Gli stili di apprendimento2

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Gli stili di
apprendimento
Didattica e Pedagogia speciale
Nicoletta Rosati
Educare osservando e insegnare
ad osservare
Comportamenti
affettivi
 La
conoscenza
dell’alunno
Comportamenti
cognitivi
Educare osservando e insegnare
ad osservare
atteggiamenti ed
aspettative
Comportamenti
Affettivi
relazionalità
partecipazione
Educare osservando e insegnare
ad osservare
esperienze:scolastiche
extrascolastiche
Comportamenti
Cognitivi
conoscenze: dichiarative
procedurali
concetti
abilità
modalità di
apprendimento: stili cognitivi
formae mentis
Educare osservando e insegnare
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 Ogni
alunno è portatore di un fascio
di energie (potenzialità) sue proprie
che, se gradatamente realizzate,
contribuiscono al suo completo
sviluppo come persona
Educare osservando e insegnare
ad osservare
 Il
compito di ciascun docente, ma
anche di ciascun educatore, è proprio
quello di scoprire e far scoprire
all’educando ciò che lo distingue e lo
differenzia dagli altri perché unico ed
irripetibile.
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
La scoperta della
propria unicità
passa attraverso la
conoscenza del
proprio modo di
vedere, conoscere
e comprendere il
mondo che ci
circonda
Educare osservando e insegnare
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 Anche
il docente ha il suo patrimonio
di potenzialità; molte di queste
hanno già trovato espressione e
influenzano il proprio modo di
essere, di agire, di riflettere di
insegnare.
Educare osservando e insegnare
ad osservare
 Nella
conoscenza delle proprie
peculiarità come di quelle di ciascun
alunno rientrano
 gli stili cognitivi
 gli stili di apprendimento
 gli stili di insegnamento
Educare osservando e insegnare
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 La
costruzione condivisa delle
conoscenze permette agli alunni di
prendere coscienza delle proprie
modalità cognitive e di
apprendimento e ai docenti di
valorizzare queste “diversità” per
adattare il proprio stile di
insegnamento.
Educare osservando e insegnare
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
Ogni allievo
dovrebbe poter
sperimentare
stimoli adatti ai
diversi stili di
apprendimento
Educare osservando e insegnare
ad osservare
 Lo
stile di apprendimento è un
comportamento cognitivo, affettivo e
fisiologico che indica, nel suo
insieme, come l’allievo percepisce
l’ambiente di apprendimento,
interagisce reagendo ad esso.
Educare osservando e insegnare
ad osservare
 Osservando
un bambino/ragazzo
impegnato a scoprire il
funzionamento, per es. di un tellurio,
si potrà constatare come egli, di
fatto, impegni modalità sensoriali,
tratti di personalità ( le disposizioni
della mente) e modalità cognitive.
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I
canali sensoriali “puri” sono:
 visivo
 uditivo
 cinestesico
 olfattivo
 tattile
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 Di
fatto le informazioni che arrivano
( input) utilizzano un
 canale visivo-verbale
ABC
 canale visivo-non verbale
 canale uditivo
 canale cinestesico
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






Il canale visivo verbale
richiama le strategie di
apprendimento basate su:
prendere appunti
rivedere quanto appuntato
riassumere quanto letto
fare elenchi di cose da
ricordare
porre didascalie a grafici,
immagini, diagrammi
seguire istruzioni per
iscritto
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




Il canale visivo non
verbale richiama le
strategie di apprendimento
basate sull’uso di:
immagini,foto, disegni,
mappe concettuali o
multimediali;
sottolineature di parolechiave usando colori
diversi;
costruzione di immagini
mentali di ciò che viene
ascoltato o letto;
predisposizione di scalette
e di indici
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







Il canale uditivo privilegia
l’ascolto e si basa sulle
strategie didattiche di:
Ascoltare attivamente colui
che parla;
ascoltare con attenzione le
spiegazioni del docente;
registrare le lezioni del
docente o la propria
ripetizione della lezione;
chiedere spiegazioni orali;
utilizzare gli audiolibri;
usare la sintesi vocale per la
lettura ( in presenza di DSA);
ascoltare le spiegazioni di un
compagno
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



Il canale cinestesico
utilizza tutte le modalità
concrete di fare esperienza
diretta di ciò che si
apprende.
Si basa sulle strategie di
disegnare, ritagliare,
incollare, appaiare,
giustapporre immagini,
schemi, diagrammi.
Esprimere con il corpo ciò
che si sta apprendendo
Accompagnare lo studio
con il movimento del corpo
Educare osservando e insegnare
ad osservare
Educare osservando e insegnare
ad osservare
 Una
volta individuato lo stile di
apprendimento prevalente in ciascun
alunno, il docente predispone la sua
lezione scegliendo le attività
didattiche variegate così da
richiedere l’uso dei vari canali
sensoriali e rispettare i vari stili di
apprendimento.
Educare osservando e insegnare
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 Quando
l’informazione è stata “colta”
deve essere elaborata per
trasformarsi in conoscenza.
 Questo
avviene secondo il personale
stile cognitivo
Educare osservando e insegnare
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 Lo
stile cognitivo è “la modalità
prevalente con cui la persona
elabora l’informazione che permane
nel tempo e si generalizza a compiti
diversi.
P.Boscolo
“Intelligenze e differenze individuali”
1981
Educare osservando e insegnare
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 La
scuola dovrebbe stimolare
l’applicazione di diversi stili cognitivi
permettendo in questo modo un
apprendimento plurifunzionale.
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Gli stili cognitivi maggiormente
riconosciuti sono:
 stile globale≠analitico
 stile sistematico ≠intuitivo
 stile verbale ≠visuale
 stile impulsivo ≠riflessivo
 stile convergente ≠divergente
 stile dipendente dal campo ≠indipendente
dal campo

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 Gli
stili di apprendimento indicano
una predisposizione e una
propensione naturale di ciascun
allievo nell’uso delle abilità proprie.
 Ognuno utilizza, in modalità diverse,
in tempi diversi e in percentuali
differenti, tutti gli stili
Educare osservando e insegnare
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 Gli
alunni con DSA, per esempio,
prediligono stili di apprendimento
 visivo- non verbale
 auditivo
 cinestesico
Educare osservando e insegnare
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Le informazioni che provengono dal canale
auditivo sono, in genere, processate bene
nei bambini della scuola dell’infanzia, nelle
persone con DSA.
 Le informazioni che sono veicolate dal
canale auditivo necessitano un rinforzo
( educare all’ascolto attivo).
 Le informazioni che sono “conquistate” dal
canale cinestesico permangono più a
lungo ( apprendimenti con il corpo,
appunti, grafici)

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 Occorre
sempre ricordare che
ciascun alunno, però, ha il suo canale
privilegiato e che, anche se presenta
disabilità, ha un modo tutto
personale di processare le
informazioni
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 Gli
alunni con DSA o gli alunni
dell’età della seconda infanzia, per
esempio, utilizzano:
 stili di apprendimento visuali;
(pensano in modo visivo piuttosto che
verbale)
 stili cognitivi globali
( Krupska, Klein,
Morgan, Stella)
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 Sembra
che le persone con difficoltà
di apprendimento sviluppino un
pensiero divergente piuttosto che
convergente, quindi sono più creative
nel trovare soluzione ai problemi.
(Grenci, Amodio,
Bandello)
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 Prestare
attenzione al proprio stile di
insegnamento che, in genere, a
livello spontaneo, ricalca il nostro
stile di apprendimento
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 Stile
 Stile
 Stile
 Stile
 Stile
 Stile
verbale
visuale
globale
analitico
sistematico
intuitivo
Educare osservando e insegnare
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 Per
facilitare al massimo gli alunni
con DSA ( ma, in realtà, tutti gli
alunni) si dovrebbero programmare
le attività di apprendimento come
“prestazione della comprensione”
piuttosto che “prestazioni di
comprensione”
Educare osservando e insegnare
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 Un
possibile schema…
 Obiettivi cognitivi
 Obiettivi metacognitivi
 Obiettivi “sociali”
 Disposizioni della mente
Educare osservando e insegnare
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




Gli obiettivi cognitivi sono fissati per favorire lo
sviluppo di abilità cognitive.
Le abilità cognitive sono processi mentali
attraverso i quali gli alunni esercitano il pensiero
in compiti che vengono loro assegnati.
Tali processi sono in continua evoluzione quanto
più viene data agli alunni la possibilità di
esercitarsi con attività, contenuti e compiti.
Gli obiettivi cognitivi dovrebbero corrispondere ai
traguardi di sviluppo delle Indicazioni nazionali.
Possono essere semplificati e suddivisi in modo
da comprendere più sottoobiettivi o obiettivi
intermedi ( benchmark)
Educare osservando e insegnare
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

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



Esempi di abilità cognitive.
Analizzare/sintetizzare/organizzare/confrontare
una varietà di fonti di conoscenza
Porre/rispondere a domande
Verificare l’attendibilità/ ragionare in modo
informale
Sottoporre ad un’analisi
Risolvere problemi complessi/della vita di ogni
giorno
Predire conseguenze, verificare rapporti di causa
ed effetto, ipotizzare, verificare
Comunicare oralmente/per iscritto secondo una
particolare tipologia ( presentare con uso di
multimedialità, fare una relazione, argomentare,
parlare/scrivere con ironia o umorismo,
raccontare)
Educare osservando e insegnare
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



Gli obiettivi metacognitivi sono fissati per favorire
lo sviluppo di abilità metacognitive.
Le abilità metacognitive sono abilità riflessive sul
proprio comportamento mentale. E’ un costrutto
complesso al quale vengono riconosciute alcune
importanti funzioni: prevedere le azioni e le
strategie da scegliere in vista di un compito
cognitivo da realizzare,
controllare l’implementazione, autocorreggersi,
riflettere al termine di un lavoro per verificarne la
qualità
Riflettere al termine di un’attività per verificare la
funzionalità di alcune strategie applicate.
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 Da
questi comportamenti derivano
un senso di autostima
 Un senso di autoefficacia
 L’arricchimento del proprio repertorio
di strategie e tecniche
nell’esecuzione di compiti nel futuro
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Esempi di abilità metacognitive sono:
 Prevedre ed organizzare un lavoro
 Arricchire il proprio repertorio di immagini
 Rivedere l’efficacia delle strategie attuate
 Riflettere sulla qualità del proprio lavoro
 Scoprire propri punti di forza e di
debolezza
 Autovalutarsi

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Gli obiettivi sociali sono fissati per favorire
lo sviluppo di abilità sociali.
 Le abilità sociali indicano le varie modalità
e complessità di forme di interazione tra le
persone.
 Costituiscono un aspetto fondamentale per
la convivenza pacifica, il rispetto reciproco
e per lo sviluppo di un’intelligenza
distribuita ( cioè della capacità di svolgere
compiti complessi che esigono risorse di
più persone).

Educare osservando e insegnare
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
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



Esempi di abilità sociali sono:
Lavorare in modo indipendente e autoregolato
Sviluppare un senso di interdipendenza
Rispettare gli altri
Apprezzare la ricchezza degli altri
Avere fiducia nelle proprie capacità
Pianificare insieme
Abilità comunicative, di leadership distribuita, di
soluzione dei conflitti, di soluzione di problemi in
gruppo, di decisioni in gruppo.
Educare osservando e insegnare
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
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
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


Le disposizioni della mente sono tendenze
costanti che guidano il comportamento
intellettivo. Possono essere positive o negative,
produttive o improduttive.
Si riportano alcuni esempi:
Persistere
Gestire l’impulsività
Ascoltare con comprensione ed empatia
Pensare flessibilmente
Pensare sul pensare ( metacognizione9
Impegnarsi per produrre un lavoro accurato
Porre domande o problemi
Applicarespontaneamente la conoscenza a nuove
situazioni….
Educare osservando e insegnare
ad osservare
Comunicare con chiarezza
 Raccogliere informazioni attraverso tutti i
sensi
 Creare, immaginare, innovare
 Rispondere con meraviglia e stupore
 Assumere rischi in modo responsabile
 Provare un senso di umorismo
 Pensare in modo interdipendente
 Rimanere aperti ad un apprendimento
continuo.

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ad osservare
 Le
disposizioni ricoprono un valore
fondamentale nello sviluppo delle
abilità cognitive e sociali e possono
pertanto ritenersi dei “beni
trasversali” rispetto alle diverse
prestazioni cognitive che una
persona normalmente compie.
Educare osservando e insegnare
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
Un elemento che può favorire la
motivazione all’apprendimento anche in
condizioni di gravi difficoltà è dato dal
poter “vedere” l’applicabilità di quanto
scoperto, studiato, appreso( A cosa serve la
matematica nella vita quotidiana? Qual è il motore della storia? Le idee,
l’economia, i sogni di un popolo, lo sviluppo culturale? Serve conoscere la
chimica per vivere meglio? Cosa mi danno la poesia? Il romanzo? Il
e il fatto che quanto
appreso richieda una prestazione
adeguata alle proprie capacità ( non
aspettative troppo alte).
racconto? La letteratura?)
La prestazione autentica
 La
prestazione autentica è una
metodologia che risponde
pienamente ai bisogni di interesse e
motivazione allo studio.
 Si fonda proprio sull’applicabilità
concreta ed immediata di quanto
appreso nella realtà quotidiana.
La prestazione autentica
 Si
tratta di utilizzare le stesse attività
didattiche conosciute, ma con
un’ottica diversa: quella di situare la
conoscenza nella realtà conosciuta
dall’allievo.
La prestazione autentica





La prestazione autentica si ottiene trasformando
una prestazione di apprendimento ( per la
comprensione o della comprensione) ed
organizzandola secondo certi indicatori:
Situazione ( reale o verosimile)
Destinatari del lavoro svolto dagli allievi
Ruolo dei singoli allievi nello svolgimento della
prestazione
Prodotto chiaramente descritto dall’insegnante in
termini di: “Questo è ciò che mi aspetto da voi:
correttezza ortografica, frasi correttamente
costruite, idee innovative o originali, ecc.)
La prestazione autentica


Un modo di lavorare che non soltanto mette al
centro del lavoro stesso ogni singolo alunno, ma
lo rende co-responsabile e co-autore con il
docente stesso del proprio percorso di
apprendimento;
rende la classe un luogo altamente inclusivo
dove ciascuno è accolto e valorizzato per quello
che è, spronato a dare il meglio di sé,
incoraggiato dal percepire che la classe è
veramente l’incontro di tanti IO-Tu per costituire
il NOI.
Una buona classe non è un
reggimento che marcia al passo,
è un’orchestra che prova la
stessa sinfonia
D.Pennac, Diario di scuola
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