Profilo economico – produttivo

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Relazione ambiente 1
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RELAZIONE SULLO STATO
DELL’AMBIENTE 2011
1.3
Profilo economico produttivo
1.3.1
Il sistema produttivo - imprenditoriale
La provincia di Lecco presenta una struttura produttiva composta da un fitto tessuto di piccole
e medie imprese, diffuse su larga parte del territorio provinciale, ma con alcune concentrazioni geografiche e settoriali.
In termini complessivi sono presenti poco più di 24 mila imprese attive, pari a 7,2 ogni 100 abitanti; a livello geografico si rileva una maggiore presenza di imprese, oltre che nel capoluogo, nell’area centrale della provincia dove sono presenti diverse concentrazioni di imprese con elevate ricadute occupazionali, come nel caso di Merate, Calolziocorte, Valmadrera, Oggiono ed Olginate.
A fine 2009, il 5,3% delle aziende locali risulta attivo nel settore primario, il 38,4% nel secondario e il 56,3% nel terziario.
La provincia di Lecco mantiene
una forte connotazione manifatturiera,
grazie alla presenza di due distretti industriali specializzati, rispettivamente,
nella produzione metalmeccanica (Distretto Metalmeccanico Lecchese) e
nella produzione tessile (Distretto Lecchese Tessile). Tali distretti, la cui delimitazione è riportata nella Figura 1.3,
assumono un’importanza particolare
per l’economia provinciale costituendo
comparti centrali per l’industria manifatturiera locale e influendo in maniera rilevante anche sulla struttura
imprenditoriale.
Il sistema produttivo è caratterizzato da una forte tradizione artigiana,
legata alla elevata concentrazione di
attività manifatturiere; nel 2009, infatti, le imprese artigiane rappresentano quasi il 40% dell’intero tessuto
produttivo lecchese a fronte di una
media regionale del 32,2% e nazionale
del 27,7%.
Delle oltre 24.000 imprese attive, 4.700 appartengono al settore manifatturiero (pari al 19,4%
dell’intero tessuto economico) e oltre 4.500 a quello delle costruzioni (18,7%); all’interno del manifatturiero, il 37% delle imprese è impegnata nella produzione e lavorazione del metallo, confermando
il ruolo centrale di questo comparto per l’economia provinciale. Sono presenti, inoltre, poco più di 350
Figura 1.3
Distretti industriali
della provincia
di Lecco
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20%
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0%
Lecco
INQUADRAMENTO
GENERALE
Merate
Oggiono
fino a 999
1
Casatenovo
da 1.000 a 4.999
Valsassina
da 5.000 a 19.999
Lario Orientale Valle San Martino
da 20.000 a 49.000
Migliaia
imprese tessili e di abbigliamento localizzate a Lecco e in Brianza. Nonostante il peso delle imprese
manifatturiere nell’economia provinciale sia andato progressivamente riducendosi negli ultimi anni,
Lecco con il 19,4% mantiene ancora una forte vocazione industriale, risultando, dopo Prato (29,6%),
la seconda provincia italiana per incidenza delle imprese manifatturiere nel tessuto produttivo e di6.000
stanziandosi
notevolmente dalla media italiana.
Italiani
Stranieri
al
terziario,
principale
settore
economico
in
termini
di
numero
di
imprese,
occuRelativamente
5.000
pati e produzione di valore aggiunto, si rileva la presenza di circa 14 mila imprese, delle quali 5.900
4.000
impegnate
nel commercio (24,1%). Molto elevato è anche il numero di imprese nel settore delle attività immobiliari, noleggio, informatica e ricerca (3.800 circa, pari al 15,6% del tessuto economico
3.000
provinciale). Si contano, inoltre, 1.286 strutture ricettive tra alberghi e ristoranti, oltre 1.100 attività
nei 2.000
servizi pubblici, sociali e personali e 780 aziende di trasporto, magazzinaggio e comunicazione.
Infine, l’agricoltura è rappresentata da circa 1.250 imprese, in prevalenza di piccole e piccolissime1.000
dimensioni.
Il Grafico
1.7 riporta il dettaglio delle principali categorie di attività economiche (classificazione
0
Bergamo
Brescia
Comoin provincia
Cremona di
Lecco
Lodi riferimento
Mantova al
Milano
Sondrioattive.
Varese
Ateco 2002)
registrate
nel 2009
Lecco con
numeroPavia
di imprese
Relativamente alle categorie non rappresentate graficamente, quali: pesca, piscicoltura e servizi connessi;
estrazione di minerali; produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua; istruzione; sanità
e sevizi sociali, il numero totale di imprese attive ammonta a 232.
Grafico 1.7
Numerosità
imprenditoriale per
settore di attività
economica in
provincia di Lecco,
2009
7.000
5.860
6.000
5.000
4.720
4.538
4.000
3.798
3.000
2.000
1.286
1.255
1.105
780
1.000
572
143
Imprese
non classificate
Altri serv. Pubblici,
sociali e personali
Intermed. monetaria
e finanziaria
Attiv. immob., noleggio,
informatica e ricerca
Trasporti, magazzinaggio
e comunicazioni
Alberghi
e ristoranti
Comm. ingr. e dett.,
rip. beni pers. e per la casa
Costruzioni
Attività
manufatturiere
Agricoltura, caccia,
silvicoltura
0
Nonostante il prolungarsi del periodo di congiuntura economica sfavorevole, solamente nel 2009
in provincia di Lecco si è avuta una lieve riduzione del numero di imprese attive (da 24.465 a 24.289;
pari a -0,7%), sostanzialmente in linea con il trend riscontrato a livello regionale (-0,8%) e nazionale (0,6%). Tale andamento è imputabile ad una certa “resistenza” delle dinamiche del tessuto imprenditoriale rispetto alle fluttuazioni economiche.
Al fine di comprendere meglio le variazioni registrate nel 2009 appare utile porle in relazione allo
sviluppo mostrato in un orizzonte temporale di medio periodo, per rilevare le trasformazioni in atto al
di là della fase congiunturale negativa.
Al riguardo, la Tabella 1.4 riporta le variazioni percentuali registrate nel periodo 2008-2009 e, per
raffronto, nel periodo 2003-2009 per ciascun settore di attività economica, in termini di numerosità imprenditoriale.
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RELAZIONE SULLO STATO
DELL’AMBIENTE 2011
Settore attività economica
Agricoltura, caccia e silvicoltura
Pesca, piscicoltura e servizi connessi
Estrazione di minerali
Lecco
2008-’09
Lombardia
2003-’09
2008-’09
-0,1
6,8
6,7
45,5
Italia
2003-’09
2008-’09
2 0 0 3 - ’ 09
-1,8
-5,9
-2,4
-10,8
3,3
-10,4
1,2
3,7
0,0
-9,1
-5,2
-14,4
-3,3
-9,0
Attività manufatturiere
-2,8
-5,5
-2,4
-4,5
-1,7
-2,4
Produzione e distribuz. energia elettrica gas e acqua
23,1
60,0
10,4
48,5
9,7
62,5
Costruzioni
Commercio ingr. e dett.; Riparaz. beni pers. e per la casa
Alberghi e ristoranti
Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni
0,0
18,7
-1,0
19,0
-0,2
21 , 1
-0,8
1,3
-1,0
-0,1
-0,4
3,1
2,4
13,2
1,8
13,9
1,8
17,6
-2,7
-6,0
-3,8
-2,2
-1,9
-1,4
Intermediazione monetaria e finanziaria
-2,1
2,5
0,0
6,3
0,2
10 , 2
Attività immobiliari, noleggio, informatica e ricerca
-0,2
20,0
0,8
21,4
1,6
30,0
Istruzione
4,8
38,3
3,0
19,7
3,3
26,9
Sanità e altri servizi sociali
5,9
48,8
3,3
38,6
4,3
40,0
Altri servizi pubblici sociali e personali
1,8
5,7
1,8
8,9
1,8
13,9
Imprese non classificate
-7,7
7,5
-10,2
2,3
-29,0
-28,1
Totale
-0,7
6,5
-0,8
6,7
-0,6
5,8
1.3.2
Tabella 1.4
Imprese attive per
settore di attività
economica in
provincia di Lecco
(variazioni
percentuali),
2003-2009
La produzione di ricchezza
Il periodo dal 2005 al 2010 è stato contrassegnato da grandi mutamenti economici, politici e sociali: dalle tensioni internazionali dopo l’attentato dell’11 settembre 2001 all’ingresso della Cina nell’OMC
(Organizzazione Mondiale del Commercio), dall’allargamento dell’Unione Europea a 27 Paesi alla riforma
degli Organismi di rappresentanza dell’UE, fino alla crisi economica mondiale tuttora in atto. Prima della
crisi, il contesto economico nazionale e provinciale risultava caratterizzato da una perdurante modesta
crescita; dalla fine del 2008, quando la crisi finanziaria si è propagata all’economia reale, anche nell’area
provinciale di Lecco si sono manifestati segnali negativi.
Allo scopo di comprendere l’evoluzione della congiuntura economica nel territorio lecchese è utile
osservare le variazioni del Prodotto interno lordo (PIL), che misura il valore della produzione e del reddito creato dall’economia di un dato territorio e costituisce, pertanto, un importante indicatore dello stato
di salute di un sistema economico.
Il Grafico 1.8 illustra la variazione del PIL in termini reali (cioè al netto dell’effetto dell’inflazione)
nella provincia di Lecco, in Lombardia e in Italia per il periodo 2002-2009.
I dati mettono in evidenza la serietà della recessione che l’economia lecchese ha affrontato e tuttora affronta per effetto della crisi: nel 2009, infatti, il PIL provinciale ha visto una contrazione dell’8%
circa rispetto all’anno precedente, più accentuata rispetto a quella registrata complessivamente in Italia (-5,0%) ed in Lombardia (-5,2%).
Va, tuttavia, notato che, a differenza di quanto avvenuto nel 2009, nel corso del 2008 l’economia lecchese aveva mostrato una maggiore “tenuta” rispetto a quanto registrato a livello regionale e nazionale:
infatti, il PIL reale provinciale aveva mostrato un lieve incremento rispetto al 2007 (+1%), mentre in Lombardia ed in Italia la crisi aveva già determinato una contrazione del PIL (rispettivamente -0,7% e -1,3%).
Va, inoltre, evidenziato che negli anni precedenti alla crisi (2002-2007), l’economia lecchese, ha mostrato un trend di crescita dell’1,5% annuo, più elevato sia di quello italiano (+1% in media all’anno) sia
di quello regionale (+1,2% in media all’anno).
Nonostante la persistenza di alcuni fattori di criticità, le più recenti previsioni sono orientate verso
una crescita del PIL di circa punto percentuale per il 2010, dopo la contrazione di 5 punti nel 2009. Un
rilancio che dovrebbe trovare forza, oltre che nella domanda estera (si ipotizza una crescita del 2,3% dell’export), anche della domanda nazionale, contraddistinta dal rialzo dell’1,4% degli investimenti e dal
più contenuto +0,7% previsto per i consumi interni.
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INQUADRAMENTO
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Grafico 1.8
Variazione reale
del PIL nella
provincia di Lecco
(variazioni
percentuali
a prezzi costanti),
2002-2009
4
3,4
2,9
2
1,9
1,1
0,5
0
1,1
0,1 0,1 0,0
2002
2003
2,1 2,0
1,5
0,8 0,7
0,3
2004
2005
1,9 1,5
0,7
2006
2007
-2
1,0
-0,7
-1,3
-4
-5,2 -5,0
-6
-8
-10
-8,3
Lecco
Lombardia
Italia
2008
2009
In aggiunta all’analisi del PIL, l’esame del valore aggiunto per settore economico, riportata nella Tabella 1.5, consente di trarre utili informazioni sullo stato di salute di diversi comparti dell’economia e di
rilevare i cambiamenti in atto all’interno del sistema economico provinciale.
Tabella 1.5
Valore aggiunto
per settori di
attività economica
nelle province
lombarde, in
Lombardia e in
Italia
(composizione
percentuale), 2008
Province e Regioni
BERGAMO
Agricoltura
I n d u s t r ia
Industria in senso stretto Costruzioni
0,8
35,5
9,3
Tot. Industria
44,8
Servizi
Totale
54,4
100
BRESCIA
2,0
32,6
7,1
39,7
58,4
100
COMO
0,4
30,7
6,2
36,9
62,7
100
CREMONA
7,0
31,0
4,9
36,0
57,0
100
LECCO
0,3
38,8
5,8
44,6
55,1
100
LODI
3,3
26,8
6,7
33,5
63,2
100
4,7
0,2 66,6 66,6
34,1
39,6
55,7
100
26,0
2,3
24,4
73,8
65,9 65,8
67,2
100
70
MANTOVA
MILANO 65,5 65,5
65
PAVIA
SONDRIO
60
VARESE
LOMBARDIA
NORD-OVEST
55
ITALIA
50
5,6
66,5 66,7
4,6
33,9
38,4 58,7
64,6
100
61,4
100
57,6
33,1
31,1
65,8
67,7
100
100
27,0
71,0
25,5
8,4
58,4
32,5
58,7
5,9
27,3
25,3
5,8
5,8
20,8
6,2
2007
100
30,5
1,5
2006
67,6 67,0
6,1
57,5 0,2
1,1
1,2
2,0
2005
21,5
2008
100
2009
Dalla distribuzione del valore aggiunto per settore economico appare evidente l’elevato contributo
Lecco
Lombardia
Italia
dell’industria alla produzione di ricchezza dell’intera provincia: nel 2008 il 38,8% del valore aggiunto provinciale è stato creato dall’“industria in senso stretto”; con tale percentuale Lecco risulta la prima provincia italiana per contributo dell’industria in senso stretto nella formazione del valore aggiunto, a conferma dell’alta vocazione manifatturiera del territorio.
Infatti, come si è già avuto modo di accennare nel paragrafo precedente, il territorio lecchese presenta la più alta vocazione manifatturiera d’Italia, data la presenza di un fitto tessuto di piccole e medie imprese su larga parte del territorio provinciale, organizzate in importanti distretti industriali (metalmeccanico e tessile).
Più contenuto è il peso dell’altro comparto industriale, le costruzioni, che contribuisce per il 5,8%
alla produzione di ricchezza dell’intera provincia, ma riveste in alcune aree un ruolo molto importante
in particolar modo per l’indotto ad esso collegato.
Nonostante l’elevata vocazione industriale e manifatturiera del territorio, sono i servizi a rappresentare il principale settore economico per produzione di ricchezza, un aspetto tipico delle realtà ad economia avanzata. I servizi, infatti, contribuiscono per il 55,1% alla produzione di ricchezza dell’intero sistema
economico, un dato comunque inferiore rispetto alla media regionale (65,8%) e soprattutto nazionale (71,9%).
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4
2
1,9
1,1
0,5
0
1,1
0,1 0,1 0,0
2003
2002
2,1 2,0
1,5
0,8 0,7
0,3
2004
RELAZIONE SULLO STATO
DELL’AMBIENTE 2011
3,4
2,9
2005
1,9 1,5
0,7
2006
2007
1,0
-0,7
L’agricoltura, infine, presenta un peso decisamente contenuto, contribuendo solo-1,3per lo 0,3% alla
produzione di ricchezza del territorio, uno dei valori più bassi d’Italia, a conferma della limitata voca-4 agricola dell’area.
zione
-2
-5,2 -5,0
-6
1-8.3.3
Il mercato del lavoro
-8,3
Come già messo
in evidenza,
le dinamiche
occupazionali seguono con un certo ritardo le variazioni
Lecco
Lombardia
Italia
-10
2008
della congiuntura economica; per tale motivo, le ripercussioni della crisi si sono manifestate
in2009
maniera
evidente sul mercato del lavoro solamente nel corso del 2009.
Nel 2008, difatti, in provincia di Lecco il numero di occupati ha continuato ancora ad aumentare
(da 147.177 a 150.177, +2,4%), dopo gli incrementi registrati nel 2006 (+2,0%) e nel 2007 (+0,5%). Di
conseguenza, come effetto del trend positivo registrato dall’occupazione fra il 2005 ed il 2008, nella provincia di Lecco il tasso di occupazione aveva raggiunto, nel 2008, il 67,6%, attestandosi leggermente al
di sopra della media regionale (67%) e su livelli decisamente migliori dalla media nazionale (58,7%).
Nel corso del 2009, tuttavia, gli effetti della crisi economica si sono ripercossi anche sull’occupazione, determinando una perdita consistente di posti di lavoro non solo a livello nazionale (oltre 379 mila
occupati in meno, pari ad una variazione del -1,6%), ma anche in Lombardia ed in provincia di Lecco.
Nel territorio lecchese, nel 2009, gli occupati sono stati 148.300 (dato stimato), l’1,6% in meno del
2008, conseguentemente il tasso di occupazione è sceso di quasi due punti percentuali rispetto al 2008,
attestandosi al 66% circa, come si evince dal Grafico 1.9.
70
67,6 67,0
66,5 66,7
66,6 66,6
65,5 65,5
65,9 65,8
65
60
58,7
58,4
57,5
58,7
57,6
55
50
2005
2006
Lecco
2007
Lombardia
2008
2009
Grafico 1.9
Andamento del
tasso di occupazione
in provincia di
Lecco, in Lombardia
ed in Italia
(% di occupati
sulla popolazione
tra i 15 ei 64 anni),
2005-2009
Italia
Mentre gli occupati sono diminuiti, il numero di persone in cerca di occupazione è aumentato di oltre 2.600 unità (da 4.972 a 7.600), determinando un incremento del tasso di disoccupazione di 1,7 punti
percentuali, dal 3,2% al 4,9%, in analogia con il trend rilevato in Lombardia ed in Italia, indice delle crescenti difficoltà del mercato del lavoro ad assorbire le persone disponibili a lavorare (occupate o in cerca
di lavoro). Tuttavia, nonostante l’incremento registrato, il tasso di disoccupazione in provincia di Lecco, nel
2009, resta inferiore alla media regionale (5,4%) e decisamente minore rispetto alla media nazionale (7,8%).
Il continuo calo dell’occupazione si è riflesso nella sostanziale stagnazione congiunturale dell’ammontare dei redditi da lavoro dipendente sfociata, nel terzo e quarto trimestre del 2009, in contrazioni tendenziali pari rispettivamente a -0,2% e a -1,7%. Tale dinamica, assieme ad un assottigliamento degli utili
e dei dividendi distribuiti dalle imprese, ha contribuito alla contrazione del reddito disponibile delle famiglie, che nel quarto trimestre si è ridotto di mezzo punto percentuale rispetto allo stesso trimestre del 2008.
Flessioni che hanno chiaramente esercitato un freno sui consumi, anche in considerazione del fatto che
la riduzione nominale del reddito disponibile è stata accompagnata da quella del potere d’acquisto.
I consumi delle famiglie sono stati particolarmente condizionati dai dati negativi dell’occupazione e
dei redditi, tant’è che nel quarto trimestre 2009 hanno mostrato un calo dello 0,1% rispetto al trimestre
precedente. D’altra parte, anche i dati mensili più recenti sulle vendite al dettaglio mettono in luce come
la domanda delle famiglie stenti ancora a riprendersi, e ciò si riflette negativamente sulla fiducia delle imprese del commercio.
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