I L T E AT RO D I P I R A N D E L L O : DAG L I E S O R D I A L S U C C E S S O Grazia Tornillo 3 ottobre 2016 GLI ESORDI v Sin dal 1886 s’impone la vocazione teatrale di Pirandello. L’epistolario di questo periodo ci rivela che l’autore scriveva copioni che sperava fossero rappresentati. v D’altronde, quando si trasferisce a Roma per gli studi universitari, lui stesso afferma, in una lettera del 27 novembre 1887, che l’unico suo divertimento è il teatro. v «Oh il teatro dramatico! Io lo conquisterò. Io non posso penetrarvi senza provare una viva emozione, senza provare una sensazione strana, un eccitamento del sangue per tutte le vene… v E’ la vecchia passione che mi vi trascina, e non vi entro mai solo, ma sempre accompagnato dai fantasmi della mia mente, persone che si agitano in un centro d’azione, non ancora formato, uomini e donne da drama o da comedia, viventi nel mio cervello, e che vorrebbero d’un subito saltare sul palcoscenico». • Dal 1886 al 1897 Pirandello scrive ben 15 testi, in gran parte distrutti dall’autore che non trova attori interessati a rappresentarli. Tra i pochissimi testi sopravvissuti ricordiamo La morsa e La ragione degli altri, che già cominciano a sferrare duri colpi al cosiddetto dramma borghese. • Teatro prima di Pirandello Dramma borghese Verosimiglianza Psicologia Teatro serio Teatro di Pirandello Critica convenzioni borghesi Casi inverosimili Personaggi assurdi Teatro grottesco • GROTTESCO: intima fusione di serio e ridicolo, tragico e comico. Il grottesco è la forma che l’arte umoristica assume sulla scena. • Ma pubblico e critici non erano abituati a queste novità e l’insuccesso dei testi di Pirandello ha come risultato finale la rimozione del teatro. • Qualche anno dopo a fargli superare questa insofferenza sarà l’amico drammaturgo catanese Nino Martoglio, impegnato nella costruzione di un repertorio siciliano. A lui Pirandello si impegna a consegnare due commedie in dialetto: U flautu e Giustizia.. • Ricordiamo che in questo periodo, e soprattutto dopo il 1903, Pirandello ha un disperato bisogno di denaro. v Intanto inizia anche la riflessione teorica sul teatro e le sue contraddizioni. Nel 1908 Pirandello pubblica il saggio Illustratori, attori e traduttori in cui, parlando del ruolo degli attori, afferma che la mediazione dell’attore tra autore e pubblico è una disgrazia inevitabile. Pirandello è infatti convinto che: 1. Il testo teatrale sia una realtà autosufficiente 2. Nel teatro l’elemento più importante sia il rapporto personaggiospettatore. 3. L’autore non crei il personaggio, ma semplicemente faccia in modo che si sviluppi naturalmente. 4. L’attore debba essere un semplice mediatore tra personaggio e pubblico.. Poiché tutto questo è irrealizzabile, il teatro vive una contraddizione insanabile. • Queste idee verranno chiarite in un’altra opera teorica del 1918, Teatro e letteratura. Qui Pirandello ribadisce le ragioni di una certa diffidenza nei confronti del teatro, affermando che la rappresentazione scenica è sempre una «traduzione» del testo letterario e quindi rischia di falsarlo. • Porta alle estreme conseguenze le tesi esposte nell’opera precedente affermando che: 1. I personag gi devono diventare caratteri vivi oggettivamente, dotati cioè di una loro vita propria, definiti da pochi caratteri essenziali e permanenti. (maschere) 2. I personaggi devono essere centrali e intorno ad essi deve svilupparsi l’intreccio 3. L’opera teatrale deve rivelare la propria artificiosità, diventando beffa e parodia di se stessa.. v Intanto continua la collaborazione con Martoglio, il quale nel 1910 fonda a Roma, al teatro Metastasio, un «teatro minimo a sezioni» che prevede: 1. Prezzi contenuti 2. Nessuna prenotazione 3. Possibilità di acquistare il biglietto anche per una sola sezione. Per questo teatro Pirandello consegna a Martoglio La morsa e Lumie di Sicilia. v A sua volta Martoglio spinge Pirandello nelle braccia di Angelo Musco, attore catanese che dirige una compagnia specializzata in repertorio siciliano. Per lui Pirandello stende, nel 1915, una versione in dialetto di Lumie di Sicilia e poi compone, direttamente in dialetto, Pensaci Giacuminu, A birritta cui ciancianeddi, Liolà, A giarra. v Ma il rapporto con Musco è difficile: ARRIVA IL SUCCESSO l’attore è troppo portato ai lazzi, alla farsa, alla battuta per essere compatibile con la drammaturgia di Pirandello. Nel 1917 avviene la rottura e Pirandello comincia di nuovo a scrivere in italiano. v Nella primavera del 1917 compone Così è se vi pare e Il piacere dell’onestà. v Pirandello è ambizioso: per il suo teatro sceglie Ruggero Ruggeri, il miglior attore di quegli anni. v Il piacere dell’onestà debutta a Torino nel 1917 ed è subito un successo: s’impone la struttura del teatro pirandelliano Coralità di figure meschine, ipocrite, pettegole Componente di quella stessa classe che si autoemargina e osserva con sguardo critico v Tutte le commedie di questo periodo sono confezionate su misura per Ruggero Ruggeri, anche Il giuoco delle parti , l’Enrico IV e Così è se vi pare, quest’ultima rifiutata dall’attore. v Nel 1921 Pirandello porta in scena, con insuccesso a Roma ma con grande Successo a Milano, v Esse rappresentano il trionfo del Sei personaggi in cerca d’autore TEATRO DEL GROTTESCO, dove v Con quest’opera lo scrittore raggiunge l’inverosimiglianza e l’incomunicabilità entrambi gli obiettivi esplicitati nella sono portate all’estremo. sua ricerca teorica sul teatro: 1. La piena autonomia dei personaggi dall’autore 2. L’incapacità dell’arte di conoscere e riprodurre la vita. v MASCHERE NUDE è il titolo che Pirandello stesso ha scelto per la raccolta dei propri testi teatrali (ben 43): un ossimoro, immagine di un teatro nel quale l’uomo che si è dato (o gli è stata imposta) una maschera, ne scopre l’inconsistenza, la nudità. v Sul palcoscenico dunque Pirandello riesce a mostrare la falsità delle convenzioni, dei ruoli e l’incomunicabilità che mina ogni sana relazione umana.