Abbiamo visto e sappiamo

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Veglia di Natale 2005
Il Natale è un linguaggio inedito di Dio, Egli si propone deludendo le nostre attese di grandezza e di
potenza per parlarci di pochezza e umiltà .Il Creatore si presenta nell’impotenza delicata di un
bambino, bisognoso di tutto, incapace di parlare, di agire, di imporsi. Desideroso soltanto di proporsi,
perché la libertà di ogni uomo sia piena e sia pienamente realizzata la sua vita. Non dobbiamo
scandalizzarci davanti ad un Dio capace di «farsi niente » per non imbarazzare nessuno. Per cercarlo e
riconoscerlo non dobbiamo cercare realtà grandiose o stupefacenti, ma percorrere le vie della
piccolezza e dell'ordinarietà.
La salvezza viene davvero dal basso! Per poterla accogliere ci viene chiesto di scomodarci almeno un
po’, di uscire dalla nostra sonnolenta tranquillità, di lasciar perdere i nostri schemi e i nostri
preconcetti, di deporre la nostra forza, la nostra sicurezza e il nostro orgoglio per farci trovare disarmati
e disposti all’accoglienza.
Profeta : ( Isaia )
Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse,
un virgulto germoglierà dalle sue radici.
Su di lui si poserà lo spirito del Signore,
spirito di sapienza e di intelligenza,
spirito di consiglio e di fortezza,
spirito di conoscenza e di timore del Signore.
Annuncio: ( Vangelo di Luca)
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la
terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio.
Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della
casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla
città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che
era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto.
Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia,
perché non c’era posto per loro nell’albergo.
Accade tutto nel silenzio,
mentre, tutto, altrove,
va avanti come al solito.
Solo gli ultimi
colgono il canto degli angeli
e si mettono in cammino
per andare a vedere
«L’avvenimento annunciato »
Storia *
E’ notte,
la luna è alta e splendente nel cielo,
accompagnata da lucenti stelle.
Il tetto del mondo è più basso in Africa !
Papà Safiri, mamma Goda e il piccolo Angel attorno al fuoco, vicino alla capanna, scrutano l’orizzonte
assorti nei loro pensieri e sognano: … una casa di cemento…un rubinetto che fa zampillare acqua
pura…una luce che illumina la stanza…una tavola apparecchiata… il pane…
Appare una stella , un bagliore di luce: è una scia luminosa…la coda di una stella…
Che sia questo il segno per un futuro migliore?… senza parlare si guardano negli occhi e decidono di
partire per seguire questo richiamo.
Abbiamo visto
e crediamo
che risuona nel mondo
il nome
del Salvatore:
Abbiamo visto
e siamo sconvolti:
…dove mi porti, Signore?
Fino a che punto bisogna amare?
Noi siamo chi cammina nel deserto incuranti del sole e del caldo, la sete e la fame
non ci tormentano: il lungo viaggio è la nostra vita, il nostro modo di stare al mondo.
Concedici, Signore la costanza di chi non si lamenta nelle avversità, dacci la volontà tenace di portare a
termine le azioni buone che abbiamo intrapreso, rendici saggi per sapere quando è tempo di fermarci.
Tu sei la nostra vita senza posa su questa terra, tu sei l'inizio e la meta del nostro vagare, tu sei la stella
che guida ogni passo incontro al fratello, incontro a chi ci aspetta da sempre.
Storia **
Said, Ramasani, Mohamed, accovacciati all’interno della loro tenda discutono animatamente. Come al
solito i dissapori con la tribù vicina continuano: furti di bestiame, invasioni del territorio, dispute per i
pozzi. All’imbrunire escono per recarsi a dorso di cammello presso una pozza d’acqua. E’ una strana
serata questa, insolita, nell’aria si respira qualcosa di magico.
Che sta succedendo?
Abbiamo visto la stella,
per questo aiutaci Signore:
…la strada è rischiosa,
la missione difficile.
Ma tu ci hai scelti per seguirti .
Fa’ di noi, oggi, i seminatori
generosi della tua pace.
Una colomba vola leggera nel cielo, libera e delicata, porta la terra al cielo e il cielo alla terra.
Perdonaci, Signore tutte le volte che non abbiamo saputo compiere gesti di pace, dire parole di
comunione. Tu sei la nostra pace, tu sei il motivo della nostra speranza: non vogliamo credere all'odio,
non vogliamo cedere alla violenza incapace di dialogo e di perdono.
Storia ***
Marcel, Colette e la loro figlia vivono in una lussuosissima casa illuminata da un enorme albero
natalizio, ma nel loro cuore è sempre notte. Non sanno più cosa dirsi, non hanno il coraggio di
guardarsi negli occhi. Ognuno di loro è sempre più solo, più smarrito e più lontano, non sanno più chi
sono e cosa vogliono. Si sente una nenia di Natale, la bambina prende per mano i genitori e li conduce
senza dire nulla alla finestra. Marcel e Colette si guardano negli occhi mentre la bimba congiunge le
loro mani.
Noi, però l’abbiamo vista,
sentita,riconosciuta.
Non possiamo più
far tacere questa voce
forte che insiste:
và e cammina,
annuncia colui che tu adori.
Abbiamo visto e sappiamo
che esiste una luce
che spezza le tenebre,
che la pace è possibile
per chi vuole accoglierla.
Un pellicano
offre il cibo ai suoi piccoli nel nido, per questo si è tuffato tutto il giorno tra le onde del mare.
Perdonaci, Signore, questo Natale di lussi e di sprechi, insegnaci la sobrietà quando tutto intorno ci
grida che non è di moda, che non ha senso darsi una misura, Tu sei il nostro cibo, tu sei la mano che ci
nutre, da tè ci sentiamo amati e curati mai dimenticati.
Dacci ancora del tuo cibo, dacci ancora ciò che ci fa crescere in grazia e rettitudine per essere domani
uomini giusti e generosi
I Magi incontrano Gesù a "Bétlehem", che significa "casa del pane". Nell'umile grotta di Betlemme
giace, su un po' di paglia, il "chicco di grano" che morendo porterà "molto frutto”.
Per parlare di se stesso e della sua missione salvifica Gesù, nel corso della sua vita pubblica, farà
ricorso all'immagine del pane. Dirà: " Io sono il pane della vita”, " Io sono il pane disceso dal cielo”,
"II pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” .
Carissimi offriamo anche noi al Signore, l’oro della nostra esistenza, ossia la libertà di seguirlo per
amore rispondendo fedelmente alla sua chiamata; facciamo salire verso di lui l’incenso della nostra
preghiera ardente a lode della sua gloria; offriamogli la mirra, l’affetto cioè pieno di gratitudine per
Lui, vero Uomo, che ci ha amato fino a morire come un malfattore sul Golgotha.
Auguri di Buon e Santo Natale: che Gesù trovi il calore nel tuo cuore che ama.
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