CuoreeLavoro2013_DIGIROLAMO

annuncio pubblicitario
Azienda AUSL di Reggio Emilia
UO Cardiologia - Ospedale Civile di Guastalla (RE)
Disturbi del ritmo e della
conduzione
Andrea Di Girolamo
CUORE E LAVORO
Le principali patologie cardiache di interesse per il medico del lavoro:
aspetti di fisiopatologia, clinica e percorsi diagnostici
28 Maggio 2013
Aula Magna Manodori – Università di Modena e Reggio Emilia
Cosa accade nella normalità ……..
Cosa accade nella normalità ……..
QRS
T
P
PR
ST
QT
V6
V5
V1
V2
V3
V4
Cosa accade nella normalità ……..
IL SISTEMA DI CONDUZIONE
nodo senoatriale (NSA)
vie di conduzione internodali
nodo atrioventricolare (NAV)
fascio di His
branca sinistra
branca destra
fibre di Purkinje
DERIVAZIONI ECG
Cosa accade nella normalità ……..
PRINCIPALI FASI dell’ATTIVAZIONE CARDIACA
Cosa accade nella normalità ……..
QUALCHE PARAMETRO ………
DIREZIONE DELLE
CORRENTI ELETTRICHE
DEPOLARIZZAZIONE: Inizia
nell’endocardio e si dirige verso
l’epicardio
RIPOLARIZZAZIONE: negli atri può
avvenire a partire dalla prima cellula
depolarizzata; nei ventricoli, invece,
viaggia in direzione opposta
(epicardio ➨ endocardio) a causa
dell’aumento pressorio
sull’endocardio durante la
contrazione
QRS
P = 0.12 sec
PR = 0.20 sec
QRS = 0.12 sec
QT = 0.44 sec
T
P
PR
ST
QT
Cosa accade nella normalità ……..
RITMO SINUSALE NORMALE
Cosa accade nella normalità ……..
FORMAZIONE DELL’IMPULSO A LIVELLO DEL NODO
SENO-ATRIALE
Cosa accade nella normalità ……..
DEPOLARIZZAZIONE ATRIALE
Cosa accade nella normalità ……..
ATTIVAZIONE DEL NODO ATRIO-VENTRICOLARE
Cosa accade nella normalità ……..
CONDUZIONE ATTRAVERSO LE BRANCHE
VENTRICOLARI
Cosa accade nella normalità ……..
CONDUZIONE ATTRAVERSO LE FIBRE DEL PURKINJE
Cosa accade nella normalità ……..
DEPOLARIZZAZIONE VENTRICOLARE
Cosa accade nella normalità ……..
FASE DI PLATEAU ED INIZIO DELLA
RIPOLARIZZAZIONE VENTRICOLARE
Cosa accade nella normalità ……..
RIPOLARIZZAZIONE VENTRICOLARE
IMPATTO CLINICO
Impatto emodinamico dell’aritmia e/o del blocco AV
 ANGINA
 SCOMPENSO
 SINCOPE e/o PRESINCOPE
 ASTENIA
STRUMENTI
 ECG
 ECOCARDIOGRAMMA
 ECG-HOLTER
 SEF
 DEVICE (PM;ICD)
 FARMACI
 PRCEDURE di ABLAZIONE
DISTURBI DI CONDUZIONE
Ovvero dove la strada s’interrompe ………
DISTURBI DI CONDUZIONE
Il tempo necessario per il passaggio dello
stimolo dal nodo SA al tessuto muscolare
ventricolare e’ rappresentato dall’intervallo PR
(normale se inferiore a 0.20 sec).
Se vi è una qualunque interferenza con tale
processo di conduzione  “blocco atrioventricolare” (BAV).
BLOCCO ATRIO-VENTRICOLARE DI I° GRADO
L’onda di depolarizzazione viene condotta ai ventricoli
con un rallentamento lungo la via di conduzione → si
osserva un prolungamento dell’intervallo PR definito
come “blocco atrio-ventricolare di I° grado”
BLOCCO ATRIO-VENTRICOLARE DI II° GRADO
il processo di depolarizzazione non è in grado di
passare attraverso il nodo AV o il fascio di His →
quando ciò avviene in maniera intermittente →
“blocco atrio-ventricolare di II° grado”
3 differenti varianti:
1.
2.
3.
BAV II° tipo Mobitz 1 (periodismo di Luciani-Wenkebach)
BAV II° tipo Mobitz 2
BAV II° con conduzione variabile 2:1; 3:1, ecc.
BLOCCO ATRIO-VENTRICOLARE DI II° GRADO
Blocco atrio-ventricolare di II° grado – Mobitz 1
(periodismo Luciani-Wenkebach)
progressivo allungamento dell’ intervallo PR che culmina con la
mancata conduzione di un battito atriale ai ventricoli; segue un
battito condotto con un più breve intervallo PR e il ciclo si ripete
BLOCCO ATRIO-VENTRICOLARE DI II° GRADO
Blocco atrio-ventricolare di II° grado – Mobitz 2
rara condizione in cui la maggior parte dei battiti viene condotta
con un intervallo PR costante; occasionalmente si assiste ad
una depolarizzazione atriale non seguita da alcuna contrazione
ventricolare
BLOCCO ATRIO-VENTRICOLARE DI II° GRADO
Blocco atrio-ventricolare di II° grado a conduzione
variabile (2:1, 3:1 ecc)
alternanza di battiti atriali condotti e non condotti (o un battito
atriale condotto e 2 non condotti); cio’ determina la presenza di
2 o più onde P per ogni complesso QRS. Questo fenomeno
viene definito come conduzione 2:1, 3:1 e così via ……
BLOCCO ATRIO-VENTRICOLARE DI III° GRADO
la depolarizzazione atriale è normale, ma nessun battito
atriale viene condotto ai ventricoli; gli intervalli RR
(bradicardici) sono regolari, quelli PP sono regolari ma
non esiste rapporto alcuno tra i due
BLOCCHI DI BRANCA
in caso di blocco di una delle
due branche, l’impulso
raggiunge rapidamente il
ventricolo non interessato dal
blocco poi, viaggiando
lentamente nel miocardio
comune, raggiunge l’altro
ventricolo. Come conseguenza
(caratteristica comune a tutti i
blocchi di branca) il complesso
QRS presenta una durata
superiore a 0,12 secondi
BLOCCO DI BRANCA DESTRO (BBDx)
Il blocco di branca
destra viene meglio
visualizzato nella
derivazione V1 nella
quale compare un
aspetto RSR1
BLOCCO DI BRANCA SINISTRA (BBSx)
Il blocco branca
sinistra viene meglio
visualizzato nella
derivazione V6 dove
si osserva un
complesso QRS
slargato, con l’apice
indentato che
somiglia alla lettera
“M”
BLOCCHI DI BRANCA – BLOCCHI COMPOSTI
se la larghezza del complesso QRS è inferiore a 0.12” ma superiore
a 0.09” si parla di Blocco di Branca Incompleto.
Se compare una deviazione assiale sx > -15° (complessi QRS
negativi in DII, DIII, AVF) + onda S profonda in V5-V6 si parla di
Emiblocco Anteriore Sx. (EASx) → il blocco coinvolge solo il
fascicolo anteriore della branca di sx.
Blocco bifascicolato
Blocco di branca Dx + Emiblocco Anteriore Sx
Blocco trifascicolato
BAV I° + Blocco di branca Dx + Emiblocco Anteriore Sx
BLOCCHI DI BRANCA – BLOCCHI COMPOSTI
BLOCCHI ATRIO-VENTRICOLARI ……. CHE FARE??
 Blocco atrio-ventricolare di I° grado
 spesso si osserva in soggetti normali
 non è necessaria alcuna azione specifica
 Blocco atrio-ventricolare di II° grado
 il blocco tipo Mobitz 1 (Luciani-Wenckebach), se asintomatico, non
necessita di solito di trattamento
 il blocco tipo Mobitz 2 specie ed il Blocco 2:1 costituiscono
un’indicazione all’impianto di uno stimolatore cardiaco, specialmente se
il paz. è sintomatico (es. sincope) e la frequenza ventricolare è
particolarmente bassa
 Blocco atrio-ventricolare di III° grado
 quando non dovuto a dimostrabili effetti farmacologici, è sempre indice
di una grave patologia del sistema di conduzione - spesso di origine
fibrotica o ischemica
 è necessario l’impianto di uno stimolatore artificiale, talvolta temporaneo
in caso di infarto miocardico acuto (specie inferiore) od intossicazioni da
farmaci, permanente in tutte le altre condizioni
BLOCCHI DI BRANCA ….. CHE FARE??
 Blocco di branca destra
 in genere non patologico, occasionalmente associato alla presenza
di un difetto del setto interatriale, se insorto acutamente, di
un’embolia polmonare
 non è necessario alcun specifico trattamento
 Blocco di branca sinistra
 normalmente non patologico, occasionalmente associato alla
presenza di una stenosi valvolare aortica o di una cardiopatia
ischemica
 se il paziente è asintomatico non è necessario alcun tipo di
trattamento
 se il paziente ha recentemente accusato una sintomatologia
dolorosa precordiale il blocco di branca sinistra può essere indicativo
d’infarto miocardico acuto
PACE-MAKER
un tracciato elettroindotto si caratterizza per la presenza di
precise e rapide deflessioni positive (spike) sul tracciato
Due tipi di stimolazione:
1) Stimolazione MONOCAMERALE
2) Stimolazione BICAMERALE
Codice di stimolazione → es VVIR
1° lettera  camera stimolata (A,V,D,O)
2° lettera  camera “sentita” (A,V,D,O)
3° lettera  cosa fa il PM quando “sente” ……. (I,T,D,O)
4° lettera  opzionale … quando presente è R (rate response)
PACE-MAKER – STIMOLAZIONE MONOCAMERALE
è caratterizzata da presenza di un solo catetere (in genere in
ventricolo dx).
Sul piano ECG-grafico si osservano “spike” che compaiono
quando la FC scende sotto il livello programmato.
Quando la FC è particolarmente bassa s’instaura un ritmo
stabilmente elettroindotto caratterizzato da “spike” a FC fissa
seguiti da un QRS “slargato” tipo Blocco di Branca (stimolazione
di tipo VVI).
esistono stimolatori monocamerali posizionati in atrio
→ in questo caso lo “spike” precede l’onda P che a sua volta
governa il complesso QRS successivo; sono i casi in cui, in
presenza di un’efficiente conduzione AV, vi è una carenza del
“pace-maker” sinusale fisiologico (stimolazione di tipo AAI).
PACE-MAKER – STIMOLAZIONE BICAMERALE
caratterizzata dalla presenza di due cateteri (sia in atrio che in
ventricolo dx)
è la più diffusa ed è utilizzata nel maggior parte delle patologie
causa d’indicazione all’elettrostimolazione (es. blocchi AV di II° e
III° etc…)
sul piano ECG-grafico si osservano tracciati con “spike” che
possono comparire sia davanti all’onda P che davanti al QRS,
oppure solo davanti al QRS nei casi in cui il PM “percepisce” la
contrazione P spontanea e si limita a stimolare il ventricolo
(stimolazione di tipo DDD)
anche in questo caso lo “spike” ventricolare è seguito da un QRS
che appare di solito piuttosto “slargato”
DISTURBI DEL RITMO
Alla scoperta dei misteri del cardiopalmo …….
… se il respiro modifica il ritmo cardiaco ….
ARITMIA SINUSALE RESPIRATORIA
EXTRASISTOLI
qualunque parte del cuore può depolarizzarsi
prima di quanto dovrebbe ed il conseguente
battito cardiaco viene definito “extrasistole”
(ectopico/contrazione prematura)
BESV hanno
anomala morfologia
dell’onda P
EXTRASISTOLI
Le extrasistoli originanti a livello
ventricolare (BEV) presentano
un complesso QRS anomalo,
tipicamente slargato, ma che
può avere virtualmente una
forma qualsiasi.
EXTRASISTOLI
TACHICARDIE
si parla di tachicardia quando la frequenza cardiaca è > 100 bpm
Tachicardia Sinusale: quando l’onda P è generata dal nodo del
seno. La tachicardia sinusale è fisiologicamente presente durante lo
sforzo o in situazioni di stress, può essere però legata anche a
patologie sistemiche (febbre, ipertiroidismo, etc)
Tachicardie non Sinusali: non generate dal nodo SA
a) Tachicardia Sopraventricolare: i focolai sono localizzati a livello
atriale o giunzionale (nodo AV).
b) Tachicardia Ventricolare: i ventricoli si attivano in maniera
ripetitiva.
TACHICARDIE SOPRAVENTRICOLARI
Tachicardia Atriale
gli atri si contraggono ad una
frequenza superiore a 150 bpm; il
nodo AV non è in grado di condurre
frequenze di scarica atriale
superiori a 200 bpm per cui se la
frequenza atriale supera tale valore
compare un “blocco atrioventricolare” alcune onde P non
vengono seguite da complessi QRS
TACHICARDIE SOPRAVENTRICOLARI
Tachicardia Giunzionale (o nodale)
TACHICARDIE SOPRAVENTRICOLARI
Flutter atriale
Elevata FC atriale  nodo AV “filtra” solo una certa quota di stimoli
Si possono suddividere in:
Comuni (caratteristico aspetto a “denti di sega” asimmetrici nelle derivazioni
inferiori)
Non Comuni (caratteristico aspetto a “denti di sega” simmetrici nelle
derivazioni inferiori)
Atipici con morfologia delle onde non a “denti di sega” ed eventualmente con
una linea isoelettrica interposta
TACHICARDIE SOPRAVENTRICOLARI
Flutter atriale
quando la tachicardia atriale o il flutter atriale si associano ad un
blocco 2:1 è necessario osservare attentamente la presenza di onde
P aggiuntive
TACHICARDIE SOPRAVENTRICOLARI DA RIENTRO
TPSV
Substrato + Trigger = RIENTRO
TACHICARDIE SOPRAVENTRICOLARI DA RIENTRO
TACHICARDIE SOPRAVENTRICOLARI DA RIENTRO
VIA ACCESSORIA + NODO  RIENTRO
2 tipi:
– ORTODROMICA
da A a V attraverso il nodo AV poi lungo la via accessoria
complessi QRS stretto
– ANTIDROMICA
da A a V attraverso la via accessoria poi per il nodo AV
complessi QRS largo
ortodromica
ooo
antidromica
WOLFF-PARKINSON-WHITE (WPW)
VIA ACCESSORIA: fascio di Kent
Ortodromica 90%
Antidromica 10%
PR corto, QRS slargato, onda DELTA
TACHICARDIA VENTRICOLARE
il focolaio di depolarizzazione è localizzato a livello del ventricolo e
scarica ad elevata frequenza (causando, in pratica, una serie di
extrasistoli ventricolari ripetute)  il ritmo generato viene denominato
“tachicardia ventricolare”.
Il processo di depolarizzazione viene diffuso attraverso anomale vie di
conduzione nel tessuto miocardico ventricolare ed il complesso QRS
assume un aspetto slargato ed anomalo. A livello elettrocardiografico
si definisce TV la presenza di 3 o più battiti di origine ventricolare in
successione ad una frequenza maggiore di 100 al minuto.
TACHICARDIA VENTRICOLARE
la diagnosi di tachicardia a complessi larghi è una delle
più difficili in elettrocardiografia poichè ci si può trovare
di fronte a diverse possibilità, che però presentano una
morfologia “estetica” del tracciato simile:
1. Tachicardia ventricolare
2. Tachicardia sopraventricolare condotta con
abberranza
3. Tachicardia sopraventricolare associata ad un
blocco di branca pre-esistente
4. Tachicardia sopraventricolare condotta tramite
una via accessoria (tachicardia pre-eccitata)
TACHICARDIA VENTRICOLARE
Criteri Diagnostici
La frequenza di solito è compresa tra 140-250 batt/min. I complessi
QRS sono larghi (> 0.12 sec.) a morfologia costante.
Principali criteri diagnostici  verificare la presenza di un’eventuale:
1.
2.
3.
Dissociazione atrio-ventricolare (A-V): mancanza di rapporti costanti tra
onde P e complessi QRS, in altre parole si possono notare onde P
regolari tra di loro, intervalli RR regolari, onda P in rapporto variabile con
il QRS
Concordanza delle derivazioni precordiali: complessi QRS interamente
positivi, cioè con R monofasica, o completamente negativi con
morfologia QS in tutte le derivazioni
Un’ulteriore segno fortemente suggestivo di tachicardia ventricolare,
anche se raro, è la comparsa di qualche battito più stretto in mezzo alla
tachicardia a complessi larghi, se vi è inoltre presente davanti un’onda P
si può parlare di battiti di “cattura” o “fusione”, che sono segni specifici
di TV
TACHICARDIA VENTRICOLARE
Torsione di punta
rappresenta una particolare una forma di Tachicardia Ventricolare
polimorfa caratterizzata in genere da una frequenza di 140-180 bpm
con complessi QRS che nel corso dell’aritmia cambiano
completamente la polarità, “torcendosi” letteralmente intorno
all’isoelettrica.
In genere viene innescata da un BEV su di un ritmo in genere
caratterizzato da un intervallo QT lungo.
E’ un’aritmia spesso secondaria all’uso di farmaci e molto pericolosa
in quanto può facilmente degenerare in una Fibrillazione
Ventricolare.
FIBRILLAZIONE VENTRICOLARE
Se le fibre muscolari ventricolari cominciano a
contrarsi in maniera indipendente le une dalle altre
 non è possibile identificare alcun complesso QRS e
l’ECG è totalmente disorganizzato.
FIBRILLAZIONE VENTRICOLARE
FIBRILLAZIONE ATRIALE
Quando sono le singole fibre muscolari atriali a contrarsi in
maniera indipendente, non si osserva alcuna onda P
sull’elettrocardiogramma, ma soltanto una linea irregolare
sostituita, a volte, da deformazioni irregolari, disordinate, di basso
voltaggio dalla linea isoelettrica.
La fibrillazione atriale (FA) rappresenta l’aritmia ipercinetica più
comune nella popolazione. La frequenza cardiaca (FC) con cui si
presenta è la più varia da elevatissima a bradiaritmica (talvolta
s’impone la necessità d’impiantare uno stimolatore artificiale).
Anche se non costituisce elemento di certezza, in genere la FA di
recente insorgenza mostra una FC elevata (>100 bpm) mentre una
forma cronica di solito presenta frequenze normali o basse.
Significativo impatto in termini di mortalità, morbidità (ICTUS) e
ospedalizzazione
Vidaillet et al. Am J Med 2002;113:365-370
FIBRILLAZIONE ATRIALE
Gli elementi diagnostici
indicativi sono:
• Assenza dell’onda P
• Irregolarità
dell’intervallo RR
FIBRILLAZIONE ATRIALE
FIBRILLAZIONE ATRIALE – strategie terapeutiche
Quando si manifesta acutamente è importante riuscire a
“datare” l’insorgenza dell’aritmia poichè si hanno a
disposizione 48 h per tentare una cardioversione elettrica e/o
farmacologica (oltre le 48 h è elevato il rischio che si siano già
formati dei trombi)
ECG; ecocardiogramma (EF, dimensioni cavitarie,
reflussi valvolari)
Flecainide, propafenone, amiodarone/DC-SHOCK
Se l’aritmia non è databile è possibile programmare la CV in
un secondo momento dopo almeno 4 settimane di
scoagulazione con TAO efficace (INR tra 2 e 3)
FIBRILLAZIONE ATRIALE – strategie terapeutiche
Controllo del RITMO
 PROPAFENONE
 FLECAINIDE
 AMIODARONE
 CVE
 ABLAZIONE (crio; RF)
Controllo della FREQUENZA
 β BLOCCANTI
 DIGOSSINA
 Ca-ANTAGONISTI (verapamil)
 ABLATE & PACE
FIBRILLAZIONE ATRIALE
TAO
ESC guidelines of AF – EHJ 2010;31:2369-2429
SINDROME DI BRUGADA
è una patologia aritmogena familiare a
trasmissione autosomica dominante che
può provocare sincopi e morte cardiaca
improvvisa in soggetti di giovane età
(tipicamente tra la terza e la quarta decade
di vita) in assenza di anomalie strutturali
del cuore
Tre tipi pattern ecg
Prevalenza 1-5 per 10000 abitanti
Mutazioni di geni x canali ionici (Na, Ca;
es SCN5A)
Alterazioni dinamiche (es. febbre)
Alcuni farmaci possono indurre alterazioni
ecg simil Brugada (es. antidepressivi
triciclici)
SINDROME DI BRUGADA
SINDROME QT lungo
La sindrome del QT lungo (LQTS) è una patologia responsabile di sincopi e morte
cardiaca improvvisa soprattutto in soggetti giovani, in assenza di anomalie
strutturali del cuore.
Sono attualmente note sei forme di LQTS : quattro di queste (LQT1, LQT2, LQT5,
LQT6) sono associate a mutazioni su canali ionici responsabili di correnti
ripolarizzanti del potassio, la forma LQT3 è invece dovuta a mutazioni sul gene
SCN5A per la corrente del sodio.
LQT1: esercizio e sforzo
fisico intenso
LQT2: emozioni o risvegli
improvvisi
LQT3: sonno o riposo
Terapia:
betabloccanti/ICD
SINDROME QT corto
Malattia autosomica dominante
Inducibilità al SEF di FV
Sincope (30% dei casi) e morte improvvisa spt in giovane età
intervallo QT < 330 msec ad FC di 60 bpm  sospetto clinico
Tp: chinidina/flecainide/ICD
TACHICARDIA VENTRICOLARE CATECOLAMINERGICA
Malattia autosomica dominante (rianodina) e recessiva
(calciosequestrina) caratterizzata da insorgenza di tachiaritmie
ventricolari da stress emotivo e/o durante esercizio fisico
Familiarità in oltre 30% dei casi; comparsa: 1° o 2° decade di vita
ARITMIE …… CHE FARE?
1. in caso di ritmi sinusali sia lenti che veloci, occorre soprattutto
trattare la causa sottostante e non l’anomalia del ritmo
2. Le extrasistoli quasi mai necessitano di trattamento
3. In pazienti con grave instabilità emodinamica o marcata
ipotensione legata alla tachicardia, dovrebbe essere presa
precocemente in considerazione la cardioversione elettrica al fine
di ottenere un rapido ripristino del ritmo sinusale
4. I pazienti affetti da spiccata bradicardia con grave
compromissione dello stato di compenso emodinamico possono
essere trattati farmacologicamente (atropina), ma se tale approccio
non risultasse efficace devono essere sottoposti ad
elettrostimolazione
ARITMIE …… CHE FARE?
5. Il primo trattamento di qualunque tachicardia anomala è costituito dalla
compressione del seno carotideo, questa manovra (mai effettuarla
contemporaneamente bilateralmente!) dovrebbe essere eseguita solo sotto
monitoraggio elettrocardiografico e può essere di ausilio anche per la diagnosi:
• tachicardia sinusale - la compressione determina un graduale e transitorio
rallentamento della frequenza cardiaca;
• tachicardia atriale e giunzionale - la compressione può rallentare
temporaneamente la frequenza ventricolare oppure essere inefficace;
• flutter atriale - la compressione del seno carotideo solitamente determina un
transitorio aumento del blocco atrio-ventricolare (ad esempio da 2:1 a 3:1) con
temporaneo rallentamento della frequenza ventricolare;
• fibrillazione atriale e tachicardia ventricolare - la compressione del seno
carotideo non sortisce alcun effetto
6. Le tachicardie a QRS stretto dovrebbero essere trattate inizialmente, ove
possibile, con adenosina (provoca rapido e reversibile blocco del nodo AV);
7. Le tachicardie a QRS largo, minacciose (specie in corso d’ischemia cardiaca),
dovrebbero essere trattate inizialmente con lidocaina
Scarica