Diapositiva 1 - Associazione Familiari Alzheimer Pordenone Onlus

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LA STIMOLAZIONE COGNITIVA NELLA DEMENZA
“Use or lose it”
Dott.ssa Barbara Zanchettin
“?”
Popolazione mondiale over 60
milioni
1500
1300
1000
> 60 anni
180%
488
500
0
1990
2030
Kinsella e VelKoff, 2001
IL CERVELLO UMANO
1.300-1.500 grammi di tessuto gelatinoso composto da 100 miliardi di cellule (i neuroni), ognuna
delle quali sviluppa in media 10 mila connessioni con le cellule vicine.
.
Le Funzioni Cognitive
Sono quelle funzioni della mente che ci permettono di
conoscere e riconoscere il mondo circostante, gli stimoli, i
segnali che da esso provengono e tutto ciò che vi si trova e
la nostra capacità di identificare e riconoscere gli stimoli
che provengono dal corpo e di dare loro un significato
.
sono indispensabili perché una persona possa
acquisire una propria identità e interagire
con il mondo e con gli altri
L’attività elettrica e soprattutto l’attività chimica del cervello stanno alla base anche di
complesse manifestazioni cognitive e affettive come il pensiero, la memoria, i sentimenti, il
linguaggio, le emozioni, ecc.. Ne consegue che i disturbi di tali funzioni derivano da lesioni
di specifiche aree cerebrali
. visione del rapporto fra cervello e
L’attuale
comportamento è emersa un secolo fa dalla fusione
degli studi sperimentali di neuroanatomia, biochimica,
fisiologia e psicologia e dallo sviluppo della istologia del
sistema nervoso.
2 teorie contrastanti
1) campi cerebrali associati
non
esiste
una
localizzazione precisa delle
funzioni mentali nel cervello,
.
ma la corteccia determina
in
modo unitario le funzioni
cerebrali e qualsiasi area
corticale è in grado di
eseguire ogni funzione
2) connessionismo cellulare
le manifestazioni del
comportamento sono
mediate da regioni cerebrali
specifiche attraverso
circuiti nervosi ben
determinati.
Oggi è ormai chiaro che ogni area del cervello è specifica per date funzioni, anche se ogni
funzione motoria, sensitiva e mentale segue più di una via nervosa, questo permette una
compensazione in caso di lesione di ciascuna area.
Sappiamo che la corteccia di ciascun emisfero è suddivisa in quattro regioni dette lobi, cioè i
lobi frontale, parietale, temporale e occipitale. Ciascun lobo è specializzato per date funzioni
Percezione delle sensazioni
somatiche
movimento
.
vista
Udito, Apprendimento,
Memoria
.
I due emisferi non sono simmetrici dal punto di vista anatomico e sono
connessi da una struttura di fibre, il corpo calloso
Possiedono facoltà diverse
.
Lateralizzazione emisferica
I due emisferi sono funzionalmente simmetrici?
Nel secolo scorso una serie di osservazioni di tipo anatomo-clinico evidenziò la
superiorità dell’emisfero sinistro per il linguaggio
(nacque il concetto di dominanza emisferica)
19th Century Neuropsychology
• Broca (1865) descrisse otto pazienti nei quali a seguito di lesioni del lobo
frontale sinistro conseguivano disturbi espressivi del linguaggio
• 1874 Karl Wernicke descriveva un’area la temporale sinistra
(tra la corteccia uditiva primaria ed il giro angolare)
la cui compromissione determinava un disturbo di comprensione
.
• Patient “Tan”
• tumore cerebrale frontale
sinistro brain region
• Broca: deficit di linguaggio
• Più recentemente prove sperimentali di inattivazione di un emisfero da iniezione di un
barbiturico
• Prove anche dai pazienti split-brain: asimmetria nella capacità di verbalizzare delle risposte
– numeri, parole, figure ed oggetti presentati nell’emicampo visivo destro sono
denominati/letti senza difficoltà. Descrizioni verbali di stimoli sensoriali sono impossibili
per l’emisfero destro (emicampo sinistro)
Mediante il test di Wada è possibile dividere la popolazione in base
all’emisfero dominante per il linguaggio, e mettere in correlazione questo dato
con la lateralità manuale.
Nel 96% dei casi il linguaggio è
localizzato nell’emisfero di sinistra
90% di popolazione è destrimane
.
Nel 4% dei casi il linguaggio è
localizzato nell’emisfero di destra
Nel 70% dei casi il linguaggio è
localizzato nell’emisfero di sinistra
10% di popolazione è mancina
Nel 15% dei casi il linguaggio è
localizzato nell’emisfero di destra
Nel 15% dei casi vengono utilizzati
entrambi gli emisferi in modo
equivalente
LE FUNZIONI
L’emisfero sinistro:
L’emisfero destro:
•
• specializzato nelle funzioni che implicano una
elaborazione di tipo "visuo-spaziale“
controlla i movimenti e la sensibilità della parte
destra del corpo e viceversa, l’emisfero sinistro
ha la porzione temporale più estesa rispetto al
destro
•
è più specializzato nelle funzioni linguistiche (e
nella comunicazione)
•
specializzazione nei processi di analisi e
categorizzazione
•
é maggiormente interessato nella
decodificazione e produzione di componenti
fonologiche, morfologiche, sintattiche e
lessicali
.
• sembra collegato più dell’altro al lato
affettivo ed emotivo del
comportamento
• peculiarità nei processi di sintesi e
nella percezione della globalità di una
struttura, (figura, problema, o concetto
che sia), partendo dagli elementi che
la compongono
• è coinvolto nell'interpretazione dei
significati impliciti.
Neuroplasticità
Capacità del Sistema Nervoso di andare incontro a modificazioni
strutturali e funzionali in risposta ad eventi fisiologici (durante lo
sviluppo del Sistema Nervoso la plasticità è massima), in risposta a stimoli
ambientali (ad esempio l'apprendimento), e ad eventi patologici (nei
pazienti con lesioni del Sistema Nervoso i fenomeni di neuroplasticità
rappresentano uno dei meccanismi alla base del recupero spontaneo, ma,
sottoposti ad adeguati stimoli ambientali, tali fenomeni di neuroplasticità
possono essere particolarmente stimolati, con ulteriori possibili vantaggi).
Neuroplasticità
• Si supera il DOGMA di un’organizzazione cerebrale funzionale STATICA (concetto di periodo critico)
• La plasticità cerebrale è un processo CONTINUO che permette un rimodellamento a breve-medio-lungo termine
delle mappe neuro-sinaptiche
• Circuiti nervosi cambiano struttura e funzione in risposta agli stimoli sia durante lo sviluppo sia nel corso della
vita adulta
PERIODO DELLO SVILUPPO
VITA ADULTA
la plasticità è molto alta:
selezione di alcuni circuiti neuronali con
l’eliminazione di altri. I neuroni, dal terzo al sesto
mese di gravidanza, crescono al ritmo di 250 mila al
minuto.
Qualche settimana prima della nascita, la loro
moltiplicazione si blocca e comincia quello che sarà
il compito ininterrotto del cervello:
creare connessioni tra una cellula e l'altra.
molti circuiti rimangono sostanzialmente stabili, ma le
popolazioni di neuroni continuano a mantenere una loro
dinamicità, riorganizzandosi in risposta a esigenze
motorie,
sensoriali,
cognitive
o
affettive.
E' dimostrato che dall'età di trent'anni si perdono 100.000
neuroni al giorno, quindi, partendo da un patrimonio di 30
miliardi di cellule, è calcolato che un uomo nel corso
della sua vita perda circa il 18% dei neuroni di cui
dispone.
Meccanismi di base della plasticità cerebrale
La plasticità del SNC è attribuibile ad almeno 3 tipi di meccanismi
1. MODIFICABILITÀ DELLA TRASMISSIONE SINAPTICA
Funzionale: quantità del trasmettitore liberato varia in più o in meno
Morfologica: si modifica la struttura dell’elemento
presinaptico e/o postsinaptico
Meccanismi di base della plasticità cerebrale
2. SPROUTING
Proliferazione di collaterali degli assoni con conseguente formazione di sinapsi.
I neuroni perilesionali sopravvissuti all’insulto iniziano ad emettere dei “germogli”.
Il risultato è la crescita di fibre nervose che raggiungono nuove terminazioni cellulari.
3. NEUROGENESI:
proliferazione post-natale di alcune popolazioni di neuroni cerebrali- cellule staminali.
In particolare in due aree:
il giro dentato dell’ippocampo (DG) e la zona subventricolare anteriore (SVZ).Bulbo olfattivo
Le cellule staminali sono cellule primitive non specializzate dotate della singolare capacità di trasformarsi in
qualunque altro tipo di cellula del corpo.
I neuroni e i circuiti nervosi vanno incontro a cambiamenti durante tutto l’arco di vita (plasticità post-ontogenetica)
• Lesioni cerebrali
• Deprivazione sensoriale
• Invecchiamento
• Malattie degenerative
L’apprendimento è una forma di plasticità nervosa:
ogni apprendimento è determinato da modificazioni nelle connessioni sinaptiche (rimodellamento delle
connessioni sinaptiche):
• Cambiamenti che coinvolgono i trasmettitori a livello sinaptico
• Cambiamenti che coinvolgono la modulazione da parte di un interneurone
• Formazione di nuove sinapsi
• Riarrangiamento delle connessioni sinaptiche
Ambiente arricchito
(Rosenzweig e coll., 1960, 2001)
Situazione A, condizione standard
(sx in alto): ratto in compagnia + acqua
(standard)
Situazione B,Ambiente impoverito
(dx in alto): ratto da solo con solo acqua
Situazione C, Ambiente arricchito
(sotto): più ratti + giochi
I ratti nella C mostrarono elevata attività dell’enzima acetilcolinesterasi (AChE) (indice di aumentata attività
colinergica)
Aumento del peso del cervello nel gruppo C rispetto a CI
Aumento del numero di ramificazioni dei dendriti dei neuroni nella corteccia occipitale nel gruppo C
(Greenough et al., 1972, Rosenzweig et al . 2001)
Immagine delle
spine dendritiche di neuroni
piramidali della corteccia
somatosensoriale
Ratto adulto dopo 3
settimane in una gabbia
standard
Ratto adulto dopo 3
settimane in un ambiente
arricchito
Usare il cervello significa ampliarne le capacità
•
L'omuncolo è la mappa del nostro corpo,
stabilisce quali parti della corteccia motoria
controllano i muscoli, e quali parti della
corteccia sensoriale ricevono informazioni dalla
periferia.
•
Questa è : il numero di neuroni che viene
dedicato a una parte del corpo varia con l'uso di
quella parte. Ad esempio, la mano di un
pianista è molto più vasta di quella di una
persona che la utilizza in modo meno
sofisticato.
Nelle fasi imminenti il danno i neuroni possono mettere in atto un
altro
meccanismo di compenso: attivazione di sinapsi silenti
Se una lesione colpisce il neurone "C" (a sinistra del disegno), questi andrà incontro a
degenerazione, e con lui il prolungamento assonico che precedentemente occupava il sito
sinaptico sul neurone "D" (a destra del disegno)
Meccanismo dello "smascheramento sinaptico" per il quale, connessioni precedentemente silenti diventano
attive. Questo processo viene invocato per spiegare le modificazioni plastiche molto veloci che insorgono a
breve distanza di tempo dalla lesione. A destra viene mostrato il meccanosmo dello "sprouting collaterale", per
effetto del quale, arborizzazioni di nuova formazione vanno ad occupare il sito sinaptico vacante del neurone
"D"
L’immaginazione e il cervello
Un’azione è compresa perché la rappresentazione
motoria di quell’azione è attivata nel nostro cervello.
•
Pensare un movimento significa attivare la corteccia premotoria, eseguirlo significa attivare la corteccia
motoria. Vi sono perciò aree del cervello che predispongono il movimento e aree che lo realizzano.
•
Questo parallelismo tra immaginazione e azione vale anche per la sensazione: il solo immaginare un
oggetto, ad esempio una rosa, porta all’attivazione delle aree della corteccia visiva che vengono attivate
quando quell’oggetto viene effettivamente visto.
La plasticità non riguarda soltanto le funzioni motorie o sensoriali ma anche
quelle emotive e cognitive.
Demenze: clinica
SINTOMI COGNITIVI
“Le capacità cognitive sono quelle che ci permettono di conoscere il mondo circostante e di
riconoscere e interpretare gli stimoli che provengono dal nostro corpo, sono le abilità che ci
permettono di essere persone competenti nell’affrontare la vita di tutti i giorni”
MMSE
30
Disturbo di Memoria
Disturbo di Attenzione
25
Disturbo di Visuo-Spaziali
20
Disturbo di Astrazione
15
Disturbo di Linguaggio
Aprassia
10
Agnosia visiva
5
Normale
MCI
CDR 0.5
Demenza di Alzheimer
I SINTOMI COGNITIVI
Amnesia:
• Difficoltà a riconoscere percorsi o persone conosciute.
• Vengono fatte domande o affermazioni ripetitive
• La memoria più compromessa è quella degli eventi recenti.
• Le componenti mnesiche più conservate sono quelle autobiografiche e non verbali
Aprassie:
• Difficoltà a compiere gesti di vita quotidiana anche semplici
• Difficoltà ad utilizzare oggetti di uso comune
Agnosia:
• Difficoltà a riconoscere gli oggetti, le loro proprietà ed il loro uso.
• Difficoltà a riconoscere le persone.
Afasia:
• Insalata di parole e uso di parole generiche (passepartout)
• Scarsa iniziativa verbale o logorrea
• Uso improprio della parole, scambio di parole
• Fenomeno della parola “sulla punta della lingua”
Disturbi dell’Attenzione:
• Scarsa capacità di filtrare gli stimoli
• Scarsa durata dell’attenzione
• Tendenza ad essere facilmente distratti
• Mantenere l’attenzione costa molte energie e fatica
Disturbi di Orientamento:
• Difficoltà ad orientarsi nel tempo (orario, mese, anno) e ad attribuirsi
un’età adeguata
• Difficoltà ad orientarsi nello spazio ed a riconoscere persone note
Recentemente è stato dimostrato che anche nel cervello degli anziani
sono conservate capacità di riparazione e rigenerazione e che la
plasticità neuronale può essere favorita anche nell’età avanzata
Si è visto come un ambiente stimolante e maggior esercizio fisico sono
in grado di favorire un miglior trofismo del cervello, oltre che a
migliore prestazioni generali dell’organismo
Numerosi studi sugli interventi cognitivi e comportamentali nella
demenza, hanno portato ad evidenze significative sulla loro
efficacia
Revisione della letteratura della
Cochrane Library
Una meta-analisi (Spector & Orrel; 2013) è giunta alla conclusione,
sulla base dell’esame di studi randomizzati e controllati, che
interventi di stimolazione cognitiva (come la Reality Orientation
Therapy) sono efficaci sia sulla cognitività che sul piano
comportamentale.
COS’E’ LA STIMOLAZIONE COGNITIVA
La Stimolazione Cognitiva è una forma di intervento strategicamente
orientato al benessere complessivo della persona, in modo da
incrementare il coinvolgimento in compiti finalizzati alla
riattivazione delle competenze residue ed al rallentamento della
perdita funzionale delle abilità cognitive
Potenziamento
delle Abilità
Cognitive
+
Intervento nella
sfera emotiva e
comportamentale
=
STIMOLAZIONE
COGNITIVA
PERCHE’ LA STIMOLAZIONE COGNITIVA?
Emozioni e
comportamento
Abilita’ cognitive
• compensare i meccanismi
coinvolti nelle funzioni lese
• contrastare la progressiva
compromissione delle abilità
residue
• potenziare le abilità
neuropsicologiche
preservate
•
•
•
stimolare alla partecipazione con
un ruolo attivo
costruire una relazione di scambio
attivo e di collaborazione
promuovere esperienze
gratificanti che sostengano
l’autostima
I PRINCIPI GENERALI NEGLI INTERVENTI DI SC
Motivazione ed
alleanza
terapeutica
rimodellamento
Livello di
stimolazione
protesicità
Riserva
cerebrale
Neuro-plasticità
Validità ecologica
FUNZIONE COGNITIVA: MEMORIA capacità di ricordare informazioni acquisite in
precedenza attraverso l’esperienza e di apprendere nuove informazioni integrandole con quelle già acquisite.
La memoria non è una cosa ma un processo che si divede in tre stadi:
1. Percezione e codifica
2. Immagazzinamento
3. Consolidamento
4. Rievocazione
Esistono diversi aspetti della memoria:
Memoria Immediata o di lavoro: stadio iniziale della memoria . In un primo momento le informazioni vengono percepite
tramite i sensi e poi entrano nella memoria dove posso essere conservate per un periodo di tempo breve…di solito
qualche secondo
Memoria a Breve Termine: (MBT), quantità limitate di informazioni che vengono immagazzinate soltanto per il tempo
necessario ad utilizzarle
Memoria a Lungo Termine: (MLT), ricordo di informazioni per periodi di tempo lunghi (memoria episodica o autobiografica)
Memoria prospettica o futura è la capacità di ricordare qualcosa per il futuro che implica una certa quantità di pianificazione
(appuntamneti con Marina alle 15.00)
Memoria verbale, semantica o uditiva è il ricordo basato sulle parole. Parole e linguaggio tendono ad essere localizzate
nell’area temporale sn del cervello
Memoria visiva o spaziale è il ricordo delle immagini (area temporale dx del cervello).
Memoria motoria è il ricordo di una particolare abilità motoria elle immagini, mes. Andare in bici (cervelletto).
Memoria procedurale è il ricordo di una procedura (accendere un PC).
FUNZIONE COGNITIVA: LINGUAGGIO Funzione svolta prevalentemente
dall’emisfero sinistro, mentre quello destro è deputato agli aspetti prosodici del linguaggio, ovvero l’espressione e la tonalità
affettiva.
INTERVENTI:
• Compiti di fluenza fonologica e semantica
• Esercizi sulla capacità di denominazione
• Esercizi sulla capacità di comprensione di informazioni orali e scritte
• Esercizi sull’abilità di lettura
• Esercizi sull’abilità di scrittura
• Esercizi per anomie, parole passe-partout e parafasie
Come aiutare una persona con difficoltà linguistiche :
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Non parlare troppo velocemente e cerca di utilizzare frasi brevi con parole comuni;
Cerca di non saltare da un argomento ad un altro nel corso della conversazione;
Cerca di ridurre al minimo il rumore di fondo e le altre distrazioni;
Non fare pressione sul tuo interlocutore pretendendo che dica la parola esatta; resisti alla tentazione di parlare per conto
suo o di finire la sue frasi;
Non fare finta di capire se non capisci. Cerca di non trattare il tuo interlocutore con aria di superiorità; ricordati che hai a
che fare con un adulto intelligente;
Se capisci parte di ciò che il tuo interlocutore ha detto, ripeti quelle parole, in modo che non sia costretto a ridire tutto
quanto; poi aiutalo con un suggerimento. Ad esempio “dove hai detto di essere stato in vacanza?..”.
AIUTI ESTERNI PER MIGLIORARE LA MEMORIA :
1.
2.
3.
4.
5.
ADATTARE IL PROPRIO AMBIENTE (tenere penna e bloc-notes per i propri appunti, scrivere su una lavagnetta ben in
vista le cose da ricordare, applicare etichette a dispense o porte9;
UN POSTO PER OGNI COSA, OGNI COSA AL SUO POSTO (tenere vicino alla porta un porta chiavi dove tenere tutte
le chiavi, stabilire un posto particolare dove riporre occhiali e portafoglio, avere una piccola scatola dove riporre tutte le
bollette e adottare un sistema di archiviazione per le bollette e i documenti legali)
CREARE UNA ROUTINE (le buone abitudini e la routine possono aiutare a sollevare i problemi di memoria, dare
disposizioni permanenti per il pagamento delle bollette, svolgere certe attivutà in giorni fissi)
MIGLIORARE IL BENESSERE ( ansia, stress e ndepressione possono peggiorare le difficoltà di memoria, coltivare le
amicizie e trovare nuovi amici, pianificare esperienze positive epiavcevoli, mantenersi fisicamente attivi ed in buona
forma, essere assertivi (imparare a dire no alle richieste eccessiive), gestire il proprio tempo imparando a prendersi delle
pause
AIUTI ESTERNI (utilizzo di una agenda, foglietti adesivi, lavagnetta cancellabile, calendario,orologio,scrivere degli elenchi
di cose, usare il pill reminder per i medicinali, e tenerlo in un posto ben visibile, fare un elenco dei numeri telefonici
importanti,
Note per chi assiste una persona con difficoltà di memoria :
Prenditi cura di te;
Crea una routine;
Organizza l'ambiente;
Crea un ambiente sereno e tranquillo;
Scomponi i compiti in piccoli pezzi;
Le difficoltà di memoria non sono un problema isolato;
Sii paziente;
Elimina i motivi di distrazione;
Attenzione;
Parla in modo semplice e conscio;
Ripassa e ripeti
FUNZIONE COGNITIVA: ATTENZIONE funzione che permette di distribuire e
mantenere attivo il “filtro” per elaborare correttamente le informazioni
Interventi:
• quesiti relativi all’ambiente circostante
• aiutare a ridirigere l’attenzione sugli stimoli rilevanti
• esercizi sul mantenimento dell’attenzione
• dedicarsi ad attività stimolanti per una quantità di tempo sempre maggiore
• ridurre al minimo le distrazioni
• fare pause frequenti
• ripetere le cose ad alta voce
• usare aiuti ambientali
• fissa degli obiettivi e usa degli incentivi
• sfrutta le ore migliori
• una cosa alla volta
• non fare le cose di fretta
• organizzati
• Osserva ciò che fai e verifica ripetutamente il tuo operato
FUNZIONE COGNITIVA: PERCEZIONE E ABILITA' VISUO-SPAZIALI funzioni che permette di “capire” i
segnali provenienti dagli organi di senso (vista, udito, tatto, gusto, olfatto)
Interventi:
• sollecitare le diverse modalità di senso spesso ipostimolate
• esercizi di stimolazione percettiva facilmente elaborabili
• esercizi di riconoscimento delle immagini
• esercizi di riconoscimento di personaggi famosi
Come migliorare le abilità percettive :
1.
2.
3.
Fai una scansione del capo visivo...muovi leggermente il capo; guarda adx e a sn. Ciò ti aita ad elaborare le immagini
che provengono dalla periferia del tuo campo visivo
Usa aiuti scritti e visivi
Esercitati con gli esercizi sopradescritti
FUNZIONE COGNITIVA: ABILITA’ PRASSICHE Capacità di programmare nella
giusta sequenza gesti complessi per il raggiungimento di uno scopo pettinarsi,
preparare un caffè, vestirsi, ...
Interventi:
• esercizi di copia di figure semplici
• esercizi di copia di lettere e parole
• esercizi di completamento di figure semplici e complesse
• esercizi di prassia ideo-motoria
partenza
arrivo
Alza la
gamba
destra
Metti le
mani
sugli
occhi
Fai il
segno
OK con
la mano
Piega
Scrivi
un foglio
il tuo
nome
Manda
un bacio
a metà
GIOCO DELL’OCA
Fai ciao
con la
mano
Canta
una
canzone
Alza il
braccio
destro
Imbusta
un foglio
Fai il
segno V
con la
mano
FUNZIONI ESECUTIVE: capacità di pianificare, programmare, organizzare stabilire obiettivi, decidere i passi per ottereli,
avviare programmi d'azione, monitorare i progressi di ciò che avviene.
I problemi a carico delle funzioni esecutive tendono a manifestarsi nelle situazioni poco strutturate.
Le componenti delle funzioni esecutive:
prendere le distanze: ovvero la capacità di fare un passo indietro e vedere la situazioni in modo obiettivo, da una certa
distanza, anziché andare alla carica senza riflettere;
cominciare: ovvero avviare autonomamente un'attività, senza aiuti o suggerimenti da altri
mettere in sequenza e pianificare: scomporre un obiettivo, generale in una serie di piccoli passi e poi eseguirli
riassumere
restare in allerta mantenere desta l'attenzione e non farsi distrare da cose non rilevanti
automonitorarsi
cambiare e risolvere i problemi
Fermarsi
Essere consapevoli di sè
Cosa ti viene in mente?.......
A
FRUTTA
VERDURA
ANIMALI
S
F
arancia
susina
asparago
spinaci
finocchio
salamandra
fringuello
ape
fico
IL GRUPPO COME STRATEGIA DI INTERVENTO
CON SOGGETTI ANZIANI
Perché il gruppo?
•
•
•
•
Reciprocità affettivo-relazionale
Brainstorming cognitivo
Palestra per le abilità sociali
Incremento della numerosità dei soggetti trattati
A cosa mi serve il gruppo?
“il gruppo mi prende per quello hce sono. Mi accettano, perché prima nonmi conoscevano.
Quindi posso rilassarmi completamente, non ho bisogno di stare sulle difensive.
Non confrontano quel che faccio dico e penso con ciò chefacevo, dicevo e pensavo prima.
Se qualche volta resto turbato e mi viene da piangere, non succede niente e sento che mi capiscono
perché ci sono passati
Quali tipologie di intervento?
Tecnica
Obiettivi
Gruppo sulle emozioni
Incrementare il tono dell’umore attraverso
il riconoscimento e l’espressione delle
proprie emozioni
Terapia di Reminiscenza
Supportare il tono dell’umore e la
memoria autobiografica mediante il
recupero di ricordi piacevoli e la
rielaborazione di quelli negativi
Gruppo di Auto Mutuo Aiuto
Potenziare le abilità sociali e la rete di
supporto amicale favorendo l’interazione
ed il confronto fra pari
Memory Training
Esercitare le abilità mnesiche
Reality Orientation Therapy
Contrastare il deterioramento cognitivo
attraverso una stimolazione aspecifica
Non sembrano esserci studi che evidenziano la persistenza
dell’efficacia della stimolazione dopo la sospensione del
trattamento; sembra esserci infatti una rapida perdita di quanto
appreso al termine della stimolazione
Spector et al.,2003
In uno studio multicentrico hanno confrontato l’efficacia della
ROT con quella degli anticolinesterasici.
Il lavoro concludeva auspicando l’utilizzo abbinato di
trattamento farmacologico e non farmacologico
NON È UNA CURA PER LA DEMENZA
MA È INDICATA COME METODO DA IMPIEGARE PER
MIGLIORARE SIA LO STATO COGNITIVO CHE I SINTOMI
COMPORTAMENTALE E PSICOLOGICI DELLA DEMENZA
“Per quel che riguarda le demenze…una volto posto il problema nei
suoi corretti termini e limiti è sempre più evidente che non poco si può
ottenere se, al pregiudizievole negativismo, si sostituisce un attivismo di
provvedimenti intesi a strutturare i rapporti tra il paziente e l’ambiente
in modo tale da ottenere, nella massima misura possibile,
comportamenti autonomi”.
Mario Parma
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