Trent`anni, guerra dei

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18/03/2014 |
Trent'anni, guerra dei
La guerra dei Trent'anni (1618-1648), così chiamata già nel 1645, fu un conflitto su scala europea, nonostante
sia stata definita anche "guerra di Germania" (teutscher Krieg). Per comprenderne la natura è necessario
tenere conto dei problemi e delle contraddizioni che caratterizzavano le società in epoca moderna: la
contrapposizione religiosa tra cristiani catt. e prot. (Confessionalismo), la lotta per il potere nel corso del
processo di formazione dello Stato moderno, i conflitti tra i ceti e i loro organi e le tendenze assolutiste e la
competizione per l'egemonia in Europa. Quest'ultima vedeva schierati da un lato l'Austria e la Spagna
asburgiche, i loro alleati in maggioranza catt. e l'Impero ted., dall'altro la Francia catt., i principi prot.
dell'Impero, i Paesi Bassi e la Svezia.
Il conflitto si estese progressivamente - attraverso le fasi boemo-palatina (1618-23), danese (1625-29) e
svedese (1630-35) - fino a trasformarsi in una conflagrazione europea con l'intervento franc. a fianco della
Svezia (dal 1635); la Conf. fu coinvolta direttamente solo a partire dalla fase svedese della guerra. Il campo di
battaglia principale fu il Sacro Romano Impero, con teatri secondari nei Paesi Bassi e nelle Fiandre, in Alsazia
e nella Franca Contea, nell'Italia settentrionale e nell'Europa orientale. Nel 1648 si svolsero in Vestfalia
trattative diplomatiche tra i belligeranti che posero fine al conflitto (pace di Vestfalia).
1 - La Svizzera alla vigilia della guerra
Nel XVII sec. la Conf. era una fragile compagine di Stati. La supremazia demografica ed economica dei cant.
urbani rif. non trovava riscontro sul piano politico, poiché le strutture esistenti favorivano i cant. catt., alleati
con la Spagna e l'Austria, che disponevano della maggioranza alla Dieta fed. Con la divisione di Appenzello
(1597), la transazione di Bienne (1599) e la ricattolicizzazione del Vallese si concluse di fatto il processo di
formazione di due blocchi confessionali, ma i conflitti continuarono nei Grigioni e nei baliaggi comuni, spec. in
Turgovia. La Conf., poco coesa e vincolata alla necessità di raggiungere l'unanimità tra i cant., era legata da
numerose Alleanze con potenze straniere. Particolarmente attivi furono i cant. antiasburgici di Berna e Zurigo,
che intavolarono trattative con principi prot. ted. (1605). Berna concluse un'alleanza con la Savoia e Venezia
per rendere stabili i suoi confini occidentali (1615). Con la pace di Saint-Julien (1603) la Savoia garantì
l'indipendenza di Ginevra; in seguito al passaggio del Pays de Gex alla Francia (1601), quest'ultima per la
prima volta confinò però direttamente con la Conf.
Il contrasto religioso e le innumerevoli alleanze, a volte contrapposte, provocarono attriti e crisi continue nella
Conf. La limitazione della libertà d'azione dei singoli cant. favorì tuttavia una prudente politica di
compromesso e di neutralità e la stabilizzazione della situazione politica interna. Grazie alla condizione
economica favorevole, la Conf. fu risparmiata da rivolte contrariamente al resto dell'Europa.
Autrice/Autore: Anselm Zurfluh / mib
2 - La Confederazione e la guerra
Pur trovandosi al centro del conflitto, la Conf. riuscì a tenersi ampiamente al di fuori delle vicende belliche
nonostante le numerose crisi interne (contesa sulla giurisdizione matrimoniale e i diritti di collazione nei
baliaggi comuni nel 1630-31, affare della Chiusa di Balsthal nel 1632-33, affare Kesselring nel 1633-34). Sul
piano politico, tuttavia, fu toccata dalla guerra, poiché i belligeranti non potevano ignorare questo vuoto di
potere nel cuore dell'Europa e, nel contempo, cercarono di sfruttarne le risorse economiche e militari. Per
rafforzare la loro influenza, tutte le potenze fecero ricorso ad agenti e a Svizzeri che operavano nei loro
interessi - principalmente ufficiali mercenari quali Johann Ludwig von Erlach, Jörg Jenatsch, Johann Rudolf
Wettstein, Beat Zurlauben e Sebastian Peregrin Zwyer von Evibach - che tentarono di intervenire nella politica
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interna conf. Nessuno riuscì però a impegnare la Conf., come dimostra il tentativo fallito del re Gustavo Adolfo
di Svezia (1631). Mentre le strade dei valichi alpini che collegavano i teatri bellici in Germania e Italia
settentrionale (San Gottardo, passi grigionesi) avevano un ruolo centrale soprattutto per gli Asburgo, tutti gli
Stati disposti a pagare potevano beneficiare delle risorse della Conf.: riserva di mercenari, vettovaglie e altri
beni importanti a fini bellici (in particolare cavalli).
Accanto a queste ragioni materiali, la politica di non intervento più volte dichiarata dai Conf. e, non da ultimo,
la loro determinazione a difendersi, riconosciuta dalle potenze straniere, ebbero come conseguenza che il
territorio della Conf. venisse toccato solo marginalmente dalle operazioni militari. I Grigioni furono coinvolti
già nel 1620 (Torbidi grigionesi), perché non riuscirono a venire incontro in egual misura a tutte le parti in
conflitto. Gli Asburgo e la Francia erano interessati alla Valtellina, collegamento diretto tra la Milano spagnola
e il Tirolo austriaco. L'avanzata del generale Gustav Karlsson Horn verso Costanza via Stein am Rhein (1633),
l'acquartieramento delle truppe del duca Bernardo di Sassonia-Weimar nel principato vescovile di Basilea - la
cui parte settentrionale fu duramente colpita (1635-39) - e la sua offensiva sul Fricktal austriaco attraverso il
territorio neutrale basilese (1637-38) rappresentarono minacce belliche non irrilevanti. Berna e Zurigo
prepararono piani di guerra, i cant. catt. rinnovarono le alleanze con la Spagna e la Savoia. L'avanzata
svedese verso il lago di Costanza (1646) provocò una reazione di difesa comune con la conclusione del
Defensionale di Wil (1647). Benché gli interessi dei singoli cant. impedirono un'azione concertata sul piano
conf., le autorità politiche riuscirono a limitare i danni derivanti da questi pericolosi focolai di conflitto. Il
principato vescovile di Basilea e il Paese di Vaud dovettero confrontarsi con l'arrivo di profughi provenienti
dall'Alsazia e dalla Franca Contea. Dopo la guerra alcuni Conf. si stabilirono nei territori spopolati, ad esempio
a Montbéliard e nella Germania meridionale.
Autrice/Autore: Anselm Zurfluh / mib
3 - Conclusioni
Il fatto che la Svizzera sia rimasta "un'oasi di pace e prosperità", come recita Hans Jacob Christoph von
Grimmelshausen nell'opera L'avventuroso Simplicissimus, è dovuto, da un lato, alla capacità dei Conf. di
barcamenarsi tra ambizioni interne e influenze politiche esterne, dall'altro a quel minimo di consenso interno
raggiunto malgrado tutte le divisioni confessionali, politiche e sociali. Dopo la pace di Vestfalia la Conf. poté
persino migliorare la propria situazione politica, quando Wettstein riuscì a ottenere il riconoscimento formale
dell'effettiva separazione dall'Impero. Grazie alle esperienze maturate durante la guerra, i temi della
Neutralità, della Difesa nazionale e della Tolleranza religiosa entrarono nella coscienza politica delle élite e del
popolo.
In ultima analisi, ciò che spinse le potenze belligeranti a concedere alla Conf. l'indipendenza giur. e a
risparmiarla da un'invasione non fu tuttavia la sua forza interna, ma i vantaggi che queste ultime potevano
trarne. Poiché la Svizzera era un bacino per il reclutamento di truppe mercenarie, gli Stati esteri cercarono di
impedirne l'accesso al nemico. La relativa impotenza sperimentata portò nella Conf. alla convinzione che
soprattutto la tolleranza religiosa rappresentava una necessità politica per la sua sopravvivenza. I contrasti
sociali e confessionali interni rimasti sotto controllo durante la guerra dei Trent'anni riesplosero in occasione
della guerra dei Contadini (1653) e della prima guerra di Villmergen (1656).
Riferimenti bibliografici
Bibliografia
– R. Bolzern, Spanien, Mailand und die katholische Eidgenossenschaft, 1982
– J. Burkhardt, Der Dreissigjährige Krieg, 1992
– A. Zurfluh, Sebastian Peregrin Zwyer von Evebach, 8 voll., 1993-2001
– A. Wendland, Passi alpini e salvezza delle anime, 1999 (ted. 1995)
– G. Schmidt, La guerra dei Trent'anni, 2008 (ted. 1995)
Autrice/Autore: Anselm Zurfluh / mib
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