Intervalli, scale e tonalità - lorenzo macchioni, bassista per passione

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INTERVALLI
1) primo concetto: trovare il numero giusto!
( 3° maggiore - 5° giusta)
Per leggere con facilità gli intervalli si parte sempre dalle note senza alterazioni:
DO
RE
MI
FA
SOL
LA
SI
DO
Gli intervalli vengono identificati con dei numeri cosidetti “ordinali”, che identificano l’ordine delle note
(senza alterazioni), ovvero la posizione della “seconda” nota rispetto alla “prima”. Un po’ come se
stilassimo una classifica di arrivo di una gara o posizione di partenza di F1, oppure contassimo una fila di
alunni o leggessimo la posizione in classifica della nostra squadra del cuore, insomma scegliete voi il
paragone che vi è più familiare.
In poche parole è più semplice di quanto si possa immaginare,
si tratta semplicemente di contare fino a 10!
Trattandosi di note (termine femminile), non avremo “primo-secondo-terzo…..intervallo”, ma
“intervallo di prima-seconda-terza….nota dopo la prima”
Ad esempio, se devo individuare l’intervallo tra il SI e il La (SI-LA), mi devo chiedere in quale posizione si
trova il LA rispetto al SI, ovvero non faccio altro che contare le note di una scala ascendente di note naturali
partendo dal SI:
PARTENZA…………………………………………………………………………..ARRIVO!
SI
1
1°(nota)
DO
2
2°(nota)
RE
3
3°(nota)
MI
4
4°(nota)
FA
5
5°(nota)
SOL
6
6°(nota)
LA
7
7°(nota)
Ho contato 7 note
quindi posso dire che è un “intervallo di 7°”
che equivale a dire che il LA è la 7° nota dopo il SI
ovvero che è un “intervallo di 7°” nota successiva al SI
IMPORTANTE E’ CAPIRE CHE SI TRATTA SEMPLICEMENTE DI INDIVIDUARE LA POSIZIONE,
ALL’INTERNO DI UNA CATENA ORDINATA (e sempre uguale) DI NOTE
do - re - mi - fa - sol - la - si - do - re - mi - fa - sol - la - si - do - re - mi - fa - sol - la - si - do - re - mi - fa
re------4°-----sol
mi---3°--sol
si---------------7°------------la
1) secondo concetto: trovare la parola giusta da aggiungere al numero! ( 3° maggiore - 5° giusta)
Oltre a stabilire la distanza, in termini di posizioni rispetto alle note presenti tra la seconda e la prima nota
dell’intervallo, ora dobbiamo stabilire quanti “Toni e/o semitoni” distano tra loro queste due note. Sempre
usando una metafora, è come se dopo aver stabilito l’ordine di arrivo dei corridori al traguardo (primo,
secondo e terzo) ora dovessimo indicare i tempi di arrivo, ovvero quanto ritardo ha il terzo (o secondo o
settimo) arrivato rispetto al primo.
1°------distanza-------4°
1°---------------distanza------------4°
come si può capire uno può essere 4° a 10 secondi dal primo, ma anche a 40 minuti!
La distanza in termini assoluti tra una nota e l’altra (unità di misura musicale), nel sistema tonale, è il
Semitono (mezzo Tono). Prendiamo ancora la sequenza di note della scala naturale (senza alterazioni) e
vediamo che tra una nota e quella successiva c’è sempre un Tono ad eccezione di MI-FA e SI-DO, dove c’è
un Semitono.
Nella scala di Do Maggiore (scala modale ionica) abbiamo la sequenza T-T-S-T-T-T-S
Nella scala di LA minore (scala modale eolica) abbiamo la sequenza T-S-TT-S-TT
Avremo quindi tra le note senza alterazioni queste possibilità
intervallo
1°
2°
3°
4°
5°
6°
7°
8°
Alcuni a distanza di
1S
3S
5S
6S (unico caso SI-FA)
8S
10s
12S
Altri a distanza di
0S
2S
4S
6S (unico caso FA-SI)
7S
9S
11s
Col temperamento equabile, si sono conservati solo 4 intervalli che hanno un “giusto” rapporto di frequenza
tra le due note interessate, sono l’unisono, la quarta, la quinta e l’ottava. Per tale ragione questi intervalli
“consonanti” vengono appunto detti GIUSTI.
Le 2°, 3°, 6° e le 7° sono state “aggiustate” per rendere il semitono sempre uguale a se stesso e farne
appunto l’unità di misura del sistema tonale. Questi intervalli possono essere maggiori o minori
dell’intervallo giusto che si aveva in origine, per tale ragione vengono appunto detti MAGGIORI O
MINORI.
Possiamo fare un riepilogo:
1° (unisono) giusta
2° (2S) maggiore o (1S) minore
3° (4S) maggiore o (3S) minore
4° (5S) giusta
5° (7S) giusta
6° (9S) maggiore o (8S) minore
7° (11S) maggiore o (10S) minore
8° (12S) giusta
L’unico caso FA-SI e SI-FA, dove abbiamo una 4° aumentata e una 5° diminuita va memorizzato.
Questo intervallo di 3 toni, nasce con l’introduzione della scala sul si (scala modale locria), che viene
inserita per completezza ma che presenta diverse inconvenienti. tale intervallo è chiamato TRITONO (3
toni), spezza esattamente a metà l’ottava (6 toni), rende la tonalità indefinibile e porta nella scala di FA
maggiore all’introduzione del sib e nella scala di SOL maggiore all’introduzione del fa#.
Gli intervalli possono andare oltre queste distanze con l’inserimento di # o b, in tal caso si dovrà scegliere
tra queste definizioni:
+ 1S = aumentato
+ 2S = eccedente
+ 3S = più che eccedente
- 1S = diminuito
- 2S = più che diminuito
- 3S = deficiente
ad esempio:
reb - sol# = (re-sol=4°giusta) + 2S = 4° eccedente
re# - solb = (re-sol=4°giusta) - 2S = 4° più che diminuita
possiamo trovare, a partire da ciascuna delle sei note (escluso il si), queste scale che rispecchiano le
sequenze di alternanza tra toni e semitoni, viste per il do maggiore e la minore.
DO > DO MAGGIORE
RE > re minore (sib)
MI > mi minore (fa#)
FA > FA MAGGIORE (sib)
SOL > SOL MAGGIORE (fa#)
LA > la minore
quando si parte dalle note DO-FA-SOL, abbiamo una sequenza di intervalli di questo tipo:
2°-3°-6°-7° = MAGGIORI
4°-5° = GIUSTE
fa eccezione SOL-FA = 7° minore
fa eccezione FA-SI = 4° aumentata
quando si parte dalle note RE-MI-LA, abbiamo una sequenza di intervalli di questo tipo:
2° = MAGGIORI
3°-6°-7° = minori
4°-5° = GIUSTE
fa eccezione MI-FA = 2° minore
fa eccezione RE-SI = 6° MAGGIORE
Intervallo >
Nota di
partenza v
DO
RE
MI
FA
SOL
LA
SI
2°
3°
MAGG
MAGG
Min (fa)
MAGG
MAGG
MAGG
Min (do)
MAGG
Min
Min
MAGG
MAGG
Min
Min
4°
5°
GIUSTA
GIUSTA
GIUSTA
GIUSTA
GIUSTA
GIUSTA
AUMEN (si)
GIUSTA
GIUSTA
GIUSTA
GIUSTA
GIUSTA
GIUSTA
DIMINUI(fa)
6°
7°
MAGG
MAGG (si)
Min
MAGG
MAGG
Min
Min
MAGG
Min
Min
MAGG
Min (fa)
Min
Min
Questo prospetto riporta gli intervalli senza le correzioni che vengono introdotte con fa# e sib nelle relative
tonalità. il si risulta essere il si minore con fa# e do# in chiave, tonalità relativa minore di RE MAGGIORE
SCALE
Abbiamo già avuto modo di vedere che partendo da ognuna delle 7 note naturali troviamo solo due tipi di
scale, quella maggiore e quella minore, corrispondenti alle scale modali ionica ed eolia. Queste sono
caratterizzate “armonicamente”, in termini di triadi o accordi dall’intervallo di 3° che in un caso è maggiore
(4 Semitoni o T+T) e nell’altro è minore (3Semitoni o T+S).
scala maggiore > T-T-S-T-T-T-S
scala minore > T-S-T-T-S-T-T
ovviamente per le scale che partono da RE e FA serve l’introduzione del sib,
per quelle che partono da MI e SOL l’introduzione del fa#
e per la scala che parte dal SI l’introduzione del fa# e del do#.
possiamo anche identificare questi due tipi di scale con gli intervalli caratteristici:
scala maggiore > 1°-4°-5°-8° GIUSTA - 2°-3°-6°-7° MAGGIORE
scala minore
> 1°-4°-5°-8° GIUSTA - 2° MAGGIORE - 3°-6°-7° minore
TONALITA’
Torniamo ora alle note DO-FA-SOL
Consideriamo la scala che nasce dal DO (maggiore) quella di partenza e spostandoci di una quinta sopra
constatiamo che la stessa scala (maggiore) la troviamo sul SOL con l’aggiunta del già citato fa# in chiave.
Se scendiamo di una quinta sotto al DO (maggiore) troviamo la stessa scala (maggiore) sul FA con
l’aggiunta del sib.
Salendo (#) e scendendo (b) per salti di quinta, possiamo costruire tutte le scale maggiori aggiungendo di
volta in volta un # o un bemolle.
Le scale minori le possiamo “legare” alle relative maggiori avendo le stesse alterazioni in chiave, oppure
costruirle con la medesima procedura partendo dal LA (minore), salendo di una quinta sul MI (minore con
fa# in chiave) e scendendo di una quinta sul RE (minore con sib in chiave).
Nasce così il “giro delle quinte”
illustrato con uno schema all’inizio di
tutti i testi didattici di teoria musicale. Il
mio (fantasiosamente legato al classico
orologio analogico) è questo:
Non ho riportato le rispettive scale (poco
utilizzate) enarmonicamente equivalenti
che hanno più di 6 # o bemolli. Queste
tornano utili solo se si devono eseguire
delle analisi armoniche, ma nella
comune pratica musicale diventano una
complicazione inutile.
Possiamo fare un riepilogo legato alla
successione diatonica e cromatica delle
note (cosa che non viene mai fatta) al
posto della successione per quinte
Scale
maggiori
sulle
note naturali
Alterazioni
DO
RE
MI
FA
SOL
LA
SI
Fa# do#
Fa# do#
Sol# re#
Sib
Fa#
Fa# do#
sol#
Fa# do#
sol# re#
la#
le note diatoniche della scala sono 7, per formare la scala cromatica è necessario aggiungere i 5 semitoni che
si posizionano a metà tra le note distanti un Tono intero. Sappiamo che le note distanti 1 Semitono sono MIFA e SI-DO, mentre tra le altre c’è il famoso “tasto nero del pianoforte” che identifica il semitono cromatico
mancante.
Questi 5 semitoni non hanno un nome proprio, ma prendono il nome della nota successiva o precedente, con
l’aggiunta del bemolle o # a seconda che il semitono sia sotto o sopra tale nota (enarmonia). Se
consideriamo vantaggioso il numero inferiore di alterazioni in chiave presenti in una delle due opzioni di
scelta del nome da dare alla nota, troviamo questo schema.
Scale maggiori
sui 5 semitoni
cromatici
REb
Mib
FA#
LAb
SIb
Sib Mib Lab
Fa# do# sol#
re# la# mi#
(6)
Sib Mib Lab
Reb
(4)
Sib Mib
Alterazioni
Sib Mib Lab
Reb Solb
(5)
(3)
(2)
Sotto riporta lo schema delle tonalità enarmoniche che presentano un numero maggiore di alterazioni, e
quindi da considerare tanalità “scomode” da usare.
Scale maggiori
sui 5 semitoni
cromatici
(alternativa)
DO#
RE#
SOLb
SOL#
LA#
7#
(7)
7# + 2##
(9)
6b
(unico caso
equivalente)
7# + 1##
(8)
7# + 3##
(10)
Alterazioni
Da notare che se sommo le alterazioni di due tonalità enarmoniche il risultato è sempre 12, questo perché le
note naturali (7) + i semitoni cromatici (5) danno appunto questo totale.
Mancano all’appello queste ultime 4 possibilità, che indico per completezza e curiosità, ma che non
vengono quasi mai prese in considerazione:
DOb > 7b
SI# > 7# + 5##
FAb > 7b + 1bb
MI# > 7# + 4##
(7)
(12)
(8)
(11)
(SI-5)
(DO-0)
(MI-4)
(FA-1)
Ricapitolando possiamo affermare che le tonalità maggiori possono essere 7 sulle note naturali, 7 su quelle
stesse note alterate col # e 7 su quelle stesse note alterate col b, per un totale di 21 tonalità. Di queste
possibili tonalità se ne usano 7 costruite sulle relative note naturali (senza alterazioni) e 5 costruite sui
semitoni aggiunti per costruire la scala cromatica, per un totale di 12 tonalità maggiori. Le 5 tonalità
costruite sui semitoni cromatici più usate sono quelle che presentano meno alterazioni in chiave. La scala
cromatica che ne deriva, con i nomi delle 12 tonalità più usate è la seguente.
DO
REb
RE
Mib
MI
FA
FA#
SOL
LAb
LA
SIb
SI
A queste si collegano le 12 tonalità relative minori, che hanno le stesse alterazioni
la
sib
si
do
do#
re
re#
mi
fa
fa#
sol
sol#
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