Astronomia e Astrologia

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introduzione
Può apparire curioso che l’uomo occidentale venga ancora
“bombardato” dai mass media con previsioni astrologiche
Nonostante tutte le acquisizioni di carattere scientifiche, in ognuno
di noi c’è qualcosa di “ambiguo ” che, se da una parte permette di
vedere razionalmente la verità così come gli studi millenari del cosmo
ce l’hanno documentata, dall’altra a livello emotivo lascia ancora
spazio al mistero di cui si circonda il nostro cielo stellato
L’astrologia è un campo d’indagine ormai relegato a quella parte
dell’uomo in cui predomina il sentimento, in lotta perenne con la
ragione
Nonostante il progredire dell’astronomia, un ampio spazio è sempre
stato riservato a quella che è considerata una sua “deformazione”:
l’astrologia
Non parleremo tanto dell’evoluzione di tale disciplina,oggi certo non
più scientifica, quanto piuttosto alle sue origini
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Ma, per fare ciò, dobbiamo rivolgere il nostro sguardo alla
Mesopotamia, “ la terra tra i due fiumi”, oppure “la Caldea”,
come l’hanno definita gli scrittori classici che per primi ci hanno
informato dei loro predecessori nello studio dell’astrologia
Il progresso degli studi assiriologici ha rilevato un mondo ancora più
complesso:
siamo in possesso di interi trattati di astronomia babilonese e di
composizioni a carattere puramente astrologico come l’opera Enūma
Anu Enlil in ben settanta tavole (vere e proprie enciclopedie, scritte
in caratteri cuneiformi)
Grandi studi sono stati fatti sull’astrologia greca (Tetrabyblos di
Tolomeo e Poema degli astri di Manilio); il disinteresse nei confronti
di quella caldea priva di una conoscenza essenziale chiunque voglia
comprendere il fenomeno dell’astrologia
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(1792-1750 a.C.)
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ma chi erano esattamente i Caldei?
Quali furono i centri propulsori dell’astrologia?
Strabone (64 a.C.–24 d.C.) ci informa di tre grandi “studiosi delle stelle” che
provenivano da Sippar, Borsippa e Uruk: tre città della Mesopotamia centromeridionale, che verso la metà del I millennio a.C. svolsero un ruolo importante
nei progressi degli studi matematici, astronomici ed anche astrologici
La città di Uruk, da cui proviene il più recente testo astrologico in cuneiforme
(75 d.C.) ci offre lo spunto per parlare di luoghi e persone che interagirono per
sviluppare questa scienza.
Ad Uruk gli insediamenti archeologici (risalgono al VI millennio a.C.) si ha la prima
attestazione archeologica di una civiltà urbana; da questa città, organizzata
come un autentico stato con autorità civili e religiose, si irradia una cultura che
si estende fino a toccare il Mediterraneo
Se si vuole parlare della Caldea dei Greci o più precisamente della Babilonia e
del suo mondo culturale dobbiamo riferirci all’ultimo splendido periodo di questa
civiltà più che millenaria, ma è necessario risalire al mondo sumerico prima e a
quello assiro poi per capire la portata delle eccelse realizzazioni culturali e
sociali che si nascondono sotto il nome di Babilonia
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I primi abitanti della Mesopotamia storicamente documentati dai reperti
archeologici (3000 a. C.) sono i SUMERI, popolazione non autoctona ma venuta da
fuori, forse dalla valle dell’Indo attorno al 5000 a.C.
Reperti archeologici ( in un percorso di circa 2000 anni) attestano grandi
cambiamenti che porteranno alla creazione della città e della struttura politicosociale.
Con Uruk si ha la svolta decisiva: ai complessi templari di proporzioni notevoli si
aggiungono edifici profani che fanno pensare a un potere centralizzato
identificabile come un vero e proprio stato
Ed è sempre ad Uruk (attorno al 3000 a.C.) che si ha un’altra grande invenzione:la
scrittura (cuneiforme: i caratteri sono formati dalla giustapposizione di vari cunei)
che ha resistito per oltre 3000 anni (fino al 75 d.C.)
I Sumeri hanno governato la Mesopotamia quasi senza interruzione fino al 2000 a.C.
con elevato senso politico, coscienti della distinzione netta tra stato cittadino e
stato sovranazionale, coscienti che le guerre condotte avessero il preciso scopo di
garantire ad Uruk la supremazia non solo nel mondo sumerico, ma su tutti i territori
raggiunti
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I Sumeri non si identificano però soltanto con Uruk
Anche Kiš e Ur, prestigiose città dominano la scena politica fino al momento della
grande invasione semitica
Kiš è sede di una dinastia semitica, la sua popolazione è ben distinta dai Sumeri e
con una lingua propria: ed ecco che l’epica sumerica non trascura il conflitto tra
Kiš e Uruk e ne fa argomento di un poema i cui protagonisti sono Gilgameš di Uruk
e Agga di Kiš
Ur è stata sede di tre prestigiose dinastie sumeriche che hanno preso il
sopravvento in momenti difficili per la civiltà sumerica: ne sono testimonianza le
tombe reali con i loro preziosi tesori riportati alla luce negli anni Trenta
L’intera storia del III millennio vede contrapposti questi due popoli sempre in
lotta tra loro:una lotta che investe il campo politico-militare e quello culturaleartistico
Grande importanza ha anche la città di Nippur: dal potente clero di Nippur.
I sovrani erano legittimati a governare sulla loro città, sul loro territorio, su
tutto Sumer
Nippur è infatti la sede del dio Enlil, il re di ogni paese, il capo storico del
Pantheon sumerico: è qui che la scuola scribale ha concepito la teologia sumerica
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I Sumeri nell’ultimo quarto del III millennio sperimentano due prove
difficilissime:
-l’ ascesa di Sargon il Grande al potere: dopo aver spodestato il sovrano di Kiš, ne
usurpa il trono e fonda una nuova capitale : Akkad
La dinastia fondata da Sargon domina in Mesopotamia per oltre cent’anni
Sargon pone le basi per l’ambizioso progetto di dominare il mondo con la
costituzione del primo impero della storia
- invasione delle orde barbariche dei Gutei, gente che scende dalle montagne del
Caucaso,e che si impadronisce di tutta la Mesopotamia per oltre cento anni
E’ ancora Uruk che ha il compito di ricacciare i barbari invasori e ristabilire il
governo sumerico su tutta la Mesopotamia
Ma è Ur a concludere la storia del III millennio
Due altre popolazioni, semitiche, intanto, si insediano l’una nella Mesopotamia
settentrionale e l’altra nella Mesopotamia centro-meridionale, soppiantando
tutte le civiltà precedenti: sono gli Assiri e i Babilonesi
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SARGON II
Re neoassiro (721 – 705 a.C.)
(museo egizio -Torino)
Rilievo dal palazzo di Khorsabad
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Dal 1800 a. C. la scena politica della Mesopotamia cambia completamente: due re,
potenti entrambi si confrontano.
Nel Nord, Šamši-Adad, nel Sud Hammurabi, l’uno abile condottiero, l’altro saggio
politico: nessuno dei due prevale, così si formano due stati
Gli ASSIRI negli oltre mille e trecento anni di storia si fanno temere ovunque per la
ferocia bellica. Sono gli Assiri a fondare il primo impero universale riconosciuto del
mondo
Gli Assiri dominano fino alla metà del I millennio cioè fino a quando gli eserciti
congiunti di Media e di Babilonia, sferrando l’attacco decisivo alle mura di Ninive non
pongono fine alla millenaria supremazia del popolo guerriero
Ben diversa Babilonia e la sua storia
Hammurabi è stato definito un politico saggio:non disdegnava la guerra ma preferiva
dominare grazie agli accordi (..e intrighi) politici
E’ noto al mondo occidentale per il famoso Codice di leggi, il cui scopo era quello di
innalzare il sovrano al di sopra degli esseri umani, come garante terreno della
giustizia divina
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A differenza degli Assiri, i Babilonesi, nelle loro scuole trsmettono, ricopiando
accuratamente i testi antichi, il sapere dei Sumeri e compongono sillabari e
addirittura vocabolari per rendere accessibile a un largo pubblico i documenti
scritti in lingua sumerica
Persino gli Assiri dell’ ultimo periodo imperiale non solo recepiscono il sapere delle
scuole di Babilonia, ma diventano anche collezionisti di testi babilonesi e si
affannano a ingraziarsi i sacerdoti di Babilonia, sacerdoti del dio Marduk, il nuovo
re del Pantheon mesopotamico (garante della regalità), come si apprende dal
racconto del poema Enūma Eliš
I successori di Hammurabi elevano a loro regola fondamentale la tolleranza
Babilonia è amata anche dagli stranieri … Babilonia non diventa uno stato forte, è
preda di dominatori stranieri (Amorrei, Cassiti e infine Caldei)
Nel 616 a.C. un generale di Uruk, Nabopalassar (sagace condottiero), si insedia a
Babilonia e nel 614 a.C. assieme ai Medi,sotto le mura di Ninive, pone fine
all’arroganza degli Assiri
Babilonia deve vedersela con l’Egitto dei faraoni; Nabopalassar è vecchio, ma ha
un figlio Nabucodonosor che nel 605 a.C. infligge una pesante sconfitta
all’esercito assiro-egiziano; nel 586 a.C. conquista e saccheggia Gerusalemme
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Nabucodonosor regna su Babilonia, dopo la morte del padre, per quarantatré anni
Capacità militare e tolleranza verso i vinti scoraggiano ogni opposizione, così il
sovrano può dedicarsi all’abbellimento della capitale e alla riorganizzazione dello
stato.
Quando i Greci annoverano tra le sette meraviglie del mondo, i giardini pensili di
Babilonia, oppure quando la Bibbia elogia Babilonia come “Perla dei regni, lo
splendore orgoglioso dei Caldei”, appare tutta la stima per il periodo di regno di
Nabucodonosor (splendidi resti, venuti alla luce nel secolo scorso)
Anche la torre di Babele è opera di Nabucodonosor: lo splendido tempio a
terrazze di sette piani, che come dicevano le iscrizioni, affondava le fondamenta
nell’abisso e toccava con la sua cima il cielo degli dei (ZIQQURAT: casa
fondamento del cielo e della terra)
Durante il regno di Nabucodonosor, si sviluppano lettere, scienze, si intensificano
gli studi di astronomia e matematica.
A sei anni dalla morte del sovrano, un usurpatore Nabonedo sale sul trono fino al
539 a.C. quando Ciro entra nella capitale, acclamato come salvatore del popolo . .
lo stato di Babilonia finisce ma la città di Babilonia non finisce
Ciro prima e Alessandro il macedone poi conservano e abbelliscono ancora
Babilonia
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“Babilonia è l’ombelico del mondo”. Queste parole sono graficamente documentate in
una tavoletta cuneiforme ( databile all’VIII sec.a.C.) dagli studiosi definita “ il
mappamondo di Babilonia” In essa è disegnato l’orbe terraqueo con, nel cuore, la
Mesopotamia contrassegnata dai suoi due fiumi principali e, al suo centro, la città di
Babilonia
La terra è circondata dalle acque salate,
da cui si dipartono a raggiera, a forma di
stella, i vertici di triangoli che affondano
nel cosmo;
toccano sei zone dell’Universo, che
hanno nomi che almeno in parte sono
chiare indicazioni astronomiche
A nord le montagne, a est l’Elam, a sud la zona paludosa e a ovest le tribù nomadi
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Si potrebbe pensare che la tavoletta sia espressione di
una visione prettamente laica del mondo babilonese, ma . . .
il nome stesso di Babilonia che in origine significa “porta del dio” nel
senso di “ luogo santo, abitato dagli dei”, ci fa comprendere che la sua
storia è legata ad una concezione religiosa, in cui il mondo divino è
elemento centrale
Non solo gli astri e i pianeti sono la creazione del grande dio Marduk,
signore di Babilonia, ma sono immagine e somiglianza degli stessi dei.
(da qui la convinzione che il dio Sole e il dio Luna, e gli dei del Pantheon
che si identificano nelle varie stelle, sono in stretto contatto con il
popolo di Babilonia e di Assiria)
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Nella documentazione astrologica del mondo mesopotamico, non si può non
sottolineare il forte legame che l’astrologia e la stessa astronomia hanno
con quegli esseri divini e soprannaturali nei quali i babilonesi credevano
fermamente.
Non solo gli astri e i pianeti sono la creazione del grande dio Marduk,
signore di Babilonia, ma sono immagine e somiglianza degli stessi dei, da qui
la convinzione che il dio Sole e il dio Luna, e gli dei del Pantheon che si
identificano nelle varie stelle, sono in stretto contatto con il popolo di
Babilonia e di Assiria (poema Enūma Eliš)
La convinzione che tutto ciò che esiste sia una creazione del mondo divino e
anche la regalità (il bene più grande regalato dagli dei agli uomini)
conferma la religiosità di questo popolo
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Per comprendere però le basi fondamentali di questa cultura dobbiamo
rifarci alle credenze dei primi abitanti della Mesopotamia: i SUMERI
Invano cercheremmo informazioni sull’ origine del cosmo. Ciò che
interessa ai Sumeri è piuttosto l’organizzazione del loro mondo nel quale
il mondo divino interviene con regolarità
Per i Sumeri garante della regalità era il dio Enlil, per i Babilonesi era
Marduk un dio che non faceva parte della tradizione mesopotamica ma
abilmente gli scribi fanno di Marduk il figlio del dio Enki, il dio delle
acque profonde sumerico come si narra nel poema Enuma Eliš
e...
Marduk diventa il re dell’universo e Babilonia ne è la capitale
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Ma i Babilonesi, nella ricerca disperata agli interrogativi che assillano
l’uomo del I millennio a.C., non dimenticano il problema mai risolto
dall’umanità: la morte
A questo tema essi dedicano il poema più bello e più grande della cultura
preclassica: l’ Epopea di Gilgameš (elemento unificante delle due grandi
culture mesopotamiche, la sumerica e la babilonese)
Nelle dodici tavole del lungo testo vengono narrate le memorabili vicende
di questo re, il poeta giunge al tema principale: come può l’uomo superare
la morte?
Gilgameš che ha superato tutte le difficoltà, si scontra con una realtà
che lo sgomenta: il suo amico Enkidu, creato dagli dei per contrastarlo,
muore.
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Gilgameš cerca di riportarlo alla vita . . . ma è costretto a desistere e
rivolto agli dei, pone la domanda che assilla ogni essere umano: dovrò
morire anch’io come è successo al mio amico?
Gilgameš inizia una serie di viaggi . . . va nel profondo degli abissi, riceve
in dono la pianta che fa diventare giovane il vecchio . . . . un serpente gli
ruba la pianta . . .
Gilgameš dovrà seguire il destino che la divina ostessa Siduri gli aveva
implacabilmente ricordato con le parole:
” Gilgameš, Gilgameš perchè ti affanni a cercare la vita?
Quando gli dei hanno creato l’uomo, hanno riservato per sé la vita, per
l’uomo hanno stabilito la morte”
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LA MESOPOTAMIA e le ARTI DIVINATORIE
“C’era una volta . . .” tutti i miti mesopotamici cominciano con questa formula
“in quei tempi, in quei tempi lontani” il dio cammina con l’uomo, discute con lui e
l’uomo non ha alcuna paura dell’aura misteriosa che circonda gli esseri divini
Se vogliamo “storicizzare” la fase mitica dell’umanità possiamo dire che è
suddivisibile in due periodi: il primo, in cui gli dei governavano direttamente il
mondo, e , il secondo, in cui la regalità è affidata agli uomini guidati da un essere
semidivino inviato dagli dei
Dopo il Diluvio Universale comincia la vera storia umana
Ci sono modi nuovi per entrare in contatto con gli dei creatori del mondo che si
possono sintetizzare in una sola parola: mantica o divinazione cioè la scienza di
predire il futuro (o forma rituale che contribuisce a sottrarre al caso l’esistenza
umana)
I Babilonesi non furono l’unico popolo dell’antichità a considerare importante la
mantica; i Greci, gli Etruschi, i Romani, e in Oriente i Persiani, gli Indiani fino ai
Cinesi hanno coltivato questa scienza
E’ a Babilonia, dal periodo greco ed ellenistico nota nelle fonti occidentali come
Caldea, che sorge l’arte divinatoria
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Ogni cosa, nella mentalità babilonese, aveva una precisa ragione di essere, niente
nasceva per caso o si presentava così com’era senza un valido motivo
Il tuono, la pioggia, le eclissi, le malformazioni dei feto degli organi interni degli
animali, tutto era dai Babilonesi osservato e catalogato
Seguendo vie che oggi non sono per noi sempre comprensibili, essi traevano da ogni
fenomeno una deduzione sul significato fausto e infausto che poteva avere nella vita
quotidiana tanto del singolo che della società.
Ci sono migliaia e migliaia di tavolette cuneiformi di tutti i periodi della storia
mesopotamica in cui gli scribi hanno descritto i fenomeni naturali, commentandoli e
attribuendo a ciascuno un significato.
Ogni divinità poteva avere rapporto con l’uomo attraverso vie che la divinità
sceglieva, e stava al singolo interpretare correttamente il messaggio divino
(religione, scienza, escatologia e descrizione razionale della realtà sono unite in
modo inscindibile) Le stesse malattie non sono fenomeni naturali, bensì espressione
della volontà cattiva di un demone maligno
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Le varie arti divinatorie hanno carattere di “scienza divina”
Mistero e conoscenza del futuro erano patrimonio esclusivo degli dei e i sacerdoti
semplici portavoce della divinità
La divinazione non si rivela direttamente, ma per mezzo di fenomeni naturali come
il movimento degli astri, i fenomeni atmosferici, i movimenti degli animali, le
nascite, . . . oppure per mezzo di fenomeni provocati dai sacerdoti a tale scopo,
come l’esame delle viscere e soprattutto del fegato degli animali,
l’osservazione del fumo dell’incenso (libanomanzia)
se l’incenso è ripieno di stelle: sul conto dell’interessato saranno messe in circolazione delle
chiacchiere
o delle gocce di olio nell’acqua(lecanomanzia)
se l’olio, quando io vi verso sopra dell’acqua, scende e tocca il fondo del bicchier e forma una
bolla: il malato guarirà
o delle forme assunte dalla farina una volta versata (aleuromanzia)
se la farina raggruppata verso occidente è intatta a destra e a sinistra, ma divisa
al centro: il malato sarà oggetto di previsioni pessimistiche, ma egli resterà sano
e salvo
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GLI ASTROLOGI CALDEI NELLA TRADIZIONE BIBLICA E GRECO-ROMANA
“E’ detto che Tare abbandonò la Caldea per trasferirsi a Kharran, portandosi con sé Abramo e tutti i
membri della sua famiglia” (Gen11,31)
Filone di Alessandria, spiegando il perché della migrazione della famiglia di Abramo dalla città di Ur
dei Caldei a Kharran e poi in Palestina adduce come motivazione il fatto che la Caldea era la patria
degli studi di astronomia, dalla quale i patriarchi dovevano astenersi
Per Diodoro Siculo le osservazioni degli astri da parte dei Caldei avevano raggiunto 473.000
anni all’arrivo di Alessandro in Asia
I popoli dell’Antico Testamento, soprattutto gli Ebrei,essendo venuti a contatto stretto con Babilonia
e con l’ Assiria per le note vicende belliche, sono i più attenti testimoni della scienza astrologica dei
Babilonesi e degli Assiri
Il profeta Isaia, nella maledizione di Babilonia descrive l’attaccamento dei popoli mesopotamici
all’astrologia:
“ La tua saggezza e il tuo sapere
ti hanno sviato.” . . .
il profeta definisce la scienza astrologica un puro prodotto della “saggezza” e del “saper”
babilonese.
Cicerone accusa di leggerezza i Caldei nel sostenere che le registrazioni scritte concernenti
l’astrologia avessero un’età di 470.000 anni
I dati certamente non sono attendibili, ma non si può non rilevare come essi attestino la certezza
diffusa in tutto il mondo che è la Mesopotamia è il luogo in cui gli uomini cominciarono a studiare le
stelle
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IL CIELO NOTO AI BABILONESI: L’ASTRONOMIA
Molti autori classici (Diodoro Siculo, Cicerone,Plinio . .) attribuiscono agli abitanti della
Mesopotamia il primato di aver compiuto lunghissime osservazioni degli astri e di aver
acquisito la conoscenza dei movimenti e delle proprietà di ognuno , pur con la
limitazione che l’osservazione delle stelle era finalizzata alla predizione del futuro
I testi cuneiformi decifrati erano per la massima parte a carattere astrologico, solo
dopo il 1955 si cominciano a pubblicare i primi testi puramente astronomici
I Sumeri avevano una chiara nozione dei punti cardinali rimasta poi radicata in tutta la
Mesopotamia, come dimostra la mappa del mondo di Babilonia: la sua applicazione
pratica si ha soprattutto nei testi di agrimensura, anche con rappresentazioni
cartografiche e pure nelle mappe geografiche
Il tempo, con la sua misurazione, è basato sull’osservazione di Sole e Luna, assieme a
questi due è riconosciuto anche un altro pianeta, Venere, fin dai tempi antichissimi.
Non si può dire con certezza quando siano stati identificati gli altri quattro pianeti,
Giove, Mercurio,Saturno e Marte; i nomi delle stelle e delle costellazioni sono
chiaramente sumerici
I Sumeri hanno creato il calendario di 12 mesi che compongono un anno, per quanto i
mesi siano prevalentemente lunari, con l’aggiunta di un mese intercalare arrivano
all’anno solare
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Si suole definire la religione babilonese, “religione astrale”, come stanno a
dimostrare le preghiere e gli scongiuri agli dei della notte
La maggior parte dei testi astronomici babilonesi (circa 4000 finora
identificati) pervenutici, è databile all’ultimo periodo della dinastia babilonese.
Si può suddividere in
1)effemeridi che consistono in registrazioni di osservazioni astronomiche,
mensili o annuali (osserv. di comete, come la cometa di Halley degli anni 164 e
87 a.C.)
2) testi dell’ “anno prescelto”: compilazioni tratte dalle effemeridi degli anni
precedenti allo scopo di predire eventi astronomici dell’anno seguente (anno
prescelto)
3)almanacchi: predizioni sulla lunghezza di ogni mese, il sorgere e il tramonto di
ogni pianeta e le loro posizioni zodiacali, eclissi, equinozi e movimenti di Sirio
4)testi matematico-astronomici: raccolta di procedure matematiche per
calcolare il movimento del Sole, della Luna e dei pianeti (Mercurio, Venere,
Marte , Saturno e Giove) in base al sistema sessagesimale proprio di Babilonia
E inoltre tavole di eclissi e oroscopi personali
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Mul-apin: manuale di astronomia
Questa composizione può essere definita la summa delle conoscenze
astronomiche del mondo babilonese (data finale della composizione sembra
essere il 1000 a. C., ma sulla base di calcoli approssimativi delle configurazioni
dei vari pianeti, si può ipotizzare una datazione attorno al 2000 a. C.)
Il contenuto del Mul-apin è articolato in varie parti; la discussione e il
commento di sei liste di stelle:
1. sono elencate le costellazioni dei sentieri di Enlil, Anu, Ea
2. segue un calendario sequenziali del sorgere eliaco di alcune costellazioni,
3.la terza lista enumera il contemporaneo sorgere e tramontare di
costellazioni;
4. sono contemplati gli intervalli di tempo che intercorrono tra il sorgere eliaco
di coppie di costellazioni della seconda lista
5.elenco di una serie di costellazioni ed un elenco di costellazioni che sorgono
eliacamente quando le prime culminano
6. specifiche costellazioni del sentiero della Luna
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il cielo e i suoi Sentieri
Le costellazioni del testo Mul-apin
sono ordinate in base ai tre
segmenti, detti “sentieri” in cui
era diviso il cielo dai Babilonesi:
sentiero di Enlil da 17° in su,
quello di Anu centrale da 17° a 17° in giù,
quello di Ea da -17° in giù
Una lista ancora più antica è
conservata negli astrolabi
26
ZODIACO
Soprattutto nell’età neobabilonese non solo erano note le maggiori
costellazioni ma sicuramente erano state inserite nello Zodiaco
“La divisione di queste costellazioni in dodici archi uguali di 30°era probabilmente
ispirata alla divisione dell’anno in dodici mesi di 30 giorni ciascuno per la quale vi è
una certa evidenza già nel periodo paleobabilonese, 1800 a.C. . . .”, afferma lo
studioso Ch.Walker
In effetti le costellazioni zodiacali babilonesi sono diciotto: Ariete,
Pleiadi,Toro, Orione, Perseo, Auriga, Gemelli, Cancro, Leone, Vergine,
Bilancia, Scorpione, Sagittario, Capricorno, Acquario, Pegaso, Pesci,
(Pesci-SO - Pesci-NE )
Una tavoletta rinvenuta di recente ci fa capire che i Babilonesi, già attorno
al 600 a.C., avevano suddiviso lo Zodiaco in dodici parti
Sia in testi astronomici sia in testi di carattere giuridico si hanno diverse
raffigurazioni delle costellazioni ed è notevole l’interpretazione della loro
presenza nei Kuddurru (steli di confine per contraddistinguere le proprietà
terriere)
Oss. l’analisi dei nomi delle costellazioni rafforza l’ipotesi della loro origine
sumerica
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Nei kudurru sono rappresentate moltissime costellazioni, con
una spiccata prevalenza per Scorpione,Sagittario,Serpente,
Corvo, Cane, Bilancia, tanto da far ritenere che la loro
rappresentazione sul documento stesse a significare una
precisa configurazione celeste che servisse a datare il
documento
PARTICOLARI DI UN KUDURRU (British
Museum)
il Sole, la Luna e Venere, la Tartaruga di Ea,
lo Scorpione e il Cane
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PARTICOLARI DI UN KUDURRU (British Museum)
i simboli astrali di Sole, Luna e Venere
quelli divini di Anu, Enlil ed Ea
Il drago di Marduk . . .
PARTICOLARI DI UN KUDURRU
ca.450 a.C. (British Museum)
un disco solare è sospeso
davanti al dio Sole che riceve un
orantwe accompagnato da due
divinità
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SISTEMI DI MISURAZIONE ASTRONOMICA
I metodi di misurazione adoperati dagli astronomi assiri e babilonesi sono
diversi: al primo posto troviamo l’osservazione a occhio nudo, i calcoli
venivano fatti mediante l’uso dello gnomone e della meridiana e
soprattutto della clessidra
Nella serie Mul-apin è
conservata una tavola
interamente dedicata
allo gnomone che dà gli
intervalli di tempo
corrispondenti alle
ombre delle varie
lunghezze dei due giorni
equinoziali e dei due
solstizi
30
Il secondo sistema è quello dell’ orologio ad acqua (descritto in testi
astronomici e matematici) dapprima utilizzato , probabilmente, per
determinare le tre veglie in cui si divideva la notte
L’orologio veniva riempito di acqua all’inizio della veglia e alla fine veniva
tarato in base al livello raggiunto dal liquido.
Per l’esatta valutazione della lunghezza dell’intera notte (varabile nel
corso dell’anno) si è nei secoli utilizzato un altro sistema basato
sull’innalzamento dell’acqua ad intervalli di cinque giorni: l’acqua veniva
fatta cadere in un contenitore sulle cui pareti interne erano segnati i
livelli raggiunti
(sistema consigliato agli scribi per determinare il tempo esatto di un
fenomeno astrale)
31
Per la misurazione della distanza tra pianeti e stelle si utilizzavano il palmo e
le dita
“. . .
Riguardo ai pianeti Saturno e Marte … vi è ancora una distanza di cinque
dita, sicché la congiunzione non è ancora certa, attualmente noi stiamo ad osservare
. . . Marte avanza di circa un pollice al giorno “
“ . . . Io sto attendendo la sua (di Giove) occultazione . . . Se esso entra nella Luna io
manderò l’interpretazione relativa al re mio signore . . . ma ora,forse, il re mio signore
non mi crede! La faccia posteriore della Luna dovrebbe essere mostrata ad un
eunuco che ha un occhio acuto (*) Vi è meno di una spanna per l’oscuramento
definitivo . . .”
Astronomia al servizio dell’astrologia?
Non manca la speculazione astronomica pura
Astrologia e astronomia sono , per i Babilonesi, due aspetti, della stessa scienza
(*) LENTI e CANNOCCHIALE
In tavolette neoassire sono registrate delle consegne proprio ad astrologi
addirittura con il supporto di tubi d’oro Lo scopo a cui doveva servire la lente
è quello di “ingrandire la pupilla”
A Ninive è stata ritrovata una di tali lenti di cristallo di rocca di distanza
focale 4.5
32
CIELO E TERRA NELLA VISIONE DEL MONDO BABILONESE
MACROCOSMO E MICROCOSMO
Rispetto alla concezione greca che spiegava il rapporto tra mondo celeste e mondo
terreno con il principio di causa ed effetto, i Babilonesi avevano elaborato un
sistema più sofisticato e complesso: per loro i fenomeni celesti costituivano
segnali ben precisi che, una volta interpretati, si rivelavano dei veri e propri
presagi
Non solo le stelle e i pianeti trasmettono segni circostanziati, ma questi trovano
un riscontro esatto in quanto succede sulla Terra: lo stretto rapporto tra
macrocosmo e microcosmo è sintetizzato nel Manuale dell’astrologo dove leggiamo:
Cielo e terra, ambedue mandano segni univoci,
ognuno per proprio conto, ma non indipendentemente, (ché) cielo e terra
sono interconnessi,
un segno cattivo in cielo è anche cattivo in terra,
un segno cattivo in terra è anche cattivo in cielo!
Il fondamento teologico di tale visione del cosmo è contenuto nel passo dove si
rievoca la creazione del Sole, della Luna, dei pianeti e delle costellazioni,
quando lo scriba definisce le stelle e le costellazioni “immagini degli dei”
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L’ ASTROLOGO : “ESPERTO DELLE COSE CELESTI”
Compito principale degli astrologi di corte era quello di rassicurare il sovrano sui
fenomeni celesti che potevano interferire con la sua attività: soprattutto le eclissi,
che di norma significavano qualcosa di male, venivano riferite puntualmente e quasi
in tempo reale, in modo che se necessario, si potesse procedere all’esecuzione dei
rituali appropriati
L’astrologo di corte Bel-ušezib, non essendo stato in grado di compiere osservazioni
circa un’eclisse, invita il sovrano ad informarsi presso gli Osservatori delle altre
città, per verificare se l’eclisse era veramente accaduta o meno
“. . . Se un ‘eclisse si verifica ma non è vista nella capitale, allora tale eclisse è stata
evitata. La capitale è la città dove risiede il re . . . Ora là c’erano nubi ovunque, noi
non sappiamo se l’eclisse si è verificata oppure no . . . Molti segni dell’eclisse si sono
avuti . . . I grandi dei che abitano nella città del re,hanno coperto il cielo e non
hanno mostrato l’eclisse cosicché il re avrebbe compreso che questa eclisse non
riguardava il re, mio signore Il re può esserne contento …”
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Issar-šumu-ereš, Urad-Ea, Marduk-šakin-šumi suggeriscono, invece,
alcune contromisure dopo un’eclissi solare, occorsa il 29.II.669
“Al nostro signore i tuoi servi Issar-šumu-ereš, Urad-Ea, Marduk-šakin-šumi . .
Augurio di buona salute al re nostro signore. Possano Nabû e Marduk benedire il
nostro signore.
In riferimento all’argomento a proposito del quale il nostro
signore ci ha scritto, ”il 29 del mese ha avuto luogo un’eclissi”, noi eseguiremo il
pertinente rituale apotropaico; qualcuno dovrà sedere sul trono e così addossarsi
il tuo male.”
Nella lettera si allude al rito del re sostituito in base al quale il sovrano,
per stornare da sé il male dell’eclisse, doveva cedere temporaneamente il
trono ad un suo sostituto, destinato a morire al suo posto
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IL MANUALE DELL’ASTROLOGO: Enūma Anu Enlil
Il manuale per eccellenza dell’astrologia Caldea è Enūma Anu Enlil
ClaudioTolomeo in Tetrabyblos individua, parlando dell’ astrologia greca, due
forme ben precise: l’astrologia universale e quella genetliaca
I pronostici ottenuti con lo studio dei corpi celesti si dividono in due gruppi: il
primo riguarda popoli interi o regioni o città (astrologia universale) ; il secondo
più specifico concerne i singoli uomini (astrologia genetliaca)
Grande opera astrologica, che ci è pervenuta in due lingue, sumerico e
accadico, ed è interessante constatare che il testo sumerico e quello assirobabilonese fanno riferimento a due tradizioni diverse:
la prima pone come elemento misuratore del tempo la Luna; la seconda, in
accadico, dà la preminenza al Sole
La serie, forte di settanta tavole, doveva contenere inizialmente circa
settemila presagi; sottolineando comunque che esistono tradizioni di scuole
diverse incorporate nell’ edizione composita che ci è giunta
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Nel 1949 a Nimrud, Mallowan (a capo di una missione archeologica
inglese, in una camera laterale della sala del trono, scoprì la stele di
Assurnasirpal.
L’archeologo inglese nello stesso palazzo individuò due pozzi in uno di
questi trovò il libro più antico della storia:
si tratta di una serie di almeno quindici tavole di legno o avorio, unite da
una cerniera d’oro;
i “fogli” erano spalmati di cera sulla quale era stato inciso, in caratteri
cuneiformi, un documento di circa mille righe, con l’indicazione,
contenuta nella prima pagina, che il libro era destinato al palazzo di
Sargon II a Khorsabad
Il titolo di quel pregevole volume è Enūma Anu Enlil
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Scongiuri o preghiere agli dei della notte
E’ quieta la campagna
sono chiusi gli usci delle case,
sbarrate le porte della città,
abbassati i chiavistelli, tace la regione.
Sono aperti i portali del cielo spazioso,
i grandi dei della notte che di lontano vigilano sono presenti.
Entrate, o dei della notte, voi stelle maggiori:
Costellazione del Giogo e Correa, di Orione,
Giove e Cancro, Orsa Maggiore, Vergine,
Marte, Cinghiale e Canale.
Entrate, o dei della notte e [. . . ],
Rituale concernente
la Festa del Nuovo
Anno:
è uno scongiuro di
carattere generale,
stilato dallo scriba
perché venga
recitato da chiunque
voglia ottenere
benefici dagli dei
della notte
stelle del nord, stelle del sud, stelle dell’ovest, stelle dell’est.
Entra, Ninsianna, grande dea, e tutte le rimanenti stelle.
In questa preghiera compaiono insieme a pianeti anche i nomi di diverse costellazioni
conoscenza che i Babilonesi avevano del firmamento
grado di
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a) sumerico
Quando Anu, Enlil ed Enki, i grandi dei, nel loro consiglio infallibile,
Stabilirono le più importanti norme del cielo e della terra,
(essi) crearono la nave Sin
per far crescere la Luna N, far nascere il mese; essi concepirono
il disegno del cielo e della terra
facendo apparire la nave celeste, facendola avanzare nel cielo e brillare!
b) accadico
Quando Anu, Enlil ed Ea, i grandi dei,
approntarono il disegno del cielo e della terra ed assegnarono ai grandi
Dei le loro funzioni, di creare il giorno, di rinnovare il mese per sostenere l’umanità,
Essividero Samas alla porta, e lo fecero apparire regolarmente in cielo e in terra
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alcune immagini
I cieli concentrici del Medioevo
(Deutsches Museum, Monaco)
(incisione)
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Galassia di
Andromeda
- è la più vicina al nostro sistema della Via Lattea
- dista circa 2,36 milioni di anni-luce
- è l’oggetto più lontano visibile a occhio nudo
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chioma di berenice
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Anello di materia oscura nello scontro tra due galassie
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E . . . concludiamo con
una poesia dedicata a Claudio Tolomeo
Soy hombre: duro poco
Y es enorme la noche.
Pero mira hacia arriba
Las estrellas escriben.
Sin entender comprendo:
Tambien soy escritura
Y en este mismo istante
Alguien me deletrea
Tratto da “El fuego de cada dia” - raccolta di poesie –
di Octavio PAZ (1914-1998)
Nobel per la letteratura 1990
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o . . . come il viandante solitario nel Sogno di Byron
…Egli visse
ciò che per molti era stata morte
e strinse amicizia con le montagne; con le stelle
e il vivace spirito dell’Universo
tenne i suoi dialoghi; ed essi gli insegnarono
l’incanto dei loro misteri;
a lui venne dischiuso il libro della notte
e voci dal profondo abisso rivelarono
un miracolo e un segreto . . .
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bibliografia
G. Pettinato
LA SCRITTURA CELESTE
mondadori
A. Cattabiani
PLANETARIO
mondadori
e . . . nessuna erranza internet
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Nella parte superiore della stele è raffigurato, a sinistra e in piedi,
il re Hammurabi che aspetta di ricevere dalla viva voce del dio le
leggi. A destra, seduto sul trono del re, con in mano lo scettro, è
scolpito il dio della giustizia, Šamaš
Al di sotto del bassorilievo, è scolpito, su molte
colonne, il testo delle leggi che si compone di tre
sezioni:
il PROLOGO, dove il re dice di essere stato
chiamato dagli dei a guidare con giustizia e a
dare delle leggi per garantire la prosperità
del suo impero
la PARTE CENTRALE contiene leggi
vere e proprie così suddivise:
•le infrazioni
•la proprietà privata
•le attività commerciali
•il diritto di famiglia
•il lavoro
•il salario
•i diritti degli schiavi
•
l'EPILOGO, dove Hammurabi si rivolge ai suoi successori per
raccomandare loro di osservare le leggi indicate sulla stele.
Soprattutto dovranno rispettare i diritti delle vedove, dei deboli
e degli orfani.
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gnomone
E' un'asta verticale infissa nel
terreno che nell'antichità
serviva per determinare l'ora
mediante l'ombra proiettata.
Quando l'ombra coincideva con
la linea meridiana passante per
il piede dell'asta l'ora segnata
era il mezzogiorno
Lo gnomone è stato inoltre
utilizzato per risolvere
problemi di fondamentale
importanza per l'Astronomia,
quali la determinazione della
latitudine di un luogo, della
obliquità dell'eclittica
Con il termine gnomone si intende anche, in generale, lo stilo di un orologio
solare, che non è necessariamente verticale
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Claudio Tolomeo
(II sec. d.C.)
Astronomo alessandrino, è considerato il
massimo rappresentante dell’astronomia
geocentrica
La sua Megale syntaxis, nota come
ALMAGESTO è stata per un millennio
l’espressione più alta dell’astronomia
matematica
L'opera descrive la volta celeste e ne analizza i movimenti; esamina le variazioni che
hanno luogo nelle diverse stagioni, grazie all'obliquita' dell'asse terrestre e
all'inclinazione dell'eclittica; spiega le alterazioni rilevate nell'orbita e
nell'eccentricita' del corpi celesti, chiarisce il fenomeno delle eclissi, calcola con
precisione le coordinate stellari. Il lungo elenco di 1027 stelle, che occupa il VII e
l'VIII libro, fu per parecchi secoli il punto di riferimento per tutti i cataloghi stellari,
che vi applicarono i calcoli dello slittamento precessionale. La lista di Tolomeo non e'
integralmente originale: essa pare attinta al catalogo di Ipparco, sul quale viene
calcolata una costante di precessione inesatta; le coordinate stellari tolemaiche si
riferiscono al 137 d.C
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