La_rivoluzione_inglese_bis

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La rivoluzione
inglese
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La rivoluzione inglese 1 e 2
Le politiche assolutistiche
Il governo di Giacomo I
Il governo di Carlo I
Le conquiste dell'opposizione
Lo scoppio della guerra civile
La guerra civile
Le forze del Parlamento
Il governo di Cromwell
La restaurazione monarchica
La questione religiosa
Scozia, Irlanda, Inghilterra
La Scozia
La Scozia e la guerra civile
L'Irlanda
L’Irlanda e la guerra civile
Il puritanesimo
L'anglicanesimo
I Cattolici
Lo sviluppo economico
e sociale
Le nuove classi sociali
I protagonisti
Enrico VIII
Elisabetta I
Giacomo I
Carlo I
Giacomo II
Carlo II
Guglielmo III d'Orange
Oliver Cromwell
La questione religiosa
Molto pesarono sulla guerra civile inglese,
svoltasi tra il 1642 e il 1648, le
problematiche religiose. I cattolici
lamentavano di essere discriminati; gli
anglicani rappresentavano invece la chiesa
ufficiale, sottomessa al potere regio. I
puritani erano protestanti.
Cattolici e anglicani difendevano il re e gli
interessi conservatori, mentre i puritani
erano espressione dei ceti borghesi.
In Irlanda, sottomessa dall'XII secolo alla
corona inglese, la maggioranza cattolica era
doppiamente ostile ai dominatori, inglesi e
anglicani. La Scozia, di tradizioni
presbiteriane, si era ribellata ai tentativi di
Carlo I di introdurre l'anglicanesimo nel
Paese.
La Bibbia Cranmer, puritana
Il puritanesimo
Il puritanesimo è un movimento che si basa
sui principi del calvinismo e sull’idea di
uguaglianza politica e religiosa. I puritani
"indipendenti" sostenevano che la politica e
la Chiesa non dovevano interferire l’una
con l’altra e che ogni uomo era libero di
aderire o no ad una religione. I puritani
presbiteriani, invece, sostenevano che
l’organizzazione religiosa dovesse basarsi
sugli anziani (presbiteri). Anch’essi
ripudiavano l’inquadramento episcopale
della Chiesa anglicana e il potere assoluto
dei regnanti sulla religione favorendo la
libertà di professione di fede. Le classi
medie inglesi erano in genere puritane.
Calvino, ispiratore del puritanesimo
L'anglicanesimo
La Chiesa anglicana nasce
dall'Atto di supremazia del 1534,
con il quale Enrico VIII
sottometteva la chiesa inglese alla
corona, sottraendola al controllo
papale. Essa, grazie alla sua ben
strutturata gerarchia di vescovi,
divenne uno strumento di potere
in mano al re. L'autorità religiosa
più importante era l'arcivescovo di
Canterbury. La separazione da
Roma comportò la confisca e la
vendita dei terreni dei monasteri,
aboliti, e la penetrazione delle
idee protestanti in Inghilterra.
Enrico VIII
I Cattolici
Nonostante la nascita della
Chiesa anglicana, i cattolici
mantennero una certa
influenza, specialmente in certi
settori della aristocrazia. Nel
1605 essi promossero la
"Congiura delle polveri": una
carica esplosiva avrebbe dovuto
fare esplodere il palazzo del
Parlamento (Westminster). La
scoperta della congiura portò
all'inasprimento delle
persecuzioni contro di loro. I
cattolici irlandesi rimasero
sempre una spina sul fianco per
i governanti inglesi
L’incendio di Londra del 1666
La Scozia
Dominata nei primi secoli dopo Cristo dai Pitti, verso il VI secolo
la regione fu occupata dagli Scoti, invasori celtici provenienti
dall'Irlanda del Nord. Nello stesso periodo si diffuse il
cristianesimo. Poi iniziarono le scorrerie vichinghe, intorno
all'VIII secolo. Si formò poi un Regno di Scozia nell'XI secolo,
sempre più attirato nell'orbita inglese. Fu introdotto così il
sistema feudale anglonormanno; gli ordini religiosi celtici furono
soppressi; furono fondati numerosi monasteri e la Chiesa celtica
fu uniformata a quella cattolica. Il franconormanno soppiantò il
gaelico a corte, mentre l'inglese si diffondeva tra il popolo. Nel
1286, si aprì una crisi politica, e ben tredici discendenti di ex
monarchi rivendicarono il trono. Edoardo I d'Inghilterra colse
l'opportunità per proclamare la sovranità sulla Scozia. In
seguito, si svolsero tuttavia una serie di guerre al fine di
mantenere l'indipendenza dagli inglesi, che ottenne nel 1328,
con il trattato di Northampton e che mantenne per 400 anni.
I monti Grampiani, in Scozia
La Scozia
e la guerra civile
Alla morte di Elisabetta (1603) Giacomo VI divenne re
d'Inghilterra e Scozia con il nome di Giacomo I. Sotto di lui
il regno conobbe un periodo di pace. La politica del figlio e
successore Carlo I condusse invece allo scoppio della guerra
civile inglese. Durante la guerra civile, molti scozzesi
sostennero il Parlamento contro il re in cambio della
promessa che il presbiterianesimo sarebbe divenuto
religione ufficiale. Ma la promessa non venne mantenuta e
Cromwell sconfisse i realisti scozzesi insorti in difesa
dell'erede al trono, Carlo II, che venne incoronato in Scozia
nel 1651. Negli anni successivi Cromwell impose un unico
governo a Inghilterra e Scozia. Quando, nel 1660, Carlo II
salì nuovamente al trono, la Scozia venne separata
politicamente dall'Inghilterra. Quando fu dichiarato re
Guglielmo III (II di Scozia), una parte di scozzesi rimasti
fedeli al re in esilio, Giacomo, si ribellarono nel 1689-90,
senza ottenere alcun successo. Nel 1707 il Parlamento
scozzese ratificò l'ingresso della Scozia nel Regno Unito.
Giacomo I
L'Irlanda
Poco si sa delle popolazioni irlandesi antiche,
divise in tribù indipendenti. Nel VI secolo erano
sorti dei monasteri che iniziarono a diffondere il
cristianesimo. A partire dall'VIII secolo iniziarono
le scorrerie dei vichinghi, che si insediarono anche
su alcune zone costiere. Nel 1172 Enrico II
d'Inghilterra sbarcò in Irlanda con un forte
esercito e vi insediò un vicerè. Ogni proposta del
parlamento irlandese doveva essere approvata
dalla corona inglese. Nel 1537 Enrico VIII, che
assunse il titolo di Re di Irlanda, cercò di
introdurre la riforma protestante vendendo i
terreni confiscati dei monasteri. Con Elisabetta e
Giacomo I, i poteri della Chiesa anglicana si estero
all'Irlanda, ma la stragrande maggioranza degli
abitanti rimasero cattolici e l'isola fu spesso teatro
di scontri religiosi.
Un’antica mappa del Regno Unito
L'Irlanda
e la guerra civile
Giacomo I impose all'Irlanda la legislazione
inglese e abolì ogni forma di autonomia. Nel 1641,
una sollevazione cacciò gli inglesi dall'Ulster e
Carlo I, nel pieno della guerra civile, promise
concessioni alla chiesa cattolica in cambio di aiuti,
che ottenne. Nel 1649, Oliver Cromwell sbarcò
nell'isola a sconfisse duramente i cattolici,
confiscando e dividendo le terre migliori. Carlo II
e poi Giacomo II, cercarono viceversa di
riguadagnare il favore dei cattolici restituendo
parte delle terre il primo e riattribuendo dei poteri
amministrativi e militari. Guglielmo III d'Orange,
infine, dovette condurre una lunga campagna
militare per riconquistare il controllo dell'isola, poi
duramente sottomessa, anche economicamente,
agli Inglesi.
Un’antica mappa del Regno Unito
La rivoluzione inglese 1 e 2
Gli eventi immediatamente riconducibili alla
cosiddetta "rivoluzione inglese" si svolgono in un
arco di tempo di circa quarant'anni. In realtà, si
parla di una prima rivoluzione inglese, che va dalla
guerra civile 1641-1648 alla morte di Cromwell, nel
1656; e di una seconda rivoluzione inglese, la
"Gloriosa rivoluzione", legata all'insediamento di
Guglielmo III d'Orange e alla Carta dei diritti del
Parlamento inglese, nel 1688. Tra le due rivoluzioni
si colloca un periodo di "restaurazione monarchica",
dal 1656 al 1688, sotto i sovrani Giacomo II e Carlo
II.
La rivoluzione inglese fu l'effetto dell'opposizione
della società inglese ai progetti assolutistici di
Giacomo I e di Carlo I. Essa trasse però alimento
anche da complesse problematiche religiose e dalle
profonde trasformazioni in corso nella economia e
nella società inglese.
In senso orario: L’esecuzione di Carlo I,
Giacomo II Stuart, Oliver Cromwell, Carlo II
Le politiche assolutistiche
Tra il XVI e il XVII secolo, alcune monarchie
europee misero in atto delle politiche
assolutistiche, volte a rafforzare il potere
centrale della corona contro le autonomia di
origine feudale. In genere, i sovrani si
sforzavano di gestire direttamente i poteri
politici, militari, e giudiziari attribuiti fino ad
allora ai feudatari. Per farlo, essi avevano
bisogni di assumere funzionari, giudici e
personale militare. Diveniva perciò
indispensabile ottenere grandi risorse
finanziarie. Spesso, perciò, le principali
opposizioni alle politiche assolutistiche
riguardavano i nuovi tributi che i re cercavano di
imporre. In Inghilterra, ove esisteva per
tradizione un parlamento molto influente nelle
decisioni fiscali, tale opposizione assunse subito
un forte significato politico.
Luigi XIV, simbolo dell’assolutismo regio
Il governo
di Giacomo I
Giacomo I, re dal 1603 al 1625, deciso fautore
dell'assolutismo monarchico, scontrava le sue
ambizioni con i tradizionali poteri del
Parlamento inglese in materia fiscale. Per
aggirare il problema, Giacomo aveva iniziato ad
alimentare le finanze dello stato vendendo beni
della corona oppure titoli nobiliari e ricorrendo
anche alla creazione di monopoli commerciali
da cedere ai privati. Nel 1621, costretto dalle
necessità della guerra dei 30 anni, a cui
l'Inghilterra partecipava, si decise a convocare
il Parlamento, che, subito, criticò molto
aspramente i metodi fino allora seguiti dal re,
accusando anche molti suoi funzionari di
malversazioni. In ogni caso, il Parlamento non
approvò nessuna richiesta.
Giacomo I
Il governo di Carlo I
L'avvento al trono di Carlo I, sovrano dal 1625 al 1649, vide
acuirsi i contrasti tra la corona e il Parlamento. Deciso
anch'egli a promuovere l'assolutismo, egli impose un prestito
forzoso, che sollevò critiche in tutta la società inglese.
Necessitato dalle esigenze belliche della guerra dei 30 anni,
fu costretto nel 1628 a convocare il Parlamento per chiedere
risorse. Il Parlamento si rifiutò pubblicando invece la
"Petizione dei diritti", che elencava i diritti del Parlamento. Il
re lo sciolse nel 1629. Per undici anni Carlo I governò da
solo, appoggiandosi alla Chiesa anglicana. Nel 1637, però, il
tentativo di imporre alla Scozia le strutture della Chiesa
anglicana portò gli scozzesi alla rivolta. Per fronteggiarla, il re
dovette riconvocare il Parlamento, che gli ribadì tutta la sua
ostilità. Di nuovo l'assemblea fu sciolta ("Corto Parlamento,
aprile-maggio 1640) e di nuovo riconvocata. Il contrasto si
fece violentissimo, aprendo la strada alle guerra civile.
Carlo I
Le conquiste
dell'opposizione
Nonostante i forti dissidi, con la Petition of
rights, il movimento di opposizione raggiunse
alcuni obiettivi:
l'obbligo per la corona di ottenere
l'autorizzazione parlamentare nel caso di
istituzione di nuove tasse; obbligo di
processare i sudditi prima che vengano
dichiarati in stato di arresto; l'abolizione degli
organismi del governo centrale (Consigli del
Galles e del Nord, i tribunali della High
Commission delle Requests e della Camera
Stellata); la cessazione della persecuzione dei
dissidenti rispetto alla politica di Laud; la
condanna dei protagonisti principali della
politica regia (Laud, Stratford);
Carlo I
Lo scoppio
della guerra civile
Il Parlamento che Carlo I fu costretto a
riconvocare per la seconda volta nel 1641
espresse una maggioranza puritana, che mise
in stato di accusa i principali collaboratori del
re, chiedendo anche l'abolizione dei vescovi
della Chiesa anglicana e l'allontanamento dei
cattolici dalla corte. Quando il re manifestò
l'intenzione di volere arrestare i capi
dell'opposizione parlamentare, Londra insorse
e iniziò la guerra civile. Carlo lasciò la capitale.
L'esercito del re era sostenuto dall'aristocrazia
e dalla Chiesa anglicana; quello delle forze
parlamentari dalle regioni e dalle classi sociali
economicamente più avanzate, borghesi e
commerciali. La guerra, dopo un incerto inizio,
terminò con la vittoria delle truppe di
Cromwell.
Olivwer Cromwell
La guerra civile
Dopo un inizio incerto, la guerra cominciò a
favorire le forze parlamentari quando si
costituì il New model army di Oliviero
Cromwell: si trattava di un esercito ben
addestrato, puritano fino al fanatismo, deciso a
vinncere a tutti i costi. La vittoria decisiva si
ebbe a Nasbey, nel giugno del 1645. Il re si
rifugiò in Scozia, ma, visto il suo rifiuto di
accettare la struttura della chiesa
presbiteriana, gli scozzesi lo consegnarono al
parlamento inglese. Più tardi, tuttavia, il re
fuggì e la guerra si riaprì. La vittoria di Preston
nell'estate del 1648 concluse la guerra.
Accusato di alto tradimento, Carlo I fu
giustiziato il 9 febbraio del 1649. In maggio fu
proclamata la Repubblica (Cvmmonwealth).
La distruzione del castello di Raglan da parte
delle forze parlamentari
Le forze del Parlamento
Le forze parlamentari non erano omogenee.
Sconfitto il re, le divisioni interne emersero
con forza. I "livellatori", per esempio,
sostenevano che si dovesse procedere ad una
riforma agraria che favorisse a tutti una
media proprietà agricola e il diritto di voto.
Gli "zappatori" invece, arrivavano a ipotizzare
soluzioni comunistiche e il suffragio
universale.
Lillburn, leader dei Livellatori, in prigionme
Il governo di Cromwell
Dopo avere epurato il Parlamento dai membri a lui
ostili, Cromwell governò il paese praticamente da
solo, come Lord Protettore, per 11 anni. I primi
due anni lo videro impegnato a riacquistare il
controllo dell'Irlanda cattolica, ove la sola Dublino
era rimasta in mano agli inglesi; e della Scozia, che
aveva riconosciuto come re Carlo II, il figlio di Carlo
I e si profilava il rischio di una restaurazione
cattolica. Nel 1651, invece, visto che l'Olanda si era
rifiutata di aderire al Commonwealth, varò l'Atto di
supremazia, che stabiliva che tutto il commercio da
e per l'Inghilterra dovesse passare per navi
esclusivamente inglesi. Scoppiò per questo con gli
olandesi una guerra che fu vinta. A Cromwell,
morto nel 1658, successe il figlio Riccardo, ma la
mutata situazione politica portò alla sorprendente
restaurazione della monarchia.
Olivwer Cromwell
La restaurazione monarchica
Nel 1660, i puritani non furono più in grado di
conservare il potere. Di fronte al rischio di una nuova
guerra civile, sembrò a tutte le parti che la
restaurazione monarchica fosse il male minore. Tuttavia,
la restaurazione non cancellò le conquiste della
rivoluzione. Nel 1664 il Triennal Act sanciva che il
Parlamento dovesse essere convocato almeno ogni tre
anni. Anche l'Atto di navigazione fu ribadito. Anche i
tentativi del re di favorire i cattolici furono impediti dal
Parlamento. Preoccupava però che il fratello del re
Giacomo, erede al trono, fosse cattolico; i puritani
guardavano invece con simpatia alla figlia Maria, che
aveva sposato il calvinista re di Olanda Guglielmo II di
Orange. Giacomo II salì al trono senza incidenti nel
1685, ma la situazione precipitò quando il nuovo re
cercò in tutti i modi di imporre un governo assolutistico
e filocattolico. Fu lanciato un appello a Guglielmo III
d'Orange che, con un esercito, sbarcò in Inghilterra ed
entrò a Londra.
La gloriosa rivoluzione
Nel febbraio del 1689 Guglielmo II d'Orange
e Maria furono proclamati dal Parlamento re
e regina di Inghilterra, dopo avere accettato
il Bill of Rights, la Carta dei diritti. In essa si
proclamava l'origine parlamentare del
potere regio e venivano posti chiari limiti ai
poteri del re. L'Atto di tolleranza che
completava il documento assicurava libertà
di culto ai puritani ma non ai cattolici.
Guglielmo d’Orange e Maria
Lo sviluppo economico e sociale
I decenni che precedettero la guerra civile furono
caratterizzati da un notevole sviluppo economico e
demografico.
L'agricoltura, il commercio, l'artigianato si svilupparono e
si modernizzarono, assumendo a volte aspetti capitalistici.
Si estesero le superfici coltivate grazie alle conquiste degli
incolti, all’utilizzo delle foreste e alle bonifiche delle paludi.
Anche il commercio si articolò espandendosi fino al Baltico,
al Mediterraneo, all'India e alle Americhe: il commercio
estero divenne fondamentale per l’economia nazionale. Lo
sviluppo del commercio interno fu enormemente facilitato
dall’assenza quasi totale di pedaggi su strade o fiumi, o
all’ingresso delle città, mentre l'abolizione delle proibizioni
sui prestiti di capitale, permesso dalla chiesa anglicana,
stimolò l'iniziativa privata. I settori più importanti erano
quelli della lana, del carbone, del lavoro del ferro e della
produzione di sapone. Tale sviluppo alimentò la formazione
di nuove classi sociali.
Un galeone
Le nuove classi sociali
Lo sviluppo economico inglese nell'agricoltura
e nel commercio, favorì la formazione di
nuove classi sociali, impegnate direttamente
nei settori economici di punta. Si formò una
piccola nobiltà terriera (la gentry) che gestiva
direttamente le proprie terre, facendole
lavorare per il mercato. Si moltiplicarono i
mercanti, sia quelli che commerciavano a
livello internazionale, sia quelli che operavano
sul mercato interno. L’attività tessile, in
particolare, fu un potente elemento di unione
sociale, che legava i proprietari delle terre di
allevamento, i produttori di lana, i braccianti
che la filavano, gli artigiani che la tessevano e
i mercanti che l’esportavano. Londra divenne
un polo economico fondamentale.
Mercanti
Enrico VIII
Enrico VIII (1491-1547), re d'Inghilterra
(1509-1547) e d'Irlanda (1541-1547),
secondo figlio e successore di Enrico VII.
Combattè la Francia impegnandosi sino al
1527 a fianco di Carlo V. Sposò Caterina
d'Aragona, dalla quale non ebeb figli
maschi. Pertanto nel 1529 decise di
divorziare. Di fronte al rifiuto papale di
sciogliere il matrimonio, ruppe con Roma
obbligando nel 1534 la Chiesa d'Inghilterra
a riconoscerlo come capo. Lo scisma
anglicano aprì l'Inghilterra alle influenze
protestanti. Enrico VIII cancellò pure le
ultime forme di indipendenza feudale. Nel
1541si fece proclamare re d’ Irlanda.
Enrico VIII
Elisabetta I
Elisabetta I la Grande (1533-1603), regina
d'Inghilterra e d'Irlanda (1558-1603), figlia di
Enrico VIII e di Anna Bolena. Dopo avere
restaurato l'anglicanesimo, represse più volte i
tentativi cattolici di insidiarne il potere. Nel 1587
consegnò alla giustizia Maria Stuarda, regina di
Scozia . Nel 1588 sconfisse l'"Invencible Armada"
di Filippo II di Spagna, al quale aveva negato in
precedenza la mano. Al fiorire del commercio
coloniale e dell'industria, si accompagnò il rapido
affermarsi della borghesia. Elisabetta, con una
serie di leggi in favore dei poveri (poor laws),
cercò di porre rimedio alla miseria sorta dal
disordine sociale.
Elisabetta I
Giacomo I
Giacomo I (1566-1625), re d'Inghilterra e
d'Irlanda (1603-1625) e di Scozia (come
Giacomo VI) [1567-1625], primo sovrano
inglese della dinastia Stuart, figlio della regina
Maria Stuarda e di Henry Stuart. Rimasto il più
diretto discendente della famiglia reale inglese,
in conseguenza del matrimonio del suo bisavolo
Giacomo IV di Scozia con Margherita, figlia di
Enrico VII, succedette senza difficoltà a
Elisabetta nel 1603, morta senza eredi.
Circondato da scozzesi, ai quali riservò la parte
migliore dell'Ulster e alcuni possedimenti
nordamericani, suscitò forti reazioni che gli
impedirono di rendere più salda l'unione dei
due regni, rimasta puramente personale. Tentò,
senza riuscirci, di introdurre l'assolutismo in
Inghilterra.
Giacomo I
Carlo I
Nato a Dumferline, in Scozia, nel 1600, fu re
d'Inghilterra, Scozia e Irlanda (1625-1649).
Secondogenito e successore di Giacomo I d'Inghilterra
(Giacomo VI di Scozia), della dinastia Stuart, divenne
l'erede al trono nel 1612 alla morte del fratello Enrico, e
nel 1625 salì al trono. Il Parlamento gli negò i
finanziamenti per rafforzare la flotta militare e sostenere
gli impegni bellici nella guerra dei Trent'anni. Per riuscire
a ottenere i fondi necessari, il sovrano sciolse più volte il
Parlamento e fece arrestare i deputati che gli si
opponevano. Negli anni 1625-1630 scese in guerra
contro la Spagna e la Francia; l'andamento sfavorevole
delle battaglie, però, aumentò il malcontento in patria.
Nel 1628 Carlo fu costretto dal Parlamento ad accettare
la Petition of Right, che limitava le prerogative reali e
imponeva la riduzione delle tasse. Alla fine della guerra
civile, fu giustiziato per tradimento nel 1649.
Carlo I
Giacomo II
Nato a Londra nel 1633, fu re d'Inghilterra e di
Scozia dal 1685 al 1688. Fu l'ultimo sovrano
della dinastia Stuart. Figlio di Carlo I e di
Enrichetta Maria, durante la guerra civile fuggì
prima in Olanda e poi in Francia. Con la
restaurazione della monarchia (1660), suo
fratello salì al trono come Carlo II e Giacomo fu
nominato duca di York e Lord ammiraglio. Nel
1672 si convertì ufficialmente al cattolicesimo,
procurandosi l'ostilità della Chiesa anglicana. Nel
1679 i Comuni tentarono senza esito di negarne
il diritto alla successione. Nel 1685, quando
Carlo II morì senza eredi, salì a trono. I suoi
progetti di restaurazione assolutistica e cattolica
naufragarono e nel 1688 fuggì dall'Inghilterra
quando Guglielmo III d'Orange sbarcò nell'isola
e marciò su Londra.
Giacomo II
Carlo II
Nato a Londra nel 1630, fu re d'Inghilterra dal
1660 al 1685. Figlio di Carlo I, occupò il suo
posto alla Camera dei Lords nel 1641 e
comandò nominalmente le prime campagne
durante la guerra civile. Il suo esercito fu
sopraffatto da Cromwell a Worcester e Carlo
dovette fuggire in Francia, dove rimase otto
anni. Due anni dopo la morte di Cromwell, nel
maggio 1660, Carlo, riconosciuto come sovrano,
fece ritorno a Londra. Accettò un governo
parlamentare e garantì l'amnistia agli oppositori
politici. Incoronato il 23 aprile 1661, il 21
maggio 1662 sposò la ricca principessa
portoghese Caterina di Braganza. Morì nel 1685.
Carlo II
Guglielmo III d'Orange
Nato a L'Aia nel 1650, figlio di Guglielmo II,
principe d'Orange e capo del governo dei Paesi
Bassi, e di Maria Stuart, figlia del re inglese
Carlo I, fu re d'Inghilterra, Scozia e Irlanda
(1689-1702) e stadtouder dei Paesi Bassi
(1672-1702). Contribuì alla creazione della
Grande Alleanza e guidò l'Inghilterra nella
Gloriosa Rivoluzione. Nel 1672, respinse
l'invasione francese contro l'Olanda con grande
abilità, abbattendo le dighe intorno ad
Amsterdam nel 1673, per inondare le
campagne circostanti e fermare l'avanzata
nemica. Chiamato a impedire la restaurazione
cattolica ed assolutistica di Giacomo II in
Inghilterra, sbarcò sull'isola con un forte
esercito e divenne re di Inghilterra. Morì ad
Hampton Court nel 1702.
Guglielmo III d’Orange
Oliver Cromwell
Nato ad Huntingdon nel 1599, membro della
piccola nobiltà inglese, fu militare e uomo
politico. Fervente religioso, abbracciò con
assoluta dedizione la causa del puritanesimo;
deputato del parlamento, ebbe inizialmente
solo una piccola parte nelle vicende che
condussero alla lotta contro la monarchia, ma
fin dai primi mesi si distinse per la sua
infuocata e appassionata invettiva contro la
corte, e per la sua ferma convinzione che
esistesse un complotto cattolico contro la
libertà e il puritanesimo. Organizzò il New
model army, l'esercito puritano che ebbe parte
rilevantissima nella vittoria su Carlo I. Governò
poi il Paese come Lord Protettore. Morì a
Londra nel 1658.
Oliver Cromwell
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