STORIA DEL MANIFESTO CAMPARI

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STORIA DEL
MANIFESTO CAMPARI
Sara Rastello - 5°C, anno scolastico 2015/16
Storia del Manifesto Campari
E’ Gaspare Campari l’inventore, tra decine di altri liquori, dell’aperitivo rosso a media
gradazione alcolica che ancora oggi porta il suo nome; liquorista originario di Cassolnovo
(PV) sarà protagonista di un grande sviluppo che interesserà molti mercati internazionali.
Fu però il figlio Davide a trasformare l’azienda, egli intuì che la pubblicità ha un ruolo
strategico e fondamentale che può rendere il marchio e il prodotto indelebili nella mente
delle persone. Decise così di commissionare ai migliori artisti emergenti dell’epoca dei
cartelloni pubblicitari dove fosse ben visibile la scritta Campari definendo, in questo
modo, i tre capisaldi della comunicazione Campari: un logo riconoscibile, un colore
distintivo e un prodotto di qualità. Oggi il marchio Campari celebra gli anni di passione,
storia, successi e strategie comunicative che hanno portato il marchio ad affermarsi sia in
ambito nazionale che internazionale. Di seguito le tappe principali che ne hanno segnato
la storia passata, tracciandone quella futura.
1860 Nasce Campari
Frutto della sperimentazione di Gaspare Campari è ancora oggi prodotto con gli stessi
ingredienti e la formula è ancora segreta. Grazie alla prestigiosa e centrale posizione del
Caffè Campari in Galleria Vittorio Emanuele II (ceduto nel 1919), Campari diventa presto un
aperitivo di successo e compagno degli avvenimenti sociali milanesi.
1880 Il primo annuncio pubblicitario Campari
Il 7 gennaio del 1889 compare il primo annuncio pubblicitario di Campari sul ‘Corriere
della Sera’.
Nel 1890 G. Mora, artista e illustratore, realizza i primi manifesti per pubblicizzare Campari.
Ritraggono scene della vita quotidiana di una città in fermento, Mora in questo caso, vuole
rappresentare lo stile di vita cosmopolita della Belle époque.
E’ in questo periodo che gli artisti si rendono conto dell’importanza della relazione
tra arte e pubblicità, dando inizio al rapporto tra la marca, il mondo degli artisti e dei
designer.
Marcello Dudovich
Coppia al tabarin, 1901
Firma il celebre manifesto sul bacio
appassionato di due innamorati,
colti nell’angolo di un salottino privé
e virato tutto di colore rosso, come
il colore della bevanda Campari. E’
l’antenato dei moderni spot sulla red
passion. La tonalità monocromatica
non lascia possibilità di dubbi, rosso
è il bitter reclamizzato, rosso è
l’amore che li unisce, rosso è il fuoco
che divampa nel bacio passionale,
rossa è la luce che illumina la
penombra galeotta del tabarin. Il
messaggio pubblicitario è sintetico e
veloce così come veloce e sicura sarà
qualunque conquista femminile per
chi beve il Campari, liquore di fama
internazionale. Grande opera che
consolidò la reputazione del giovane
Dudovich quale raffinato ed arguto
maestro pubblicitario.
1920 Campari e l’arte
Marcello Dudovich, pubblicitario e pittore, firma il celebre manifesto del bacio
appassionato dei due innamorati.
Molti sono gli artisti che danno il loro contributo per Campari: uno di quali è Leonetto
Cappiello, pubblicitario e illustratore, che realizza una serie di manifesti tra cui il celebre
Spiritello avvolto nella buccia d’arancia, immagine ancora oggi nella memoria di molti.
Il grande artista fiorentino delle silhouette di carta ritagliata è Ugo Mochi, illustratore e
disegnatore.
1930 Nasce Camparisoda
In questi anni la creatività di Fortunato Depero, pittore, scultore e pubblicitario, racconta
Campari. Egli inventa la famosa bottiglietta a cono monodose: è il primo drink già pronto
a essere messo in vendita al mondo. Grazie alla sua praticità e innovazione, Camparisoda
rivoluziona il processo produttivo dell’azienda. La nascita di Camparisoda è una
rivoluzione nella produzione Campari grazie alle componenti di innovazione e funzionalità.
Fortunato Depero,
Squisito al selz, 1926
Uno degli artisti che influenzò l’illustrazione e la comunicazione visiva fu
è interessato a modificare ogni cosa del mondo che ci circonda. Non sopporta
proprio Depero. Esso realizzò diversi manifesti pubblicitari di mostre futuriste,
che l’arte resti chiusa in gallerie e musei, ma vuole che abbia una sua utilità,
ruppe la frontiera tra pittura e pubblicità, rendendo queste ultime un’attività
un suo vasto mercato e soprattutto che possa entrare nella vita quotidiana di
unica. È proprio dalla comunicazione che l’artista prende questo spirito giocoso
quanta più gente possibile.
e allegro. Nel 1919 crea la Casa d’Arte Futurista, con funzioni paragonabili a
Egli stesso disegna la caratteristica bottiglia a forma di calice rovesciato
quelle di un’odierna agenzia di pubblicità. L’artista lavora infatti per diverse ditte
nel 1932. L’arte si ispira alla geometria e al dinamismo, gli stili diventano
italiane e mette a punto per Campari un’originale strategia di comunicazione.
maggiormente distintivi. La comunicazione Campari riflette inevitabilmente
Depero, studia il dinamismo delle forme, la rappresentazione del movimento e
questi cambiamenti.
cerca di trovare legami con il Dadaismo e l’opera di Duchamp, ma soprattutto
.
1950 Campari e lo sport
Negli anni ’50 tra gli artisti che illustrano il dinamismo Campari in manifesti di ispirazione
sportiva si annoverano: Felice Mosca, Attilio Rossi e Giovanni Mingozzi.
Il parmigiano Nino Nanni, illustratore, inventa l’immagine della bottiglia di Campari che
gira intorno alla terra come uno Sputnik.
1960 Declinazione grafica del nome Campari
Gli anni ’60 imprimono una svolta grafica significativa nella comunicazione del marchio
Campari. Nel 1964 Bruno Munari, artista e designer, produce il manifesto ‘Declinazione
grafica del nome Campari’.
1970 Campari e gli attori
Testimonial illustri del mondo del cinema sono: David Niven, Humphrey Bogart e Nino
Manfredi, celebre attore italiano dell’epoca.
Bruno Munari, Manifesto Campari, 1964
Il manifesto che Bruno Munari progetta per Campari è strettamente collegato
campitura rossa del fondo ecco stagliarsi, scomporsi e ricomporsi le icone
all’apertura della linea M1 di Milano, inaugurata nel novembre 1964: è un
grafiche della scritta Campari: Munari segnala proprio l’elemento di continuità
manifesto infatti che tiene conto di una visione mobile, ed allo stesso tempo
del marchio, ripercorrendo attraverso il confronto del lettering la lunga e
parcellizzata, perché, come afferma lo stesso artista, non perde “la sua
prestigiosa storia pubblicitaria della azienda (come non pensare ai manifesti
efficacia di informazione anche se è intravisto parzialmente, anche se gruppi
di Hohenstein e Dudovich, Cappiello, Depero, Nizzoli, solo per citare qualche
di persone lo coprono parzialmente, anche se visto di corsa dalla vettura del
nome?). Il manifesto per Campari diventa soprattutto allora un caleidoscopico
metrò”. Ma l’idea forte su cui si fonda il progetto è soprattutto quello di un
e curioso sguardo sulla città contemporanea. Oggi fa parte dell’esposizione
montaggio potenzialmente estensibile all’infinito, senza stacchi quindi, in un
permanente del MoMa di New York.
flusso continuo di immagini, che si concili con il sistema delle affissioni. Sulla
1980 Federico Fellini racconta Campari
I manifesti degli anni ’80 sono campagne fotografiche firmate. Il grande regista
Federico Fellini, che per la prima volta in assoluto presta la sua opera alla pubblicità,
firma uno spot Campari.
Franco Scepi realizza uno spot pubblicitario la cui protagonista è Kelly Le Brock, la
famosa signora in rosso: ‘Campari, It’s Fantasy’.
1990 Campari è red passion
Il pittore Ugo Nespolo realizza un manifesto e uno spot pubblicitario in occasione
dei mondiali di calcio che si tengono in Italia. Cambia anche l’approccio comunicativo
di Campari, attraverso il concetto di red passion, utilizza toni anche trasgressivi
per esprimere la propria idea di passione. Le nuove campagne sono declinate
su TV e stampa esprimendo i quattro valori fondamentali del brand: passione,
internazionalità, unicità e prestigio.
Verso la fine degli anni ’90 viene avviata una collaborazione con il noto regista di
origine indiana Tarsem che firma lo spot ‘Il Graffio’ la prima pubblicità che utilizza il
tema dell’omosessualità femminile in Italia.
2000 a oggi
Calendari, Campagne stampa e tv globali
Importanti e talentuosi fotografi di fama internazionale realizzano il Calendario
Campari, giunto nel 2010 alla sua undicesima edizione. Prosegue la collaborazione
con Tarsem, che firma lo spot ‘Il Duello’, ambientazione misteriosa, tra sfida e
passione. Il regista Matthew Rolston dirige la sensuale Salma Hayek nello spot ‘Le
Connaisseur’ girato all’interno dell’irreale Hotel Campari, fu la prima campagna tv
globale del marchio. La campagna Campari internazionale diretta dal francese Jean
Paul Goude, (celebre designer, fotografo e regista di spot pubblicitari) riprende
l’avventura dell’Hotel e si sposta nel Club Campari, dove tutto è possibile.
Protagonista Jessica Alba, che è anche immortalata in dodici scatti da Mario Testino
per il calendario 2009.
Campari sceglie come protagonista la seducente Olga Kurylenko, immortalata da
Simone Nervi. Location degli scatti è Milano, centro nevralgico della storia di Campari
a cui il calendario è dedicato.
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