Ufficio Catechistico

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Diocesi di Piacenza-Bobbio
Ufficio Stampa: Servizio Documentazione
Cripta chiesa di S. Giuseppe Operaio
Ufficio Catechistico
“I Gruppi del Vangelo, il Vangelo tra gli adulti:
una proposta Missionaria”
23 novembre 2002
Mons. Antonio Lanfranchi
Vicario Generale
Primo incontro di formazione per gli Animatori dei Gruppi di Vangelo. Il
Vicario Generale durante la sua prolusione ha consegnato il seguente
documento quale sintesi della sua relazione.
1. La natura dei Gruppi del Vangelo
I gruppi del Vangelo sono gruppi di persone che si radunano regolarmente,
generalmente nelle case, per leggere e approfondire il Vangelo in stretto rapporto con i
problemi della vita, per riscoprire la propria identità cristiana e aprirsi alla
dimensione comunitaria della vita cristiana.
Essi hanno anzitutto una funzione evangelizzatrice e missionaria: aiutare le persone a riaprirsi al
senso religioso, ad accostarsi alla Parola di Dio, a riflettere e a dialogare sui problemi della vita alla
luce della Parola.
Riprendiamo alcuni elementi della descrizione, mostrandone le implicanze positive.
GRUPPI
Il Gruppo implica una stabilità di presenze. Nel Gruppo è possibile sviluppare il senso di
appartenenza, aprirsi più facilmente alla comunicazione, sentirsi responsabili della propria fede,
sviluppare un’esperienza personale della Parola di Dio.
CASE
I Gruppi del Vangelo si tengono normalmente nelle case per poter raggiungere il numero più alto di
persone; nelle case si possono coinvolgere anche le persone che non verrebbero in chiesa.
Si tengono nelle case, là dove i membri di ciascuna famiglia si riuniscono, mangiano, dormono,
trascorrono momenti lieti e tristi, e dove condividono concretamente i problemi della vita
quotidiana.
Si tengono nelle case perché la Parola di Dio non rimanga confinata nei luoghi “sacri”, ma incroci i
problemi delle persone e dell’ambiente e li illumini.
Si tengono nelle case per favorire un clima familiare, per avere maggiore possibilità di dialogo e di
confronto, per vivere un’esperienza di comunione e di solidarietà.
VANGELO
«Il Vangelo è potenza di Dio che salva» (Rm 1, 6).
“Occorre ridestare la fede in coloro nei quali è spenta, rinvigorirla in coloro che vivono
nell’indifferenza, farla scoprire con impegno personale alle nuove generazioni e continuamente
rinnovarla in quelli che la professano senza sufficiente convinzione o la espongono a grave
pericolo. Anche i cristiani ferventi, del resto, hanno sempre bisogno di ascoltare l’annuncio delle
verità e dei fatti fondamentali della salvezza e di conoscerne il senso radicale, che è la «lieta
novella» dell’amore di Dio” (RdC 25).
L’ascolto della Parola è mistero di salvezza. La Parola è Gesù stesso che entra nel terreno
esistenziale del discepolo per portare i suoi frutti.
Dall’incontro con Gesù Cristo nasce la vita, si fa chiara la vita, emerge il modo nuovo di essere
uomini. Mediante la conversione e l’obbedienza a Lui, che è la Verità in persona perché è la stessa
vita divina, prendono “forma” i discepoli che si coinvolgono fino in fondo nell’esperienza del
lasciarsi trasformare da Lui.
2. Motivazioni dei Gruppi del Vangelo
La parrocchia non può rinunciare all’annuncio del Vangelo. Essa è la prima responsabile di ogni
azione evangelizzatrice e perciò deve inventare le forme di evangelizzazione che sono più adatte al
tempo in cui si trova a vivere.
Oggi ci sono esigenze pastorali che impongono un ripensamento dell’impianto strutturale della
parrocchia; la necessità di tradurre la comunione ecclesiale in un’effettiva esperienza di rapporti
interpersonali liberi e gratuiti; la necessaria attenzione ai diversi livelli di appartenenza ecclesiale
dei battezzati; il dovere di valorizzare la partecipazione attiva e responsabile dei fedeli alla missione
evangelizzatrice della Chiesa; l’esigenza di un discernimento comunitario in ordine alla presenza
della Chiesa in un territorio.
Tutto questo porta la parrocchia ad articolarsi in piccoli gruppi dove i fedeli possono comunicarsi a
vicenda la Parola di Dio ed esprimersi nel servizio e nell’amore.
2.1. I Gruppi del Vangelo sono luogo di evangelizzazione
La comunità dei credenti in Cristo ha ricevuto dal suo Maestro il compito di predicare il Vangelo a
tutti i popoli (cfr. Mt 28, 19-20; Mc 16,15-16).
Gesù ha mostrato compassione per il popolo, perché lo ha visto prostrato e abbandonato, come
pecore senza pastore (cfr. Mt 9,35-38 ). Oggi è la comunità ecclesiale che, in nome di Cristo e come
Cristo, deve avere “compassione” dei “vicini” e dei “lontani”, perché sono disorientati come
“pecore senza pastore”.
Occorre fare il massimo sforzo per moltiplicare i luoghi di evangelizzazione. Tutti devono essere
raggiunti, anche quelli che vivono più “lontano” dalla Chiesa.
2.2. I Gruppi del Vangelo sono uno strumento di comunione ecclesiale
Oggi si sente sempre più la necessità di passare da una fede tradizionale e sociologica a una fede più
convinta e matura; da una pastorale di massa facilmente generica e ritmata sui Sacramenti, a una
pastorale più qualificata e di evangelizzazione; da una pastorale incentrata sul prete, a una pastorale
più partecipata.
I Gruppi del Vangelo hanno lo scopo di favorire sia la maturazione della fede che la crescita di
responsabilità secondo i diversi doni dello Spirito.
I Gruppi del Vangelo permettono l’incontro tra “vicini” e “lontani”, e tra appartenenti ad
associazioni e gruppi e movimenti differenti, offrendo una testimonianza evangelica della
parrocchia. In particolare è importante che la partecipazione delle famiglie alle riunioni avvenga
con la maggiore naturalezza possibile. Le porte devono essere aperte a tutti con tanta amicizia
umana e con tanta carità cristiana.
Se le persone e le famiglie invitate abitano vicino le une alle altre allora questo, oltre a facilitare la
partecipazione all’incontro, aiuterà la “vita nuova” più fraterna e comunitaria.
La capacità di tradurre i valori evangelici in piena umanità, di parlare evangelicamente attraverso la
gratuità delle vicinanze e già evangelizzazione.
2.3. I Gruppi del Vangelo sono centri di ascolto
Si ascolta la Parola di Dio e si ascoltano le persone.
La Parola di Dio non può essere disgiunta dalla parola dell’uomo, ma deve penetrare nell’esistenza
dell’uomo fino a investire le aspirazioni, i bisogni, le ansie, le sofferenze e le speranze di tutti.
Come Dio si è fatto carne, così la sua Parola deve incarnarsi nella storia per ricrearla, redimerla,
santificarla e trasformarla in una storia più vera e più giusta.
2.4. I Gruppi del Vangelo sono un luogo di comunicazione
I Gruppi del Vangelo permettono di interiorizzare meglio la Parola di Dio; favoriscono la reciproca
conoscenza; stimolano alla riflessione; maturano nel confronto; creano senso di appartenenza,
spirito comunitario e di servizio.
In un momento in cui la disgregazione e l’incomunicabilità sembrano essere i lineamenti più
marcati della nostra società, i Gruppi del Vangelo offrono la possibilità di maturare il senso di
appartenenza, che significa capacità di solidarizzare, accettazione di strutturare la vita personale nel
contesto della comunità civile ed ecclesiale. In un momento di anonimato, di carenza progettuale, di
perdita del senso della vita e della storia, aiutano a scrivere la propria biografia come vocazione e
realizzazione di un progetto.
3.Gli Animatori dei Gruppi del Vangelo
Per la figura dell’Animatore nei Gruppi del Vangelo si rimanda a quanto è stato scritto in occasione
della Missione Popolare.
Qui si ricalcano solo alcuni tratti e si evidenziano alcuni compiti legati alle considerazioni proposte.
L’Animatore dei Gruppi del Vangelo è chiamato ad essere evangelizzatore ed ermeneuta, ad aiutare
a illuminare e interpretare la vita con il messaggio evangelico. Ciò domanda la conoscenza del
Vangelo preso in considerazione ma anche la capacità di affrontare con “simpatia” e serietà le
domande e le istanze che nascono dall’esperienza umana e dalla realtà sociale.
L’animatore è chiamato pure ad essere costruttore di comunità, capace di promuovere il dialogo e la
comunione.
In ordine alla dinamica di gruppo, ha il compito di favorire la comunicazione all’interno del gruppo
e, prima ancora, di promuovere un clima di fiducia, di ascolto e di collaborazione. Egli inoltre deve
aiutare a mantenere la “rotta”, senza sbagliare strada e senza gli scontri dei discorsi incrociati e
delle discussioni che dividono.
Tutto questo va accolto come un orizzonte di crescita verso cui camminare, più che un modello da
realizzare prima ancora di incominciare ad animare un gruppo.
Mons. Antonio Lanfranchi
Vicario Generale
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