della Banca Mondiale (luglio 2009), cresceranno
dell’11,9% (cumulativo), mentre il Pil dei paesi ad alto reddito si contrarrà di un 2,3%.
Si può stimare quindi che il peso dei Bric nell’economia mondiale passerà da poco più di un quinto
(prima della crisi) a poco meno di un quarto (nel 2010).
I quattro paesi, inoltre, coprono quasi la metà della popolazione mondiale e il 45% delle riserve
valutarie.
I bric hanno istituzionalizzato la loro presenza nella comunità internazionale con l’incontro di
Ekaterinenburg del 16 giugno 2009 e all’interno del G-20 di settembre a Pittsburgh;: in questi
ambiti hanno discusso la crisi finanziaria, la sfida del terrorismo, le riforme della governante
economica internazionale volte a riflettere il peso accresciuto dei paesi emergenti e il futuro di un
sistema monetario internazionale in cui il ruolo del dollaro venga affiancato da altri strumenti
monetari.
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