cellula staminale

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BOLLETTINO U.C.F.I. (UNIONE CATTOLICA FARMACISTI ITALIANI) – SEZIONE DI VERONA
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N.1/01
Presentato il Documento Dulbecco sulle cellule staminali
CONTRASTATO VIA LIBERA ALLA
“CLONAZIONE CELLULARE”
La Commissione Dulbecco,, composta da 26 persone e
presieduta dal premio Nobel Renato Dulbecco, è stata voluta
dal ministro della sanità Veronesi e creata il 7 settembre dello
scorso anno, poche ore dopo che l’Europarlamento si era
espresso con un no sull’uso degli embrioni e sulla clonazione
cellulare a scopo terapeutico. Alla fine ne è uscito un
documento unico (cioè esprime le singole posizioni nella
medesima sede) ma non unitario (cioè non offre la
convergenza di ogni diversa posizione su una conclusione
unica finale). Trasmettiamo qui di seguito i risultati salienti del
documento, reso noto il 29 dicembre 2000 in una conferenza
stampa tenuta dal ministro della Sanità Umberto Veronesi, e
un’analisi etica di esso, che da alcuni è stato definito “una via
italiana alla clonazione terapeutica”.
cellule staminali: “mediocri” quelle di feti
abortiti, di cordone ombelicale e di embrioni,
Sì all’uso degli embrioni congelati, ma solo a
maggioranza. Sì all’unanimità, ma con
riserva, alla via del Trasferimento nucleare di
“ottime” quelle adulte o ottenute con la
cellule staminali autologhe (Tnsa), ovvero
tecnica ipotizzata del Tnsa. Il consenso etico è
all’introduzione in un ovocita non fecondato
unanime su tutte le tecniche, meno
del nucleo di una cellula del paziente. Una
ovviamente che per l’uso degli embrioni, che
tecnica – è questa la nuova ipotesi di lavoro,
vede nettamente contrari sette membri della
tutta da sperimentare – che non produrrebbe
Commissione, come specificato nella
embrioni, ma direttamente cellule staminali.
relazione al punto 10 del capitolo 3 sugli
Ecco in sintesi il parere della Commissione
aspetti etici. Posizione ribadita anche in una
“Dulbecco”. L’organismo ha ricordato
nota distribuita dai sette alla conferenza
innanzitutto che le cure derivate dalle cellule
stampa al ministero. Si tratta di Adriano
staminali potrebbero riguardare 10 milioni di
Bompiani, Bruno Dallapiccola, Domenico Di
pazienti.. Poi ha giudicato la compatibilità,
Virgilio, Enrico Garaci, Luigi Lorenzetti,
nel senso del non rigetto, dei diversi tipi di
Girolamo Sirchia e il cardinale Ersilio Tonini.
Dunque ne è uscito un documento “unico ma
non unitario”, definito “ancora provvisorio”
dallo stesso ministro Veronesi, che si augura
che si arrivi presto “a una redazione più
completa che componga le piccole divergenze
formali”. Accanto ad esse ci sono comunque
divergenze sostanziali, come per esempio
nell’ambito dell’uso degli embrioni. Su
questo aspetto la Commissione si spacca e a
maggioranza – 18 i sì, 7 i no – suggerisce di
“destinare una parte degli embrioni
soprannumerari a ricerche, dalle quali
possono derivare notevoli benefici per
l’umanità”. No, però, alla creazione di
embrioni a scopo di ricerca. Di tutt’altro
parere i sette sostenitori del “no”, i quali
scrivono: “La vita umana, la sua dignità, non
è più in alcune fasi e meno in altre. Quindi in
questa prospettiva le argomentazioni a favore
della sperimentazione degli embrioni
soprannumerari si fondano su una visione
strumentale dell’embrione umano, al quale
non si riconosce ancora il titolo di soggetto e,
quindi, eliminabile a vantaggio di un soggetto
che è già tale, come si pretende”. “Quando si
arriva all’embrione, allora c’è diversità di
posizioni – afferma il cardinale Tonini –
perché abbiamo di fronte non soltanto la
destinazione di un uomo, ma quella di tutta
l’umanità”. Altra questione delicata è quella
del Tnsa, presentata come la via italiana
all’uso delle cellule staminali. Per Veronesi il
documento Dulbecco infatti “è superiore a
quello Donaldson”, che indica l’uso degli
embrioni e la clonazione terapeutica come vie
di ricerca. Mentre sugli embrioni la posizione
italiana è analoga, diversa è quella sulla
clonazione. Il Tnsa “è un’idea da sviluppare
nel futuro – precisa Veronesi -, è in fase di
ipotesi anche se molto concreta. Servirà una
fase di ricerca sperimentale e poi clinica.
Abbiamo ragioni per ritenere che non si
differenzi in un embrione”. “L’introduzione
del nucleo nell’ovocita non necessariamente
crea un embrione – aggiunge Dulbecco –
dipende da come viene trattato”. Riguardo
all’uso delle cellule staminali di embrioni, il
vantaggio clinico è che si tratterebbe di
cellule totalmente tollerate dal ricevente,
quando ne avesse bisogno per ricostituire i
propri organi, perché nell’ovocita viene
inserito il nucleo di una cellula dello stesso
paziente, annullando così il problema del
rigetto e le pesanti terapie immunodepressive.
Adriano Bompiani, presidente onorario del
Comitato nazionale di bioetica, invita però
alla cautela. “Anche per il Tnsa si tratta – dice
– di una tecnica di clonazione cellulare.
Normalmente immettere il nucleo di una
cellula somatica adulta in un ovocita sviluppa
un embrione identico: Dolly, la pecora
clonata, è nata così. Quando ci sarà la
sicurezza
inequivocabile
sul
piano
sperimentale a livello animale che questo non
succede, allora andrà bene. Se davvero il Tnsa
non produce embrioni, siamo ben lieti di
approvarlo. Ma va dimostrato”. Riguardo
all’uso degli embrioni congelati, creati per la
procreazione artificiale e poi inutilizzati, la
Commissione afferma che “è necessario fare
un inventario degli embrioni conservati nelle
varie istituzioni del Paese”. La Commissione
raccomanda poi l’istituzione di un Progetto
nazionale di ricerca sulle cellule staminali. Il
ministro Veronesi chiederà immediatamente i
fondi al Governo. “Credo che occorreranno
come minimo oltre 100 miliardi di lire e oltre
5 anni per avere i primi risultati su malattie
degenerative, come il morbo di Parkinson,
Alzheimer, del pancreas e il diabete e molte
malattie cardiovascolari e l’infarto”.
Il rispetto dell’embrione come punto
discriminante
Il punto qualificante è stata l’adozione del
metodo TNSA (Trasferimento nucleare di
cellule staminali autologhe), che si è
dimostrato il più idoneo per la cura di una
vasta gamma di patologie in parte fino ad
oggi incurabili. Il vantaggio è considerevole
perché consente di evitare il rischio del
rigetto, essendo le cellule prelevate dallo
stesso paziente. Gli altri punti sono più
strettamente medici e se correttamente
interpretati non sollevano riserve etiche.
Invece il punto cruciale sta nella “sorgente”
da cui derivare le cellule staminali. La
Commissione Dulbecco esclude che possa
essere l’embrione umano. La nota esplicativa
del ministero della Sanità afferma: “Il TNSA,
basato sull’inserimento di un nucleo di cellula
adulta prelevata dal paziente in un ovocita
privato del proprio nucleo permette, infatti, evitando la formazione dell’embrione – di
ottenere cellule staminali da differenziare
verso le linee cellulari e tissutali desiderate”.
La precisazione che nel processo di coltura
non si arrivi alla formazione dell’embrione è
certamente un elemento sommamente
positivo. Non si potrà certo dire che le cellule
staminali, prima che si arrivi alla formazione
dell’embrione, dovrebbero essere allo stesso
modo dell’embrione. In questo la via italiana
alla clonazione a scopo terapeutico differisce
sostanzialmente da quella di altre nazioni che
ammettono la possibilità di produrre embrioni
come sorgente da cui derivare cellule
staminali. Per la Chiesa Cattolica (ma non
solo per essa) l’embrione, comunque e
dovunque formato, è già un essere umano che
reclama inviolabilità per la sua dignità. Dove
la Commissione Dulbecco si distacca dal
magistero della Chiesa è sulla possibilità di
utilizzare
embrioni
soprannumerari
crioconservati. Il comunicato del ministero
della Sanità precisa: “Per quanto riguarda le
cellule staminali ricavate da embrioni, la
maggioranza della Commissione suggerisce
che sia consentito esclusivamente il ricorso a
embrioni soprannumerari, quelli, cioè,
conservati fino ad oggi nelle celle frigorifere
dei centri di inseminazione artificiale e che
non venendo più impiantati in utero, sono
destinati altrimenti alla distruzione". Il
comunicato aggiunge che per il loro utilizzo si
dovrà “ottenere il consenso informato delle
coppie che, avendo acconsentito alla
crioconservazione, non intendono più
utilizzare quegli embrioni”. Sull’Osservatore
Romano del 30 dicembre 2000 scrive Gino
Concetti: “Sappiamo di toccare un tasto che
scuote la sensibilità della gente, soprattutto di
coloro che hanno bisogno di cellule staminali
per essere guariti. L’utilizzo di embrioni
crioconservati e rimasti “orfani” non può
essere però giudicato esclusivamente dal lato
finalistico, terapeutico. Resta sempre la
domanda di fondo: se quegli embrioni sono
tuttora vivi, e perciò individui umani, in base
a quale etica si può consentire la loro
distruzione? Se non è lecito “uccidere” un
adulto per curare un altro essere umano, può
essere ritenuto lecito “ucciderlo” nello stadio
embrionale? Si replica: se ormai sono
abbandonati dai rispettivi genitori biologici,
perché non utilizzarli per curare e guarire
persone gravemente malate e non curabili con
altre terapie? Non crediamo che la risposta
possa essere dubbia. Se è vero che nessun
essere umano, dal concepimento alla sua
morte naturale, può essere considerato un
“oggetto”, un “mezzo”, come si può
giustificare che tale attributo possa essere
dato all’embrione formato in provetta? Come
può essere esente da gravi responsabilità
etiche chi lo decide e chi mette in pratica una
tale aberrante deviazione?”.
IL DIZIONARIO
CELLULA SOMATICA
Cellula del corpo del paziente che necessita di trapianto.
CELLULA ENUCLEATA (CITOPLASTO)
Ciò che rimane di qualsiasi cellula dopo che le è stato tolto il nucleo.
OOCITA
Cellula uovo, prelevabile dalle ovaie di una donatrice sana.
OOCITA ENUCLEATO (OOPLASTO)
Ciò che rimane della cellula uovo dopo che le è stato tolto il nucleo.
CELLULA STAMINALE
Cellula indifferenziata o poco differenziata in grado di dare origine a nuove cellule differenziate per
riparare i tessuti difettosi del paziente.
CELLULA STAMINALE TISSUTALE (O ADULTA)
Cellula staminale che può essere ottenuta da un adulto, in alcuni casi lo stesso paziente (è detta
“autologa”), in altri casi un donatore sano (è detta “eterologa”). Il suo prelievo non danneggia il
paziente o il donatore sano.
CELLULA STAMINALE EMBRIONALE
E’ ricavabile dall’embrione umano quando esso ha circa 5 giorni di vita (blastocisti), e questo
prelievo fa morire l’embrione.
CELLULA STAMINALE AUTOLOGA
Cellula immunologicamente compatibile con il corpo del paziente su cui sarà eseguito il trapianto, e
che quindi non sarà rigettata.
TRASFERIMENTO DI NUCLEO
Rimuove il nucleo da una cellula e lo inserisce in un’altra, dalla quale è stato tolto il proprio. Rende
la cellula ricevente geneticamente simile a quella che ha donato il nucleo, e per questo non sarà
rigettata dal corpo del paziente.
CLONAZIONE TERAPEUTICA
Generazione di un embrione umano per trasferimento di nucleo in un oocita enucleato di donatrice,
e successiva distruzione dell’embrione clonato (allo stadio di blastocisti) per ricavarne cellule
staminali autologhe.
A cura di Roberto Colombo, Responsabile Unità di Ricerca in Biologia e Genetica Umana
Università Cattolica – Milano
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