1 - Chiesa Cristiana Evangelica ADI di Napoli

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Mosè, condottiero del popolo di
Dio
Un Faraone, il re d'Egitto,
cominciò a temere i figli di
Giacobbe, che ora si
chiamavano israeliti.
"Gli Israeliti stanno
crescendo troppo ", disse,
"Se ci fosse una guerra,
potrebbero combattere
contro di noi e
distruggerci."
Per evitare che ciò
accadesse, Faraone li
rese schiavi e li costrinse
a svolgere un duro
lavoro.
Ma per quanto il loro lavoro
fosse diventato pesante, gli
israeliti continuavano a
crescere di numero; allora
Faraone emanò una legge
crudele in base alla quale
tutti i neonati nati da
genitori israeliti dovevano
essere annegati nel Nilo.
Avvenne che in una famiglia
israelita nacque un
bambino. Sua madre
sentiva che doveva fare
qualcosa per salvarlo.
Fece così un grande cesto
di canne che crescevano
vicino al fiume. Lo sigillò
con del catrame
appiccicoso in modo che
potesse galleggiare.
Poi adagiò il bambino nel
cestino e lo mise nel fiume
vicino alla riva. Sua
sorella, Miriam, a
distanza, vegliava sul
bambino.
Quel giorno, la figlia del faraone
scese al fiume per fare il bagno.
Notò quella strana cesta
galleggiante nel fiume e disse
alla sua serva: “Va’ a prendere
quel cestino". Quando vide il
bambino, lo amò.
Miriam allora uscì dal
nascondiglio e le chiese: "Vuoi
che ti vada a chiamare una
donna israelita che si prenda
cura del bambino?"
"Sì, lo voglio," rispose la
principessa.
Miriam corse a casa e raccontò
alla mamma tutto quello che era
successo. Poi prese la madre e
la portò dalla figlia del faraone.
“Prenditi cura del bambino e
riportamelo quando sarà più
grande", disse la principessa.
La madre del bambino fu
contenta perché si ricongiunse
col figlio, sapendo anche che
sarebbe stato al sicuro.
Quando il bambino si
fece più grande, sua
madre lo portò alla
figlia del faraone e
divenne suo figlio.
Lei lo chiamò Mosè
dicendo: "Io lo tirai
fuori dall'acqua."
Mosè divenne molto
istruito crescendo nel
palazzo del faraone.
Anche se era cresciuto in
un palazzo egiziano, Mosè
sapeva di essere un
israelita di nascita. Un
giorno vide che un egiziano
picchiava uno schiavo
israelita. Nella rabbia,
uccise l'Egiziano e ne
nascose il corpo nella
sabbia. Faraone scoprì ciò
che Mosè aveva fatto e
dichiarò che Mosè doveva
morire. Allora Mosè fuggì
dall'Egitto e si rifugiò nella
terra di Madian.
Un giorno Mosè
pascolava il
gregge a Oreb,
"la montagna di
Dio", quando
vide un roveto
ardente. Mosè
pensò: “che
strano! Questo
pruno brucia, ma
non si
consuma”.
Allora Dio parlò a Mosè dal
roveto ardente: "Mosè, togliti i
sandali, perché sei su un suolo
sacro“.
"Io sono il Dio di Abramo, di
Isacco e di Giacobbe. Ho
ascoltato le preghiere del mio
popolo e voglio mandarti per
condurli dall'Egitto in una terra
che scorre latte e miele".
"Chi sono io per condurre il tuo
popolo dall'Egitto?" chiese
Mosè.
Dio rispose: "Io sarò con te“.
"Chi devo dire loro che mi
manda?" Chiese Mosè.
Dio rispose: "Io sono quello che
sono. Dirai loro che l’Io sono ti
ha mandato“.
Come condottiero scelto da
Dio, Mosè vide molti grandi
miracoli. Uno di questi
miracolo fu quando i figli
d'Israele fuggirono davanti
all'esercito egiziano
attraversando il Mar Rosso.
Dio divise le acque per
permettere agli Israeliti di
giungere in tutta sicurezza
sulla terraferma. Quando
l'esercito egiziano li
inseguì, Dio richiuse le
acque su di loro e l'intero
esercito annegò nel mare.
Quando Dio lo chiamò a guidare il suo
popolo fuori dalla schiavitù, Mosè chiese:
"Chi sono io per condurre il tuo popolo?"
Dio rispose: "Io sarò con te."
Quando Dio ti chiama, ricorda .....
Egli sarà con te!
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