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VIA BELLINZONA N° 47/D • 41100 • MODENA
TEL:059/306502, FAX: 059/ 395233
CONSENSO ALLA DIAGNOSI CITOGENETICA PRENATALE SU CELLULE DEL
LIQUIDO AMNIOTICO
L’indagine citogenetica prenatale ha lo scopo di accertare la presenza di anomalie cromosomiche
numeriche e/o strutturali .
Esistono difetti congeniti che, non essendo associati ad anomalie cromosomiche, non possono essere
diagnosticati mediante l’analisi citogenetica prenatale.
In rari casi non possono essere stabiliti con certezza le conseguenze cliniche associate ad una anomalia
cromosomica, i chiarimenti del caso saranno forniti in sede di consulenza.
Per l’analisi prenatale su liquido amniotico la componente cellulare viene raccolta e messa in coltura allo
scopo di indurre una attiva replicazione cellulare, per ogni campione di liquido amniotico vengono
allestite non meno di 3 colture indipendenti.
La quantità minima di campione necessaria per l’allestimento delle colture è di 10 ml, quella ottimale è di
16-18 ml.
Il successo delle colture cellulari è in relazione al numero di cellule vitali presenti nel campione.
I criteri utilizzati per l’indagine citogenetica sono quelli raccomandati dalle linee guida della Società
Italiana di Genetica Umana e del Gruppo Europeo di Studio sulla diagnosi prenatale.
In base a queste considerazioni si rende necessario precisare alcuni punti:
1. L’impossibilità di pervenire ad una diagnosi può verificarsi in rarissimi casi, per motivi correlati ad
una ridotta crescita cellulare in coltura oppure alla massiva presenza di sangue o meconio.
2. Il fatto che non vengano evidenziate anomalie cromosomiche non esclude la possibilità che siano
presenti difetti congeniti e/o ritardo mentale dovuti ad alterazioni geniche o a anomalie cromosomiche
strutturali di ridottissima dimensione.
3. In caso di riscontro di due o piu’ linee cellulari con diverso cariotipo (mosaico) può rendersi
necessaria una ulteriore indagine citogenetica su altro campione. In questa circostanza la paziente
viene informata, in sede di consulenza genetica, riguardo alle possibilità di approfondimento
diagnostico.
4. E’ possibile che il risultato richieda, per una sua piu’ corretta interpretazione, l’estensione dell’esame
citogenetico ai genitori o l’applicazione di indagini molecolari.
5. Esiste la possibilità di errore diagnostico, limitata a rarissimi casi, dovuto a discordanza fra l’esito
della diagnosi citogenetica prenatale ed il cariotipo riscontrato alla nascita. Tale discordanza puo’
essere imputata a cause diverse: contaminazione del campione con cellule di origine materna, mosaici
a bassa percentuale o presenza di anomalia di struttura non rilevabili con le tecniche applicate.
6. La refertazione è prevista entro 15 giorni e non oltre i 21giorni dalla data dell’arrivo del campione in
laboratorio.
La sottoscritta ……………………………….……………………………………………………………..
Nata il :……………………….………..Residente a: …………………………………………………….
Dichiara di essere stata informata dal Dr……………………………………………. di quanto sopra
descritto, di averlo compreso ed esprime il consenso all’analisi citogenetica prenatale su liquido
amniotico.
Data: …………………………..
Firma
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CONSENSO ALL’ANALISI DI SCREENING PRENATALE PER LA FIBROSI CISTICA
La fibrosi cistica è una malattia genetica trasmessa come carattere autosomico recessivo, vale a dire che il
gene coinvolto (CFTR) è localizzato su un cromosoma non sessuale e che la malattia compare quando
entrambe le copie del gene presenti in un individuo sono alterate dalla presenza di una mutazione.
Tale condizione si verifica quando, in entrambi i genitori, una delle due copie del gene ha una mutazione,
situazione che definisce lo stato di portatore sano.
Le mutazioni del gene CFTR sono molto numerose, fino ad ora ne sono state individuate piu’ di 1300.
La frequenza relativa delle mutazioni è quanto mai variabile, nella popolazione emiliana le attuali analisi
molecolari basate sulla ricerca delle 35 mutazioni più frequenti, ne riescono a individuare circa il 75%.
Per l’analisi di screening su liquido amniotico, il DNA da esaminare viene estratto dalle cellule presenti
(amniociti), una aliquota di liquido amniotico viene messa in coltura allo scopo di indurre una attiva
replicazione cellulare cosi’ da ottenere una quantità adeguata di cellule dalle quali estrarre una quantità di
DNA sufficiente per l’analisi.
Per l’analisi su villi coriali il DNA viene estratto direttamente dalle cellule del tessuto prelevato, la
quantità minima per l’estrazione del DNA è di 10-15 mg.
In base a queste considerazioni si rende necessario precisare alcuni punti:
1. Se l’analisi molecolare ha esito negativo (nessuna mutazione individuata) la probabilità di avere un
figlio affetto viene significativamente abbattuta ma non eliminata al 100%
2. Nel caso che venga individuata una sola mutazione (mediamente 1 caso ogni 30 analizzati) emerge il
problema della impossibilità di escludere la presenza di una seconda mutazione e quindi della
malattia. A questo punto il rischio di malattia è sensibilmente aumentato rispetto al rischio a priori
cioè prima di effettuare il test.
3. Il tempo richiesto per la coltura in vitro delle cellule del liquido amniotico (tale da consentire una
estrazione di DNA sufficiente) e la successiva analisi varia dai 10 ai 15 gg.mentre l’esecuzione
dell’analisi richiede 1 settimana. Esiste la possibilità che l’esecuzione delle analisi sul DNA non
siano praticabili o subiscano un ritardo per motivi correlati ad una ridotta crescita delle cellule in
coltura oppure alla presenza di sangue o meconio nel liquido amniotico.
La sottoscritta ……………………………….………………………….
nata il :…………………… Residente a: …………………………………………………………………..
Dichiara di essere stata informata dal Dr……………………………………………. di quanto sopra
descritto, di averlo compreso ed esprime il consenso all’analisi prenatale per la fibrosi cistica su
campione di …………………………………………………..
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CONSENSO ALL’ANALISI PRENATALE PER LA RICERCA DELLA MUTAZIONE NELLA
SINDROME DELL’ X - FRAGILE TIPO A (FRAXA)
La sindrome dell’X fragile (Sindrome di Martin-Bell) è una forma di ritardo mentale trasmessa come
carattere legato al cromosoma X , ciò implica che la malattia si manifesta con una probabilità del 50%,
nei figli maschi di una madre portatrice sana della mutazione genetica.
La malattia è dovuta ad una mutazione del gene FMR1 che consiste in una espansione nella lunghezza di
una particolare sequenza del DNA localizzata all’inizio del gene.
La mutazione del gene FMR1 presenta inoltre alcune peculiarità che complicano il processo analitico, per
cui secondo quanto affermato nelle linee guida proposte dalla SIGU “ non esiste un singolo test che riesca
a riconoscere tutte le caratteristiche molecolari della mutazione del gene FMR1”, ne consegue che
l’approccio diagnostico corretto consiste nell’utilizzo di due tecniche complementari, il Southern blot e la
PCR.
Il Southern blot è una tecnica complessa e costosa che viene eseguita solo in alcuni centri universitari di
riferimento. Per tale motivo questo approccio viene utilizzato solo a scopo diagnostico su pazienti con
ritardo mentale e non per screening prenatale. Di conseguenza la tecnica di laboratorio che può essere
utilizzata per lo screening prenatale è rappresentato dall’analisi di PCR (spessa definita come test rapido).
In base a quanto detto è necessario precisare alcuni punti:
1. L’utilizzo della sola PCR può comportare il rischio sia di falsi negativi che di falsi positivi.
2. La negatività del test non esclude la possibilità di comparsa di ritardo mentale. Tale condizione,
sia isolata o compresa in un quadro sindromico, è caratterizzata infatti da una notevole
eterogeneità genetica, cioè diversi geni possono essere responsabili di questo quadro clinico.
3. L’analisi dell’X-fragile viene effettuata solo in caso di sesso fetale maschile in quanto
condizione trasmessa come carattere legato al cromosoma X che quindi si manifesta solo nei
maschi.
4. Il tempo richiesto per la coltura in vitro delle cellule del liquido amniotico ( tale da consentire una
estrazione di DNA sufficiente) e la successiva analisi varia dai 10 i 15 gg. Esiste la possibilità
che l’esecuzione delle analisi sul DNA non siano praticabili o subiscano un ritardo per motivi
correlati ad una ridotta crescita delle cellule in coltura oppure alla presenza di sangue o meconio
nel liquido amniotico.
La sottoscritta ………………………………………………….
nata il :…………………… Residente a: …………………………………………………………………..
Dichiara di essere stata informata dal Dr……………………………………………. di quanto sopra
descritto, di averlo compreso ed esprime il consenso all’analisi i prenatale per la S. di Martin-Bell su
campione di ………………………………………………
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CONSENSO ALLA DIAGNOSI CITOGENETICA SU CELLULE DEL SANGUE FETALE
L’indagine citogenetica ha lo scopo di accertare la presenza di anomalie cromosomiche
numeriche e/o strutturali.
Esistono difetti congeniti che, non essendo associati ad anomalie cromosomiche, non possono
essere diagnosticati mediante l’analisi citogenetica.
Per l’analisi su sangue periferico la componente cellulare viene raccolta e messa in coltura allo
scopo di indurre una attiva replicazione cellulare, la quantità minima di campione necessaria per
l’allestimento delle colture è di 3 ml, quella ottimale è di 5 ml.
I criteri utilizzati per l’indagine citogenetica sono quelli raccomandati dalle linee guida della
Società Italiana di Genetica Umana e del Gruppo Europeo di Studio sulla diagnosi prenatale.
In base a queste considerazioni si rende necessario precisare alcuni punti:
7. L’impossibilità di pervenire ad una diagnosi può verificarsi in rarissimi casi, per motivi
correlati ad una ridotta crescita cellulare in coltura, in questo caso sarà necessario ripetere il
prelievo di sangue. Tale eventualità verrà comunicata entro 4-5 giorni.
8. Il fatto che non vengano evidenziate anomalie cromosomiche non esclude la possibilità che
siano presenti alterazioni geniche o anomalie cromosomiche strutturali di ridottissima
dimensione.
9. E’ possibile che il risultato richieda, per una sua piu’ corretta interpretazione, l’estensione
dell’esame citogenetico ai genitori o l’applicazione di indagini molecolari.
10. La refertazione è prevista entro 7 giorni dalla data dell’arrivo del campione in laboratorio.
la sottoscritta ……………………………….……………
Nata il:……………………….residente a:……………………………………………….
Dichiara di essere stata informata dal Dr……………………………………………. di quanto
sopra descritto, di averlo compreso ed esprime il consenso all’analisi del cariotipo su sangue
fetale.
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CONSENSO ALLA DIAGNOSI CITOGENETICA PRENATALE SU VILLI CORIALI
L’indagine citogenetica prenatale ha lo scopo di accertare la presenza di anomalie cromosomiche
numeriche e/o strutturali.
Esistono difetti congeniti che, non essendo associati ad anomalie cromosomiche, non possono essere
diagnosticati mediante l’analisi citogenetica prenatale.
In rari casi non possono essere stabiliti con certezza le conseguenze cliniche associate ad una anomalia
cromosomica, i chiarimenti del caso saranno forniti in sede di consulenza.
Il campione di villi coriali pervenuto in laboratorio viene valutato e suddiviso in due aliquote al fine di
ottenere un preparato diretto ed un preparato colturale.
Esiste una quantità minima di villi coriali al di sotto della quale non è possibile allestire entrambi i
preparati.
I criteri utilizzati per l’indagine citogenetica sono quelli raccomandati dalle linee guida della Società
Italiana di Genetica Umana e del Gruppo Europeo di Studio sulla Diagnosi Prenatale.
In base a queste considerazioni si rende necessario precisare alcuni punti:
1. L'analisi sia del preparato diretto che colturale ottimizza l'affidabilità della diagnosi. L'utilizzo di una
sola delle due analisi porta ad una affidabilità pari al 99%, dato ottenuto
dall'esperienza
internazionale pubblicata.
2. E' possibile che si verifichino casi con differente risultato nei due preparati. In questa circostanza
potrebbe rendersi necessario procedere ad ulteriori accertamenti, di cui la paziente verrà informata in
sede di consulenza genetica.
3. L'impossibilità di pervenire ad una diagnosi può verificarsi in rarissimi casi, per motivi generalmente
correlati ad una ridotta crescita dei villi in coltura e in assenza di cellule in divisione nel preparato
diretto.
4. E' possibile che il risultato richieda, per una sua più corretta interpretazione, l'estensione dell'esame
citogenetico ai genitori o l'applicazione di indagini molecolari.
5. La qualità dei preparati cromosomici non garantisce la possibilità di individuare anomalie strutturali
di ridottissima dimensione.
6. Esiste la possibilità di errore diagnostico, limitata a rarissimi casi, dovuto a discordanza fra l’esito
della diagnosi citogenetica prenatale ed il cariotipo riscontrato alla nascita. Tale discordanza puo’
essere imputata a cause diverse: contaminazione del campione con cellule di origine materna, mosaici
a bassa percentuale o presenza di anomalia di struttura non rilevabili con le tecniche applicate.
7. La refertazione è prevista entro 5-7 giorni per l’analisi su colture a breve termine ed entro 21 giorni
per l’analisi su colture a lungo termine; dalla data dell'arrivo del campione in laboratorio.
La sottoscritta ……………………………….………………………………………………………..
nata il: …………………………Residente a :………………………………………………………..
Dichiara di essere stata informata dal Dr……………………………………………. di quanto sopra
descritto, di averlo compreso ed esprime il consenso all’analisi citogenetica prenatale su villi coriali.
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CONSENSO ALLA DIAGNOSI PRENATALE CITOGENETICA E MOLECOLARE
SU VILLI CORIALI
La diagnosi prenatale mediante villocentesi ha lo scopo di accertare la presenza di anomalie
cromosomiche numeriche e/o strutturali.
Esistono difetti congeniti che, non essendo associati ad anomalie cromosomiche, non possono essere
diagnosticati.
In rari casi non possono essere stabiliti con certezza le conseguenze cliniche associate ad una anomalia
cromosomica, i chiarimenti del caso saranno forniti in sede di consulenza.
Per ottimizzare l’affidabilità della diagnosi l'analisi viene effettuata con due metodiche, una rapida, di tipo
molecolare con risultato entro 48 ore, ed una di tipo citogenetico su colture cellulari a lungo termine con
tempo di risposta medio di 21 giorni dall'arrivo del campione in laboratorio.
Il campione di villi coriali pervenuto in laboratorio viene valutato e suddiviso in due aliquote al fine di
ottenere un preparato per l’analisi molecolare mediante QF-PCR per i cromosomi 13, 18, 21, X e Y ed un
preparato per l’analisi su colture cellulari.
Esiste una quantità minima di villi coriali al di sotto della quale non è possibile allestire entrambi i
preparati.
I criteri utilizzati per l’indagine citogenetica sono quelli raccomandati dalle linee guida della Società
Italiana di Genetica Umana e del Gruppo Europeo di Studio sulla Diagnosi Prenatale.
I criteri utilizzati per l’indagine con QF-PCR sono quelli raccomandati dalle linee guida della Società
Italiana di Genetica Umana, del Gruppo Europeo di Studio sulla Diagnosi Prenatale, della Association of
Clinical Cytogenetics (ACC-UK) e della Clinical Molecular Genetic Society (GMGS).
L’ analisi molecolare (QF-PCR) è basata sulla quantificazione in fluorescenza di segmenti di DNA
(STR) dei cromosomi 21, 18, 13, X, Y tramite metodiche di biologia molecole standardizzate. Vengono
quindi evidenziate solo le anomalie di numero inerenti i suddetti cromosomi, su questa metodica vanno
precisati alcuni punti:
- la QF-PCR non rileva alterazioni strutturali o di sequenza diverse da quelle utilizzate.
Non possono perciò essere evidenziate altre specifiche anomalie cromosomiche.
Il metodo risulta sensibile nella diagnosi delle trisomie 21, 18, 13, sia libere, che da
traslocazione, senza però poter distinguere le due forme. Potrebbero inoltre non
essere evidenziate aneuploidie in mosaico.
-
la sensibilità e la specificità della QF-PCR nei confronti delle trisomie 21, 18, 13 sono
del 100%.
- il rischio residuo di una anomalia cromosomica dopo l’esclusione delle aneuploidie
più frequenti con QF-PCR è circa l’1%
- per quanto concerne i cromosomi sessuali, è possibile che rare mutazioni
(delezioni,duplicazioni di siti specifici) e situazioni di instabilità microsatellitare
legate agli STR utilizzati per la determinazione del sesso, portino ad un risultato
discordante con il cariotipo. Spesso tali anomalie, sono trasmesse al feto da uno dei
due genitori e non presentano alcun effetto fenotipico.
- Cellule di origine materna (sangue, decidua) possono dare origine a referti non
informativi. Per questo motivo non si procederà all'analisi di campioni inadeguati.
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L’analisi citogenetica permette di individuare oltre che le anomalie di numero anche anomalie di
struttura, su questa metodica vanno precisati alcuni punti:
-
L'impossibilità di pervenire ad una diagnosi può verificarsi in rarissimi casi, per motivi
generalmente correlati ad una ridotta crescita dei villi in coltura o di scarsità del materiale
prelevato.
-
E' possibile che il risultato richieda, per una sua più corretta interpretazione, l'estensione
dell'esame citogenetico ai genitori o l'applicazione di ulteriori indagini molecolari.
-
La qualità dei preparati cromosomici non garantisce la possibilità di individuare anomalie
strutturali di ridottissima dimensione.
E' possibile che si verifichino casi con differente risultato fra le due analisi come nel caso di mosaicismi
confinati alla placenta. In questa circostanza potrebbe rendersi necessario procedere ad ulteriori
accertamenti, di cui la paziente verrà informata in sede di consulenza genetica.
Esiste la possibilità di errore diagnostico, limitata a rarissimi casi, dovuto a discordanza fra l’esito della
diagnosi citogenetica prenatale ed il cariotipo riscontrato alla nascita. Tale discordanza puo’ essere
imputata a cause diverse: contaminazione del campione con cellule di origine materna, mosaici a bassa
percentuale o presenza di anomalia di struttura non rilevabili con le tecniche applicate.
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CONSENSO ALLA DIAGNOSI CITOGENETICA SU MATERIALE ABORTIVO
L’indagine citogenetica ha lo scopo di accertare la presenza di anomalie cromosomiche
numeriche e/o strutturali.
Esistono difetti congeniti che, non essendo associati ad anomalie cromosomiche, non possono
essere diagnosticati mediante l’analisi citogenetica.
Per l’analisi su tessutI abortivi la componente cellulare viene messa in coltura allo scopo di
indurre una attiva replicazione cellulare, la quantità minima di campione necessaria per
l’allestimento delle colture è di 40-50 mg.
I criteri utilizzati per l’indagine citogenetica sono quelli raccomandati dalle linee guida della
Società Italiana di Genetica Umana e del Gruppo Europeo di Studio sulla diagnosi prenatale.
In base a queste considerazioni si rende necessario precisare alcuni punti:
11. L’impossibilità di pervenire ad una diagnosi può verificarsi in rari casi, per motivi correlati
ad una ridotta crescita cellulare in coltura, in questo caso sarà necessario ripetere il prelievo.
Tale eventualità verrà comunicata entro 12 giorni dall’arrivo del campione.
12. Il fatto che non vengano evidenziate anomalie cromosomiche non esclude la possibilità che
siano presenti alterazioni geniche o anomalie cromosomiche strutturali di ridottissima
dimensione.
13. E’ possibile che il risultato richieda, per una più corretta interpretazione, l’estensione
dell’esame citogenetico ai genitori o l’applicazione di indagini molecolari.
14. La refertazione è prevista entro 21 giorni dalla data dell’arrivo del campione in laboratorio.
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sopra descritto, di averlo compreso ed esprime il consenso all’analisi del cariotipo su materiale
abortivo.
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CONSENSO ALLA DIAGNOSI CITOGENETICA SU
BIOPSIE CUTANEE E/O ALTRI TESSUTI
L’indagine citogenetica ha lo scopo di accertare la presenza di anomalie cromosomiche
numeriche e/o strutturali.
Esistono difetti congeniti che, non essendo associati ad anomalie cromosomiche, non possono
essere diagnosticati mediante l’analisi citogenetica.
Per l’analisi su tessuto bioptico la componente cellulare viene messa in coltura allo scopo di
indurre una attiva replicazione cellulare, la quantità minima di campione necessaria per
l’allestimento delle colture è di 40-50 mg.
I criteri utilizzati per l’indagine citogenetica sono quelli raccomandati dalle linee guida della
Società Italiana di Genetica Umana e del Gruppo Europeo di Studio sulla diagnosi prenatale.
In base a queste considerazioni si rende necessario precisare alcuni punti:
15. L’impossibilità di pervenire ad una diagnosi può verificarsi in rarissimi casi, per motivi
correlati ad una ridotta crescita cellulare in coltura, in questo caso sarà necessario ripetere il
prelievo. Tale eventualità verrà comunicata entro 12 giorni dall’arrivo del campione.
16. Il fatto che non vengano evidenziate anomalie cromosomiche non esclude la possibilità che
siano presenti alterazioni geniche o anomalie cromosomiche strutturali di ridottissima
dimensione.
17. E’ possibile che il risultato richieda, per una piu’ corretta interpretazione, l’estensione
dell’esame citogenetico ai genitori o l’applicazione di indagini molecolari.
18. La refertazione è prevista entro 20 giorni dalla data dell’arrivo del campione in laboratorio.
Il/la sottoscritto/a ……………………………….……………
nato/a il:……………………….residente a:……………………………………………….
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sopra descritto, di averlo compreso ed esprime il consenso all’analisi del cariotipo su campione
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CONSENSO ALLA DIAGNOSI PRENATALE RAPIDA (QF-PCR)
L’indagine prenatale rapida su cellule di liquido amniotico o su campioni di villi coriali è basata
sulla quantificazione in fluorescenza di segmenti genici (STR) dei cromosomi 21, 18, 13, X, Y
tramite metodiche di biologia molecole standardizzate.
Vengono quindi evidenziate solo le anomalie di numero inerenti i suddetti cromosomi, con
risultato entro 48 ore dall’arrivo del campione in laboratorio.
In base a queste considerazioni si rende necessario precisare alcuni punti:
1
La QF-PCR non rileva alterazioni strutturali o sequenze diverse da quelle utilizzate.
Non possono perciò essere evidenziate altre specifiche anomalie cromosomiche.
Il metodo risulta sensibile nella diagnosi delle trisomie 21, 18, 13, sia libere, che da
traslocazione, senza però poter distinguere le due forme.
Potrebbero inoltre non essere evidenziate aneuploidie a mosaico.
2
La sensibilità del metodo rispetto al cariotipo completo è del 98.6%.
3
La sensibilità e la specificità della QF-PCR nei confronti delle trisomie 21, 18, 13 sono del
100%.
4
Per quanto concerne i cromosomi sessuali, è' possibile che rare mutazioni (delezioni,
duplicazioni di siti specifici) e situazioni di instabilità microsatellitare legate agli STR
utilizzati per la determinazione del sesso, portino ad un risultato discordante con il cariotipo.
Spesso tali anomalie, sono trasmesse al feto da uno dei due genitori e non presentano alcun
effetto fenotipico.
5
La trisomia non può essere distinta dalla triploidia (condizione molto più grave).
6
Cellule di origine materna (sangue, decidua) possono dare origine a referti non informativi.
Per questo motivo non si procederà all'analisi di campioni francamente ematici.
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sopra descritto, di averlo compreso ed esprime il consenso all’analisi prenatale rapida su
campione di……………………..
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CONSENSO ALL’ANALISI DI SCREENING PER LA FIBROSI CISTICA
La fibrosi cistica (FC) è una malattia genetica Che si trasmette come carattere autosomico recessivo, vale
a dire il gene coinvolto (CFTR) è localizzato su un cromosoma non sessuale e che la malattia si
manifesta in un soggetto quando entrambi i genitori sono eterozigoti, cioè “portatori sani” del difetto
genetico (mutazione). Ogni figlio che nasce da due genitori eterozigoti per una mutazione nel gene CFTR
ha 1 probabilità su 4 di sviluppare la malattia.
Le mutazioni del gene CFTR sono molto numerose, fino ad ora ne sono state individuate piu’ di 1300.
Di routine vengono analizzate le 35 mutazioni piu’ frequenti, considerato che la loro frequenza presenta
variazioni regionali, la sensibilità del test cambia da regione a regione, in Emilia Romagna è del 75%.
In base a queste considerazioni si rende necessario precisare alcuni punti:
4. Il test risulta negativo in entrambi i genitori: il rischio riproduttivo si riduce a livelli trascurabili.
5. Il test risulta positivo per un genitore e negativo per l’altro: considerata la sensibilità del test, per
il genitore risultato negativo la probabilità di essere eterozigote per una mutazione si riduce
sensibilmente ma non può essere del tutto esclusa, di conseguenza il rischio riproduttivo che rimane è
superiore a quello presente nella popolazione generale.
6. Il test risulta positivo per entrambi i genitori: il rischio riproduttivo è del 25% e quindi risulta
indicata la diagnosi prenatale.
La quantità minima di campione necessaria per l’analisi è di 3 ml, quella ottimale è di 6-7 ml.
Il tempo richiesto per l’esecuzione dell’analisi è di … giorni. In rari casi esiste la possibilità che
l’esecuzione delle analisi subiscano un ritardo per motivi correlati ad una scarsa qualità/quantità del DNA
isolato o per problemi tecnici insorti nel corso dell’esame.
La/Il sottoscritta/o ……………………………….………………………….
Nata/o il :…………………… Residente a:……………………………………………………………
Dichiara di essere stato/a informato/a dal Dr……………………………………………. di quanto sopra
descritto, di averlo compreso ed esprime il consenso all’analisi di screening per la fibrosi cistica su
campione di sangue periferico.
Data: …………………………..
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Rev.1 (20/10/08)
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L A B O R AT O R I O M E N D E L G E N E T I C A M E D I C A S . R . L .
VIA BELLINZONA N° 47/D • 41100 • MODENA
TEL:059/306502, FAX: 059/ 395233
CONSENSO ALL’ANALISI PER LA RICERCA DELLA MUTAZIONE NELLA
SINDROME DELL’ X - FRAGILE TIPO A (FRAXA)
La sindrome dell’X fragile (Sindrome di Martin-Bell) è una forma di ritardo mentale trasmessa
come carattere legato al cromosoma X , ciò implica che la malattia si manifesta con una
probabilità del 50%, nei figli maschi di una madre portatrice sana della mutazione genetica.
La malattia è dovuta ad una mutazione del gene FMR1 che consiste in una espansione nella
lunghezza di una particolare sequenza del DNA localizzata all’inizio del gene.
La mutazione del gene FMR1 presenta inoltre alcune peculiarità che complicano il processo
analitico, per cui secondo quanto affermato nelle linee guida proposte dalla SIGU “ non esiste un
singolo test che riesca a riconoscere tutte le caratteristiche molecolari della mutazione del gene
FMR1”, ne consegue che l’approccio diagnostico corretto consiste nell’utilizzo di due tecniche
complementari, il Southern blot e la PCR.
In base a quanto detto è necessario precisare alcuni punti:
5. Il Southern Blot è una metodica di piu’ complessa esecuzione rispetto alla PCR non essendo
possibile alcuna automazione, i tempi di esecuzione variano da 7 a 10 giorni e la quantità di
DNA necessaria è decisamente superiore a quella utilizzata nella PCR.
6. In una percentuale di casi che va dal 5% al 10% i dati del Southern Blot possono risultare di
difficile interpretazione, in questi casi si rende necessaria la ripetizione dell’analisi.
7. La negatività del test non esclude la possibilità di comparsa di ritardo mentale. Tale
condizione, sia isolata o compresa in un quadro sindromico, è caratterizzata infatti da una
notevole eterogeneità genetica, cioè diversi geni possono essere responsabili di questo quadro
clinico.
8. Il tempo richiesto per l’analisi completa e di 3-4 settimane. In caso di urgenza 10 – 15 giorni.
9. La sottoscritta ………………………………………………….
nata
il
:……………………
Residente
a: …………………………………………………………………..
Dichiara di essere stata informata dal Dr……………………………………………. di quanto
sopra descritto, di averlo compreso ed esprime il consenso all’analisi prenatale per la S. di
Martin-Bell su campione di ………………………………………………
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CONSENSO INFORMATO PER L’ANALISI MOLECOLARE DI DELEZIONE NELLE
REGIONI DEL CROMOSOMA Y CORRELATE AI DIFETTI DELLA SPERMATOGENESI
Le microdelezioni del cromosoma Y sono alterazioni genetiche frequentemente riscontrate nei
maschi con oligo-azoospermia.
I marcatori utilizzati nell’analisi sono costituiti da 4 brevi sequenze di DNA localizzate
all’interno di tre regioni del cromosoma Y associate con la infertilità maschile (AZFa, AZFb e
AZFc).
La metodica analitica rivela la presenza o la assenza di queste sequenze ma non è in grado di
valutare l’estensione della delezione o la presenza di mutazioni a livello di singolo gene.
Per l’analisi molecolare il DNA da esaminare viene estratto dai linfociti del sangue ed una
aliquota di DNA viene analizzata mediante amplificazione specifica delle sequenze bersaglio
presenti nelle regioni analizzate.
In base a queste considerazioni vengono precisati alcuni punti:
1. Valutando l’insieme delle casistiche la presenza di microdelezioni nelle regioni AZF in
pazienti infertili è del 10 - 15%.
2. Il fatto che non vengano evidenziate microdelezioni non esclude la possibilità che siano
presenti mutazioni a livello genico nelle regioni analizzate o in altre regioni del genoma.
3. La refertazione è prevista entro 12 giorni dalla data dell’arrivo del campione in
laboratorio.
Il sottoscritto ……………………………….………………………….
nato il:……………………………..residente a:………………………………………………..
Dichiara di essere stata informata dal Dr……………………………………………. di quanto
sopra descritto, di averlo compreso ed esprime il consenso all’analisi per la ricerca di
microdelezioni del cromosoma Y.
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CONSENSO ALLA DIAGNOSI CITOGENETICA SU CELLULE
DEL SANGUE PERIFERICO
L’indagine citogenetica ha lo scopo di accertare la presenza di anomalie cromosomiche
numeriche e/o strutturali.
Esistono difetti congeniti che, non essendo associati ad anomalie cromosomiche, non possono
essere diagnosticati mediante l’analisi citogenetica.
Per l’analisi su sangue periferico la componente cellulare viene raccolta e messa in coltura allo
scopo di indurre una attiva replicazione cellulare, la quantità minima di campione necessaria per
l’allestimento delle colture è di 3 ml, quella ottimale è di 5 ml.
I criteri utilizzati per l’indagine citogenetica sono quelli raccomandati dalle linee guida della
Società Italiana di Genetica Umana e del Gruppo Europeo di Studio sulla diagnosi prenatale.
In base a queste considerazioni si rende necessario precisare alcuni punti:
19. L’impossibilità di pervenire ad una diagnosi può verificarsi in rarissimi casi, per motivi
correlati ad una ridotta crescita cellulare in coltura, in questo caso sarà necessario ripetere il
prelievo di sangue. Tale eventualità verrà comunicata entro 4-5 giorni.
20. Il fatto che non vengano evidenziate anomalie cromosomiche non esclude la possibilità che
siano presenti alterazioni geniche o anomalie cromosomiche strutturali di ridottissima
dimensione.
21. E’ possibile che il risultato richieda, per una sua piu’ corretta interpretazione, l’estensione
dell’esame citogenetico ai genitori o l’applicazione di indagini molecolari.
22. La refertazione è prevista entro e non oltre 15 giorni dalla data dell’arrivo del campione in
laboratorio.
Il/la sottoscritto/a ……………………………….……………
Nato/a il:……………………….residente a:……………………………………………….
Dichiara di essere stato/a informato/a dal Dr……………………………………………. di quanto
sopra descritto, di averlo compreso ed esprime il consenso all’analisi del cariotipo su sangue
periferico.
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