colori - Metodo Bates

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Wolfgang Hätscher Rosembaum
Wolfgang Hätscher Rosembaum è un’importante figura del panorama degli educatori visivi tedeschi. E’
psicoterapista Gestalt e ha organizzato il primo convegno internazionale sulla visione olistica. Nel
1998, ha ricevuto il Continentale-Förderpreis für Naturheilkunde (premio continentale per la salute
naturale per il suo lavoro innovativo nel campo della visione olistica.. Tornerà in autunno in italia per
condurre seminari sul suo approccio.
Rafforzare l’energia visiva con i colori
La vista umana è molto di più di una funzione
meccanica o ottica, è anche un processo energetico.
L’azione, il processo del vedere richiede energia,
energia visiva.
Se l’energia visiva è insufficiente, la visione ne
risente, la vista si offusca, guardiamo con sforzo, ci
facciamo venire mal di testa etc.
Da dove viene questa energia visiva e come ce ne
appropriamo? L’energia visiva nasce nei coni e nei
bastoncelli della retina, dentro i nostri occhi: ne
abbiamo circa 300 milioni per occhio e ciascuna di
queste cellule contiene un pigmento colorato e
liquido, sensibile a luce, colore e oscurità. Si, i nostri
occhi non sono solo organi sensibili alla luce, ma
anche al colore e all’oscurità, qualità che possiamo
solo percepire attraverso la vista e nessun altro
senso.
I bastoncelli sono sensibili a intensità luminose
molto basse e all’oscurità; sono particolarmente utili
al crepuscolo e quando il contrasto è minimo; i coni
sono invece sensibili a alti livelli di energia fotonica
e a bianco, nero e colori.
Un fotone è la più piccola particella di energia
quantica di luce o colore e quando tocca coni o
bastoncelli ( che consistono entrambi di un segmento
esterno e di uno interno), questi si aprono con il loro
segmento interno al quanto di energia, lo assorbon e
amplificano fino a mille volte nel segmento esterno,
fino a renderlo abbastanza intenso da essere
percepito nel cervello come segnale nervoso.
Il pigmento colorato in coni e bastoncelli viene
trasformato attraverso questo meccanismo in energia
visiva e in una sostanza molto simile alla vitamina E,
non più sensibile a luce e colori.
Se non esistesse un altro processo che ricostruisce i
pigmenti sensibili ai fotoni, saremmo solo capaci di
vedere una sola volta e mai più.
La ricostruzione dei pigmenti avviene quando i
bastoncelli e i coni percepiscono l‘oscurità (quando
battiamo le palpebre, quando vediamo ombre o
chiudiamo gli occhi).
Esposti all’oscurità, coni e bastoncelli aprono le loro
membrane cellulari e assorbono tutto ciò che è
necessario per rigenerare i pigmenti colorati.
L’attimo successivo siamo di nuovo in grado di
vedere attraverso la stessa cellula e percepire nuova
informazione visiva. Ciò spiega perché molti si
trovano a disagio o si stancano alla luce al Neon: non
c’è un chiaro confine dell’ombra, e non viene
permesso un ritmico cambiamento di luce e oscurità.
Vedere i colori
Quel che succede a coni e bastoncelli con luce e
oscurità avviene in modo particolare ai coni con il
colore.
I coni (3-5 milioni di cellule in ogni retina) sono
concentrati nel punto centrale della retina, la fovea:
questo è il punto dove la vista è più chiara e le
sensazioni più intense. Ci sono tre diversi tipi di
coni, ciascuno con un tipo di pigmento leggermente
diverso, che è più sensibile a una diversa parte dello
spettro luminoso. Attraverso il confronto tra questi
tre diversi tipi di segnali provenienti dai coni (se cioé
solo uno, due o tre di essi rispondono quando
vediamo un colore) siamo capaci di immaginare ogni
sfumatura di colore nella nostra mente.
Non vediamo i colori con i globi oculari, li ricreiamo
“virtualmente”.
La magia delle immagini postume colorate
Quando guardiamo abbastanza a lungo a una
immagine colorata di un colore solo (1-2 minuti) e
poi guardiamo un foglio bianco o grigio o nero,
percepiamo una immagine postuma di un colore
complementare.
Il colore complementare è esattamente il colore che,
se venisse visto insieme al colore che si osserva,
produrrebbe un’impressione non colorata, un grigio
neutro.
Se guardiamo il grigio e solo il grigio lo stessa
quantità di coni e bastoncelli si rigenera e si accende.
Il grigio è la condizione di bilanciamento energetico
dell’organismo visivo.
Ma quando guardiamo un colore il nostro organo
visivo deve spedire ai coni, il colore opposto per
neutralizzarne l’impressione, per permettere alla
stessa cellula di potere registrare e trasmettere altri
colori.
La prima legge energetica dell’organo visivo
Abbiamo bisogno di un continuo equilibrio di luce e
oscurità nel nostro campo visivo per una ottima
energia visiva.
La seconda legge
Ad ogni colore che osserviamo viene “risposto” con
il colore opposto, spedito dall’organismo visivo ai
coni della retina.
La terza
La maggior parte dell’energia visiva di cui abbiamo
bisogno per vedere viene da dentro, non da fuori
(non dai colori o dalla luce esterna, ma dal corpo).Il
nostro interesse in ciò che vediamo (sensazioni,
emozioni e pensieri) trasporta questa energia del
corpo fino agli occhi. Osservare senza interesse =
minore energia visiva.
Le schede per la terapia del colore
Nella mia pratica di educatore visivo e di terapista
uso otto serie di tabelle. Ciascun set consiste a sua
volta in cinque tabelle (vedi illustrazione).
Sono basati sull’approccio terapeutico di Theo
Gimbel. Con queste tabelle è possibile bilanciare un
organo visivo sbilanciato o sotto stress e riattivare
l’intero processo della formazione e trasformazione
dell’energia visiva.
Come funziona
Semplicemente si osserva la prima tabella (una
forma base su sfondo bianco, nell’esempio, verde)
senza occhiali e in modo rilassato. Per 1-3 minuti
immaginate di “respirare” il colore attraverso i vostri
occhi.
Poi semplicemente osservate in modo rilassato uno
sfondo nero per 1-3 minuti, notando l’immagine
postuma che appare (una specie di magenta
nell’esempio). La seconda tabella è complementare
in modi diversi: una stella di colore complementare
(magenta nell’esempio, simile a quello apparso
nell’immagine postuma) su uno sfondo nero.
Quando vi rilasserete osservando uno sfondo bianco,
vedrete come colore postumo, un colore simile a
quello della prima immagine (verde).
La terza tabella riprende la forma e il colore della
prima, ma su uno sfondo grigio. e anche il foglio da
osservare dopo è anch’esso grigio.
Nella quarta tabella riappare la forma a stella della
seconda, ma su sfondo bianco e lo sfondo per
l’immagine postuma diventa nero.
Nella quinta tabella si torna alla forma base della
prima, ma su sfondo nero; e quindi si utilizzerà uno
sfondo bianco per l’immagine postuma.
Ogni forma base aiuta lo sguardo a centrarsi da sé
(questo è utile quando il vostro sguardo è nervoso e
disperso). Ogni stella apre lo sguardo e lo aiuta a
“uscire” (utile quando si è troppo concentrati come
per es. davanti ad un monitor).
Il bianco come sfondo attiva coni e bastoncelli; il
nero rilassa e rigenera i pigmenti; il grigio li porta ad
uno stato di equilibrio dinamico. Uso colori
policromatici per arti visive per le tabelle, perché
hanno molte sfumature diverse e l’occhio ha la
possibilità di scegliere numerose sfumature e
cogliere contrasti anche minimi (il che attiva i coni).
Consiglio di osservare le tabelle due volte al giorno
per un periodo di dieci giorni; non ci vuole molto
tempo, fino a un massimo di un’ora al giorno. I
benefici non sono solo per il sistema visivo, ma per
tutto l’organismo.
Esempio di lavoro con la coppia complementare verde – Magenta
Potete scaricare questa tabella con i colori originali dalla sezione documenti di Visus mail list
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