dsa emotivo

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FATTORI EMOTIVI ASSOCIATI AI
D.S.A.
Servizio di Neurospichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza
ASL Vallecamonicasebino
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COSA E’ IL D.S.A.?
I
Disturbi dell’Apprendimento vengono diagnosticati
quando i risultati ottenuti dal soggetto in test
standardizzati, somministrati individualmente, su
lettura, calcolo, o espressione scritta risultano
significativamente al di sotto di quanto previsto in base
all’età, all’istruzione, e al livello di intelligenza.
I problemi di apprendimento interferiscono in modo
significativo con i risultati scolastici o con le attività
della vita quotidiana che richiedono capacità di lettura,
di calcolo, o di scrittura. (DSM-IV)
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PROBLEMATICHE EMOTIVE E D.S.A.
I DSA possono rappresentare un elemento
potenziale di rischio psicopatologico
Fattori concomitanti rendono meno efficienti le
risorse psichiche:
• Disturbo psicologico pre-clinico
• Atipie temperamentali individuali
• Nuclei familiari e condizioni socio-ambientali
sfavorevoli
• Eventi vitali negativi
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D.S.A. E PSICOPATOLOGIA
Disturbi esternalizzanti
• Disturbo da deficit di attenzione ed iperattività (ADHD)
• Disturbo oppositivo-provocatorio (DOP)
• Disturbi della condotta
Disturbi internalizzanti
• Disturbi d ansia (attacchi di panico, disturbo di ansia da
separazione, fobie semplici, fobie sociali)
• Disturbi somatoformi
• Disturbi depressivi
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DISTURBI EMOTIVI ASSOCIATI
• Ansia
(risposte di evitamento e fuga di fronte all’oggetto ansiogeno con
connotazioni fisiologiche, attivazione del sistema neurovegetativo, livelli
elevati di ansia influenzano negativamente la prestazione)
• Depressione
(marcata depressione del tono dell’umore, eccessiva tristezza, perdita
di interesse per le normali attività, auto-accusa, disperazione)
• Bassa autostima
• Minore adattamento sociale ed emotivo
• Difficoltà interpersonali
• Altri disturbi psicopatologici
(disturbi della condotta: comportamenti persistentemente
aggressivi, antisociali e provocatori,
disturbi dell’attività e
dell’attenzione)
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DISTURBI EMOTIVI ASSOCIATI
Il disagio emotivo esperito da questi bambini è enorme
a causa di:
• richieste scolastiche
• coetanei che presentano abilità migliori delle loro
• aspettative dei genitori
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AUTOEFFICACIA
Secondo Bandura, il fattore che più influenza il
comportamento è la percezione di sé come persona in
grado di affrontare gli impegni e le sfide della vita.
La riflessione su se stesso, porta l’individuo a codificare
l’azione personale.
L’autoefficacia mantiene un effetto di specificità e
focalizzazione sul compito.
percezione soggettiva, espressa prima dell’esecuzione
del compito, di riuscire a controllare e ad affrontare la
situazione con successo.
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AUTOEFFICACIA
• Chi possiede un ALTO senso di autoefficacia si aspetta
successo. Aspettativa che a sua volta, sostiene e motiva per
sforzarsi ad ottenere una buona prestazione che incrementa
ulteriormente il senso di autoefficacia attuando così un
processo circolare
• Chi possiede un BASSO livello di autoefficacia teme di
fallire, vorrebbe svolgere i compiti più semplici, non ha ben
chiari gli obiettivi e non utilizza strategie efficaci. Inoltre
potrebbe mettere in atto “autosabotaggio” (self-handicapping).
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AUTOEFFICACIA
Le strategie di “autosabotaggio” consistono
nell’anticipare ostacoli alla prestazione, con
espressioni verbali o comportamentali, prima
dell’esecuzione del compito.
(Procrastinare, porsi obiettivi troppo facili oppure irraggiungibili,
dichiarazioni d’ansia, uso di sostanze).
Hanno 2 FUNZIONI:
 Sostenere un’immagine positiva di sé;
 Proteggere la propria autostima.
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AUTOEFFICACIA
L’uso di queste strategie è più frequente in
adolescenza, quando si forma l’immagine del sé.
Ad un maggior uso di queste strategie corrisponde,
in genere, uno scarso apprendimento.
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IMPOTENZA APPRESA
Senso di incapacità appreso attraverso ripetute
esperienze di fallimento, vissute come il riflesso della
propria mancanza di abilità.
Si accompagna ad aspettative di fallimento e alla
sensazione di non avere nessuna possibilità di
controllo della situazione.
Secondo Seligman, l’impotenza appresa causa deficit a
livello:
• Cognitivo (mancanza di controllo);
• Emotivo (ansia, paura, attacchi di panico);
• Motivazionale (calo dell’autostima).
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IMMAGINE DEL SE’ E D.S.A.
BASSA AUTOSTIMA
ELEMENTO PIU’ CARATTERIZZANTE NEI DSA
(i disturbi di apprendimento sembrano indebolire la
struttura del sé)
La definizione dei meccanismi che aumentano la
vulnerabilità psicopatologica è un elemento di cruciale
importanza per un intervento tempestivo e specifico di
prevenzione
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AUTOSTIMA
• IMMAGINE GLOBALE
DEL SE’:
Visione generale che un
soggetto ha di se stesso
come somma di giudizi e
convinzioni
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• IMMAGINE SPECIFICA
DEL SE’:
Immagini specifiche del sè.,
differenziate per ambiti
settoriali:
• aspetto fisico;
• Rapporto con i coetanei;
• Abilità scolastiche;
• Capacità sportive.
AUTOSTIMA ED AUTOPERCEZIONE SCOLASTICA
Il funzionamento scolastico, rappresenta uno dei più
importanti fattori nel condizionare l’autostima nel corso
dell’infanzia e dell’adolescenza.
Le convinzioni che gli allievi hanno circa la loro
immagine scolastica possono influire sul loro senso
generalizzato di inefficacia, di convinzione personale
ed irrealistica di fallire in qualunque cosa.
Per un adolescente, spesso, il ritenersi non adatto allo
studio, porta ad un prematuro abbandono scolastico.
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AUTOSTIMA ED AUTOPERCEZIONE SCOLASTICA
Tali convinzioni, possono predire in modo significativo lo
sviluppo di un disturbo depressivo.
Seligman, ha infatti rilevato che la sensazione di non
poter controllare gli eventi della propria vita genera
passività e depressione, talora gravi al punto da
indurre al suicidio.
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ESITI PSICO-SOCIALI
Circa l’80% dei bambini ed adolescenti con DSA presenta
anche disturbi di ordine psico-sociale:
• bambini/ragazzi meno benvoluti e più facilmente respinti
rispetto agli altri compagni;
• minor adattamento sociale ed emotivo;
• bassa autostima;
• mancata realizzazione professionale;
• spesso ragazzini con DSA hanno problemi con la
giustizia;
• l’insuccesso scolastico può essere causa di suicidio.
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EVOLUZIONE DEL D.S.A.
Cosa non dobbiamo aspettarci da questi ragazzi?
Un’improvvisa scomparsa della difficoltà
MA
un lento e progressivo percorso di miglioramento che in
molti casi non porta alla remissione totale del disturbo
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CONCLUDENDO…
• favorire la migliore evoluzione delle competenze in esame,
nonostante la presenza di uno specifico deficit
• fornire strumenti e strategie per poter apprendere attraverso
“strade alternative a quella deficitaria”
• gestire nel modo migliore la situazione di difficoltà
• evitare che si sviluppino altre forme di disagio
• garantire la partecipazione attiva del soggetto ricorrendo
frequentemente a vari tipi di feedback
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CONCLUDENDO…
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•
•
•
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aumentare l’atteggiamento favorevole verso
l’apprendimento, prevenendo o contrastando il “senso di
impotenza appreso”
sottolineare, valorizzare le capacità del ragazzo
Proporre al ragazzo compiti che possa svolgere con
successo
Fornire gli aiuti necessari per portare a termine compiti
più impegnativi
far raggiungere la consapevolezza di poter riuscire
Insegnare al ragazzo a gestire il proprio livello di stress
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