Cibo cotto e miti culinari - Il pasto sacro nelle religioni (3)

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Cibo cotto e miti culinari - Il pasto sacro nelle
religioni (3)
Cerimonia del fuoco Thailandia
Il cibo cotto e i miti culinari
di Aldo Natale Terrin
Docente di Storia delle religioni
Un tema "trasversale" del pasto sacro a livello di antropologia religiosa va considerato il fatto fondamentale della cottura
del cibo, che suggeriva l'idea della cultura in rapporto alla pura natura del cibo crudo, come ebbero a osservare gli
strutturalisti francesi quali Levi - Strauss e poi M.Detienne e Pierre Vidal Naquet. Vanno tenuti presenti il mito di
Prometeo e i "miti culinari" conservati dal "pensiero selvaggio". Per esempio nei miti di preparazione del cibo degli indios
del Sud America; specialmente dei Gé e dei Bororo, è presente il giaguaro come amico dell'uomo, a cui egli ha portato il
fuoco, come aveva fatto a suo tempo Prometeo secondo la versione
di Eschilo. Come Prometeo, il giaguaro è colui che "dona le arti della civiltà". Il fuoco è simbolo del passaggio
dalla natura alla cultura, in quanto preparare i piatti con il fuoco significa compiere un'attività di mediazione tra cielo e
terra, vita e morte, natura e società. Con il fuoco infatti si salva il cibo dalla putrefazione, mentre la dinamica del fuoco ha
anche un' altra simbologia: si muove dal basso all'alto: dagli uomini verso gli dei. "Tutto l'universo, cosciente o inconscio,
non è che fuoco e oblazione" (Mahabharata, 338). Il sole rischiara solo distruggendo la propria sostanza.
Il fuoco è il simbolo universale del sacrificio, della distruzione allo stato puro. Rappresenta una specie di limite tra due
stati d'essere: quello del creato e quello degli dei. Non a caso gli dei sono al di là del fuoco e si nutrono del fumo delle
oblazioni.
Da notare però che nel mito greco, Prometeo è coinvolto anche in operazioni culinarie come oggi nella mitologia degli
indios del Sud America dove si mescolano quattro elementi: il dono del fuoco, la mediazione tra uomini e dei, l'offerta del
sacrificio e la cottura del cibo. E si deve ancora notare che nella Teogonia di Esiodo c'è una versione alquanto diversa
rispetto al Prometeo di Eschilo. Qui Prometeo viene punito non perché sottrae il fuoco agli dei, ma per un diverso insulto
fatto a Zeus. Dovendo offrire un sacrificio infatti Prometeo uccide un bue e lo divide in due parti. Da un lato pone le ossa
e le copre con uno spessore di grasso, dall'altra mette la carne che copre invece con le viscere. Poi invita Zeus a
scegliere e il signore del cielo si lascia trarre in inganno: attratto dal profumo del grasso sceglie la parte dove sono
nascoste soltanto ossa. Zeus allora adirato per l'inganno di cui è stato vittima sottrae il fuoco agli uomini gridando: "Che
mangino la loro carne cruda!".
Dunque il mito di Prometeo sembra essere soprattutto un mito a sfondo culinario dove l'eroe insegna agli uomini come
cuocere il cibo e mangiare la carne. Il cibo cotto: arrostito e poi bollito e non viceversa come avvenne per
Dioniso che fu prima bollito e poi arrostito per essere mangiato dai titani - in segno di disprezzo per la cultura - indica il
vero motivo del passaggio dalla natura alla cultura.(Continua...)
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