Relazione didattica Preparazione all’esperienza apprendisti Ciceroni GIORNATE FAI 25 MARZO 2017 CLASSI 2H E 2L PALAZZO GIOCOSI MARIANI Storia della struttura architettonica del palazzo Localizzazione : via del Tribunale al margine del quartiere medievale, in prossimità del vecchio decumano romano (est-ovest) attuale Corso Vecchio (vedere allegato ). Struttura: fase trecentesca- Il primo edificio era trecentesco (periodo medievale).Di questa fase rimane il sottopasso a tutto sesto in pietra sponga. In alto è una finestra arcuata con al di sopra una cornice, il sottopasso è stato parzialmente tamponato. (dal prospetto o facciata questo è molto evidente) Della fase medievale rimangono anche le mazzette fortemente a sguincio delle finestre. FINESTRE A SGUINCIO Nel Medioevo il palazzo faceva parte del Rione Amengoni 1 -Rione Disotto 2- Rione dei Rigoni 3- Rione di Amengoni 4- Rione di Fabri 5- Rione di Castello 6- Rione di Adoltrini - fase cinquecentesca (sec XVI) e fase seicentesca(sec XVII). L’edificio che si è sviluppato nella seconda metà del cinquecento e completato nei primi del seicento è il risultato dell’unione di parti di edifici medievali (dette cellule medievali) che ha causato la formazione di una pianta irregolare senza simmetria (la progettazione della simmetria nella architettura rinascimentale era fondamentale). Nella realizzazione viene rispettata la presenza di un cortile interno centrale però di piccole dimensioni, che è delimitato al piano terra da due androni (corridoi d’ingresso) che hanno due ingressi distinti in via del Tribunale. Questi androni voltati fanno accedere a due scale non simmetriche tra loro, che conducono al piano nobile e al secondo livello. Si ipotizza che intorno al cortile al piano nobile si sviluppasse un loggiato affrescato di cui rimangono poche tracce. Le stanze del piano nobile non hanno la caratteristica rinascimentale di una stanza dentro l’altra. Infatti le stanze sono servite dai corridoi di distribuzione che si sviluppano intorno al piccolo cortile. Le stanze erano voltate con volte a padiglione affrescate. Molte delle volte a padiglione e i relativi affreschi della metà del cinquecento sono andati persi e ora rimangono quattro sale con affreschi, di cui due sale solo con affreschi al centro della volta, una parte del loggiato e una edicola. La volta a Padiglione si ottiene anche, come nel caso della volta a crociera, dall'intersezione di due volte a botte conservandovi le parti in comune a tali volte: non esistono quindi gli archi perimetrali. Il perimetro è quindi quadrangolare e coincide con le linee d'imposta (nella volta a crociera il perimetro è dato dagli archi perimetrali). La volta a padiglione, o con testate di padiglione, può essere ribassata e la sua superficie centrale resa orizzontale con un piano che la interseca. Analisi del prospetto principale su via del Tribunale La facciata ha un chiaro impianto rinascimentale con tre livelli, tra cui le finestre del piano nobile con importanti cornici (anche se rimaneggiate nel settecento), presenti anche nelle finestre del piano terra, mentre le finestre del terzo livello sono più piccole e senza cornici. Rispettando le regole gli angoli del palazzo sono in bugnato in pietra di travertino e la facciata si conclude con un ricco cornicione di gronda. L’edificio è stato costruito in muratura ed esternamente intonacato. Due portali simmetrici si aprono sulla facciata con importanti cornici: sull’architave di destra si trova l’iscrizione: COSTANTINUS IOCOSAE DOMUS COLUMEN (Costantino Giocosi la casa al colmo. Questa iscrizione dimostra che Costantino Giocosi ha completato l’edificio); sul locale di destra si colloca l’iscrizione con il motto MODERATA DURANT (le cose moderate durano, comunicando forse quanto è importante l’equilibrio e il buon senso nelle scelte della vita limitando lo sfarzo e l’arroganza) - - Fase ottocentesca e novecentesca l’edificio ha subito in queste fasi pesanti interventi di manomissioni che hanno stravolto in parte la struttura originaria come la sostituzione delle volte a padiglione con solai a travette e tavelloni e la presenza di una superfetazione a destra rispetto alla facciata al di sopra della copertura. Nel secondo piano le manomissioni sono leggibili dalle diverse quote a cui sono impostati gli ambienti e da una chiusura della finestra sulla facciata. Quasi sicuramente l’edificio si è anche ingrandito con l’aggiunta di spazi che l’hanno portato ad assumere l’attuale aspetto. Dal catasto Gregoriano (1840-1854) infatti risultava che nell’ottocento l’edificio era diviso in tre proprietà, una parte apparteneva Angelo Mario Miconi, una parte a Domenico Pericoli e l’ultima a Pietro Mavuretti. Storia delle proprietà, delle funzioni del palazzo e dei restauri L’iscrizione del portale di destra COSTANTINUS IOCOSAE DOMUS COLUMEN ci comunica chiaramente che chi fece costruire il palazzo fu la famiglia Giocosi. Infatti Costantino (secondo Francesco Angeloni che scrisse nel seicento la prima storia di Terni) era nipote di Drusiano Giocosi, condottiero al servizio di Pio IV e marito di Claudiana Castelli che ebbero come figli Gaspare, giureconsulto (esperto di diritto), Giovanni Andrea, Fulvio, capitano della Repubblica veneta e Onofrio. Per la dott.ssa Margherita Romano (direttore storico d’arte della soprintendenza) l’edificio fu fatto costruire dai fratelli Gaspare e Giovanni Andrea (figli di Drusiano), mentre per la prof.ssa Cristina Marinozzi l’edificio fu fatto realizzare da Drusiano stesso e suo fratello Cinzio Giocosi. Precedentemente abbiamo nominato le proprietà ottocentesche dell’edificio Angelo Mario Miconi, Domenico Pericoli e Pietro Mavuretti. Nella seconda metà del XIX secolo la proprietà diventa unica con la famiglia Mariani ( per questo si chiama palazzo Giocosi-Mariani) e dopo l’unità d’Italia diventa sede del Liceo Ginnasio . Nel 1908 diventa sede della scuola Tecnica e poi ospiterà la Banda Musicale della città di Terni che ci rimarrà circa fino ai lavori di restauro dell’edificio nel 1980,che termineranno nel 1995. Durante questi lavori furono eseguiti i primi saggi stratigrafici volti a rinvenire le decorazioni, che saranno recuperate nel 2000 grazie ai contributi della Fondazione Cassa di Risparmio. Nel 1995 si insiederà nell’edificio l’istituto musicale Briccialdi, il grande flautista e compositore ternano, nato nel 1818, e noto a livello internazionale, oltre che per le sue doti musicali, anche per l’invenzione di una chiave aggiuntiva sopra la chiave del si per il pollice sinistro rendendo più facile suonare il si bemolle. Questo meccanismo adesso è chiamato il si bemolle - Briccialdi. Gli affreschi di palazzo Giocosi-Mariani Gli affreschi di palazzo Giocosi venuti alla luce e restaurati si sviluppano al piano nobile (primo livello) interessando quattro sale, tre campate della loggia che delimita il cortile, e edicola 1. 2. 3. 4. 5. 6. Affreschi della sala dell’Olimpo attuale sala Stanislao Falchi 1567 Affreschi della sala del Davide attuale sala Giuseppe Cerquetelli Affreschi sala Mosè e Aronne attuale sala Alessandro Casagrande Affreschi Sala del Noli me tangere attuale sala Idino Donini Affreschi delle volte della loggia Affresco dell’edicola Madonna e santi 1568 Gli autori di una parte di questi affreschi, secondo la ricercatrice Giovanna Sapori, sono due pittori fiamminghi: Marten Stellaert (o Stella) di Bruxelles e Gilles Cognet di Anversa. Questi due pittori furono attivi a Terni nella seconda metà del XVI secolo come il pittore fiammingo Karel van Mander che dipinse le sale di palazzo Spada (attuale sede del comune di Terni). E’proprio Karel Van Mander che nomina la presenza di questi due autori nel nostro territorio nel suo libro di pittura (Shilder-Boek). Giovanna Sapori sottolinea ch gli affreschi nelle sala dell’Olimpo di Palazzo Giocosi- Mariani, realizzati da Marten Stella sono frutto di un disegno più inciso, colori contrastanti (tonalità di verde con contrasti di tonalità giallo-arancio) e figure statuine (con muscolature evidenti più simili alle sculture greche classiche). Gli affreschi di Gillet Cognet sono frutto di una stesura del colore liquida e fluida, luminosa e chiara; le figure sono aggraziate e armoniose. Affreschi della sala dell’Olimpo attuale sala Stanislao Falchi La struttura della sala dell’Olimpo parte dal quadro centrale delimitato da fasce in stucco aggettanti con la tecnica del cuir decoupè che si staccano dal fondo giallo, creando un effetto tridimensionale per le ombre. Le fasce sottolineano le diagonali della volta a padiglione, che contengono all’interno dei piccoli ovali affrescati con quattro divinità e poi proseguono delimitando i tondi delle vele minori e i grandi ovali delle vele maggiori che raffigurano paesaggi e storie della Metamorfosi di Ovidio. Alle orecchie dei tondi delle vele minori sono appesi finti solidi geometrici ispirati agli archipendoli. Inoltre sotto e ai lati di questi tondi ci sono vasi fiammeggianti (con fiamme) posti sopra basi in prospettiva che sporgono dalle fasce. Alla sommità delle fasce diagonali della volta pendono altri solidi geometrici che ricordano le sfere armillari simbolo di sapienza e saggezza. Le fasce diagonali hanno tutte in basso un cuore di colore azzurro e sono collegate tra loro da una cornice a catena che contiene il cartiglio della data di realizzazione dell’opera 1567, al di sotto del tondo che rappresenta la metamorfosi di Venere e Adone. Tema dell’affresco principale (al centro della volta a padiglione) Al centro c’è Giove con una prospettiva molto scorciata sopra ad un’aquila con in mano i fulmini. Sotto al dio Giove a sinistra si trova Apollo, dio del sole, con la cedra e una corona di raggi di sole intorno alla testa, al centro la dea Diana, dea della Caccia e della luna con la corona lunata, arco e freccia, a destra il Dio Marte, dio della guerra, con l’elmo piumato, lo scudo e la spada. Al di sopra di Giove a destra è collocato Mercurio, messaggero degli Dei, con il cappello alato e il caduceo con due serpenti attorcigliati, al centro la dea Venere, dea dell’amore, con il dio Cupido suo figlio con arco e faretra. La Venere con il suo braccio destro indica il dio Saturno, Dio dell’agricoltura, a sinistra, che tiene con le mani la grande falce. 1) 2) 3) 4) Il dio Giove ( dio greco Zeus) Il dio Apollo (dio greco sempre Apollo) Il dio Mercurio ( dio greco Hermes) Il dio Saturno ( dio greco Kronos) Temi degli ovali alla sommità delle fasce (fasce diagonali della volta a padiglione) 1) 2) 3) 4) La dea Venere ( dea greca Afrodite) La dea Cerere ( dea greca Demetra) La dea Minerva ( dea greca Atena) La dea Diana( dea greca Artemide) Temi dei Tondi e degli Ovali (dalle metamorfosi di Ovidio) 1) Tondo = Mercurio e Argo – nella vela “satiri e satiresse che suonano strumenti musicali”(primavera) 2) Ovale = Giove e Semele, nascita di Bacco- nella vela “satiresse che allattano e fanno festa”(inverno) 3) Ovale = Perseo e Andromeda e il drago-nella vela “uccisione di animali mostruosi, animali fantastici e reali” (estate) 4) Tondo = Venere e Adone – nella vela “caccia in un mondo alla rovescia” (autunno) La presenza di Satiri e Satiresse e il mondo alla rovescia La scelta dei pittori fiamminghi Marten Stella e Gillis Cognet di realizzare satiri e satiresse, fauni e baccanti che suonano, fanno festa appartiene a quella nuova cultura di corte della seconda metà del 1500 dove i principi (o nobili) nelle loro sale comunicano quell’età dell’oro fatta di pace, di fertilità della natura, di armonia bucolica. Di questa Età dell’oro i principi si sentono protagonisti e fautori. Realizzare animali sopra ad altri animali che cacciano satiri, figure grottesche (metà uomo e metà animali), chimere (figura con parti di animali diversi), satiri e satiresse (metà uomini e metà animali), grifoni (corpo di leone e testa d’aquila) vuol dire rappresentare un mondo alla rovescia (alla riversa) in cui si scambiano i ruoli e le funzioni tra animali e uomini. Questo mondo alla riversa è una satira che allude al cognome Giocosi,costruttori del palazzo, che ad un messaggio ti tipo sociale e politico. Per lo studio dei dettagli vedere le schede descrittive elaborate dal liceo artistico nella pubblicazione online “I Fiamminghi a Terni, Palazzo Giocosi e il mondo alla Rovescia” PAROLE CHIAVI ( presenti nella pubblicazione del Liceo Artistico) Le metamorfosi = è il titolo di un poema epico-mitologico di Publio Ovidio Nasone (43 a.C.-18) incentrato sul fenomeno della metamorfosi. Attraverso l'opera, ultimata poco prima dell'esilio dell'8 d.C., Ovidio ha reso celebri e trasmesso ai posteri numerosissimi storie e racconti mitologici dell'antichità greca e romana. Le Metamorfosi che in 11.995 versi raccolgono e rielaborano più di 250 miti greci, sono state definite più volte una "enciclopedia della mitologia classica" La narrazione copre un arco temporale che inizia con il Chaos (è lo stato primordiale di esistenza da cui emersero gli dei) e che culmina con la morte di Gaio Giulio Cesare. Archipendolo = Strumento per verificare l'orizzontalità di una retta o di un piano, formato da due aste di legno di uguale lunghezza che si incontrano ad angolo retto, dal cui vertice parte un filo a piombo. Le due gambe sono unite da un traverso diviso in gradi. Sfera armiIlare = suo nome deriva dal latino armilla (cerchio, braccialetto), poiché ha uno scheletro composto da cerchi metallici graduati che collegano i poli e rappresentano l'equatore, l'eclittica, i meridiani e i paralleli. Al suo centro è posta una sfera che rappresenta la Terra. Viene usata per mostrare il movimento delle stelle attorno alla Terra. Cartiglio = Raffigurazione, per lo più dipinta o scolpita, di un rotolo cartaceo contenente un’iscrizione o data Cuir découpé = le fasce a finto stucco sono ispirate all’arte decorativa, al motivo ornamentale del taglio della pelle, talvolta piatta, talvolta attorcigliata. Questo motivo decorativo (spesso eseguito in stucco) è stato introdotto da Rosso Fiorentino, che ha sviluppato una forma raffinata e originale del taglio della pelle. Questa decorazione è caratteristica del Rinascimento manierista e presente all'interno del Palazzo di Fontainebleau , precisamente nella galleria Francesco primo (1535-1537) e nella sala di Madame d’Etampes . Caduceo = è un bastone alato con due serpenti attorcigliati intorno a esso Siringa = Il flauto di Pan (chiamato anche siringa o zampoña) è uno strumento musicale aerofono, costituito da più canne, il cui numero può variare, di lunghezza diversa e legate o unite tra loro. Per ottenere il suono si soffia trasversalmente sulle aperture superiori delle canne. Drolerie (Droleries) = Termine usato per indicare le bizzarre figure che compaiono nella decorazione marginale e nelle iniziali miniate dei codici gotici, e le piccole sculture di animali, talvolta fantastici, che ornano i doccioni, le cornici, i riquadri delle finestre ecc., nell’architettura gotica. Sala del Davide attuale sala Giuseppe Cerquetelli La struttura degli affreschi della volta a padiglone della sala del Davide è più semplice rispetto alla sala dell’Olimpo. Infatti la parte del cuir decoupè è limitato soltanto alla cornice del quadro centrale ed è caratterizzata da nastri e volti grotteschi. Gli altri affreschi presenti nella volta sono delimitati da semplici fasce colorate, due affreschi rettangolari nelle due vele piccole e due vele centinate (ad arco) nelle vele grandi. Relativamente alle quattro vele della volta, tre hanno tonalità di colore verde salvia e una di tonalità sull’azzurro. Nelle fasce diagonali giallastre sono raffigurate grandi erme femminili alate che tengono ovali in cui sono dipinte le quattro stagioni. In ogni vela intorno agli affreschi ci sono festoni, amorini o grottesche, chimere, o grifoni o uccelli, farfalle, libellule. In ogni vela ci sono rettangoli localizzati ai lati della base dove all’interno sono rappresentati animali acquatici. 1.Tema dell’affresco principale “Saul scaglia la lancia contro Davide” (al centro della volta a padiglione) In questo affresco la storia di Saul e Davide (Bibbia, primo libro di Samuele) viene inserita in uno spazio architettonico in prospettiva fatto di edifici e portici. Sullo sfondo della strada si trova un edificio circolare con sopra una croce. Il re Saul invidioso del successo di Davide, suo primo generale, seduto su un trono al di sotto di un baldacchino tenta di lanciare una lancia, bloccato da tre soldati. Davide sta fuggendo con i capelli al vento, la bocca aperta per il terrore, gli occhi spaventati e con il corpo in torsione per osservare la lancia al fine di schivarla. 2. Affresco rettangolare “Paesaggio lacustre e decorazioni a grottesche” 3. Affresco rettangolare “Paesaggio con Castello e decorazioni a grottesche” 4. Affresco centinato “Paesaggio fluviale e capanne, con città e decorazioni a grottesche” 5. Affresco centinato “Paesaggio fluviale con edifici classici decorazioni a grottesche” 6. Fregio con arabeschi e mascheroni PAROLE CHIAVI ( presenti nella pubblicazione del Liceo Artistico) Arabesco = L'arabesco è uno stile ornamentale composto da motivi geometrici. Il termine deriva dal fatto che lo stile era adoperato, e lo è ancor oggi, per decorare le superfici perimetrali, sia esterne che interne, soprattutto di moschee. Per lo studio dei dettagli vedere le schede descrittive elaborate dal liceo artistico nella pubblicazione online “I Fiamminghi a Terni, Palazzo Giocosi e il mondo alla Rovescia” Affreschi delle volte della loggia Le volte della loggia sono costituite da tre crociere. La più conservata è la volta a crociera di fronte alla scala con grottesche e immagini più complesse e con colori accesi e ben definiti dalle tonalità prevalentemente del verde con tocchi di giallo. Le composizioni sono perfettamente simmetriche e in equilibrio nel rispetto delle regole rinascimentali. Questa volta è quella sicuramente affrescata dai pittori Marten Stellaert di Bruxelles e Gilles Cognet di Anversa. Le altre due volte sono meno conservate e specialmente la terza manca di molte parti. Le grottesche sono molto più semplici e le decorazioni sono schematiche e lineari. Forse sono state realizzate da altri pittori. La volta a crociera centrale è quella che ha al centro lo stemma dei Giocosi all’interno di un ottagono. Per lo studio dei dettagli vedere le schede descrittive elaborate dal liceo artistico nella pubblicazione online “I Fiamminghi a Terni, Palazzo Giocosi e il mondo alla Rovescia” PAROLE CHIAVI ( presenti nella pubblicazione del Liceo Artistico) Le grottesche = sono un particolare tipo di decorazione pittorica parietale che affonda le sue radici nella pittura romana di epoca augustea e che fu riscoperta e resa popolare a partire dalla fine del Quattrocento. La decorazione a grottesca è caratterizzata dalla raffigurazione di esseri ibridi e mostruosi, chimere (La chimera è un mostro mitologico con parti del corpo di animali diversi), spesso ritratte quali figurine esili ed estrose, che si fondono in decorazioni geometriche e naturalistiche (floreali), strutturate in maniera simmetrica, su uno sfondo in genere bianco o comunque monocromo. Le figure sono molto colorate e danno origine a cornici, effetti geometrici, intrecci e quant'altro. L'illustrazione prevalentemente fantasiosa e ludica (giocosa). Le erme porta incensieri = busti femminili (simile a colonnine) che portano vasi di incenso Prof.ssa Daniela Ricci BIBLIOGRAFIA Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni “Arte e Territorio”, a cura di Anna Ciccarelli capitolo n.20 a cura di Giovanna Sapori, pag.217 -233, Terni 2003 Comune di Terni , Palazzo Mariani, a cura di Paolo Bernarducci e Giovanna Sapori,Terni 1995 Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, Palazzo Giocosi Mariani. Dipinti del piano nobile, a cura della Dott.ssa Margherita Romano, Terni 2001 Giovanna Sapori, I fiamminghi nel cantiere Italia 1500-1600, Electa, 2007, Milano; I fiamminghi a Terni, classe III B Liceo Artistico Orneore Metelli, referente prof.ssa Maria Cistina Marinozzi, Terni, 2015 ( versione multimediale).