Cancro: cosa lo provoca?

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Cancro: cosa lo provoca?
Author : Roberto Tunzi
Date : nov 12, 2015
Abstract: Cancro, tumori, neoplasie, al giorno d'oggi non si parla d'altro. L'OMS ha persino
dichiarato la carne rossa cancerogeno di prima classe. Non se ne può più: sembra quasi che
qualsiasi cosa uno faccia per guadagnarsi da vivere, oppure per divertirsi, faccia ingrassare, sia
immorale, illegale o, ancor peggio, provochi il cancro. Ma cos'è che provoca il cancro? Qual è la
giusta "ricetta di vita" che ci permetterà di sconfiggere questa malattia? E' possibile che esista
già una cura per i tumori, ma non ci venga rivelata per motivi economici?
All'inizio del mio percorso di studi in medicina, queste erano alcune delle domande che
frullavano per la mia testa in cerca di una risposta definitiva. L'approccio alla malattia
neoplastica non è nemmeno stato dei più felici:" Il solo modo sicuro di evitare il cancro è
quello di non nascere: vivere significa correre il rischio" (Le Basi Patologiche Delle Malattie
- Robbins). Sembrava proprio che i tumori fossero delle malattie incurabili cui tutti, chi prima, chi
poi, saremmo andati incontro. La buona notizia è, e posso felicemente dirlo, che col tempo ho
dovuto ricredermi: il cancro è una malattia in parte curabile, ma soprattutto è prevenibile!
Cercherò di spiegare in breve, ma chiaramente perché sono giunto a queste conclusioni e
perché anche altri dovrebbero convincersene.
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Cos'è il CANCRO?
I tumori sono delle masse di cellule, la cui crescita supera in maniera scoordinata quella dei
medesimi tessuti sani e progredisce anche dopo la cessazione degli stimoli che ne hanno
causato l'insorgenza. Questa definizione potrebbe sembrare abbastanza ostica, ma si può
pensare alla cellula tumorale, come una cellula che, a un certo punto del suo percorso di vita,
impazzisce e si comporta da elemento controproducente nei confronti dell'intero organismo.
Come?
Riproducendosi in maniera disordinata, crescendo a dismisura, infiltrando i tessuti sani,
producendo ormoni o sostanze simili, invadendo i vasi sanguigni e migrando in altri distretti
corporei per portare anche lì anarchia. I tumori, quindi, si comportano come veri e propri
parassiti. Bisogna, tuttavia, specificare che quello appena descritto, è il comportamento classico
del cancro, quindi di un tumore maligno. Generalmente, i tumori benigni crescono lentamente,
infiltrano meno i tessuti circostanti e metastatizzano molto raramente.
Cosa trasforma la cellula in tumore?
Più e più volte, sui libri di testo la cellula sana è stata identificata come una centrale energetica
efficientissima, o come una città del futuro con milioni di abitanti, ciascuno col suo preciso,
minuscolo ruolo, da svolgere all'unisono. Ogni minuto, in una cellula si verificano migliaia di
reazioni chimiche in cui elementi come proteine, grassi, carboidrati, e DNA vengono assemblati
e disassemblati in continuazione. E tutto ciò si verifica in un organismo, dove il numero totale di
cellule è a dir poco esorbitante (basti pensare che nel sistema nervoso sono presenti circa
duecento miliardi di cellule, in un millimetro cubo di sangue, sono presenti 4-5 milioni di globuli
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rossi). Noi siamo, miracolosamente, il risultato dell'interazione perfetta di tutti questi piccoli
tasselli. Tuttavia, alterazioni ereditarie o elementi acquisiti nel corso della vita, possono incrinare
questo meccanismo perfetto e manifestarsi come un danno cellulare. Non bisogna credere che
questo sia necessariamente male: alla base della evoluzione, vi è la capacità di adattarsi a un
insulto o un cambiamento. Anche la cellula risponde agli insulti esterni o interni modificando il
proprio comportamento attraverso un vero e proprio adattamento cellulare. A seconda
dell'intensità e del tipo di stimolo, la cellula può diventare più grande, più piccola, dividersi,
produrre elementi diversi o, se il danno diviene irreversibile, andare incontro a un processo di
morte cellulare programmata detta apoptosi. Il controllo sulla attività cellulare è efficientissimo;
ne sono una prova il fatto che: il numero delle reazioni che si verificano giornalmente è
elevatissimo, così come il numero di cellule presenti in un organismo, il cancro è una malattia
tipica dell'età avanzata e origina nella maggior parte dei casi da una sola cellula. Generalmente,
è più facile che una cellula vada incontro a morte programmata piuttosto che diventare un
tumore. Affinché avvenga la trasformazione in cancro, infatti, sono necessarie numerose e
particolari mutazioni che consentano alla cellula di diventare autonoma, bypassare i sistemi di
controllo del danno, prevalere energeticamente sulle altre cellule, nascondersi dal sistema
immunitario, invadere il sistema sanguigno, raggiungere un altro distretto e colonizzarlo.
Paradossalmente sarebbe molto più facile per un uomo qualsiasi diventare astronauta e andare
sulla Luna, che per una cellula diventare un tumore. Il processo di sviluppo e crescita di una
neoplasia, richiede nella maggior parte dei casi, un periodo di tempo molto lungo, in genere dai
cinque ai dieci anni.
Cosa provoca il cancro?
Sembrerà strano, potrebbe essere shoccante, ma il cancro ce lo si auto-provoca. Lo stile di vita
è senza dubbio il primo elemento modificabile coinvolto nella patogenesi dei tumori. Circa il
90-95% dei tumori sono provocati dalle nostre cattive abitudini, dalle voluttà: fumo, alcool, cibi
grassi, fritti, dolci, scarsa attività fisica. Solo il 5-10% di tutti i tumori sono dovuti a mutazioni
congenite o ereditati familiarmente. Sembra una ridondanza, ma ancora una volta, lo stile di
vita rientra tra i fattori di rischio di una malattia, come era già successo per le malattie
cardiovascolari, per il diabete, le disfunzioni sessuali....
Se poi si considera che malattie cardiovascolari e neoplastiche sono le principali cause di morte
non violenta, la modifica del proprio stile di vita diventa un elemento fondamentale per la
prevenzione e la cura di qualsiasi patologia.
Alla base della maggior parte delle neoplasie vi è l'infiammazione: essa è fondamentalmente
una risposta protettiva, il cui scopo è liberare l'organismo dalla causa "X" che ha provocato un
insulto cellulare. Le reazioni infiammatorie sono mediate dal sistema immunitario e dalle cellule
del tessuto coinvolte dal danno e possono essere innescate da numerosi stimoli: infezioni
batteriche e virali, ischemia, tossine, agenti chimici (benzene, amine aromatiche, alcool,
farmaci), agenti fisici (caldo, freddo, radiazioni solari, radiazioni nucleari) corpi estranei e
reazioni immunitarie contro elementi del proprio organismo (malattie autoimmuni). Durante
l'infiammazione vengono prodotte molecole altamente reattive che sì, uccidono i microbi o
neutralizzano le tossine, ma nel contempo possono danneggiano le cellule sane. Se
l'infiammazione dura per un tempo limitato, le cellule danneggiate hanno il tempo di ripristinare
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la propria corretta funzionalità; al contrario, quando l'infiammazione diventa cronica, si viene a
creare un ambiente di continua stimolazione dannosa delle cellule, non sufficiente a innescare
la morte programmata (apoptosi), ma abbastanza da far accumulare un numero di mutazioni tali
da causare nel tempo un tumore. E così, dove c'è infiammazione cronica, c'è un rischio di
evoluzione in neoplasia: un fumatore cronico irrita le vie respiratorie e può sviluppare tumore al
polmone, la gastrite cronica predispone al tumore dello stomaco, le malattie infiammatorie
intestinali si associano al cancro del colon e malattie autoimmuni, come tiroidite, celiachia si
associano al linfoma rispettivamente di tiroide e intestino. La probabilità di sviluppare il tumore è
direttamente proporzionale alla quantità di sostanze tossiche ingerite, inalate e al tempo di
esposizione: per esempio, un fumatore di venti sigarette al giorno per venti anni avrà un rischio
maggiore rispetto a un fumatore di dieci sigarette giornaliere che ha fumato per lo stesso
periodo di tempo.
Perché questo?
Nello sviluppo di un tumore, due elementi ricoprono un ruolo di primaria importanza: iniziazione
e promozione.
Come ricordato in precedenza, affinché una cellula diventi neoplasia, deve accumulare un
determinato numero di specifiche mutazioni che ne consentano la crescita maligna.
L'iniziazione è quel processo mediante il quale determinate sostanze (iniziatori) inducono danni
al DNA, tali da consentire lo sviluppo di un tumore. Perché il tumore diventi clinicamente
manifesto, è necessario che aumenti di dimensioni, accrescendo quindi il proprio numero di
cellule maligne. Tutte le sostanze che inducono la proliferazione cellulare (ormoni, fattori di
crescita) possono essere responsabili della promozione tumorale. La promozione della crescita
non è di per sé un elemento sufficiente allo sviluppo di un tumore, dato che è un elemento
imprescindibile dell'accrescimento fisiologico di un organismo; tuttavia, la successione
temporale di iniziazione, e quindi accumulo di mutazioni prima, e proliferazione di cellule
mutate, poi, porta allo sviluppo di un carcinoma.
Le sostanze iniziatrici e promotrici sono anche definiti cancerogeni.
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L'infiammazione cronica si caratterizza per una elevata presenza di sostanze iniziatrici e
promotrici, non solo nel tessuto interessato ma in tutto l'organismo. Tra le sostanze iniziatrici,
svolgono un ruolo preponderante i radicali liberi dell'ossigeno (ROS) che sono prodotti in
qualsiasi forma di infiammazione( infettiva, tossica, traumatica, immunitaria). Altre sostanze,
come il benzene, l'alcol, i pesticidi, le amine aromatiche sono anch'esse responsabili del danno
al DNA, ma si associano a particolari attività, come il fumo di sigaretta, il lavoro in industria
tessile, della gomma, chimica, di vernici ecc. Le sigarette, in particolare, producono oltre 1200
sostanze cancerogene durante la combustione, compresi elementi radioattivi come polonio210,
potassio70 e carbonio14. Tra questi composti, il benzene ha un'azione sia iniziatrice che
promotrice. Il fumo di sigaretta è coinvolto non solo nello sviluppo del tumore al polmone, ma
anche di cavità orale, laringe, trachea, esofago, stomaco, pancreas, colon, reni e vescica.
Veniamo alla carne rossa
Come ricordato in precedenza, la maggior parte dei tumori è provocata da uno scorretto stile di
vita associato a un background di geni e predisposizione ereditaria che acquisiamo dai nostri
genitori. Per il momento non si possiamo modificare l'ereditarietà o la predisposizione allo
sviluppo di una malattia, tuttavia, modifiche dello stile di vita, possono ridurre il rischio di un
tumore ad una percentuale bassissima. I tumori più frequenti nell'uomo (85-90% del totale)
colpiscono: polmone, tratto gastrointestinale e prostata, mentre i più frequenti nella donna
(85-90%) colpiscono polmone, mammella, tratto gastrointestinale, e sistema riproduttivo. Fumo
di sigaretta, alterazioni ormonali e alimentazione spiegano, quindi, l'80-90% dei tumori. La vera
arma nella prevenzione del tumore è perciò nelle nostre mani!
Perché l'alimentazione è fondamentale nella prevenzione dei tumori?
Qualsiasi elemento, sostanza che viene in contatto con il nostro organismo e può essere
riconosciuto dal sistema immunitario viene definito antigene; gli antigeni sono presenti in
alimenti, virus, batteri, pollini.....
Una volta penetrati nel nostro organismo, gli antigeni innescano una reazione immunitaria più o
meno potente che tende a neutralizzare l'eventuale pericolosità dell'antigene stesso: così,
antigeni batterici o virali causano una risposta immunitaria potente, mentre antigeni alimentari,
poiché innocui causano una reazione immunitaria minima o nulla.
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Quindi, ed è importante sottolinearlo, anche gli alimenti innescano una reazione immunitaria a
livello gastrointestinale. Più un cibo è elaborato, raffinato, maggiore sarà la risposta immunitaria
innescata; al contrario cibi naturali, poco elaborati, saranno ben tollerati dal nostro organismo.
Sappiamo bene che attivazione del sistema immunitario vuol dire attivazione
dell'infiammazione. E sappiamo anche, che l'infiammazione cronica rappresenta un terreno
fertile per le neoplasie.
Nei i cibi elaborati rientrano:
- tutte le farine 00, presenti in biscotti, merendine, taralli, ecc;
- tutti gli zuccheri raffinati, comprendente il normale zucchero di cucina (saccarosio), le bibite
gassate (Coca Cola, Sprite, Fanta e simili);
La lista non finisce qui, ma bisogna prima specificare una cosa:
L'apparato gastrointestinale è uno degli apparati più complessi del nostro organismo; la sua
funzionalità è infatti determinata dalla sua corretta anatomia, da ciò che mangiamo, dal nostro
sistema immunitario e dal microbiota intestinale.
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Il microbiota intestinale, ossia l'insieme dei batteri che hanno colonizzato il nostro intestino,
conta un numero di microrganismi superiori di sei volte il numero delle cellule del nostro
organismo; per giunta si nutrono di quello che mangiamo e liberano i loro prodotti di scarto nel
nostro stesso intestino!
Una dieta ricca di frutta, verdura, legumi, ortaggi e pesce, la tipica dieta mediterranea, favorisce
la crescita di batteri "buoni" e pertanto aiutano a prevenire i tumori dell'apparato
gastrointestinale.
Un'alimentazione ricca di sale, grassi saturi e idrogenati, presenti nella maggior parte del "junk
food" (cibo spazzatura - hamburger, patatine fritte, merendine), nella margarina, o ricca di
proteine animali elaborate (salumi in genere) e non, seleziona una popolazione batterica
"cattiva" che produce sostanze tossiche e putrefattive. Quest'ultime attivano fortemente il
sistema immunitario e l'infiammazione.
Si può adesso facilmente comprendere come un'alimentazione tipica occidentale (USA e Nord
Europa) ricca di cibi elaborati, salati e ipergrassi, predisponga allo sviluppo del cancro
gastrointestinale.
La relazione tra alimentazione e malattie cardiovascolari, cancro e diabete è stata al centro di
uno dei più grandi studi di epidemiologia della storia: The China Study, condotto dal biochimico
e nutrizionista statunitense T. Colin Campbell, su un campione di circa sedicimila persone e
pubblicato nel 2005.
Lo stesso studio ha evidenziato come una proteina presente in latte e derivati, la caseina,
potesse effettivamente aiutare la progressione di un cancro. Sulla base dei dati del China
Study e del fatto che i cinesi consumano pochissimi latticini, Campbell ha dedotto che i latticini
sono cancerogeni. Ha condotto anche un esperimento con topi affetti da tumori, dimostrando
che togliendo la caseina si riduce la dimensione del tumore. Sembrerebbe una prova
inconfutabile, con una doppia conferma, negli esseri umani e negli animali. Un effetto analogo è
stato ottenuto nel 1989 dal dottor Schulsinger e collaboratori con proteine del grano per cui
l'aggiunta dell'amminoacido lisina alla dieta consentiva la produzione autonoma di caseina e
quindi la progressione del tumore. In pratica non importa se la caseina proviene da una fonte
animale o è prodotta a partire da un'altra proteina vegetale: quello che conta è la capacità
dell'organismo di produrne a sua volta, fornendo un nutrimento al tumore. Indipendentemente
dai risultati del China Study, bisogna ricordare che il latte rappresenta un alimento
fondamentale per la crescita dei cuccioli di tutti i mammiferi. Con la crescita, la maggior parte
dei mammiferi, e quindi anche l'uomo, perde il pool di enzimi necessari per la digestione del
latte; questo spiega l'aumento dell'intolleranza al latte nell'età adulta. Se poi si considera che,
abbiamo cercato di adattare il latte vaccino, alimento per vitelli, alla dieta umana, diventa più
facile comprendere perché dovremmo limitare l'assunzione di latticini.
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Alimentazione: panacea per la prevenzione delle malattie.
Al termine di questo breve percorso sui tumori, numerose domande potrebbero essere rimaste
in sospeso. La patologia tumorale rappresenta tutt'oggi una dura battaglia per il paziente e per il
medico. Non bisogna dimenticare che la chirurgia rappresenta la prima e più efficace terapia
per la cura del cancro, seguita da chemio e radio terapia, ma un corretto stile di vita è il più
efficace "farmaco" per la prevenzione tumorale. Eppure, quanto l'alimentazione sia importante
lo si sà dagli albori della medicina
"Lasciate che il cibo sia la vostra medicina"
Ippocrate
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