STRUUTURA CROSTA CONTINENTALE ed OCEANICA

annuncio pubblicitario
STRUTTURA DELLA CROSTA
OCEANICA E CONTINENTALE
•


•

•

•


•

Prerequisiti:
conoscenza di minerali e rocce;
conoscenza della struttura della Terra.
Obiettivi cognitivi:
Conoscenza della struttura e della dinamica di crosta oceanica e
continentale.
Obiettivi metacognitivi:
relazione struttura-funzione.
Contenuti:
crosta oceanica e continentale: struttura e dinamica.
cenni di tettonica delle placche.
Tempi:
3 ore lezione con ausilio di sussidi audiovisivi, 1 ora di verifica.
Crosta continentale: 35 Km
Crosta oceanica: 6 Km
Mantello: 2900 Km
Nucleo esterno: 2100 Km
Nucleo interno: 1370 Km
• Crosta. E’ la parte più esterna
del pianeta, paragonabile ad un
involucro rigido e sottile. E’
separata dal mantello da una
superficie di discontinuità,
detta Moho.
• Mantello. E’ più denso della
crosta. Se ne distinguono 2
strati: mantello superiore e
mantello inferiore.
• Nucleo. E’ la parte più interna
della Terra e può essere
paragonato ad un cuore rovente
ricco di Ferro e Nichel.
• La litosfera è formata
dalla crosta terrestre
più la parte superiore
del mantello.
• L’astenosfera è formato dalla zona di
mantello parzialmente
fuso.
•
•
•
•
•
•
•
•
Ci sono 2 tipi di crosta: oceanica e
continentale.
La crosta continentale è più spessa di
quella oceanica.
Le rocce della crosta continentale sono di
ogni età (fino a 4 miliardi di anni fa).
Le rocce della crosta oceanica non sono
più antiche di 190 milioni di anni.
La struttura delle rocce oceaniche è molto
regolare: un modesto spessore di
sedimento (detto strato 1), un grosso
strato di rocce effusive basaltiche
(strato 2) ed un terzo strato di gabbro
(rocce basaltiche intrusive).
La crosta continentale presenta strutture
assai
diverse:
rocce
sedimentarie,
magmatiche e metamorfiche.
Le strutture della crosta continentale ed
oceanica non sono stabili.
L’orogenesi, che si verifica nella crosta
continentale, ha portato alla formazione
delle catene montuose, fino a delle
strutture stabili come gli scudi e i tavolati
a volte riuniti a formare i cratoni.
• La crosta continentale, per gravità,
affonda più o meno nel mantello.
• Densità della crosta = 2,7-3,0 g/cm3
• Densità del mantello = 3,3-5,6 g/cm3
• Avendo densità minore, la crosta galleggia
sul mantello.
• La crosta tende a raggiungere una
posizione di equilibrio con il galleggiamento
(isostasia o aggiustamento isostatico). La
spinta di galleggiamento è dovuta alla
spinta di Archimede.
• Una catena montuosa può restare sollevata
perché è sostenuta da “radici”, fatte di
materiale crostale leggero. A mano a mano
che l’erosione alleggerisce la catena e si
riduce la spinta dal basso, la discontinuità
di Moho si risolleva fino a raggiungere il
valore medio che ora ritroviamo sotto gli
scudi ed i tavolati.
Struttura delle dorsali oceaniche
•
•
•
•
Sul fondo degli oceani c’è un
sistema di dorsali montuose
sommerse. Sono fasce di
crosta oceanica che possono
sporgere dal mare (Islanda,
Isole Azzorre).
La cresta delle dorsali è
solcata longitudinalmente da
rift valley. Tale depressione è
limitata sui due lati da
scalinate di ripide pareti, che
corrispondono ad un sistema
di faglie.
Il flusso di calore lungo l’asse
delle dorsali è molto elevato e
lungo le spaccature che
delimitano le rift valley, dal
mantello
risale
magma
basaltico che solidifica in
superficie.
In queste zone si verificano
numerosi terremoti.
Dorsali oceaniche:
•
zone di formazione di crosta
oceanica
•
Sotto la crosta oceanica, in
prossimità delle dorsali, c’è un
flusso ascendente di materiale
fuso. Poiché questo è meno
denso dei materiali circostanti,
tende a “galleggiare” rispetto ad
essi e ciò spiega la posizione
leggermente soprelevata delle
dorsali oceaniche (aggiustamento
isostatico).
Il materiale magmatico che
arriva in superficie si espande
dividendosi in rami che si
allontanano in direzioni opposte
rispetto alla dorsale. I fianchi
della
dorsale
pertanto
si
allontanano a partire dalla rift
valley. Poi si aprono nuove faglie
dalle quali fuoriesce materiale
che ripete il fenomeno suddetto.
I fondali oceanici si accrescono;
questo movimento non riguarda
solo la crosta , ma tutta la
litosfera
Zone di subduzione:
zone di distruzione di
crosta oceanica
• La litosfera, trascinata dai
movimenti del mantello, si
allontana dalla dorsale, si
raffredda,
diviene
più
pesante e si abbassa di
quota formando il pavimento
delle piane abissali.
• Ad una certa distanza dalle
dorsali, il materiale del
mantello, ormai divenuto
freddo e pesante, tende a
ridiscendere. La sovrastante
litosfera
segue
tale
movimento, si flette verso il
basso,
si
immerge
nel
mantello
(subduzione)
e
viene da questo assimilata.
• La
subduzione
produce
grandi quantità di magma che
risale alimentando gli archi
magmatici.
Fosse abissali
• Le fosse abissali sono depressioni lunghe migliaia di Km e
strette.
• Sono sede di intensa attività sismica e vulcanica di tipo
esplosivo.
• Sono zone di subduzione.
Tettonica delle placche
•
•
•
•
La litosfera è suddivisa in
placche. Esse possono essere
costituite da sola litosfera
oceanica,
da
oceanica
e
continentale
o
solo
da
continentale.
Ogni placca è delimitata da
margini che possono essere
costruttivi (dorsali oceaniche),
distruttivi (fosse oceaniche) o
conservativi (faglie trasformi).
Le placche sono in stretto
contatto
reciproco
senza
lasciare spazi vuoti.
Le placche si muovono le une
rispetto
alle
altre
in
corrispondenza dei margini, che
sono tipicamente sede di intensa
attività sismica e vulcanica.
Fasce di orogenesi e vulcanismo:
zone di formazione della crosta continentale
•
•
I blocchi continentali vengono
traslati e/o ruotati lungo la
superficie
terrestre
dal
movimento delle placche.
Se una placca continentale
finisce a ridosso di una fossa
oceanica, la crosta continentale
si arresta, mentre la crosta
oceanica
va
incontro
a
subduzione. Ciò è dovuto al fatto
che la litosfera continentale è
meno densa di quella oceanica e
tende a galleggiare su di essa.
•
•
Il margine continentale, per
frizione con la crosta oceanica
che subduce, si deforma e si
solleva in catene montuose
(orogenesi). Di queste entrano a
far parte anche i sedimenti
superficiali
della
crosta
oceanica, che si saldano al
margine
continentale,
accrescendolo.
I magmi, che si formano per
fusione
della
litosfera
in
subduzione,
risalgono
e
raggiungono il margine della
placca
continentale
dando
origine a vulcanismo esplosivo.
Orogenesi per collisione continentale ed
accrescimento crostale
•
Se
la
placca
in
subduzione
comprende un continente, l’oceano si
chiude ed il continente arriva alla
fossa. I due margini entrano in
collisione dando origine a catene
montuose (orogenesi per collisione
continentale).
Es. catena dell’Himalaya
•
Se una placca oceanica in subduzione
comprende anche frammenti di
crosta, questi, giunti nella zona di
subduzione, si accavallano contro il
margine del continente e vengono
strappati dalla placca oceanica in
corso di sprofondamento (orogenesi
per accrescimento crostale).
Es. cordigliera nordamericana
Scarica