Nel brano in rosso

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MARCO TULLIO CICERONE (A)
Nacque in Arpino il 3 Gennaio del 106 a.C. da una famiglia non nobile, era veramente
un homo novus quando intraprese la carriera dei pubblici onori. Dopo avere trascorso la
sua adolescenza ad Arpino, si trasferì a Roma. Si dedicò allo studio della filosofia ed
ebbe come maestri di eloquenza l’oratore L. Licinio Crasso e Molone di Rodi. A Roma
spadroneggiavano Silla e i suoi favoriti e Cicerone accettò di difendere, contro un
potente liberto di Silla, Sesto Roscio di Ameria (Pro Sexto Roscio Amerino), al quale
avevano ucciso il padre. Fu eletto questore nel 75 e fu scelto dal Siciliani, che ne
avevano potuto ammirare la bontà e la giustizia, a loro difensore nella causa che
volevano intentare contro Verre, che aveva spogliato in ogni modo i suoi amministrati.
Nell’anno 70 fu eletto edile, pretore nell’anno 66, ma le cariche pubbliche non gli
impedirono alcune difese e soprattutto la proposta del tribuno Manilio, il quale voleva
che fosse affidata a Pompeo la direzione della guerra contro Mitridate. Andava intanto
preparandosi a Roma un evento eccezionale, in quanto l’esponente dell’antico partito
sillano, Catilina, aveva raccolto scontenti di ogni partito, formando con essi una specie
di coalizione. Catilina si presentò al consolato nel 64 e nel 63, ma fu battuto, essendosi
coalizzati contro di lui gli interessi plutocratici della città, e al suo posto fu eletto
Cicerone. Venuti meno allora i mezzi legali, al deluso non rimase che una congiura. Ma
Cicerone ne denunciò l’operato e chiese per i congiurati la pena di morte, accordata
nonostante l’opposizione di frange del senato guidate da Giulio Cesare, e Cicerone fece
sommariamente eseguire la condanna. Fu il momento più bello della sua vita. Nel 58
a.C. un esponente del partito democratico, Clodio, eletto tribuno della plebe fece
approvare la legge d’esilio per chi aveva fatto uccidere cittadini romani senza il diritto
all’appello al popolo. Ma dopo diciotto mesi, nel settembre del 57, gli fu permesso di
rientrare in Roma, gli furono restituiti i suoi beni . Quando nel 52 l’aristocratico Milone
uccise Clodio, Cicerone ne accettò la difesa preparando un’orazione che è il suo
capolavoro in quel genere. Nel dicembre del 50, ebbe la consapevolezza che si
preparava una lotta di giganti all’interno della quale avrebbe dovuto scegliere chi
puntare come futuro leader. Egli si rendeva conto che dalla competizione tra Cesare e
Pompeo, ciascuno animato da una diversa ambizione, ma entrambi fortemente decisi a
ottenere un potere personale, nulla di buono sarebbe venuto per la salvaguardia dei
valori tradizionali dello Stato repubblicano. Si decise per Pompeo, che rappresentava
ancora l’autorità del Senato. Dopo Farsalo egli attese a Brindisi l’arrivo di Cesare e, nel
settembre del 47, gli andò incontro; sbarcato a Taranto, fu accolto con simpatia e con
deferenza. Rimasto solo col suo tormento di cittadino e di uomo, non gli restava che
riprendere a studiare la filosofia. Ma i congiurati pugnalarono Cesare negl’idi di marzo
del 44, facendo riferimento come simbolo di libertà anche al nome di Cicerone. Il
vecchio uomo politico si illuse che la stirpe dei Bruti avesse liberato Roma da un
tiranno, ma Bruto e Cassio erano dei giovani idealisti nutriti di principi filosofici Non
stimò e lo combatté, scrivendo o recitando le meravigliose Filippiche e quando Antonio,
battuto a Modena, raggiunge un accordo temporaneo col giovine Ottaviano, Cicerone si
accorse che la sua ora era suonata. Incluso nella lista di proscrizione col consenso di
Ottaviano, che pure egli aveva appoggiato con tutte le sue forze, tentò di fuggire
1
imbarcandosi a Gaeta. Preso dal mal di mare e forse anche dal tedio della vita, tornò
indietro. Ma prima di giungere alla sua villa fu raggiunto dai sicari di Antonio e porse
la testa ai sicari di fronte all’azzurro meraviglioso del mare di Formia il 7 dicembre del
43 a.C.
FINESTRA LETTERARIA (A)
— L’aggettivo novus acquista una diversa valenza se è accoppiato ad homo (homo
novus) o a res (res novae). Perché?
— Chi sono i Sillani?
— Di quale organo politico facevano parte Cesare e Pompeo prima di rivaleggiare tra
loro?
— Perché la res pubblica non riesce nel 1° secolo a.C. ad imporsi come forma di
Stato?
— Cicerone è un eroe o un ingenuo?
CICERONE: SOMNIUM SCIPIONIS (De re publica, 6.9-26)(B)
La scelta della lettura di questa operetta, il Somnium Scipionis, tratto dal De repubblica,
corrisponde alla necessità didattica di privilegiare, nella lettura dello studente, un
argomento fondamentale per capire la vocazione negoziale di Cicerone. Quest’opera fu
un’occasione per affrontare l’analisi della situazione politica ed istituzionale dello Stato
romano che vedeva sempre più a grandi passi cadere in una crisi inarrestabile. La crisi
era dovuta alla necessità di un governo di uno Stato ampio, dominato spesso dalla
corruzione aristocratica e dalla sedizione popolare, e le guerre minacciavano un futuro
denso d’incognite sullo sfondo del quale si intravedeva l’ombra di un princeps, di una
gestione “monarchica” della cosa pubblica. Il Somnium Scipionis ha come protagonista,
grazie a Scipione, la cerchia privilegiata che aveva coltivato, grazie alla collaborazione
dello storiografo greco Polibio il filantropismo romano cui si ispirava, nel periodo
della crisi dello Stato e dell’esilio, l’umanesimo ciceroniano. La riflessione di Cicerone
supera l’analisi biologica Poliziana, aggiungendo come perno fondamentale della
stabilità e della grandezza del potere, basata sulla costituzione, anche l’importanza dei
principes (i dirigenti di uno Stato). Il riferimento a Scipione e a Lelio è quindi il
tentativo di delineare un modello alto di perfezione civica che prevede la presenza di
doti di saggezza, giustizia, temperanza, conoscenza del diritto, cultura oratoria, interesse
per la comunità, capacità progettuale costruttiva e difensiva. È bene dire che Cicerone
riconosce in Scipione Emiliano le stesse doti che egli, personalmente riteneva di avere
e, quindi, l’opera prefigura un’alta considerazione del suo operato, una spiccata
coscienza della propria grandezza misconosciuta, spesso, dai suoi concittadini.
(B) FINESTRA STORICA
—
In quale momento storico Cicerone scrive l’opera da cui è tratto il Somnium
Scipionis ?
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— Quali altre opere sono state scritte in quel periodo ?
— Come mai nasce nella mentalità di Cicerone l’importanza
e la necessità di un
princeps ?
— Come si può considerare, dal punto di vista politico, la visione di Cicerone?
— In che modo Cicerone tenta di salvare i valori della res publica nel momento storico
della decadenza? Ci riesce?
[6.10. 1-2] CORNELIO SCIPIONE SOGNA IL NONNO DI CUI HA PARLATO
CON MASSINISSA (C)
[1] Post autem apparatu(a) regio accepti(b) sermonem in multam noctem produximus,
cum senex nihil nisi de Africano loqueretur(c) omniaque eius non facta solum, sed
etiam dicta meminisset. Deinde, ut cubitum(d) discessimus, me et de via fessum, et qui
ad multam noctem vigilassem(e), artior(f) quam solebat somnus complexus est. [2] Hic
mihi (credo equidem ex hoc quod eramus locuti; fit(g) enim fere, ut cogitationes
sermonesque nostri pariant aliquid in somno tale quale de(h) Homero scribit Ennius, de
quo videlicet saepissime vigilans solebat cogitare et loqui) Africanus se ostendit ea
forma, quae mihi ex imagine eius quam ex ipso erat notior; quem ubi agnovi, equidem
cohorrui, sed ille ‘Ades(i)’ inquit‘ animo et omitte timorem, Scipio, et, quae dicam(l),
trade memoriae.’
(C) FINESTRA TECNICA DI CONTESTO
— Chi è Scipione l’Africano e perché ha questo “cognomen”?
— In quale periodo storico è vissuto?
— Quale importanza storica ha per la salvezza della res publica la memoria del 2°
secolo a.C.?
— Qual è il rapporto tra Cornelio Scipione e Massinissa?
— Fu importante a Roma il Circolo degli Scipioni? Perché?
(D) FINESTRA SINTATTICA-LINGUISTICA-STILISTICA
a) è un sostantivo o un supino?
b) è un participio congiunto o predicativo?
c) è un congiuntivo indipendente, obliquo o narrativo?
d) è un sostantivo o un supino?
e) è una figura retorica? Quale?
f) è un comparativo assoluto o di maggioranza?
g) è passivo di facio o un verbo anomalo?
h) indica allontanamento o avvicinamento?
i) è un sostantivo o un verbo?
l) è un congiuntivo o un indicativo?
—
(E) FINESTRA RICOGNITIVA
Come puoi esprimere correttamente in italiano l’espressione “ad multam noctem?
3
—
Perché, pur essendo retti dalla stessa preposizione (cum) i verbi loqueretur e
meminisset hanno un tempo diverso?
— A cosa si riferisce Cicerone nella citazione Omero-Ennio?
— Da quale tradizione letteraria trae spunto in Cicerone l’idea del sogno?
— Secondo te, è un sogno vero quello raccontato o un sogno inventato?
(F) FINESTRA EURISTICA DI SINTESI.
— Il brano comunica curiosità o emozioni?
— Il brano è credibile o incredibile?
— Il brano è scritto con stile semplice o è ricco di nuances?
— Il brano è fantastico o costruito?
— Il brano è rivolto ad un destinatario colto o incolto?
[6.11.1-3] ALCUNE PROFEZIE DI SCIPIONE AFRICANO MAGGIORE (C)
[1] ‘Videsne illam urbem, quae parere populo Romano coacta per me renovat
pristina bella nec potest quiescere?’ (ostendebat autem Karthaginem de excelso et
pleno stellarum illustri et claro quodam loco) ‘ad quam tu oppugnandam nunc
venis paene miles. [2] Hanc hoc biennio consul evertes, eritque cognomen id tibi
per te partum, quod habes adhuc a nobis hereditarium. Cum autem Karthaginem
deleveris, triumphum egeris censorque fueris et obieris legatus Aegyptum,
Syriam, Asiam, Graeciam, deligere iterum consul absens bellumque maximum
conficies, Numantiam exscindes. [3] Sed cum eris curru in Capitolium invectus,
offendes rem publicam consiliis perturbatam nepotis mei.’
(C) FINESTRA TECNICA DI CONTESTO
—
—
—
—
—
Cosa significa “profezia”?
C’è un rapporto tra profezia e sogno?
Conosci profezie del mondo antico?
Conosci profezie contemporanee?
Si avverano, solitamente, le profezie?
(D) FINESTRA SINTATTICA-LINGUISTICA-STILISTICA
— Trasforma il periodo in neretto da interrogativa diretta in interrogativa indiretta.
— Trasforma l’intero periodo in rosso in discorso indiretto.
— Spiega il senso misterioso di queste parole attraverso una ricerca storica.
4
—
—
—
—
—
(E) FINESTRA RICOGNITIVA
Quale fu l’importanza del Circolo degli Scipioni?
Da chi era formato?
Che rapporto aveva con Cicerone?
Come mai all’interno del circolo si sviluppò una filosofia filantropica?
Che rapporto ci deve essere tra cultura e politica?
(F) FINESTRA EURISTICA DI SINTESI.
— Il brano comunica curiosità o emozioni?
— Il brano è credibile o incredibile?
— Il brano è scritto con reminiscenze storiche o esperienze vissute in prima persona?
— Il brano rivela conoscenze scientifiche o letterarie?
— Il brano è rivolto ad un destinatario colto o incolto?
[6.22-23,1-4] LA POCHEZZA DELLA FAMA DELL’UOMO (C)
[1] Ex his ipsis cultis notisque terris num aut tuum aut cuiusquam nostrum nomen
vel Caucasum hunc, quem cernis, transcendere potuit vel illum Gangen tranatare?
Quis in reliquis orientis aut obeuntis solis ultimis aut aquilonis austrive partibus
tuum nomen audiet? [2] Quibus amputatis cernis profecto quantis in angustiis
vestra se gloria dilatari velit. Ipsi autem, qui de nobis loquuntur, quam loquentur
diu? [3] Quin etiam si cupiat proles illa futurorum hominum deinceps laudes unius
cuiusque nostrum a patribus acceptas posteris prodere, tamen propter eluviones
exustionesque terrarum, quas accidere tempore certo necesse est, non modo non
aeternam, sed ne diuturnam quidem gloriam adsequi possumus. [4] Quid autem
interest ab iis, qui postea nascentur, sermonem fore de te cum ab iis nullus fuerit,
qui ante nati sunt,
(C) FINESTRA TECNICA DI CONTESTO
— Qualche critico ha fatto somigliare questo passo al dialogo leopardiano tra la natura
ed un islandese. Vuoi leggerlo ed esprimere la tua opinione?
— C’è una contrappostone filosofica tra la pochezza della fama dell’uomo e la
grandezza celebrata anche da Cicerone in altre opere?
— Nella società in cui viviamo la fama o la gloria hanno ancora importanza?
— Da quale fama e quale gloria siamo ancora stupiti ed ammirati?
— Cosa pensa il Foscolo di questo annientamento del passato come ammonimento per
il presente ed il futuro?
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(D) FINESTRA SINTATTICA-LINGUISTICA-STILISTICA
—
Nel brano in neretto sottolinea con le loro articolazioni: 1) le
separative; 2) le partitive o specificative; 3) le locative.
— Nel brano in azzurro sottolinea con tutte le loro articolazioni: 1) le
assolute; 2) le interrogative; 3) le relative.
— Nel brano in rosso sottolinea con tutte le loro articolazioni: 1) le
ipotetiche; 2) le soggettive; 3) le relative.
— Nel brano in verde sottolinea, con tutte le loro articolazioni: 1) le
relative; 2) le oggettive; 3) le causali.
espressioni
espressioni
espressioni
espressioni
(E) FINESTRA RICOGNITIVA
— Da dove deriva, in Cicerone, la conoscenza dell’Oriente?
— Quale collegamento c’è tra la vanità della fama e la conoscenza dell’Oriente?
— Quale visione della fama si ebbe nell’antica Grecia?
— C’è differenza tra la gloria eterna e la gloria diuturna?
— Perché Cicerone esprime la pochezza della fama in un’opera così importante per lo
Stato?
—
—
—
—
—
(F) FINESTRA EURISTICA DI SINTESI
Il brano comunica curiosità o emozioni?
Il brano è credibile o incredibile?
Il brano è scritto con stile semplice o è ricco di nuances?
Il brano è fantastico o costruito?
Il brano è rivolto ad un destinatario colto o incolto?
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INTRODUZIONE
Le origini della storiografia romana (A)
Sembra che l'influenza dell'ellenismo abbia avuto sulla formazione della prosa latina un
ruolo più importante che nella formazione della poesia. Questa prosa fece la sua prima
apparizione in coincidenza con la II guerra punica, allorché si avvertì il bisogno di
opporre agli storiografi greci, che si trovavano nel campo di Annibale, una storiografia
d'impronta nazionale. È significativo, a questo proposito, che il primo storico romano,
Q. Fabio Pittore (vissuto all'incirca fra il 260 e il 190 a.C.), abbia composto la sua
opera storica a carattere annalistico, dalla fondazione di Roma alla fine della II guerra
punica sia in greco che in latino: ciò rispondeva alla necessità di raggiungere un
pubblico di ambito appunto mediterraneo, e significò una rottura con la tradizione della
cronaca pontificale, da cui pur erano tratti strutture e materiali. Dopo la morte di Catone
un esempio significativo dell’influenza ellenistica è lo scrittore greco Polibio. Visse a
Roma per molti anni grazie al buon rapporto con L. Emilio Paolo, precettore dei suoi
figli e “guida spirituale” del giovane Scipione Emiliano e la perizia tecnica e la
competenza intellettuale gli permise di comprendere il fenomeno storico costituito da
Roma: in che modo, in meno di una generazione, la repubblica avesse raggiunto i
risultati che, nello spazio di due secoli e mezzo, i re orientali non avevano ottenuto, e
cioè riportare la pace nel bacino del Mediterraneo e imporre al mondo un potere forte e
stabile. Diversamente dal suo metodo la dottrina stoica si sforzava di dare
un’interpretazione provvidenziale della storia, con un principio teologico e teleologico
che contravveniva all’indagine scientifica delle cause ed Antipatro e Asellione, in
questa II metà del II sec., diedero inizio ad una forma di narrazione storica il cui
interesse era rivolto, al contrario, alla trattazione di un periodo o di un evento ben
determinati. Antipatro e Asellione applicavano, in questo modo, la concezione storica
prevalente presso i greci in quello stesso periodo.
(A) FINESTRA STORICA
— Cosa significa esattamente storiografia?
— Esistono ancora oggi gli storiografi?
— Sapresti citarne qualcuno?
— Cosa ci vuole per essere un buon storiografo?
— Gli storiografi scrivono soltanto del passato?
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SALLUSTIO: LA BIOGRAFIA (B)
G. Sallustio Crispo fu al centro degli scontri politici gravissimi che si verificarono nel
del 1° secolo a.C. schierandosi nel partito democratico di Cesare contro gli aristocratici.
Nel 50 fu espulso dal senato per immoralità a causa di una relazione con Fausta, figlia
di Silla e moglie in seconde nozze con Milone. Continuò ad essere fedele a Cesare
subito dopo il ritorno del futuro dittatore dalla campagna contro i Galli e nel corso delle
guerre civili riuscendo a rientra in Senato nel 48 a. C. Alla fine del 47 seguì Cesare in
Africa e portò a compimento un’operazione militare, conquistando l’isola di Cercina. A
seguito di questo successo, Cesare gli affidò il compito di governatore della cosidetta
Africa Nuova costituita dal vecchio regno numidico di Iuba. Nei mesi di governo
accumulò notevoli ricchezze che gli permisero, dopo la morte di Cesare ed il suo ritiro
dalla vita pubblica, di vivere in ricchezza componendo le sue opere di storia: le due
monografie (De coniuratione Catilinae e Bellum Iugurthinum) e le Historiae. Morì
cinquantenne nel 36 o 35 a.C. Nel De coniuratione Catilinae Sallustio denuncia
l’avidità di ricchezza e di potere che avvelenano la vita politica romana sin dal
momento in cui la cultura proveniente dall’oriente ha provocato la modificazione dei
costumi degli antenati. Dopo il proemio, Sallustio traccia il ritratto di Catilina, un
personaggio contraddittorio, di animo energico, ma irrimediabilmente degenere (è un
aristocratico di antica famiglia, favorito dal regime sillano, ma poi rovinato dai debiti).
Catilina organizza la congiura ma viene tradito, scoperto, condannato e costretto a
fuggire. In Senato spiccano, messi a confronto, i discorsi di Cesare e Catone; il primo
chiede una condanna mite, il secondo insiste per la condanna a morte. Il tentativo di
Sallustio di seguire un metodo storiografico oggettivo, secondo il modello di Tucidide,
scrittore greco del 5° secolo a. C., indaga i motivi profondi della crisi che da qualche
tempo travaglia lo stato romano, pochi potenti che monopolizzano cariche politiche e
ricchezze, una massa senza potere coperta di debiti e priva di prospettive future, ma
l’immagine di Catilina è dominata da un’esigenza moralistica.. Nonostante le simpatie,
in verità ambigue, per Cesare, in questi brani Sallustio sembra identificare le sue
posizioni proprio nel moralismo di Catone, in quanto il suo conservatorismo è una
salvaguardia più certa rispetto agli interessi economici e sociali sia dello storiografo.
FINESTRA BIOGRAFICA (B)
— Chi furono i principali protagonisti, insieme a Sallustio, delle lotte civili del 1°
secolo a.C.?
— Quale esito ebbero le guerre civili?
— Come mai Catilina, che è di origine aristocratica, divenne un terrorista?
— Cosa significa conservatorismo?
— Può uno storiografo essere un moralista?
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[51; 5-8] IL RICHIAMO ALLA TRADIZIONE (C)
[5] Bello Macedonico, quod cum rege Perse gessimus, Rhodiorum civitas magna
atque magnifica, quae populi Romani opibus creverat, infida et adversa nobis fuit.
Sed postquam bello confecto de Rhodiis consultum est, maiores nostri, ne quis
divitiarum magis quam iniuriiae causa bellum inceptum diceret, impunitos eos
dimisere. [6] Item bellis Punicis omnibus, cum saepe Cartaginienses et in pace et
per indutias multa nefaria facinora fecissent, numquam ipsi per occasionem talia
fecere: magis quid se dignum foret, quam quid in illos iure fieri posset,
quaerebant. [7] Hoc item vobis providendum est, patres conscripti. Ne plus apud
vos valeat P. Lentuli et ceterorum scelus quam vestra dignitas, neu magis irae
vestrae quam famae consulatis. [8] Nam si digna poena pro factis eorum reperitur,
novum consilium approbo; sin magnitudo sceleris omnium ingenia exuperat, his
utendum censeo, quae legibus comparata sunt.
(C) FINESTRA TECNICA DI CONTESTO
— Dove si trova la città di Rodi?
— Quando avvenne la guerra contro i Macedoni?
— Perché Roma combatteva in Grecia?
— Cosa significa tradizione?
— Come mai Cesare, nel suo discorso, del partito democratico, cita la tradizione
aristocratica?
(D) FINESTRA SINTATTICA-LINGUISTICA-STILISTICA
— Nel periodo in verde metti in rilievo le coordinazioni.
— Nel periodo in neretto metti in rilievo le figure stilistiche (forme arcaiche,
allitterazioni)
— Nel periodo color rosso metti in rilievo le subordinazioni.
— Nel periodo color azzurro metti in rilievo le ellissi.
(E) FINESTRA RICOGNITIVA
— Cesare parla da demagogo o è sincero?
— Perché difende Catilina e i terroristi?
— Perché difende i nemici di Roma e suoi?
— Cosa rappresentano per i Romani la dignitas e la fama?
— Quale idea di legge emerge da questo brano?
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(F) FINESTRA EURISTICA DI SINTESI
— Il brano comunica informazioni o emozioni?
— Il brano è personale o impersonale?
— Il brano è scritto con stile lineare o complesso?
— Il brano è oggettivo o alla ricerca di consenso?
— Il brano è rivolto ad un destinatario colto o incolto?
[51;10-15] BISOGNA MANTENERE IL SENSO DELLA MISURA NEL COMMINARE
LE PENE (C)
[10] Sed, per deos immortalis, quo illa oratio pertinuit? An uti vos infestos
coniurationi faceret? scilicet, quem res tanta et tam atrox non permovit, eum
oratio accendet. [11] Non ita est, neque cuiquam morta-lium iniuriae suae parvae
videntur, multi eas gravius aequo habuere. [12] Sed alia aliis licentia est, patres
conscripti. Qui demissi in obscuro vitam habent, si quid iracundia deliquere, pauci
sciunt, fama atque fortuna eorum pares sunt; qui magno imperio praediti in
excelso aetatem agunt, eorum facta cuncti mortales novere. [13] Ita in maxima
fortuna minima licentia est; neque studere neque odisse, sed minime irasci decet;
[14]quae apud alios iracundia dicitur, ea in imperio superbia atque crudelitas
appellatur.
(C) FINESTRA TECNICA DI CONTESTO
— Chi giudicava le pene nel sistema giuridico romano?
— C’era una proporzione tra le colpe e le pene?
— Che cosa furono le leggi delle dodici tavole?
— Conosci l’opera storica Dei delitti e delle pene? Fai una ricerca.
— Qual è il ruolo dei patres conscripti nel codice sanzionatorio dei Romani?
(D) FINESTRA SINTATTICA-LINGUISTICA-STILISTICA
— Nel brano in neretto distingui proposizioni principali e subordinate.
— Nel brano in azzurro sottolinea i complementi nei diversi casi
(nominativo,
genitivo, dativo, accusativo, ablativo)
— Nel brano in verde sottolinea la natura morfologica dei pronomi, specificando
quali tipi di proposizione introducano.
— Nel brano in rosso sottolinea i costrutti impersonali e personali.
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(E) FINESTRA RICOGNITIVA
— Ricorre spesso il termine oratio. Esige una ricerca sul vocabolario.
— Vi sono delle prolessi. Cosa significa il termine prolesi?
— La licentia è posta da Cesare in rapporto con la fama. In che senso?
— Vi è una certa presenza di complementi predicativi del soggetto
e dell’oggetto.
Sapresti individuarli?
— C’è un esaltazione o un abbassamento dei grandi uomini nel discorso di Cesare?
(F) FINESTRA EURISTICA DI SINTESI
— Il brano comunica informazioni o emozioni?
— Il brano utilizza un linguaggio chiaro o complicato?
— Il brano è filosofico o storico?
— Il brano è oggettivo o alla ricerca di consenso?
— Il brano è rivolto ad un destinatario colto o incolto?
[52;30-36] LE CONCLUSIONI DI CATONE (C)
[30] Apud maiores nostros A. Manlius Torquatus bello Gallico filium suum, quod
is contra imperium in hostem pugnaverat, necari iussit, [31] atque ille egregius
adulescens immoderatae fortitudinis morte poenas dedit; vos de crudelissimis
parricidis quid statuatis, cunctamini? videlicet cetera vita eorum huic sceleri
obstat. [32] Verum parcite dignitati Lentuli, si ipse pudicitiae, si famae suae, si dis
aut hominibus umquam ullis pepercit. [33] Ignoscite Cethegi adulescentiae, nisi
iterum patriae bellum fecit. [34] Nam quid ego de Gabinio, Statilio, Caepario
loquar? Quibus si quicquam umquam pensi fuisset, non ea consilia de re publica
habuissent. [35] Postremo, patres conscripti, si mehercule peccato locus esset,
facile paterer vos ipsa re corrigi, quoniam verba contemnitis. Sed undique
circumventi sumus. Catilina cum exercitu faucibus urget; alii intra moenia atque
in sinu urbis sunt hostes; neque parari neque consuli quicquam potest occulte: quo
magis properandum est. [36] Quare ego ita censeo, cum nefario consilio
sceleratorum civium res publica in summa pericula venerit, iique indicio T.
Volturci et legatorum Allobrogum convicti confessique sint caedem, incendia
aliaque se foeda atque crudelia facinora in civis patriamque paravisse, de
confessis, sicuti de manufestis rerum capitalium, more maiorum supplicium
sumendum."
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FINESTRA TECNICA DI CONTESTO (C)
— Fai una ricerca sulla biografia di Catone.
— Scoprirai che è un conservatore. Che significa essere un conservatore in età antica?
— Di quale bello Gallico parla Catone?
— Cosa bisogna intendere per mos maiorum?
— Qual è il messaggio delle conclusioni di Catone?
(D) FINESTRA SINTATTICA-LINGUISTICA-STILISTICA
—
Nel brano in neretto sottolinea le proposizioni principali, coordinate alla
principale, subordinate completive e subordinate circostanziali.
— Nel brano in rosso sottolinea le forme verbale finite ed infinite, specificando il loro
apporto al contenuto del brano.
— Nel brano in azzurro spiega il valore dei congiuntivi, specificando se si tratti di
forme autonome o subordinate
— Nel brano in verde metti in rilievo le forme cosiddette infinite, sottolineandone per
ciascuna l’uso all’interno del testo.
(E) FINESTRA RICOGNITIVA
—
Si può uccidere un figlio come succede a quello di Manlio Torquato per la
disubbidienza ad un ordine? Per quale codice etico?
— È demagogico il confronto tra il figlio di Manlio Torquato e i congiurati?
— Catilina è un reazionario o un rivoluzionario?
— Sallustio era inizialmente un democratico. Come mai è diventato un conservatore?
— Come vuole trattare Catone i rei confessi e i pentiti?
(F) FINESTRA EURISTICA DI SINTESI
— Il brano comunica informazioni o emozioni?
— Il brano utilizza n linguaggio chiaro o complicato?
— Il brano è filosofico o storico?
— Il brano è oggettivo o alla ricerca di consenso?
— Il brano è rivolto ad un destinatario colto o incolto?
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PUBLIO VIRGILIO MARONE (A)
Nacque ad Andes, non lontano da Mantova il 15 Ottobre del 70 a.C. da modeste genitori.
Studiò a Cremona e a Milano, con propensioni per la filosofia, la medicina e la
matematica, sotto la guida di Sirone epicureo. Amante della vita dei campi e della quiete
della campagna, fu, dopo la morte di Cesare, coinvolto nelle aspre contese tra Ottaviano
ed Antonio e nella sua prima opera, le Bucoliche, non mancò di aggiungere alle note
idilliche commenti di natura politica. Da questo momento (circa il 44 a.C.) l’impegno di
Virgilio è tutto dalla parte del futuro imperatore. Scrive le Georgiche, su consiglio di
Mecenate, braccio destro di Augusto, perché entrava nel suo disegno politico di
ricondurre all’agricoltura le genti troppo inclini al molle ozio e alle abitudini corrotte.
Augusto stesso lo sollecita alla grande opera nazionale di celebrazione, tramite la figura di
Enea, capostipite della gens Iulia, dell’impero romano. Morì a Brindisi, nel 22 a.C.
appena sbarcato dalla Grecia. Tuttavia l’Eneide non è soltanto messaggio di compiacente
partigianeria, dacché diffuso e convinto era il sentimento della pacificazione e del
benessere sotto la guida certa di un princeps dopo tante guerre civili. L’Eneide è anche un
poema religioso ed è il racconto epico di sentimenti umani e dolorosi come l’amore
filiale, la delusione amorosa, l’amicizia profonda. In particolar modo il VI libro è la
catabasi in un regno dei morti dove convivono le tradizioni popolari con la dottrina della
purificazione di tutte le anime, l’idea che le anime siano eidola (immagini, simulacri) del
loro essere precedente sulla terra ma anche che siano capaci di anticipare la loro vita
futura. Il passato e il futuro s’intrecciano in un gioco di luci e di ombre che alla fine
privilegia la rassegna degli eroi piuttosto che l’aspetto dottrinario e palingenetico.
(A) FINESTRA STORICO-LETTERARIA
— Virgilio ebbe dei modelli per la composizione delle sue opere?
— Da che cosa derivava il suo amore per la Grecia?
— Virgilio è poeta del consenso?
— È un poeta ed un intellettuale impegnato nella vita politico-sociale del suo tempo?
— Come mai un intellettuale è affascinato da un padre-padrone?
— Secondo Virgilio l’agricoltura era terapeutica?
— Che cosa significa palingenetico?
— Come mai la scelta di Enea, personaggio secondario della guerra di Troia?
— Altri poeti contemporanei di Virgilio seguirono la su strada?
— Quale grande poeta italiano utilizzò la figura di Virgilio come maestro? E perché?
13
LA PREGHIERA DI ENEA ALLA SIBILLA (ENEDIDE,VI, 45-97) (C)
ventum erat ad limen, cum virgo 'poscere fata 45
tempus' ait; 'deus ecce deus!' cui talia fanti
ante fores subito non vultus, non color unus,
non comptae mansere comae; sed pectus anhelum,
et rabie fera corda tument, maiorque videri
nec mortale sonans, adflata est numine quando 50
iam propiore dei. 'cessas in vota precesque,
Tros' ait 'Aenea? cessas? neque enim ante dehiscent
attonitae magna ora domus.' et talia fata
conticuit. gelidus Teucris per dura cucurrit
ossa tremor, funditque preces rex pectore ab imo: 55
'Phoebe, gravis Troiae semper miserate labores,
Dardana qui Paridis derexti tela manusque
corpus in Aeacidae, magnas obeuntia terras
At Phoebi nondum patiens immanis in antro
bacchatur vates, magnum si pectore possit
excussisse deum; tanto magis ille fatigat
os rabidum, fera corda domans, fingitque premendo. 80
ostia iamque domus patuere ingentia centum
sponte sua vatisque ferunt responsa per auras:
'o tandem magnis pelagi defuncte periclis
(sed terrae graviora manent), in regna Lavini
Dardanidae venient (mitte hanc de pectore curam), 85
sed non et venisse volent. bella, horrida bella,
et Thybrim multo spumantem sanguine cerno.
non Simois tibi nec Xanthus nec Dorica castra
defuerint; alius Latio iam partus Achilles,
natus et ipse dea; nec Teucris addita Iuno 90
usquam aberit, cum tu supplex in rebus egenis
quas gentis Italum aut quas non oraveris urbes!
causa mali tanti coniunx iterum hospita Teucris
externique iterum thalami.
tu ne cede malis, sed contra audentior ito, 95
qua tua te Fortuna sinet. via prima salutis
(quod minime reris) Graia pandetur ab urbe.'
(C)FINESTRA TECNICA DI CONTESTO
— Chi era la Sibilla per essere pregata da Enea?
— I Romani pregavano ?
— Quali erano le caratteristiche della religiosità romana?
— Era diversa quella dei Greci?
— Chi definì gli dei pagani “falsi e bugiardi”?
14
(D) FINESTRA SINTATTICA-LINGUISTICA-STILISTICA
— I versi virgiliani sono esametri dattilici. Che cosa significa?
— Analizza e definisci alcuni caratteristiche dello stile poetico segnate in rosso.
— Individua vocativi e imperativi all’interno del testo.
— Individua i congiuntivi con i connettivi che ne giustificano la presenza.
— Analizzi i versi nei quali sono presenti le consonanti liquide e fai un commento
stilistico.
(E) FINESTRA RICOGNITIVA
— Immergiti nella mitologia greca attraverso una ricerca che parte dai nomi propri
presenti nel testo.
— Che cosa è la mitologia?
— E la mitografia?
— Che rapporto c’è in Virgilio tra mitologia e politica?
— Cosa cerca Enea nel viaggio agli inferi?
(F) FINESTRA EURISTICA DI SINTESI
— Il brano comunica curiosità o emozioni?
— Il brano è credibile o incredibile?
— Il brano è scritto con vero senso religioso?
— Il brano è sincero o è una propaganda?
— Il brano è rivolto ad un destinatario colto o incolto?
15
L’APPARIZIONE DI DIDONE (ENEIDE, VI LIBRO, 440-476)
nec procul hinc partem fusi monstrantur in omnem 440
Lugentes campi; sic illos nomine dicunt.
hic quos durus amor crudeli tabe peredit
secreti celant calles et myrtea circum
silua tegit; curae non ipsa in morte relinquunt.
his Phaedram Procrinque locis maestamque Eriphylen 445
crudelis nati monstrantem uulnera cernit,
Euadnenque et Pasiphaen; his Laodamia
it comes et iuuenis quondam, nunc femina, Caeneus
rursus et in ueterem fato reuoluta figuram.
inter quas Phoenissa recens a uulnere Dido 450
errabat silua in magna; quam Troius heros
ut primum iuxta stetit agnouitque per umbras
obscuram, qualem primo qui surgere mense
aut uidet aut uidisse putat per nubila lunam,
demisit lacrimas dulcique adfatus amore est: 455
'infelix Dido, uerus mihi nuntius ergo
uenerat exstinctam ferroque extrema secutam?
funeris heu tibi causa fui? per sidera iuro,
per superos et si qua fides tellure sub ima est,
inuitus, regina, tuo de litore cessi. 460
sed me iussa deum, quae nunc has ire per umbras,
per loca senta situ cogunt noctemque profundam,
imperiis egere suis; nec credere quiui
hunc tantum tibi me discessu ferre dolorem.
siste gradum teque aspectu ne subtrahe nostro. 465
quem fugis? extremum fato quod te adloquor hoc est.'
talibus Aeneas ardentem et torua tuentem
lenibat dictis animum lacrimasque ciebat.
illa solo fixos oculos auersa tenebat
nec magis incepto uultum sermone mouetur 470
quam si dura silex aut stet Marpesia cautes.
tandem corripuit sese atque inimica refugit
in nemus umbriferum, coniunx ubi pristinus illi
respondet curis aequatque Sychaeus amorem.
nec minus Aeneas casu percussus iniquo 475
prosequitur lacrimis longe et miseratur euntem.
—
—
(C) FINESTRA TECNICA DI CONTESTO
In quale circostanza Enea incontra Didone?
È un incontro casuale o predisposto dal destino?
16
— Cosa nasce da questo incontro?
— Perché l’amore di Enea e Didone è destinato a finire?
—A quale situazione storica predispone questo incontro?
(D) FINESTRA SINTATTICA-LINGUISTICA-STILISTICA
— Metti in ordine i versi in neretto ricostruendoli come se fossero un testo narrativo.
— Fai una ricerca sui personaggi citati nei versi in rosso.
— Leggi metricamente gli esametri dei versi in verde mettendo in rilievo la loro
composizione.
— Spiega il tono stilistico dei versi in bleu che contengono il vano dialgo tra Enea e
Didone.
— Sottolinea nei versi in viola le figure retoriche che caratterizzano il tono poetico
virgiliano.
(E) FINESTRA RICOGNITIVA
— Didone ha ragione o torto per non volere ascoltare le preghiere di Enea?
— Cosa ha fatto quest’eroe di cattivo per recare un’offesa mortale alla sua amante?
— Il comportamento di Enea è comprensibile o incomprensibile?
— Poteva esserci amore e non odio tra un romano e una cartaginese?
— Quale grande uomo romano si commuove dinanzi alla distruzione di Cartagine?
(F) FINESTRA EURISTICA DI SINTESI
— Il brano comunica curiosità o emozioni?
— Il brano è credibile o incredibile?
— Il brano è scritto con vero senso religioso?
— Il brano è sincero o è una propaganda?
— Il brano è rivolto ad un destinatario colto o incolto?
17
L’INCONTRO COL PADRE ANCHISE (ENEIDE, LIBRO VI, 679-702)
At pater Anchises penitus conualle uirenti
inclusas animas superumque ad lumen ituras 680
lustrabat studio recolens, omnemque suorum
forte recensebat numerum, carosque nepotes
fataque fortunasque uirum moresque manusque.
isque ubi tendentem aduersum per gramina uidit
Aenean, alacris palmas utrasque tetendit, 685
effusaeque genis lacrimae et uox excidit ore:
'uenisti tandem, tuaque exspectata parenti
uicit iter durum pietas? datur ora tueri,
nate, tua et notas audire et reddere uoces?
sic equidem ducebam animo rebarque futurum 690
tempora dinumerans, nec me mea cura fefellit.
quas ego te terras et quanta per aequora uectum
accipio! quantis iactatum, nate, periclis!
quam metui ne quid Libyae tibi regna nocerent!'
ille autem: 'tua me, genitor, tua tristis imago 695
saepius occurrens haec limina tendere adegit;
stant sale Tyrrheno classes. da iungere dextram,
da, genitor, teque amplexu ne subtrahe nostro.'
sic memorans largo fletu simul ora rigabat.
ter conatus ibi colo dare bracchia circum; 700
ter frustra comprensa manus effugit imago,
par leuibus uentis uolucrique simillima somno.
(C) FINESTRA TECNICA DI CONTESTO
— Dove si trova il padre di Enea Anchise?
— È possibile che, essendo morto, si esprima come un vivo?
— Quale tipo di religiosità prevede un incontro del genere?
— Di che materia è composto Anchise visto che Enea non riesce ad abbracciarlo?
— Cosa ti colpisce di questo incontro?
(D) FINESTRA SINTATTICA-LINGUISTICA-STILISTICA
— Dai una spiegazione dei versi in viola sottolineando quale sia la funzione di Anchise
nel posto in cui si trova.
— Commenta i sentimenti espressi nei versi in verde, sottolineando il codice
linguistico usato da Virgilio per esprimerli.
— Nei versi in rosso trova le figure retoriche che contribuiscono al tono poetico
concitato e commosso.
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— Nei versi in nero sottolinea i modi infiniti che contribuiscono alla splendida sintesi
del mancato abbraccio tra Enea ed Anchise.
(E) FINESTRA RICOGNITIVA
— Cosa aveva fatto di speciale Enea per il padre Anchise?
— Che rapporto c’è tra padre e figlio?
— Da quanto tempo Enea non vedeva il padre morto?
— Dove era morto Anchise, padre di Enea?
— Conosci altri racconti che testimoniano l’amarezza di
un rapporto paterno-filiale
interrotto?
(F) FINESTRA EURISTICA DI SINTESI
— Il brano comunica curiosità o emozioni?
— Il brano è credibile o incredibile?
— Il brano è sincero o è una propaganda?
— Il brano è rivolto ad un destinatario colto o incolto?
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