8. RICERCA: Alzheimer, 5 nuovi geni coinvolti,studio su 50mila

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8. RICERCA: Alzheimer, 5 nuovi geni coinvolti,studio su 50mila persone ipotesi
ruolo herpes con prospettive prevenzione e terapia
Potrebbe rivelarsi un passo avanti decisivo per la messa a punto di una futura terapia
contro il morbo di Alzheimer. Un team di ricercatori europei, con un italiano come coautore dello studio, ha infatti identificato cinque nuovi geni associati alla patologia,
aprendo così nuove 'piste' per la ricerca delle cause di questa malattia con l'obiettivo di
arrivare, in futuro, all'identificazione dei soggetti a rischio. Si tratta della più vasta ricerca
europea mai condotta sulle radici genetiche dell'Alzheimer (19mila pazienti studiati,
insieme a quasi 32mila individui sani), ed il risultato è stato appunto l'individuazione dei
cinque geni associati alla malattia di cui quattro finora mai collegati al morbo. Ma c'é di più.
Secondo l'immunologo Federico Lìcastro dell'Università di Bologna, co-autore dello studio
di imminente pubblicazione sulla rivista Nature Genetics, la scoperta rafforzerebbe l'ipotesi
che tra i fattori scatenanti l'Alzheimer possano esserci pure virus cerebrali della famiglia
dell'Herpes. Dei cinque geni imputati, uno (Abca7) ha funzione di trasporto dei lipidi
(grassi) nel cervello ed in particolare nell'ippocampo, area particolarmente colpita dalla
malattia. Altri tre (Msa4, Cd33, Cd2ap) svolgono funzioni di regolazione dell'infiammazione
cerebrale. Il quinto (Epha1) regola morfologia e mobilità cellulare ed alcune risposte
immunitarie. Questi geni, spiega Licastro, "sono tutti coinvolti nei meccanismi con cui virus
che risiedono in forma latente nel nostro cervello, come l'Herpes, riescono ad infettare le
cellule, a 'mimetizzarsi', una volta dentro, per non essere attaccati dalle difese
immunitarie, ed infine uccidere la cellula ospite. Ci sentiamo quindi incoraggiati a
proseguire le ricerche sulla nostra ipotesi che questi virus possano giocare un ruolo
nell'insorgenza della malattia". Attualmente il gruppo di ricerca di Licastro sta lavorando ad
una verifica sperimentale di questa ipotesi: "Stiamo cercando di scovare i virus della
famiglia Herpes nelle cellule del cervello dei malati di Alzheimer. - chiarisce l'esperto L'ideale sarebbe affiancare la ricerca sulle cellule umane con studi sugli animali. Ma i costi
lievitano tantissimo". L'identificazione dei nuovi geni associati alla malattia, secondo i
ricercatori, è fondamentale per l'avanzamento verso trattamenti preventivi e curativi,
tenendo conto che ad oggi i farmaci disponibili hanno un'efficacia marginale nel contrasto
della patologia. Ed inoltre, nell'eventualità, non immediata, che l'ipotesi del coinvolgimento
dei virus dell'Herpes dovesse trovare conferma, si aprirebbero ulteriori nuove prospettive
di prevenzione e terapia. Infatti, rileva Licastro, "se scoprissimo che certi virus, molto
diffusi, contribuiscono all'insorgenza di malattie come l'Alzheimer, si potrebbero valutare
misure come la vaccinazione precoce dei bambini, o il trattamento dei malati con farmaci
antivirali". Anche se, precisa, "un virus come l'Herpes è un parassita perfetto. Si stabilisce
nel nostro organismo in tenera età e ci accompagna fino alla morte. Sradicarlo non
sarebbe dunque affatto facile". L'Alzheimer è oggi la forma più frequente di demenza
senile: entro gli 85 anni ne viene colpita una donna su cinque e un uomo su dieci. Il
numero di soggetti affetti da Alzheimer o demenze collegate nel mondo dovrebbe passare
dagli attuali 35,6 milioni a 65,7 milioni nel 2030, secondo le stime dell'Associazione
internazionale Alzheimer (Adi). In Italia l'Alzheimer colpisce oltre 700.000 persone.
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