benessere e malattia nascono nella mente

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benessere
e malattia
nascono
nella mente
di GAIA GIORGETTI
Sentimenti, emozioni e cellule:
tutto si lega dentro di noi.
E la scienza, ora, lo dimostra: chi è
più sereno, ottimista e rilassato
ha maggiori capacità di proteggersi
dalle malattie, dal Parkinson al
diabete, al semplice raffreddore.
E una migliore capacità
di resistere e sconfiggere i tumori.
Uno psicologo, esperto dei segnali
che ci manda il nostro corpo, ha
raccolto in un libro i risultati delle
ultime ricerche: ecco le prove
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Q
uante volte hai mal di testa, oppure ti viene l’influenza e l’amica ti dice: sei stressata, per questo ti ammali. E così per qualsiasi sfogo che ci spunta sulla pelle
o quando ingrassiamo e non capiamo perché. Ma se
qualcuno ti dicesse che hai il diabete perché sei troppo razionale e non ti lasci andare ai sentimenti? Se ti
dicessero che anche la lotta contro una malattia grave ha a che vedere con l’ottimismo? Quante di noi
sono pronte a prendere sul serio queste teorie? Oggi la ricerca scientifica comincia ad avere prove inconfutabili che dimostrano quanto mente
e corpo siano una cosa sola. Sentimenti, carattere e cellule nervose, globuli bianchi e sangue, chimica ed emozioni sono fatti tutti della stessa
“pasta”. Marco Pacori, psicologo che studia da vent’anni il linguaggio
non verbale, ha raccolto per la prima volta le ultime scoperte della medicina leggendole alla luce dei sintomi che ci manda il nostro corpo.
Sintomi come la rabbia e lo stress, la gioia e l’ottimismo, la razionalità e
il sentimento. Qui ci spiega come il rancore non solo fa male alla nostra
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anima, ma sviluppa meccanismi chimici dannosi alla salute e, al contrario, un abbraccio contagia le cellule e può rivelarsi guaritore.
L’OTTIMISMO
CI SALVA LA PELLE
L’ottimista è di natura fiducioso e confida che ci
siano sempre una speranza e un lato buono in
ciò che accade. Le ricerche dimostrano che chi è
positivo è più in forma, ha un organismo più resistente alle malattie e alle avversità e una vita
più lunga, specie a paragone con i pessimisti, che
vedono tutto in chiave catastrofica e negativa.
Sistema immunitario, cuore, diabete: quanto
incide vedere il “bicchiere mezzo pieno”.
Le indagini hanno dato prova che gli ottimisti
hanno un sistema immunitario più efficiente, un
sistema cardiovascolare più forte e una buona
capacità di gestire lo stress. Possiedono dei globuli bianchi “T helper” (una sorta di “maestri del
coro” delle difese dell’organismo) e “NK” (cellule
COME RAGIONA IL NOSTRO ORGANISMO
In realtà, abbiamo tre cervelli
Da sempre l’uomo ha identificato l’amore, i sentimenti, la
sofferenza emotiva nel cuore e l’intuito o le “sensazioni di
pancia” nell’intestino. Si è scoperto che cuore e intestino non
sono solo la “manovalanza” del nostro comandante in capo, il
cervello, ma che condividono con questo la presenza nei loro
tessuti di un’incredibile quantità di neuroni (i mattoni del
cervello), che producono le stesse sostanze chimiche con cui le
cellule cerebrali comunicano.
· La maggior parte dei neuroni intestinali sono utilizzati per
le funzioni digestive; ma da questo “budello” parte una mole
impressionante di informazioni destinate al cervello: si pensi
che l’85 percento della serotonina (lo stabilizzatore
dell’umore) viene prodotto proprio dall’intestino.
Il “sistema nervoso enterico” può essere la causa di importanti
fluttuazioni emotive in chi soffre della sindrome dell’intestino
irritabile (IBS) o di altri disturbi intestinali, come stipsi,
diarrea, gonfiore, dolore e crampi allo stomaco.
Ansia, stress e depressione possono peggiorare questi
problemi. E viceversa: l’irritazione gastrointestinale può
innescare cambiamenti dell’umore e dell’emotività.
· Anche il cuore è un potente laboratorio chimico: tra le
tante sostanze che secerne c’è l’ossitocina (di cui è il principale
produttore dell’organismo), il cosiddetto “ormone dell’amore”.
Le bizze del cuore non sempre sono sintomi di una
disfunzione: uno spavento può dare una stretta al cuore (un
vero e proprio crampo), palpitazioni (accelerazione del
battito) o un’aritmia (un battito fuori tempo) e in questo
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del sistema immunitario che svolgono un ruolo
cruciale nel riconoscimento e nella distruzione
di cellule tumorali e infette da virus).
Un’altra ricerca significativa condotta su 1.041
pazienti da un’équipe dell’Università di Harvard
ha provato che l’ottimista ha meno probabilità
di sviluppare diabete, pressione alta, ma anche
raffreddori o influenze. Particolarmente indicativi anche i risultati di un’indagine apparsa sulla
rivista Archives of Internal Medicine, in cui ricercatori del Duke University Medical Center
hanno monitorato la salute psicofisica di pazienti con malattie cardiache per 15 anni. L’esito
ha dimostrato che coloro che erano più fiduciosi
su diagnosi, efficacia, trattamento e tempi di recupero avevano una probabilità di vita, dopo 15
anni, ben superiore ai pessimisti.
Anche i cosiddetti fattori di rischio cardiovascolare sono ridotti: uno studio condotto presso la
School of Public Health della Harvard University
ha evidenziato come le persone fiduciose verso
la vita hanno livelli più alti di colesterolo “buono” e minori quantità di trigliceridi nel sangue.
La buona condizione fisica degli ottimisti dipende anche dal fatto che comunemente adottano
abitudini migliori: fanno uso modesto degli alcolici, evitano i cosiddetti “cibi spazzatura”, fanno
più controlli clinici e praticano attività sportiva.
Tutt’altra faccenda quella che riguarda chi
tende a vedere il bicchiere “mezzo vuoto”.
Uno studio del 2009 pubblicato su Brain, Behavior and Immunity ha scoperto che più uno tende a essere sfiduciato e fatalista, più il sistema
immunitario è debole. In linea, i risultati di
un’altra indagine di 30 anni, pubblicati nel 2000
dal ricercatore Toshihiko Maruta, che ha scoperto che una visione pessimistica comporta un
fattore di rischio di morte precoce più alto del
19 percento. Il pessimismo è di per sé un fattore
di rischio di mortalità, perché riduce la forza di
tutto l’organismo. Anche le malattie autoimmuni sono più frequenti tra i pessimisti: in un’indagine condotta su 5.000 persone di entrambi i
sessi si è appurato, per esempio, che chi vede
“nero” ha il 50 percento di probabilità in più di
sviluppare il morbo di Parkinson. LE EMOZIONI CHE CI
rendono vulnerabili
Chi tende a reprimere le proprie emozioni (come rabbia, collera e rancore), invece di esternarle o sfogarle, si ammala più spesso.
IL libro
Il corpo parla
I romani dicevano “Mens
sana in corpore sano”, ma
non è una massima teorica.
E il saggio di Marco Pacori
Il linguaggio segreto dei
sintomi. Scopri come
interpretare i messaggi del
tuo corpo (Sperling & Kupfer)
dimostra quanto corpo e
mente siano intrecciati da
un sistema fisico, chimico e
biologico, a partire dal fatto
che il cuore è un “cervello”,
così come lo è l’intestino,
dotato di cellule nervose.
Nel libro di Pacori (psicologo
che studia da oltre 20 anni
la comunicazione non
verbale) scopriremo come
ansia, stress, razionalità
ed emotività, rabbia e
dolcezza, siano all’origine
della nostra salute
o delle nostre malattie.
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BENESSERE E MALATTIA NASCONO NELLA MENTE
Se l’artrite viene dalla rabbia
L’emozione negativa che procura i maggiori
danni all’organismo è la rabbia: si è appurato
che trattenere la collera fa aumentare il colesterolo. Un’altra sostanza che è maggiormente in
circolo in chi è bilioso è l’omocisteina, un amminoacido ricavato dal consumo di carne, che danneggia le arterie, ostruendole.
Sfoghiamoci, contro i tumori
Un team di ricercatori della Stanford University,
in California, ha scoperto che le donne che reprimono le loro emozioni mostrano uno squilibrio
nella produzione di cortisolo (l’ormone dello
stress): queste alterazioni provocano un indebolimento delle risposte immunitarie. Uno studio
specifico ha poi dimostrato che le fluttuazioni dei
tassi di cortisolo davano modo di prevedere la
metastasi in donne con tumore al seno. Altri studiosi della Johns Hopkins University hanno scoperto che, tra le donne con tumore al seno, la
probabilità di sopravvivenza era molto più alta in
chi esprimeva i propri sentimenti rispetto a chi
ne frenava l’espressione. E un’indagine pubblicata su Journal of Psychosomatic Research mette
in luce che sopprimere la propria emotività può
portare a una morte prematura per tutte le cause, tra cui il cancro. In questo studio è stato condotto un sondaggio su 729 persone: i tassi di
mortalità sono molto più alti in chi si trattiene
dagli sfoghi emotivi, specialmente se a essere
trattenuta è la rabbia: nei casi di tumori è stato
rilevato che l’inibizione a scaricare le emozioni
aumenta del 70 percento il rischio di mortalità.
emicrania
Le cause e le conseguenze
• Rispetto alla media, gli individui che soffrono di emicrania
sono 4-5 volte più a rischio di sviluppare ansia. E più soggetti
anche ad altri disagi e patologie: l’eventualità che in loro
insorga il disturbo ossessivo-compulsivo è di 5 volte maggiore
e di 3,75 volte più alta quella di incorrere in attacchi di panico.
Altre ricerche hanno messo in relazione l’emicrania con
maltrattamenti fisici o emotivi e abusi sessuali: il 25-30
percento di chi ne soffre, in passato, ha subito violenze.
Rabbia, frustrazioni, ansia e senso di abbandono sono in
generale le cause più comuni di questo malessere.
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Inibiti, meno immuni
Non sapere cosa dire o come comportarsi in situazioni sociali è comune in chi tende a tenere a
freno le proprie emozioni. Per stabilire se l’inibizione sociale possa procurare un’alterazione
della risposta immunitaria, i ricercatori Steve
Cole, Margaret Kemeny, Orit Weitzman assieme
ad altri colleghi hanno esaminato la “DTH” o
ipersensibilità ritardata alle infezioni (comune
quando si contrae un virus ed emerge dopo il
tempo di incubazione). I partecipanti erano 36
adulti, di cui metà aperti e socievoli e metà inibiti e schivi. A tutti era stata iniettata la tossina
del tetano inattivata. Quando i più riservati si
trovavano in situazioni conviviali, la loro risposta ritardata alla tossina era molto più pronunciata che negli altri volontari.
QUANDO LO STRESS
È ECCESSIVO
Lo stress è una condizione in cui la mente è in
un costante stato di sgradevole eccitazione, sopraffatta da preoccupazioni, ripensamenti, rimpianti, sensi di colpa e altri pensieri negativi.
Un’identica sorte tocca al corpo: i muscoli sono
indolenziti, le pulsazioni accelerate, il respiro
corto; inoltre, stomaco e intestino funzionano in
modo eccessivo o ridotto. Quando lo stress diventa la condizione abituale dell’organismo e
del pensiero, organi e funzioni fisiche possono
risentirne gravemente.
I guai del cortisolo: dalle infiammazioni al fatidico “rotolino”
Il cortisolo (un ormone prodotto dalle ghiandole
surrenali per fare fronte alle emergenze) viene
secreto in modo costante, provocando uno stato
di irrequietezza, sovraffaticando il corpo e stremando le difese immunitarie. La conseguenza è
un aumento della vulnerabilità alle malattie infettive e autoimmuni. L’effetto principale del
cortisolo, quando si vive una situazione critica, è
ridurre la risposta infiammatoria; questo perché
un’infiammazione potrebbe indebolire l’organismo impedendogli di essere pienamente efficiente per far fronte a una minaccia.
Il problema inizia quando la secrezione di cortisolo persiste: il corpo sviluppa una resistenza a
questo ormone, che non riesce più a regolare la
diffusione delle citochine (sostanze infiammatorie del sistema immunitario) che provocano
un’infiammazione cronica dei tessuti, causando
artrite reumatoide, colon irritabile e così via.
ormoni & proteine
L’ansia ti blocca
lo stomaco?
Grazie ai progressi tecnologici,
si è appurato che le molecole
prodotte dal cervello (i
neurotrasmettitori), la cui
funzione primaria è consentire
gli scambi di informazioni tra i
neuroni, escono letteralmente
dalla testa per raggiungere
ogni punto dell’organismo.
Quando incontrano le cellule
di un organo, riescono ad
agganciarsi, né più né meno
come una chiave si infila in
una serratura.
Una volta incastrati provocano
un’alterazione della
funzionalità dell’organo, nel
bene o nel male: se, per
esempio, il cortisolo (l’ormone
dello stress rilasciato dalle
ghiandole surrenali su “ordine”
del cervello) raggiunge lo
stomaco, si insinua nelle sue
cellule e, come una sorta di
“botulino”, ne paralizza la
funzione, cioè i processi
digestivi. Se però lo stato di
tensione si protrae, l’effetto si
inverte provocando scariche di
dissenteria.
La scoperta più rivoluzionaria
al riguardo è, tuttavia, il fatto
che non solo le molecole
cerebrali possono modificare
lo stato e la funzione di un
organo, ma che questo a sua
volta produce sostanze simili
(si tratta sempre di proteine)
in grado di passare il filtro del
cervello (la barriera
ematoencefalica) e
condizionarne l’efficienza.
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BENESSERE E MALATTIA NASCONO NELLA MENTE
Un’altra conseguenza del rilascio di cortisolo è
la liberazione di grassi dal fegato e dai “rotolini”
del corpo. Lo scopo è consentire la trasformazione dei lipidi in glucosio e di questo, a sua volta,
in ATP (il vero carburante dell’organismo). Se
questo processo si protrae ci espone al rischio
del diabete di tipo 2, cioè quello acquisito.
Sereni, anche contro il raffreddore
Essere poco apprensivi rende meno vulnerabili
alle malattie, anche alle più comuni come il raffreddore. Lo ha provato lo psicologo Sheldon
Cohen assieme ai colleghi della Carnegie Mellon
University in Pennsylvania. Lo studio è stato
svolto su più di 300 volontari sani. Ognuno è
stato intervistato per più di due settimane per
valutare se stesse vivendo emozioni positive (felicità, soddisfazione e rilassatezza) o negative
(ansia, ostilità, depressione). Il rhinovirus, il microrganismo che provoca il raffreddore, è stato
spruzzato nel naso di ogni partecipante e tenuto
sotto controllo per i successivi cinque giorni,
per valutare se manifestasse sintomi da raffreddamento. L’esito ha messo in luce che chi sperimentava soprattutto stati d’animo negativi aveva un rischio tre volte superiore di ammalarsi.
Carezze, iniezioni di salute. Più magri e l’intestino è leggero
Dimostrazioni di affetto, carezze, coccole, contatto fisico e amore sono esperienze che condividono la secrezione di uno stesso ormone:
l’ossitocina, una molecola prodotta nell’ipota-
LA PELLE
Stress? Occhio alle irritazioni
La separazione dei genitori, la malattia di un membro della
famiglia causano spesso la dermatite. La cui origine pare sia una
sovrapproduzione di un particolare tipo di cellule immunitarie
di “supporto”, i linfociti Th2, che vigilano sulle reazioni del
sistema immunitario, ponendo loro un freno o sopprimendole
quando sono eccessive. Questa funzione viene attuata grazie
alle citochine, che però entrano nelle “falle” della barriera
ematoencefalica e qui provocano delle alterazioni che portano
al disagio psicologico. La regione cerebrale maggiormente
interessata è l’amigdala che, “fomentata” dalle citochine,
diventa più reattiva agli stimoli che possono rappresentare una
minaccia, soprattutto se legata allo scambio interpersonale
come mortificazioni, dileggi e umiliazioni.
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lamo (la sede fisica dei processi emotivi) e “distribuito” dall’ipofisi (una delle ghiandole più
importanti del corpo). Questa proteina riduce i
livelli di cortisolo, abbassa la pressione sanguigna, migliora la motilità e riduce l’infiammazione intestinale. Con l’aumento del livello di
ossitocina cala la sensibilità al dolore: passano
mal di testa, crampi e altri disturbi. I benefici di
questa sostanza si estendono anche alla dieta,
riducendo il senso di fame e regolarizzando il
metabolismo. I ricercatori Yoichi Chida e Andrew Steptoe, grazie a una meta-analisi (l’esame di 35 pubblicazioni) sugli effetti dell’umore
sulla salute, hanno evidenziato che equilibrio
emotivo, generale buon umore, capacità di divertirsi allungano la vita.
SEI EMPATICA e sensibile?
VIVRAI DI PIù
C’è chi tende a essere piuttosto freddo, calcolatore, con bassi livelli d’ansia e una certa ritrosia
verso le novità e i cambiamenti. E chi, per contro, è sensibile, empatico, aperto e facile a emozionarsi. Secondo Daniel Weinberger, ricercatore alla Stanford University, un individuo su sei
rientra nella prima tipologia.
Più freddi ma più deboli
Un’analisi svolta dagli psicologi Marcus Mund e
Kristin Mitte ha dimostrato che chi è freddo e
calcolatore ha un rischio più alto di sviluppare il
cancro e malattie cardiocircolatorie, specie l’ipertensione, oltre che una buona probabilità di
soffrire d’asma e di malattie autoimmuni. Più in
generale, lo stile di chi reprime la propria esperienza emotiva è associato con una ridotta resistenza alle malattie infettive, ha livelli più bassi
del normale dei linfociti che combattono batteri
e virus e un tasso più alto di quelli legati invece
alle reazioni allergiche.
Più sensibili e più forti
Chi invece è a contatto con la propria emotività
è in grado di fare prevenzione: si accorge prima
se qualcosa non va e corre ai ripari. Ha maggiore cura del proprio fisico e della propria salute,
evita di trattenere rabbia, frustrazioni, ma anche tristezza e gioia. Proprio per questo suo
equilibrio emotivo, il suo sistema immunitario e
il suo sistema cardiocircolatorio non subiscono
grandi scossoni e quindi tende ad avere generalmente un buono stato di salute e a vivere più
a lungo e, soprattutto, a essere più in forma.
ascolta il tuo corpo
Ecco come
interpretare
i sintomi
1. Cerca di risalire al momento in
cui sono insorti (anche con l’aiuto
di diari, referti medici, la
memoria di famigliari o amici).
2. Ripensa ai mesi precedenti per
individuare dei fattori scatenanti:
eventi, circostanze, scelte o
decisioni critiche o un particolare
momento di stress.
3. Domandati se determinate
persone, ambienti, esperienze
(una vacanza, lo sport, fumare,
fare le ore piccole) possano aver
alleviato o acuito il disturbo.
4. Fai mente locale: qualcosa ha
mai procurato un inasprimento o
una scomparsa del sintomo?
5. Annota i tuoi sogni e rileggi
con attenzione quelli in cui
compare il sintomo o qualcosa
che gli somiglia (esempio: hai
un’afonia e sogni di suonare un
piano con il pedale incastrato).
6. Tieni un diario di tutto e
leggilo prima di dedicarti ad
attività come hobby o
passeggiate per favorire un
processo di elaborazione
inconscia.
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