03QU09

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III domenica di quaresima B
15 marzo 2009
La Parola
Prima lettura
Dal libro dell’Esodo
(Es 20, 1-17)
In quei giorni, 1 Dio pronunciò tutte queste parole: 2 «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire
dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile: 3 Non avrai altri dèi di fronte a me. 4 Non ti farai idolo né
immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle
acque sotto la terra. 5 Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio,
sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per
coloro che mi odiano, 6 ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano
e osservano i miei comandamenti. 7 Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il
Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano. 8 Ricòrdati del giorno del sabato per
santificarlo. 9 Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; 10 ma il settimo giorno è il sabato in onore del
Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia, né il tuo schiavo né la tua
schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. 11 Perché in sei giorni il Signore ha
fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha
benedetto il giorno del sabato e lo ha consacrato. 12 Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino
i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà. 13 Non ucciderai. 14 Non commetterai adulterio. 15
Non ruberai. 16 Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo. 17 Non desidererai la casa
del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il
suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo». Parola di Dio.
Dal Salmo 18 (19)
Signore, tu hai parole di vita eterna.
La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.
I precetti del Signore sono retti, fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido, illumina gli occhi.
Il timore del Signore è puro, rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli, sono tutti giusti.
Più preziosi dell’oro, di molto oro fino,
più dolci del miele e di un favo stillante.
Seconda lettura
Dalla prima lettera di s. Paolo apostolo ai Corinzi
(1Cor 1, 22-25)
Fratelli, 22 mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, 23 noi invece annunciamo Cristo
crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; 24 ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei
che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. 25 Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente
degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini. Parola di Dio.
Lode e onore a te, Signore Gesù! (cfr Gv 3, 16)
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito;
chiunque crede in lui ha la vita eterna.
Dal Vangelo secondo Giovanni
(Gv 2, 13-25)
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e A Gesù salì a Gerusalemme. 14 Trovò nel tempio B gente che
vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. 15 Allora fece una frusta di cordicelle e C
scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne
rovesciò i banchi, 16 e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa
del Padre mio un mercato!». 17 I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi
divorerà». 18 Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste
cose?». 19 Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio D e in tre giorni lo farò risorgere». 20 Gli
dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai
risorgere?». 21 Ma egli parlava E del tempio del suo corpo. 22 Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi
discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e F credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
23
Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, G vedendo i segni che egli compiva,
credettero nel suo nome. 24 Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti 25 e non aveva
bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.
Parola del Signore.
Note del testo
Se dovessimo cercare attorno a noi, nel mondo, nella storia, qualche avvenimento o situazione nelle
quali si possa incontrare Dio, si possa vedere qualche cosa del mistero di Dio, probabilmente anche noi,
come i Giudei o i Greci cercheremmo i miracoli o la sapienza. Invece, ci ricorda Paolo nella seconda
lettura, noi non predichiamo una manifestazione potente o di sapienza, ma predichiamo Cristo
crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani. Cioè un modo di rivelazione di Dio che va
contro tutte le nostre attese e desideri, che ci mette in qualche modo all’angolo, incapaci di partire da
qualche cosa di nostro. E Paolo ricorda queste cose ai cristiani di Corinto perché avevano cominciato a
dividersi nella comunità; ciascuno aveva il suo predicatore e il suo punto di riferimento, e ciascuno
faceva del suo piccolo gruppo un luogo di realizzazione di sé, di affermazione della sua superiorità nei
confronti degli altri. Questo per Paolo vuole dire rovinare il Vangelo. Invece il cammino giusto è quello
di una fede umile che accetta il Vangelo come Dio ce lo ha voluto rivelare, che accetta il Crocefisso
come il luogo ultimo e definitivo e pieno della rivelazione di Dio.
Nel Libro dell’Esodo, i Dieci Comandamenti non cominciano con un comandamento; non cominciano
dicendo che cosa dobbiamo fare, ma incominciano dicendo quello che Dio ha fatto per noi: eravamo
schiavi e ci ha liberati. Questo è fondamentale, perché uno non prenda la Legge di Dio come un peso
che ci viene messo addosso. No, la Legge di Dio nasce dalla nostra libertà. Siccome siamo stati liberati
dall’Egitto, dobbiamo vivere come persone libere. Ma vivere liberi richiede di riconoscere il Signore
che ci ha liberato, e richiede di riconoscere gli altri come fratelli che sono stati liberati insieme con noi.
(A): Siamo vicini a Pasqua, dice il Vangelo, e Gesù sale a Gerusalemme, il pellegrinaggio normale di
tutti gli Ebrei religiosi. E entrando nel Tempio compie quello che chiameremmo una azione simbolica,
come a volte hanno fatto i profeti. I profeti generalmente annunciano la volontà di Dio con la parola,
ma a volte la annunciano con dei gesti, e quanto più il gesto è strano tanto più diventa significativo,
chiede attenzione e interpretazione; e Gesù compie questo gesto che è un gesto di purificazione del
Tempio.
(B): Questa gente che fa mercato nel Tempio appartiene al personale del Tempio, perché questo tipo di
mercato era funzionale al culto; gli animali vengono venduti per i sacrifici, e i cambia valute servono
perché nel Tempio si possono usare solo monete che non abbiano delle immagini umane, quindi
bisogna trovare la moneta giusta, e chi viene da lontano viene con delle monete che non sono adatte.
Quindi era necessario questo personale per il culto nel Tempio.
(C): L’azione di Gesù è una azione innanzitutto simbolica, che realizza un versetto del Libro di
Zaccaria, dove si diceva: «in quei giorni non ci sarà più un mercante nella casa dei Signore degli
eserciti» (Zc 14, 21b). Quindi l’allontanamento dei mercanti vuole dire purificazione. E il gesto è
accompagnato da una interpretazione molto significativa, e cioè l’amore di Gesù per il Tempio di Dio,
per la Casa di Dio, è così intenso e profondo che gli costerà la vita, il dono della vita. Quella
purificazione che qui viene compiuta è il simbolo di quella purificazione definitiva ed escatologica che
avrà la sua realizzazione proprio nella morte di Gesù.
(D): La parola che viene usata è una parola che può indicare la costruzione di un edificio, ma nello
stesso tempo è la rinascita, la risurrezione, la vita nuova di Gesù. Quindi le parole fanno riferimento a
quello. Come la parola di prima, lo zelo per la tua casa mi divorerà, si riferiva alla Passione, questa
parola si riferisce alla Risurrezione. Ma siamo chiaramente di fronte a una di quelle rivelazioni di Gesù
che richiedono un atteggiamento di fede per essere compresa, altrimenti le parole vengono interpretate
a livello immediato, a livello terreno, carnale. Ed è quello che fanno i Giudei.
(E): Il Tempio è una realtà terrena, un luogo terreno, fatto di pietre, di materiali, ma dove Dio ha scelto
di incontrare il suo popolo. Chi si reca al Tempio entra in rapporto con Dio. Nelle preghiere del culto
del Tempio c’è un dialogo del popolo di Israele con il suo Signore e liberatore. Adesso il Tempio
nuovo è il corpo di Gesù, è l’umanità di Gesù. I profeti avevano annunciato che il Messia al momento
della sua rivelazione avrebbe anche rinnovato il Tempio, avrebbe rinnovato la relazione di Dio con gli
uomini, e di Gesù viene detto esattamente questo: non è più un tempio di pietre, ma è un Tempio di
carne; non è più un luogo, ma è una persona viva che parla e agisce in obbedienza a Dio, in perfetta
sintonia con il Padre, per questo è il Tempio di Dio, perché in Lui la volontà di Dio è presente, e in Lui
è possibile quindi confrontarci, entrare in relazione con Dio.
(F): Il Figlio dell’uomo è un luogo sulla Terra, ma in comunicazione con Dio, gli angeli di Dio salgono
e scendono, tra il mondo e Dio c’è una comunicazione che passa attraverso di Lui, attraverso il Figlio
dell’uomo. E quando alla Samaritana Gesù dirà che il nuovo culto è il culto in spirito e verità, la parola
verità si riferirà ancora a Lui: la Verità è Lui, la Verità è la sua persona, è la sua presenza in mezzo agli
uomini, perché lì c’è l’amore di Dio. Allora quello che il Vangelo ci vuole indicare è che il cammino
verso Dio deve passare attraverso Gesù, attraverso il Gesù della Passione e della Risurrezione.
(G): Di fatto molti di questi Giudei che hanno creduto di fronte ai segni di Gesù, lo abbandoneranno di
fronte alle rivelazioni più impegnative. Nel cap. 6 se ne vanno tutti e rimangono solo i Dodici. È una
fede di cui Gesù non si fida ancora, perché non è ancora una fede legata alla identità della sua persona,
ma è legata a quello che Gesù ha fatto, ai segni esterni, ai miracoli.
Prefazio suggerito: “Ogni anno tu doni ai tuoi fedeli di prepararsi con gioia, purificati nello Spirito,
alla celebrazione della Pasqua, perchè, assidui nella preghiera e nella carità operosa, attingiamo ai
misteri della redenzione la pienezza della vita nuova in Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore (prefazio I di
quaresima).
Padri della chiesa
(Gv 2, 13-25) Trovò nel tempio gente che vendeva buoi… La legge mosaica ordinava a chi entrava nel
tempio di Dio di purificarsi per presentarsi a Dio in stato di purità a lui gradito. Invece i mercanti e i
cambiavalute che pensavano al guadagno e all’interesse, contaminavano il santo atrio: In verità si
addicevano ad essi quelle parole rivolte da Dio: Molti pastori hanno devastato la mia vigna,… hanno
fatto del mio campo prediletto un deserto desolato (Ger 12, 10-11).Giustamente il Signore si adira: il
tempio di Dio non doveva essere una casa di mercato, ma di preghiera e con la frusta li caccia dal
tempio. Pensa alle parole di Paolo: Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui (1 Cor 3,17).
Il Signore comanda come maestro e i suoi discepoli ricordarono le sue parole. La folla dei Giudei
rimane stupita da quel potere straordinario ma tentano di frapporgli ostacoli, pensando che non gli
dovevano obbedienza nè dovevano accettarlo ingenuamente perché la sua autorità non era stata ancora
confermata da alcun miracolo. I Giudei chiedono per tentarlo, Gesù tuttavia dà un segno: Distruggete
questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere. Non riuscendo a comprendere la sublimità del mistero,
deridono il segno, stimano questa promessa sconsiderata e impossibile ad effettuarsi e presentano come
obiezione il tempo impiegato per la costruzione del tempio: Questo tempio è stato costruito in
quarantaseri anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?Ma egli parlava del tempio del suo corpo. E
quando Gesù risuscitò dai morti i suoi discepoli ricordarono queste parole e credettero in lui. Il corpo di
Cristo è chiamato tempio perché il Verbo unigenito abita in esso e soltanto al suo corpo poteva essere
attribuita la dignità di essere chiamato tempio. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua,
molti...credettero nel suo nome. Ma lui non si fidava di loro... Cristo conosce tutto ciò che è in noi e sa
ciò che è nascosto e conosce le cose profonde e arcane. Lo attesta anche Paolo: La parola di Dio…
penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito… e discerne i sentimenti e i pensieri del
cuore…tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui a cui dobbiamo rendere conto (Ebr 4,12-13). (Cirillo
di Aless. Commento al vangelo di Giovanni, II,14-25).
Altri autori cristiani
Dio, tempio e uomo sono tre realtà che si rispecchiano e hanno un volto diverso secondo l’immagine
che si ha di Dio. Se Dio è colui che ha in mano tutto e domina tutti, l’uomo realizzato, simile a lui, è il
potente; il tempio allora è l’avallo primo di ogni oppressione. Se Dio è uno che si consegna e serve,
l’uomo vero è l’umile, come lui; il tempio allora è il luogo della comunione e dell’amore. Dio e tempio
rappresentano l’universo di valori che uno persegue, secondo i quali ordina il proprio pensare, volere e
agire, per ottenere una vita sempre più piena e degna di tale nome. Il Figlio dell’uomo, vero tempio,
sarà ucciso proprio dall’inganno dell’uomo che fa consistere la sua felicità nel possedere cose, persone
e Dio stesso, invece che nel dono reciproco di amore tra Padre e Figlio e dei fratelli tra di loro. Questa
visita di Gesù al tempio mette in crisi la nostra idea di Dio e di uomo. Il tempio, chiamato da Gesù
«casa del Padre mio» e poi «santuario», è infine identificato con il suo «corpo«. La carne della Parola è
ormai la «tenda» di Dio in mezzo a noi, dove noi stessi siamo di casa con lui. In Gesù il tempio
raggiunge la realtà di cui è segno: è cielo aperto sulla terra, visione della Gloria e vita dell’uomo. È
importante l’indicazione di tempo e di luogo: il tempo è la Pasqua, in cui si celebra la salvezza, e il
luogo è il tempio di Gerusalemme (vv. 13-14a). A Gerusalemme, di Pasqua, si compirà l’«ora» di
Gesù, che diventerà il nuovo tempio, da cui scaturirà salvezza per tutti (S. Fausti, Una comunità legge
il Vangelo di Giovanni, 53).
La Chiesa di Gesù Cristo è il luogo, cioè lo spazio nel mondo, in cui si attesta e si annuncia la signoria
di Gesù Cristo sul mondo intero. Perciò questo spazio che la Chiesa ha, non ha in sé lo scopo della sua
esistenza ma continuamente va al di là della sua realtà fisica: non è infatti lo spazio di una associazione
culturale che deve preoccuparsi di difendere la sua esistenza nel mondo, ma piuttosto il luogo dove si
testimonia che Gesù Cristo è il fondamento di tutta la realtà. È il luogo dove si dà testimonianza e si
prende sul serio il fatto che Dio si è riconciliato con il mondo in Gesù Cristo e che ha tanto amato il
mondo da donargli il suo Figlio. Lo spazio che la Chiesa ha non deve servire per contendere al mondo
una parte della sua sovranità, ma per attestargli che esso rimane nel mondo e cioè il mondo che Dio ha
amato e ha riconciliato con sé. La Chiesa non vuole né deve estendere il suo spazio per invadere quello
del mondo: domanda solo lo spazio necessario per servire il mondo, testimoniando Gesù Cristo e la
riconciliazione con Dio in lui. Solo combattendo non per mantenerre il posto che ha, ma per la salvezza
del mondo può difendere la sua posizione. Diversamente, diviene una associazione religiosa, che
rappresenta solo se stessa e la sua causa, ma ha cessato di essere la Chiesa di Dio e del mondo (D.
Bonhoeffer, Si je n’ai pas l’amour, tratto da E. Bianchi, Letture del giorno, 485-486).
È questione di forma e di sostanza. C’è un pericolo oggettivo nell’accostare l’incontro con Dio a tutto
quel contorno di usanze e devozioni che l’uomo, per natura, tende a costruire. C’è un rischio nel
confondere il proprio viaggio spirituale verso il Tempio con tutto ciò che viene a fare da corredo. Può
succedere che lo strumento si sostituisca al fine. E questo è tanto più facile quanto più introduciamo
nelle “cose di Dio” il concetto di merce e di scambio: la questione non è un “peccato” intrinseco alle
merci, ma la mercificazione e l’interesse economico, oggi come allora, rendono estremamente e
subdolamente difficile il discernimento della verità delle cose (anche gli apostoli in realtà non
capiscono sul momento il comportamento di Gesù). Eppure la nostra fede presenta una caratteristica
che rende per certi aspetti facile preservarla, perché essa non fa riferimento ad un luogo e ad una realtà
“mercificabili”, ma ha come Tempio il corpo di Gesù. Questo implica due cose: che ogni altra cosa,
senza eccezione, è strumento e che fare mercato del Tempio vuol dire fare merce del corpo di Cristo.
Ricordiamocene quando ci accostiamo a realtà che sprigionano forti cariche devozionali e tendono a
colpire gli aspetti emozionali; cerchiamo di non perdere di vista qual è la ragione che orienta il nostro
viaggio (Diaconia dell’O.P.G.).
Paralleli e riferimenti biblici
Confronta: Mt 21,12-17; Mc 11,15-17; Lc 19,45-46
v 13 Gv 6,1-5: Dopo questi fatti, Gesù andò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e una
grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. (…) Era vicina la Pasqua, la festa dei
Giudei. Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove
possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?».
Gv 11,55-57: Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione andarono a Gerusalemme prima
della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e stando nel tempio dicevano tra di loro: «Che ve ne
pare? Non verrà egli alla festa?». Intanto i sommi sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque
sapesse dove si trovava lo denunziasse, perché essi potessero prenderlo.
vv 14-16 Sal 49: Parla il Signore, Dio degli dèi, convoca la terra da oriente a occidente. (…) Viene il
nostro Dio e non sta in silenzio; davanti a lui un fuoco divorante, intorno a lui si scatena la tempesta.
Convoca il cielo dall’alto e la terra al giudizio del suo popolo: (…) «Ascolta, popolo mio, voglio
parlare, testimonierò contro di te, Israele: Io sono Dio, il tuo Dio. Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici;
i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti. Non prenderò giovenchi dalla tua casa, né capri dai tuoi
recinti. (…) Mangerò forse la carne dei tori, berrò forse il sangue dei capri? Offri a Dio un sacrificio di
lode e sciogli all’Altissimo i tuoi voti; invocami nel giorno della sventura: ti salverò e tu mi darai
gloria». All’empio dice Dio: «Perché vai ripetendo i miei decreti e hai sempre in bocca la mia alleanza,
tu che detesti la disciplina e le mie parole te le getti alle spalle? Se vedi un ladro, corri con lui; e degli
adùlteri ti fai compagno. (…) Hai fatto questo e dovrei tacere? forse credevi ch’io fossi come te! Ti
rimprovero: ti pongo innanzi i tuoi peccati». Capite questo voi che dimenticate Dio, perché non mi adiri
e nessuno vi salvi. Chi offre il sacrificio di lode, questi mi onora, a chi cammina per la retta via
mostrerò la salvezza di Dio.
Gv 4,19-24: Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta. I nostri padri hanno adorato Dio
sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice:
«Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il
Padre. (…). È giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e
verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in
spirito e verità».
v 17 Lc 2,46-49: Dopo tre giorni [Maria e Giuseppe] lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai
dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua
intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai
fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non
sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?».
Sal 68,8-10: Per te io sopporto l’insulto e la vergogna mi copre la faccia; sono un estraneo per i miei
fratelli, un forestiero per i figli di mia madre. Poiché mi divora lo zelo per la tua casa, ricadono su di
me gli oltraggi di chi ti insulta.
v 19 Mc 14,55-58: Intanto i capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro
Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti infatti attestavano il falso contro di lui e così le
loro testimonianze non erano concordi. Ma alcuni si alzarono per testimoniare il falso contro di lui,
dicendo: «Noi lo abbiamo udito mentre diceva: Io distruggerò questo tempio fatto da mani d’uomo e in
tre giorni ne edificherò un altro non fatto da mani d’uomo».
Mc 15,29-30: I passanti lo insultavano e, scuotendo il capo, esclamavano: «Ehi, tu che distruggi il
tempio e lo riedifichi in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!».
At 6,9-10.13-14: Sorsero allora alcuni della sinagoga detta dei «liberti» comprendente anche i Cirenei,
gli Alessandrini e altri della Cilicia e dell’Asia, a disputare con Stefano, ma non riuscivano a resistere
alla sapienza ispirata con cui egli parlava. (…) Presentarono quindi dei falsi testimoni, che dissero:
«Costui non cessa di proferire parole contro questo luogo sacro e contro la legge. Lo abbiamo udito
dichiarare che Gesù il Nazareno distruggerà questo luogo e sovvertirà i costumi tramandatici da Mosè».
vv 20-21 Eb 8,1-2.6-10.13: Il punto capitale delle cose che stiamo dicendo è questo: noi abbiamo un
sommo sacerdote così grande che si è assiso alla destra del trono della maestà nei cieli, ministro del
santuario e della vera tenda che il Signore, e non un uomo, ha costruito. (…) Ora invece egli ha
ottenuto un ministero tanto più eccellente quanto migliore è l’alleanza di cui è mediatore, essendo
questa fondata su migliori promesse. Se la prima infatti fosse stata perfetta, non sarebbe stato il caso di
stabilirne un’altra. Dio infatti, biasimando il suo popolo, dice: “Ecco vengono giorni, dice il Signore,
quando io stipulerò con la casa d’Israele e con la casa di Giuda un’alleanza nuova; non come l’alleanza
che feci con i loro padri, nel giorno in cui li presi per mano per farli uscire dalla terra d’Egitto; poiché
essi non son rimasti fedeli alla mia alleanza, anch’io non ebbi più cura di loro, dice il Signore. E questa
è l’alleanza che io stipulerò con la casa d’Israele dopo quei giorni, dice il Signore: porrò le mie leggi
nella loro mente e le imprimerò nei loro cuori; sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo.” (Ger
31,31-33). (…) Dicendo però ‘alleanza nuova’, Dio ha dichiarato antiquata la prima; ora, ciò che
diventa antico e invecchia, è prossimo a sparire.
Mc 14,23-25: Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse: «Questo è il mio
sangue, il sangue dell’alleanza versato per molti. In verità vi dico che io non berrò più del frutto della
vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio».
Is 53,3-5.10-11a: Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come
uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. Eppure egli si
è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso
da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che
ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. (…) Ma al Signore è
piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in espiazione, vedrà una discendenza, vivrà a
lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore. Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si
sazierà della sua conoscenza.
v 22 Gv 14,25-26: [Disse Gesù:] «Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il
Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi
ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
Lc 24,5-8: Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: «Perché
cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era
ancora in Galilea, dicendo che bisognava che il Figlio dell’uomo fosse consegnato in mano ai
peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno». Ed esse si ricordarono delle sue parole.
vv 23-25 Gv 7,31: Molti della folla invece credettero in lui, e dicevano: «Il Cristo, quando verrà, potrà
fare segni più grandi di quelli che ha fatto costui?».
Gv 11,47: Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dicevano: «Che facciamo?
Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui e verranno i Romani e
distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione».
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