Tecnologie e tecniche per l`uso delle officinali

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ISTITUTO TECNICO AGRARIO STATALE
“Duca degli Abruzzi” ELMAS
RICONOSCIMENTO E USO DELLE ERBE OFFICINALI
Dott.ssa Sarritzu Sara - Erborista
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FITOTERAPIA
L’uso delle piante a scopo terapeutico è antichissimo: da sempre l’uomo ha cercato
rimedio alle proprie malattie in ciò che la natura gli offriva.
Con il passare dei secoli, gli studi scientifici hanno confermato la fondatezza di
molte di quelle che venivano considerate “credenze” popolari.
Molti medicinali moderni contengono (o ricreano con un processo di sintesi così da
garantire la produzione su larga scala) dei principi attivi delle erbe medicinali.
La moderna Fitoterapia non è una terapia empirica né alternativa,
bensì una medicina che si serve di una metodologia scientifica molto attuale:
sfrutta la conoscenza della composizione chimica delle piante per impiegarne
le attività farmacologiche e cliniche.
Per FITOTERAPIA si intende una branca della farmacoterapia che si occupa
dell’impiego delle piante medicinali e dei loro derivati in grado di svolgere un’azione
farmacologica nell’organismo
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La parte della pianta ( foglia, fiore, radice, corteccia, rametti ecc.) o l’intera
pianta che possiede una determinata azione farmacologica e che contiene la
maggiore concentrazione dei PRINCIPI ATTIVI responsabili di tale azione viene
chiamata: DROGA.
Esempio Camomilla - capolini (fiori), Rosmarino – foglie e rametti
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Le sostanze, generate dal metabolismo cellulare delle piante,
che introdotte nell’organismo umano hanno la possibilità di interferire sullo
stesso producendo una determinata azione farmacologica vengono chiamati:
PRINCIPI ATTIVI
Numerosi studi hanno però dimostrato che l’attività qualitativa e quantitativa dei
P.A. purificati è minore o diversa da quella esercitata dalla DROGA in toto perché
la pianta costituisce una “unità terapeutica” nella quale i suoi P.A. formano dei:
FITOCOMPLESSI caratteristici
Pertanto tutte le operazioni di estrazione devono mirare a mantenere e conservare
intatto il FITOCOMPLESSO perché solo attraverso la sua integrità strutturale
che la pianta può esercitare la sua massima attività farmacologica
Al fine di poter utilizzare in terapia i P.A., è necessario estrarli dalle DROGHE
attraverso varie tecniche che fanno uso di diversi solventi in rapporto
alle caratteristiche di solubilità della sostanza o delle sostanze che si intende
estrarre
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I PRINCIPI ATTIVI DELLE PIANTE OFFICINALI
La presenza e la quantità dei P.A. è strettamente legata alle condizioni climatiche,
fisiche,ambientali ed al Tempo Balsamico
GLUCOSIDI: detti anche ETEROSIDI, sono composti derivati dalla
combinazione di una frazione zuccherina (glucidica – fruttosio,galattosio,
glucosio, ecc.) con una molecola di altra natura dotata di funzione alcolica
(genina – fenolo, triterpene, acidi organici). Si comportano da Profarmaci cioè
la parte attiva (genina) viene liberata ed attivata negli opportuni siti d’azione.
In base alla natura chimica della genina, si classificano in:
GLUCOSIDI CARDIOTONICI, presenti soprattutto nelle foglie della
Digitalis purpurea e Digitalis Lanata con azione tonica sul muscolo cardiaco;
GLUCOSIDI ANTRACHINONICI, presenti nella cuticola esterna delle foglie
di Aloe, nella radice del Rabarbaro, nelle foglie di Cassia Angustifolia (Senna),
nella corteccia di Rhamnus Frangula e Rhamnus Purshiana (Cascara sagrada)
con azione lassativa di contatto e nelle sommità fiorita di Hypericum
Perforatum con azione antidepressiva;
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GLUCOSIDI SALICILICI, presenti nella corteccia del Salice Bianco e nelle foglie
della Spiraea Ulmaria (Regina dei prati),nella corteccia di Betulla con azione
antinfiammatoria, febbrifuga e antireumatica;
GLUCOSIDI IRIDOIDI, delle foglie di Piantaggine, i fiori di Verbasco e la radice
di Harpagophytum procumbens ( Artiglio del diavolo) con attività antinfiammatoria
e la radice di Valeriana con attività sedativa;
GLUCOSIDI IDROCHINONICI, delle foglie dell’Uva Ursina e dell’Arbutus Unedo
(Corbezzolo) entrambe della fam. delle Ericacee con azione disinfettante delle vie
urinarie;
GLUCOSIDI CIANOGENETICI che liberano acido cianidrico,delle Mandorle
amare(6-10 mandorle amare sono fatali per un bambino, per un adulto 50-60) ma
anche nei semi della pesca, albicocca,susina provocano l’arresto cardiaco e
respiratorio;
GLUCOSIDI SOLFORATI di alcune Crocifere (Senape) e Liliacee (aglio e cipolla)
Con azione antisettica,stimolante,ipoglicemizzante,diuretica
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Sommità fiorite di Spirea
Sommità e Foglie di Piantaggine
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Sommità fiorite
di Valeriana
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SAPONINE: sostanze di natura glucosidica, caratterizzate dal possedere una
forte azione tensioattiva ( schiumogena) in acqua.
Introdotte in alte dosi nel sangue, emolizzano i globuli rossi cioè esce fuori
l’emoglobina da questi,ma la loro assunzione per via orale non costituisce pericolo
perché vengono assorbite dalla mucosa gastrointestinale solo in piccolissime
quantità.
Sono un esempio le S. della radice della Liquirizia (glicirizzina) emollienti e sedative
della tosse e cicatrizzante, le S. delle foglie dell’Ippocastano (escina) che
favoriscono la vasocostrizione e migliorano il tono venoso, le S. della radice del
Ginseng (ginsenosidi) ad azione tonica adattogena
Foglie di Ippocastano
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FLAVONOIDI:costituiscono un ampio gruppo di
composti che danno colorazione alle piante ( dal giallo al
viola) come nelle bacche del Sambuco con azione
antinfiammatoria,nelle foglie del Gikgo Biloba con azione
specifica sul microcircolo, nelle parti aeree della
Passiflora con azione spasmolitica
Bacche di sambuco
ALCALOIDI: sono composti organici azotati,con struttura chimica diversa e
complessa che svolgono un’intensa azione biologica, eccitante o deprimente, sulle
funzioni dell’uomo e degli animali.
A questo gruppo appartengono sostanze pericolose, ma assai importanti per la
medicina che le utilizza in dosi minime.
Il primo A. isolato fu la Morfina (1803) alla quale seguirono la Caffeina e la
Nicotina.
Importanza storica va riservata alla Coniina della Cicuta, Chinina della corteccia
della China (Cinchona Officinalis) antimalarica e stimolante epatico e gastrico,
Mescalina del Peyot,Cocaina della Coca(Erythroxylon Coca) ecc.
Altri A. privi di tossicità sono quelli della corteccia e radice dell’Uncaria tomentosa
o Unghia di Gatto ad attività antinfiammatoria ed immunostimolante,gli A. con
azione moderatamente sedativa sul SNC e antispastica delle sommità fiorite della
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Fumaria e dell’Escolzia
Escolzia in fiore
Sommità fiorite di Fumaria
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TANNINI:sono sostanze complesse solubili in acqua ed alcol,presenti in grandi
quantità nei vegetali. Sono dotati di un potere astringente (azione tannante) infatti
si utilizzano per la trasformazione delle pelli in cuoio.
In terapia si sfruttano le proprietà antiflogistiche,astringenti, antiedemigene e
vasocostrittrici per esempio delle foglie di Amamelide, delle foglie e sommità
fiorite dell’Agrimonia, dalle parti aeree dell’Alchemilla.
Esistono
dei
T.
correlati
ai
FLAVONOIDI
detti
T.Condensati
o
PROANTOCIANIDINE o OLIGOMERI PROCIANIDOLICI OPC, ad azione
antiossidante, vasoprotettrici, antinfiammatorie per il distretto venoso ed
arterioso, per esempio i vinaccioli dell’Uva (Vitis Vinifera), il Picnogenolo della
corteccia del Pino Marittimo e le P. nelle sommità fiorite del Biancospino, nelle
foglie del Ginkgo Biloba, nei coni fruttiferi del Cipresso, nelle foglie
dell’Ippocastano ecc.
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Sara - Erborista
Sommità
dell’Amamelide
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Fiori del Biancospino
Foglie del Ginkgo Biloba
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CARBOIDRATI :costituiscono la maggior parte della massa di tutte la piante,
basti pensare alla cellulosa ad all’amido, polimeri del glucosio. Sono utilizzabili
come fonte di energia ma anche a scopo farmacologico. Talora costituiscono un
problema per l’organismo umano relativamente alla tollerabilità infatti numerosi
sono i pazienti intolleranti a certi carboidrati come amido e lattosio.
Tra i Monosaccaridi prevalgono Glucosio e Fruttosio, il Mannitolo presente nel
succo del Frassino ad azione lassativa blanda.
Tra i Disaccaridi ricordiamo il Saccarosio della Canna da zucchero e della
Barbabietola.
Tra i Polisaccaridi troviamo la Cellulosa, non digeribile per l’uomo,definita Fibra
insolubile, l’Amido dei cereali e tuberi, le gomme che a contatto con l’acqua danno
soluzioni adesive ( gomma arabica ottenuta dall’Acacia Senegal), le Mucillagini che
a contatto con l’acqua si rigonfiano ed hanno proprietà emollienti,
antinfiammatorie,leggermente lassative e protettive della mucosa gastrica per
esempio presenti nelle foglie e fiori della Malva, i semi di Lino, foglie dell’Altea,
nelle foglie della Piantaggine antinfiammatoria per le vie respiratorie, l’Inulina
delle radici del Tarassaco ecc.,
Pianta di Malva
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Fiori di
Lino
Coltivazione del Tarassaco
Piantina di Tarassaco
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ANTOCIANOSIDI: composti dalle proprietà endotelioprotettive e
antiaggreganti piastriniche e antiossidanti, presenti in molti fiori e frutti del
sottobosco come Mirtillo,Ribes, Lampone
LIPIDI: ricordiamo in particolar modo gi acidi grassi polinsaturi essenziali della
serie Omega 6 presenti nei semi della Borragine, dell’Enotera (Primula) ad azione
antinfiammatoria ed eudermica;
L’olio di germe di grano ricco in Vitamina E ed Omega 6, l’olio di mandorle dolci,
l’olio d’oliva ecc.
VITAMINE E MINERALI: i vegetali sono delle proprie e vere miniere di
queste sostanze per esempio l’acido ascorbico (Vit. C) presente nel’estratto di
Rosa Canina, la Vitamina E dell’olio di germe di grano,il betacarotene presente
nella Carota, la Silice presente nei fusti dell’Equiseto e numerosi minerali
presenti in diverse alghe verdi.
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OLI ESSENZIALI: correttamente si dovrebbe distinguere l’essenza di una
pianta dal suo olio essenziale infatti l’essenza è l’insieme dei costituenti chimici
volatili e lipofili presenti nelle piante aromatiche in speciali organuli che
costituiscono dei prodotti metabolici in attesa di escrezione tal volta utilizzati
dalle piante stesse come repellenti o attrattivi per gli insetti impollinatori.
Il termine olio essenziale indica la medesima frazione di costituenti chimici una
volta estratta dalla pianta, operazione fattibile con varie tecniche.
Alcuni esempi: il Camazulene presente nell’ O.E. di camomilla si forma solo
durante l’estrazione a partire dalla Matricina presente nell’essenza;
Alcune tecniche di distillazione frazionata consentono oggi di allontanare
determinate sostanze dall’essenza.
Gli O.E. sono miscugli di sostanze chimiche diverse, sono sostanze aromatiche,
volatili al vapore, pochissimo solubili in acqua, rapidamente assorbibili
dall’organismo e con molteplici attività farmacologiche dimostrate e pertanto il
loro impiego deve essere fatto con cautela.
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La famiglia di piante che contiene la maggior quantità di essenze è quella delle
Labiatae chiamate anche piante aromatiche.
I terpeni costituiscono la componente più importante dell’essenze per esempio
Pinene, Limonene, Geraniale, Citronellale, Eucaliptolo, Canfora, ecc.
Altri composti importanti sono i Fenilpropani per esempio Anetolo, Eugenolo,
ecc.
Per la distillazione in corrente di vapore, le piante sono utilizzate per lo più allo
stato fresco e quanto prima sottoposte alle tecniche di estrazione allo scopo di
evitare eventuali fermentazioni.
La pianta secca avrà una maggiore resa in percentuale perché è minore il
contenuto in acqua ma l’estratto sarà diverso nella sua composizione.
Per esempio allo stato secco si utilizzano: Anice Stellato, Cannella, Chiodi di
Garofano, Patchouly, Sandalo, Vetiver.
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Altre tecniche differenti sono: pressione e spremitura a freddo utilizzate per
estrarre le essenze dalla scorza degli agrumi; enfleurage metodo meccanico al
quale si possono tessuti molto delicati come fiori e petali i quali vengono
appoggiati su uno strato di grasso animale depurato che si satura di O.E.,
estrazione con solventi diversi dall’acqua ma non tossici e di cattivo odore;
estrazione supercritica a CO2 non tossica che permette di estrarre in maniera
frazionata i costituenti dell’ O.E.
L’attività biologica degli O.E. è molto varia e consente di applicarli nella terapia di
una vasta gamma di malattie. L’azione più caratteristica è quella antisettica e
antiparassitaria infatti un esame di laboratorio attendibile, che permette di
studiare la sensibilità di un germe, batterio, virus o micete è l’Aromatogramma
cioè un antibiogramma in cui gli antibiotici sono sostituiti dagli O.E.
Gli O.E. possiedono anche altre azioni come la stimolazione del SNC, azione
espettorante,
diuretica,
depurativa,
antispasmodica,
cicatrizzante,
antinfiammatoria, antireumatica, ecc.
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I PREPARATI FITOTERAPICI E LE LORO FORME D’IMPIEGO
PIANTA FRESCA
calore
spremitura e/o
centrifugazione
pianta secca
estrazione
sospensioni
tinture madri
estratti fluidi
tinture
tisane
estratti secchi
oli essenziali
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polvere micronizzata
succhi
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TISANE: sono preparati che sfruttano l’effetto solvente dell’acqua calda o
fredda. I procedimenti per la preparazione sono il decotto, l’infuso, il macerato.
A seconda del tipo della parte di pianta utilizzata si sceglierà il più adatto,
tenendo presente che le piante aromatiche ed i fiori non vanno bolliti perché il
calore distruggerebbe i P.A. in essi contenuti, pertanto in questi casi sarà bene
preferire l’infuso o la macerazione mentre per le parti vegetali si potrà scegliere
la decozione oltre che il macerato.
Decotto: la droga va posta in acqua fredda in un recipiente provvisto di
coperchio e portata ad ebollizione lasciando sobbollire dai 5 ai 10 minuti e
tenendo in infusione coperto successivamente per altri 5 minuti, si mescola, si
filtra e si assume subito;
Infuso: si versa l’acqua bollente sulle droghe poste in un recipiente e lasciando
riposare il tutto coperto per 5 – 10 minuti si mescola, si filtra e si assume
subito;
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Macerato: le droghe vanno poste a riposare nell’acqua fredda o nell’olio o nel vino
o nell’alcol sempre a freddo per un periodo che varia da un giorno a più settimane
a seconda del tipo di erba e dal tipo di solvente utilizzato.
Nel caso in cui il solvente sia alcol etilico si avranno gli alcoliti o tinture che si
ottengono per macerazione o percolazione della droga in alcol secondo il seguente
rapporto in peso droga/alcol: 20g di droga/100g alcol per le droghe normali e 10g
di droga/100g di alcol per le droghe di elevata attività (Digitale, Oppio,
Peperoncino, Zafferano, Mirra) e la gradazione alcolica varia tra i 60° e 80°.
Il tempo di macerazione va dai 5 ai 10 giorni in rapporto alla consistenza della
droga (fiori, semi, corteccia, radici, ecc). Il grado della soluzione alcolica dipende
dalla natura chimica del P.A. che si vuole estrarre: se il P.A. è un’essenza o una
resina si impiega alcol di 80°; se il P.A. è un alcaloide si utilizza alcol di 70°; negli
altri casi alcol di 60°; per gli amari alcol di 20°.
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Oleiti: si ottengono per infusione in olio d’oliva o di semi della droga.
Il rapporto in peso droga/olio è solitamente di 20g di droga/100g di olio.
Si unisce la droga ben contusa all’olio e si fa bollire da 1 a 2 ore a seconda della
consistenza della droga e si tiene in infusione per 1 ora e poi si filtra.
Queste sono preparazioni per uso esterno.
Acetoliti o Gliceroliti: sono soluzioni medicamentose di piante medicinali macerate
in aceto o glicerina. Il rapporto droga/solvente è uguale a quelo delle tinture mentre
il tempo di macerazione varia dai 5 ai 10 giorni a seconda della consistenza della
droga
Estratti : sono ottenuti per macerazione o percolazione della droga in un solvente
( acqua, alcol,etere) e successiva concentrazione della soluzione per mezzo
dell’evaporazione totale o parziale del solvente utilizzato. A seconda del tipo di
operazione di concentrazione si ottengono 3 tipi di estratti
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Estratto secco: l’evaporazione del solvente viene fatta fino a che il prodotto si
presenta come una polvere;sono igroscopici e vanno conservati in luogo fresco
asciutto ed al riparo dalla luce;
Estratto molle: il solvente viene evaporato fino ad ottenere un prodotto che bagna
la carta da filtro;
Estratto fluido: l’evaporazione del solvente viene fatta fino a che il peso della
soluzione è
Uguale a quello della droga di partenza. Il rapporto Estratto /droga è 1:1 cioè 1 g. di
estratto fluido contiene i principi attivi di 1 g. di droga essiccata all’aria.
Questo tipo di estratto si assume a gocce, sono facilmente alterabili all’aria e luce e
temperature elevate
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