AMICI DI BEPPE GRILLO DI PARMA E PROVINCIA Il Movimento 5

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AMICI DI BEPPE GRILLO DI PARMA E PROVINCIA
Il Movimento 5 stelle sono anni che si sta battendo per non sottostare alle condizioni capestro
imposte dall’Europa e sottoscritte dai Governi che si sono succeduti da Monti in poi.
Perdete un minuto della vostra vita a leggere il presente opuscolo e SALVATEVI IL FUTURO!!!!
COSA VUOL DIRE USCIRE DALL'EURO?
“Uscire dall’Euro” è, in realtà, uno slogan. Occorrerebbe più correttamente dire “riappropriamoci della
sovranità monetaria”, o meglio, della sovranità popolare.
Partiamo dalle cose semplici, chiedendoci: Cos’è la moneta? È uno strumento, o unità di conto, che
rappresenta un pezzettino di ricchezza. La ricchezza può essere fatta di lavoro, quindi immateriale, o di
oggetti, quindi materiale. Facciamo finta che la ricchezza di un Paese sia rappresentata dal suo PIL, quindi
ad una certa quantità di PIL dovrebbe corrispondere una certa quantità di moneta circolante.
Chi stampa la moneta ne stabilisce il valore intrinseco perché se la moneta corrisponde esattamente al PIL,
allora la “valuta” è stabile, se chi stampa la moneta ne stampa più del necessario, la moneta si svaluta, se se
ne stampa meno del necessario, la moneta si rivaluta.
Chi, secondo voi, deve stampare le banconote? La risposta più ovvia è: lo Stato. E così era, in passato.
Prima ancora dell’avvento dell’euro, ma ancor di più con l’arrivo dell’euro, gli Stati sono stati espropriati della
propria sovranità monetaria dalle Banche private che, oggi, non so se lo sapete, sono loro a stampare le
banconote!
Questo cosa vuol dire? Che una banca privata com’è la Banca Centrale Europea, di proprietà di Banche
Internazionali private, stampa foglietti di carta senza alcun valore E LI VENDE AGLI STATI, che devono
pagarli con pezzi della loro ricchezza reale, e per di più devono pagarci sopra degli interessi!
Uscire dall’euro darebbe la possibilità agli Stati di stamparsi la moneta, con cui pagare investimenti e servizi
ai cittadini, SENZA DOVER RICORRERE AL DEBITO PUBBLICO. Una soluzione molto più semplice di
come ce la raccontano, non credete?
COSA SUCCEDERA' AI SOLDI DEI CITTADINI SE USCIAMO DALL'EURO?
Accadrebbe la stessa cosa che è successa con l’entrata nell’euro. Andremmo in banca a cambiare gli euro
con le nuove lire (o marenghi, o dinari, il nome non conta) e da lì in avanti le compravendite avverrebbero in
lire. Ad un euro si farebbe corrispondere una nuova Lira, o, per accontentare i nostalgici, potremmo far
corrispondere 1.936,27 di vecchie lire.
Chiaro che se uno ha titoli di stato in euro che scadono più avanti nel tempo, questi verranno pagati – a
scadenza – al valore di cambio Lira/Euro di quel momento, quindi, se per caso la Lira si svalutasse,
possedere titoli di Stato, o di credito, pagabili in Euro alla scadenza, sarebbe vantaggioso per chi li possiede.
D’altro canto, se succedesse il contrario, cioè se la Lira si rivalutasse, anziché svalutarsi, ci rimetteremmo un
po’ se avessimo Titoli di Stato, ma ne trarremmo vantaggio nell’acquisto di merci straniere: la benzina
costerebbe sempre meno, e così le scarpe della Nike, una moto della Yamaha o un’auto della Mercedes
Se il valore di cambio rimanesse stabile, non vi sarebbe nessuna conseguenza.
Traendo le somme, fra pro e contro, non vi sarebbero grandi cambiamenti per noi comuni cittadini.
A dire il vero, se entrando nell’euro i prezzi sono lievitati e le paghe si sono ridotte, come tutti abbiamo avuto
modo di constatare, se si fa il contrario dovremmo ottenere conseguenze opposte, quindi un aumento del
potere d’acquisto. Così dice la logica.
CHE RICADUTA CI SARA' SULL'ECONOMIA NAZIONALE?
Al comune cittadino poco cambierebbe, come spiegato al punto precedente. Per lo Stato, invece,
cambierebbe completamente la prospettiva poiché per pagare i servizi della Sanità, ad esempio, molto
costosi, basterebbe che emettesse nuova moneta. Per pagare una nuova autostrada, potrebbe emettere
nuova moneta e così via. Ad ogni aumento di ricchezza reale, quindi del PIL (supponiamo – per esempio –
che si proceda alla costruzione del benedetto ponte di Messina) corrisponderebbe un pari aumento di
emissione della moneta, per cui il suo valore resterebbe stabile.
Per lo Stato, invece, non vi sarebbe più alcuna necessità di emettere titoli di debito, potendosi stampare
direttamente i soldi che gli servono. Paradossalmente, in astratto, potrebbe per un intero anno pagare le
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proprie spese SENZA CHIEDERE UNA LIRA DI TASSA ai cittadini ed alle imprese, ma semplicemente
stampando di volta in volta i soldi che gli occorrono.
L’economia nazionale avrebbe un impulso enorme da questo nuovo sistema, non pagando nulla, o, per
essere più realistici, molto, ma molto poco di tasse, e riprenderebbero i consumi ed il lavoro.
Certo che non si possono sfornare banconote all’infinito, per non incorrere nell’inflazione “galoppante” degli
anni 80, ma, dosando bene la stampa delle banconote, si avrebbero ricadute positive molto importanti.
Ricordiamoci che è la Banca Centrale Nazionale che stabilisce la politica monetaria con la quale può
contrastare sia la deflazione che l’inflazione. Se la Banca Centrale, quindi, torna ad essere di proprietà dei
cittadini e non più di Banche private, vi sarebbe la garanzia che spinte inflattive o deflattive potrebbero
essere controllate ognuno dal proprio Stato.
CHE RICADUTA CI SARA' RIGUARDO AI RAPPORTI CON L'EUROPA E CON IL RESTO DEL MONDO?
E’ palese che le lobby delle Banche Internazionali private, che verrebbero “private” della possibilità di
perpetrare la truffa più grande del secolo e cioè della possibilità di sfornare foglietti di carta facendoseli
pagare dagli Stati, molto probabilmente proverebbero ad usare contromisure che possono consistere nelle
famose “speculazioni finanziarie” a danno dell’Italia.
Le quali, in estrema sintesi, potrebbero causare:
1 – la svalutazione della Lira nei confronti delle valute straniere, che comporterebbe il rialzo dei prezzi dei
prodotti stranieri, ma allo stesso tempo un cambio favorevole per le esportazioni e quindi le due cose
potrebbero compensarsi fra loro;
2 – una bilancia dei pagamenti in passivo (import maggiore dell’export e quindi la necessità di
approvvigionarsi di valuta straniera) qualora, per ritorsione, gli stranieri non acquistassero più i nostri prodotti
seppur trovandoli a prezzi più vantaggiosi. Magari potrebbero introdurre dei dazi sulle merci italiane. In
questo caso occorrerebbe far fronte al problema con una contromisura autarchica, ovvero non acquistando
più le Yamaha o le Mercedes, ma le Ducati e le Alfa Romeo. Lo Stato italiano potrebbe, a sua volta,
introdurre dazi alle importazioni straniere. Starebbe poi a noi decidere se fare il male del nostro Paese,
portandolo verso il default continuando a comprare merci straniere anche a prezzi altissimi, o fare il bene del
nostro Paese acquistando merci prodotte in Italia, magari dall’azienda dove lavora nostro figlio o nostro
nipote, garantendo così un futuro agli italiani e pagando la merce di meno.
LASCIARE IL CERTO PER L’INCERTO? SEMMAI E’ VERO IL CONTRARIO
In una situazione di relativa incertezza, vi sono tre uniche certezze:
1 – non basta uscire dall’euro, ma occorre che lo Stato riacquisisca la sovranità monetaria (con una Banca
Centrale Statale e non più di proprietà di Banche private)
2 – peggio di così non si può andare avanti, per cui è certo che la strada intrapresa ci sta portando sempre
di più verso il baratro, ed è giusto prendere coscienza dei propri errori;
3 – la propaganda pro Euro, o quella terroristica che ammonisce contro l’uscita dall’Euro, non si basa mai su
dati reali, ma si fonda su dogmi che vengono spacciati per incontrovertibili.
Su questo terzo ultimo punto, teniamo presente che per ben 7 Premi Nobel (P.Krugman, M.Friedman,
J.Stigliz, A.Sen, J.Mirrless, C.Pissarides, J.Tobin): “l’Euro e’ una patacca”
NE VUOI SAPERE DI PIU’?
http://www.meetup.com/Amici-di-Beppe-Grillo-di-Parma-e-Provincia/
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