Corso di Preparazione ai Test
d’Ingresso
CULTURA GENERALE
I VERBI
Indicativo = modo della realtà, della certezza.
Presente: indica il fatto, l’azione, il modo di essere che si
svolgono o sussistono nel momento in cui si parla
Faccio una passeggiata
La luna gira intorno al sole
Imperfetto: esprime la durata o la ripetizione nel passato.
È il tempo della descrizione.
La stazione era deserta. Carla indossava un soprabito
scuro. L’orologio segnava le venti e trenta
La stazione fu deserta. Carlo indossò un soprabito scuro.
L’orologio segnò le venti e trenta
I VERBI
Indicativo = modo della realtà, della certezza.
Passato prossimo: esprime un fatto compiuto nel passato,
ma che ha ancora relazione con il presente
Ho imparato l’inglese durante un soggiorno negli USA
Moravia ha scritto Gli indifferenti
Passato remoto: indica un’azione conclusa nel passato,
prescindendo dai rapporti con il presente.
Si una per mettere in evidenza l’inizio e la fine di
un’azione
Moravia scrisse Gli indifferenti dal 1925 al 1928
I VERBI
Indicativo = modo della realtà, della certezza.
Trapassato prossimo: indica un fatto del passato,
anteriore a un altro fatto del passato
Mi ero appena addormentato, quando bussarono alla
porta
Trapassato remoto (passato remoto+participio passato):
indica un fatto anteriore al passato remoto. Si trova solo
nelle frasi temporali introdotte da quando, dopo che,
non appena, appena che
Non appena se ne fu andato, vennero a cercarlo
I VERBI
Indicativo = modo della realtà, della certezza.
Futuro semplice: indica un fatto che deve ancora
verificarsi.
Terminerò il lavoro entro una settimana
Imparerai questa poesia a memoria
Futuro anteriore: indica un evento futuro anteriore ad un
altro (ausiliare al futuro+participio passato)
Quando lo avrai visto, te ne renderai conto
Quando è iniziato lo spettacolo, saranno state le nove
I VERBI
Congiuntivo: è il modo della possibilità, del desiderio, del
timore, dell’opinione, del verosimile, dell’irreale. Viene
usato in proposizioni dipendenti da verbi che esprimono
incertezza, giudizio personale, partecipazione affettiva
Sembra che se ne vada
Preferisco che se ne vada
Ho paura che domani piova
Vogliamo che tutti partano subito
Trovo un peccato che tu sia mangiando così tanto
Sono contento che tutto vada bene
Nel caso che suonasse qualcuno, non aprite la porta
I VERBI
Congiuntivo: ha quattro tempi (presente, imperfetto,
passato, trapassato).
Presente e imperfetto (dica, dicesse) si usano per riferirsi
al presente
Passato e trapassato (sia partito, fosse partito) si usano
per riferirsi al passato
I VERBI
Condizionale: indica fatti, azioni, modi di essere in cui
prevale l’aspetto di eventualità, subordinata ad una
condizione. Ha due tempi: presente (vorrei) e passato
(avrei voluto)
Me ne andrei (se potessi)
Avrei voluto andarmene (se avessi potuto)
Imperativo: è il tempo del comando, dell’invocazione
Esci subito di qui! (presente)
Farai quello che dico io! (futuro)
I VERBI
Infinito: indica genericamente l’azione espressa dal verbo
senza determinazioni di persona e di numero
Infinito presente (andare, vedere, leggere…): indica un
rapporto di contemporaneità o di posteriorità rispetto al
tempo del verbo della frase reggente
Dice di conoscere…
Diceva di conoscere…
Il presente può svolgere funzione di sostantivo (il dovere,
l’avere…; tra il dire e il fare…)
Infinito passato (aver finito, essere andato…): indica un
rapporto di anteriorità
Dice di aver visto…
I VERBI
Participio: può svolgere la funzione di verbo e di
aggettivo (anche sostantivato). Il presente determina
solo il numero. Il passato determina il numero e il
genere.
Facente, facenti
Insegnante, insegnanti
Nato, nata, nati, nate
Candidato, candidata, candidati, candidate
I VERBI
Gerundio: indica un fatto che si svolge in rapporto a un altro,
espresso nella proposizione reggente da un verbo finito
Sbagliando s’impara
L’ho incontrato tornando a casa
Discutevamo passeggiando
Il presente (cantando, leggendo, udendo…) contribuisce a
formare le perifrasi andare+gerundio e stare+gerundio
Il tempo va migliorando
Sto studiando
Il passato (avendo cantato, avendo letto) non è molto usato, di
solito è sostituito con frasi esplicite
Avendo studiato è stato promosso
È stato promosso perché ha studiato
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Gli errori linguistici:
raddoppiamento/scempiamento
Accellerare
• Accelerare
Avvallo
• Avallo
Biricchino
• Birichino
Caltanisetta
• Caltanissetta
Collutazione
• Colluttazione
Eccezzionale
• Eccezionale
Esterefatto
• Esterrefatto
Macchiavelli
• Machiavelli
Missisipi
• Mississippi
Pressocché
• Pressoché
Scorazzare
• Scorrazzare
Errori linguistici: dissimilazione
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Appropiato
Areoporto
Metereologia
Peronospera
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Appropriato
Aeroporto
Meteorologia
Peronospora
Errori di ortografia
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Conoscienza
Coscenza
Ingegniere
Scenza
é, cioé, caffé, té
sè, nè, ventitrè, perchè,
benchè, affinchè, potè,
dovè
• ré, tré
• blù, sù
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Conoscenza
Coscienza
Ingegnere
Scienza
è, cioè, caffè, tè
sé, né, ventitré, perché,
benché, affinché, poté,
dové
• re, tre
• blu, su
Errori di ortografia
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Egli da
Egli fà, stà, và
Un di
Si (affermazione)
Vicere, ventitre
Rossoblu, lassu
Un pò
A mò di
Qual’è
Un’ altro, un’ amico
Un altra, un amica
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Egli dà
Egli fa, sta, va
Un dì
Sì
Viceré, ventitré
Rossoblù, lassù
Un po’
A mo’ di
Qual è
Un altro, un amico
Un’altra, un’amica
Errori morfologici e sintattici
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Che essi vadino, venghino
Che egli dasse, stasse
Non mi oso dire
Vorrei che tu vieni
Inerente il
Redarre
Transare
Un murales
Un silos
Un vigilantes
Le speci
Al lato pratico
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Che essi vadano, vengano
Che egli desse, stesse
Non oso dire
Vorrei che tu venissi
Inerente al
Redigere
Transigere
Un murale
Un silo
Un vigilante
Le specie
All’atto pratico
Le figure retoriche
Afèresi
= caduta di una vocale o di una
sillaba all’inizio di una
parola
Allegoria
=
espressione che ha un
significato nascosto e/o più
profondo rispetto a quello
letterale
Verno = inverno
Limosina = elemosina
Cicala = persona incurante del
futuro
Formica = persona laboriosa e
previdente
Inverno = periodo difficile della
vita
Le figure retoriche
Allitterazione
= ripetizione degli stessi suoni
all’inizio di due o più parole
successive
Amplificazione
=
tecnica di intensificazione
espressiva mediante il ricorso
a diverse formulazioni per
indicare un unico concetto
Far fuoco e fiamme
Tagliare la testa al toro
Tu solo il Santo, Tu solo il
Signore, Tu solo l’Altissimo
Le figure retoriche
Anacolùto
Anadiplòsi
= frattura nell’ordine sintattico
della frase mediante due
diverse costruzioni di cui la
prima non si lega alla
seconda
Voi da qualche giorno
aumentata la famiglia
è
Quelli che muoiono, bisogna
pregare Iddio per loro
=
ripresa all’inizio di un
enunciato di una o più parole
che si trovano alla fine
dell’enunciato precedente
Stavamo guadando un fiume, un
fiume melmoso e lento
Ma passavam la selva tuttavia, la
selva, dico, di spiriti spessi
Le figure retoriche
Anàfora
Anàstrofe
= ripetizione di una o più
parole all’inizio di enunciati
successivi
= inversione nell’ordine normale
di due parole (tipica dello stile
classicheggiante)
Per me si va nella città
dolente, per me si va ne
l’etterno dolore, per me si
va tra la perduta gente
Questa bella d’erbe famiglia e
d’animali
[questa bella famiglia d’erbe e
d’animali]
Le figure retoriche
Anfibologia
=
un discorso ambiguo;
espressione interpretabile in
due modi diversi
Antifrasi
= uso di una parola o di
un’espressione
con
un
significato opposto a quello
del significato reale
Paolo vede mangiare un pollo
Bene! Bravo (per rimproverare)
• è il pollo che mangia?
• è qualcuno che mangia un
pollo?
Ottimo risultato! (per
sottolineare una sconfitta)
Le figure retoriche
Antitesi
=
contrapposizione di due
parole o espressioni di
significato opposto
Guerra e pace
Ardo e sono un ghiaccio
Nulla e tutto il mondo
Antonomasia
= sostituzione di un nome proprio
con un nome comune (o
viceversa). Solitamente si usa
per indicare una persona
celebre non con il nome
proprio, ma con un appellativo
celebre
L’eroe dei due mondi =
Garibaldi
Il Salvatore = Gesù Cristo
Essere una Venere = una donna
di particolare bellezza
Che Babilonia = che confusione
Le figure retoriche
Apòcope
Brachilogia
= caduta di uno o più fonemi
alla fine di una parola
= espressione sintetica di un
pensiero, di solito realizzata
togliendo un elemento del
discorso comune a due o più
frasi
Farem = faremo
Sarem = saremo
Non era Teresa, ma Laura
(non si ripete il verbo era)
Le figure retoriche
Chiasmo
Climax/Gradazione
disposizione
inversa,
incrociata
di
elementi
concettualmente paralleli
(generalmente con schema AB,
BA)
= successione di parole con
significati progressivamente
più intensi o meno intensi
Le donne, i cavallier, l’arme,
gli amori
Vorrei un letto, una sedia, un
cantuccio dove riposare
(discendente)
=
Uno per tutti, tutti per uno
Vado, corro, volo! (ascendente)
Le figure retoriche
Ellissi
Endiadi
= consiste nel sottintendere
qualche elemento della frase
che può essere ricavato dal
contesto
= sostituzione di nome+aggettivo
o di nome+ complemente con
due nomi uniti da una
congiunzione
= Uso di due o più parole per
esprimere un unico concetto
A che ora parte il treno?
Alle nove (il treno parte è
sottinteso)
Canuto e bianco…
Far fuoco e fiamme…
Le figure retoriche
Ènfasi
Enjambement
= consiste nel mettere in rilievo
una parola o un’espressione
utilizzando una particolare
collocazione
all’interno
della frase
= si ha quando in una poesia la
frase non si conclude alla fine
del verso, ma continua nel
verso successivo
Sapeva tutto, lui!
(Lui sapeva tutto)
sol con un legno e con quella
compagna/
picciola da la qual non fui
diserto
Le figure retoriche
Epèntesi
Epofora/Epistrofe
= aggiunta di un suono non
etimologico per favorire la
pronuncia di una parola
= ripetizione di una o più parole
alla
fine
di
enunciati
successivi
Lanzichenecco
Landsknecht
Vedovo
Viduu(m)
Il silenzio dominava nella
foresta, gli animali stavano
misteriosamente tacendo nella
foresta
Le figure retoriche
Epitesi/ Paragoge
= aggiunta di un suono non
etimologico alla fine di una
parola, in genere per
agevolare la pronuncia
Autobusse (autobus)
Icchese (ics)
None (no)
Eufemismo
=
quando
si
sostituisce
un’espressione realistica con
una più attenuata
È morto =
Ha cessato di vivere
Se n’è andato in cielo
Si è spento
È scomparso
Le figure retoriche
Gioco di parole/ calembour
Hysteron proteron
figura retorica basata
sull’equivoco
fonico
o
semantico.
Viene
usato
molto
nel
linguaggio pubblicitario.
= espressione greca che significa
“l’ultimo come primo”. Si
tratta
del
rovesciamento
dell’ordine naturale (logico,
cronologico…) di un discorso
Firma la forma (di formaggio)
Sogna, s’addormenta e va a
letto
=
Cancellati tutti i voli (non di
aeroplani, ma delle zanzare)
Le figure retoriche
Ipàllage
= consiste nell’attribuire a una
parola ciò che si riferisce a
un’altra parola della stessa
frase
Le mura dell’alta Roma
(le alte mura di Roma)
Ipèrbato
=
consiste nell’invertire la
disposizione ordinaria degli
elementi di una frase
Ma valida venne una man dal
cielo
Tardo ai fiori ronzio di coleotteri
Gli occhi sono coperti da una
doppia notte
(entrambi gli occhi sono
coperti dalla notte)
Le figure retoriche
Iperbole
Ironia
= è un’espressione esagerata
per eccesso o per difetto
= è il parlare in modo che si
intenda il contrario di quello
che si dice
È un secolo che ti aspetto
Hai lavorato molto oggi!
Muoio di fame
Esco a fare due passi
Non si sveglia neppure con le
cannonate
Un ironia particolarmente
accentuata si definisce
sarcasmo
Le figure retoriche
Litòte
=
quando si esprime un
concetto negando il suo
contrario
Un uomo non intelligente
(stupido)
Una spesa non indifferente
(notevole)
Metafora
=
quando si trasferisce il
significato di una parola dal
senso proprio ad un senso
figurato
Lucia è una volpe
Una nuova stella del cinema
Piovevano proteste da tutte le
parti
Catacrèsi (assenza di parola)
Collo della bottiglia
Denti della sega
Lingua di fuoco
Le figure retoriche
Metonimia
Omotelèuto
= sostituzione di un termine
con un altro che ha con il
primo un rapporto di
contiguità
= si ha quando due o più parole
terminano nella stessa maniera
o in maniera simile
Un Martini (produttore per il
prodotto)
La
storia
dell’umanità
(astratto per il concreto)
Essere pieno di bile (concreto
per l’astratto)
Andarono, a stento arrivarono,
ma non ritornarono
Le figure retoriche
Ossimoro
Paronomàsia
= si ha quando si accostano
parole
di
significato
contrario.
Nell’ossimoro
spesso i significati delle
parole sono incompatibili
= accostamento di due parole
simili per suono
Non c’è pane senza pena
Un onore che è un onere
Un amaro piacere
Un oscuro chiarore
Un silenzio eloquente
Viva morte
Insostenibile leggerezza
dell’essere
Le figure retoriche
Perifrasi
Pleonasmo
= quando si sostituisce un
termine con una sequenza di
parole che hanno lo stesso
significato (detta anche
circonlocuzione)
= un’espressione ridondante, non
necessaria
Verso di sei piedi = esapodia
È mancato all’affatto dei suoi
cari = è morto
Aveva un orologio al suo polso
A me quel discorso non mi è
piaciuto
Le figure retoriche
Poliptoto
Preterizione
= ripetizione della stessa parola
in diverse forme e funzioni
= si ha quando si dichiara di non
voler dire una cosa che intanto
viene detta
Stare con le mani in mano
Era, è e sarà sempre così
Non ti dico che noia quella
conferenza…
Le figure retoriche
Prolèssi
Pròstesi
= anticipazione di un elemento
di una frase, per esempio del
pronome
= aggiunta di una vocale non
etimologica all’inizio di una
parola
Su questo non ho dubbi, che
c’era anche Elisabetta
Per iscritto
In ispecie
Le figure retoriche
Reticenza
Similitudine
= quando si interrompe una
frase ma si lascia intendere
ciò che non si dice
= è un confronto, un paragone
introdotto da come, simile a,
più di, sembra…
Se lo fai un’altra volta…beh,
mi hai capito!
Ti sei bagnato come un pulcino
L’Isonzo scorrendo mi levigava
come un suo sasso
Le figure retoriche
Sincope
= caduta di uno o più fonemi
all’interno di una parola
Spirto (spirito)
Opre (opere)
Sinèddoche
= consiste
nell’estendere o
restringere il significato di una
parola
Il mare è pieno di vele (barche)
(parte per il tutto)
I mortali (gli uomini)
(genere per la specie)
Il cane è il miglior amico (cani)
(singolare per plurale)
Non credere agli amici (amico)
(plurale per singolare)
Un marmo di Fidia (statua)
(la materia per l’oggetto)
Le figure retoriche
Topos
Traslato/ Tropo
= luogo comune. Argomenti o
espressioni che vengono
usati frequentemente
= figura semantica che consiste
nell’attribuire un significato
estensivo o metaforico a una
parola
Amore e morte
L’idillio amoroso
La notte pericolosa
Il mondo alla rovescia
L’amore guerresco
Metafora,
Metonimia
Sineddoche…
Le figure retoriche
Zèugma
= si ha quando uno stesso
termine è riferito a due o più
termini, mentre potrebbe
connettersi solamente con
uno di essi
Parlar e lagrimar vedrai
insieme
vedrai si adatta a lacrimare, ma
non a parlare perché le
parole non si possono
vedere