FUNZIONI SUPERIORI DELLA NEOCORTECCIA Apprendimento Memoria Linguaggio "La conoscenza nutre la mente attraverso il cervello, l'esperienza nutre la mente attraverso il corpo." FUNZIONI DELLA NEOCORTECCIA Linguaggio Memoria Apprendimento Queste sono le grandi funzioni intellettive sviluppate in particolar modo nell'uomo, nel quale la neocorteccia ha raggiunto il massimo sviluppo. Ci sono tre specie viventi con un cervello più sviluppato di quello dell'uomo: il delfino, la balena, l'elefante, ma nell'uomo è superiore il rapporto fra peso del cervello/peso del corpo. La caratteristica più evidente è l'enorme sviluppo di tre aree associative: frontale, situata davanti all'area premotoria parietale-temporo-occipitale, compresa tra l'area somatosensitva e visiva temporale, che si estende dalla parte più bassa del lobo temporale al sistema limbico Il mantello della corteccia delle aree associative è formato da sei strati ed è chiamata isocorteccia. Lo studio delle aree associative è stato finora difficile perchè parte delle conoscenze derivano solo dall'osservazione clinica. Salvo alcune eccezioni come per il linguaggio, non è stato possibile stabilire con sicurezza la localizzazione dei processi cognitivi e ideativi delle aree corticali associative, si ritiene che questi siano dovuti ad un' interazione tra diverse regioni dell'isocorteccia. L'intera estensione della corteccia sensitiva dei lobi parietali, temporali, occipitali unitamente alla corteccia associativa del lobo frontale, è responsabile di molte qualità e potenzialità che rendono unico il cervello umano. Engrammi e tracce mnemoniche si accumulano nel corso degli anni, sembra sotto forma di macromolecole depositate. Questa forma di memorizzazione costituisce la base dell'apprendimento a livello intellettivo. Sembra che la porzione anteriore della corteccia temporale sia dotata di un elevata attività cerebrale, per questo è denominata corteccia psichica. Corteccia motoria Area somatosensitiva Area di associazione sensorilae Area associativa frontale Cortecccia visiva primaria Area associativa temporale Cortecccia uditiva primaria FIG 42 - Superficie laterale dell'emisfero sx che evidenzia le aree primarie motorie e sensoriali, e le aree associative. SPECIALIZZAZIONE EMISFERICA Negli animali anche più evoluti, esiste un equivalenza emisferica funzionale ed anatomica dei due emisferi cerebrali. Nell'uomo esiste una grande differenza per quanto riguarda le più importanti funzioni integrative superiori. Il linguaggio è una funzione localizzata nella neocorteccia, e per linguaggio si intende la capacità di comprendere la parola scritta e parlata e di esprimere idee verbalmente o scritte. Con la parola l'uomo esprime ciò che vede e sente, attribuisce un nome alle cose, stabilisce le relazioni astratte, sviluppa il pensiero. L'emisfero implicato in questa funzione è il sinistro, definito "emisfero dominante", tuttavia l'emisfero destro, non è meno sviluppato del sinistro, ed è specializzato nel campo dei rapporti spazio- temporale, nell'identificazione degli oggetti in base alle loro forme, nel riconoscimento dei motivi musicali e svolge un ruolo fondamentale nell'identificazione dei volti. Pertanto l'imprecisa definizione di emisfero dominante è stata sostituita dal concetto di "specializzazione emisferica": l'emisfero sinistro per quanto riguarda i processi analitici, mentre l'emisfero destro per i rapporti visivo-spaziali. La specializzazione emisferica, correlata con l'uso prevalente della mano, destra nei destrimani o sinistra nei mancini, è geneticamente programmata. MANO DESTRA MANO SINISTRA EMISFERO SINISTRO EMISFERO DESTRO Centro del linguaggio Centro della scrittura Corteccia uditiva (orecchio destro) Centro interpretativo del linguaggio e calcolo Corteccia visiva (campo visivo destro) C O R P O C A L L O S O Riconoscimento in base al tatto Corteccia uditiva (orecchio sinostro) Percezione spaziale Corteccia visiva (campo visivo sinistro) Fig. 42 bis - Differenze funzionali tra gli emisferi cerebrali. CENTRI DEL LINGUAGGIO Le aree principali del linguaggio sono disposte lungo la scissura di Silvio dell'emisfero sinistro. L' area di Broca è connessa con gli aspetti motori del linguaggio. L'area di Wernicke, situata all'estremità posteriore del giro temporale, è invece in rapporto con gli aspetti sensitivi del linguaggio. Il fascicolo arcuato, formato da un fascio di fibre nervose, connette le due aree. Centro Broca situato nel lobo frontale, davanti all'estremità inferiore della corteccia motoria, coincidenti con le aree 44 e 45 di Brodman. Elabora le informazioni ricevute dall'area di Wernicke in uno schema dettagliato e coordinato per il linguaggio, lo schema viene proietato tramite l'insula, alla corteccia motoria che attiva i movimenti di labbra, lingua, faringe per produrre la parola. Centro di Wernicke situato nell'estremità posteriore del giro temporale superiore, vicino all'area dell'udito. In questo centro si ritiene avvenga la formulazione e l'interpretazione del linguaggio scritto e parlato. Il giro angolare situato entro il centro di Wernicke, sembra elabori le informazioni ottenute dalle parole lette, in modo da essere convertite nella forma uditiva delle parole nell'area Wernicke. Le informazioni ricevute vengono poi proiettate dal fascicolo arcuato all'area Broca. Broca, medico e paleontologo francese, osservò più di 100 anni fa che danni all'area frontale del linguaggio, causavano la perdita della parola. La persona colpita aveva difficoltà nel pronunciare frasi spontanee anche se sollecitata da domande, il linguaggio si riduceva a frasi brevi e telegrafiche , ma rimaneva la capacità di comprendere il significato delle parole. Questa alterazione della parola è stata denominata afasia motoria. L'area temporale del linguaggio è detta anche area Wernicke. Wernicke era contemporaneo di Broca, notò che quando veniva danneggiata quest'area si osserva una grande alterazione del linguaggio scritto e parlato, denominata afasia sensoriale. Fascicolo arcuato Giro angolare Area di broca Area di Wernicke FIG 43 - Localizzazione delle aree implicate nelle funzioni del linguaggio nell'emisfero sinistro. FUNZIONI DEL LINGUAGGIO PROCESSI ASSOCIATIVI DEL LINGUAGGIO La presenza dei processi associativi che presiede al linguaggio, è riconducibile al seguente schema che si ritiene possa essere valido per tutti i movimenti volontari: IDEAZIONE(dell'azione motoria) → PROGRAMMAZIONE(della sequenza dei movimenti) → ESECUZIONE AREA WERNICKE Ideazione verbale fascicolo arcuato AREA BROCA Programma motorio invia comandi AREA SOMATOMOTORIA I segnali per la fonazione ESECUZIONE DEI MOVIMENTI Organi della fonazione Si ritiene che l'area Broca costituisca il centro di coordinazione del linguaggio, mentre l'ideazione avvenga nell'area Wernicke, che viene tradotto in un programma esecutivo corrispondente alle diverse parole. Le informazioni dall'area Wernicke vengono trasmesse all'area Broca, attraverso il fascicolo arcuato. Quest'ultimo centro dopo aver ricevuto l'idea e aver pianificato e coordianato il progetto motorio invia i comandi all'area somatomotoria I dalla quale partono gli stimoli per i movimenti degli organi della fonazione: bocca, lingua e faringe. RICONOSCIMENTO DEL VOLTO Il riconoscimento del volto è particolarmente importante per riconoscere gli amici e anche i nemici, il loro stato emotivo, e per individuare se l'espressione delle persone viste può essere allegra, spensierata, disinvolta o preoccupata. Le informazioni visive raggiungono la parte inferiore del lobo temporale dove sono immagazzinate le rappresentazioni degli oggetti e in particolar modo quella dei volti. Nei destrimani, il riconoscimento e la memorizzazione del volto avviene principalmente nel lobo temporale inferiore di destra pur essendo implicato anche il lobo sinistro. Quest'area nei bambini e negli adolescenti non è ancora del tutto sviluppata. I bambini di due anni preferiscono il volto della madre non avendo ancora sviluppato quest'area specifica, e utilizzano altre aree come l'amigdala associando il viso materno, o viso femminile al cibo. Il coinvolgimento delle vie emozionali del sistema limbico per il riconoscimento delle persone si suppone legato evolutivamente nell'antichità alla necessità per la sopravvivenza, quando identificare un volto come amico/non amico avrebbe potuto rappresentare una salvezza o un pericolo. L'incapacità di riconoscere i volti causata da lesioni di questa area è definita " Prosopognosia" Conserva l'informazione biografia Estrae caratteristiche facciali Connette aspetti facciali con l'informazione biografia FIG. 44 - Aree implicate nel riconoscimento dei volti dell'emisfero cerebrale dx, in un destrimano. PIANO TEMPORALE Le aree uditive dei due lati, pur essendo simili, denotano una evidente specializzazione emisferica. L'elaborazione dei segnali acustici che avviene nell'area 22 di Brodman, relativa al linguaggio parlato, è più grande a sinistra che a destra. Si è inoltre notato che i cervelli degli scimpanzè hanno il lato sinistro più sviluppato anche se il linguaggio è una caratteristica tipicamente umana. Il lato sinistro si è specializzato nel linguaggio e l'elaborazione dei segnali acustici, mentre il lato destro ha sviluppato prevalentemente altre abilità connesse con la melodia l'intensità del suono e il riconoscimento dei volti. Le vie uditive e sensitive, unitamente alle somoestesiche, sono dotate di una notevole plasticità e sono modificate dall'esperienza. I musicisti sono tipici esempi della plasticità corticale, perchè in essi si verifica un aumento delle dimensioni delle aree uditive attivate dai toni musicali. Polo frontale Piano temporale destro Piano temporale destro Polo occipitale FIG. 45 - Piano temporale di dx e sx in un cervello sezionato orizzontalmente. L'ORCHESTRA CEREBRALE Goldberg, neuroscienziato americano d'origine russa, allievo di Luria, per spiegare l'attività dei due emisferi cerebrali usa una simpatica e originale metafora: " L'orchestra cerebrale è divisa in due gruppi di suonatori. Quelli che stanno a destra sano più rapidi nel gestire i fondamenti dei nuovi repertori, ma, alla lunga, quelli di sinistra, con la pratica, diventeranno più precisi.(...)Resta il fatto che il cervello umano è ben più della collezione di specifici dispositivi sensoriali. L'orchestra consiste di numerosi suonatori, il cui contributo all'insieme sfida le definizioni semplici e il cui ordine dei posti è, al tempo stesso, complesso e veramente fluido". Se si considera la bella e chiara metafora del neuroscienziato, l'integrazione tra i due gruppi di orchestrali avviene per attivazione delle funzioni cerebrali superiori. Il corpo calloso, che è formato da innumerevoli fibre nervose, collega i due emisferi, favorisce il continuo scambio d'informazioni fra le due parti e consente un miglior funzionamento cerebrale, integrando le funzioni del cervello. "Ho scelto il bellissimo quadro del pittore di Santarcangelo di Romagna, Giulio Turci, perchè la disposizione dei musicisti e la pennellata armonica dei colori interpretano perfettamente il concetto che ho delle funzioni del cervello". Fig. 46 - L'ultimo concerto di Giulio Turci -1972 DISLESSIA Fin dai primi mesi di vita, tutti i bambini del mondo, iniziano a vocalizzare e pronunciano confusamente " vv...v..v...!", successivamente "la, la, la!", "ba, ba, ba, !" o "da, da, da, !", sono semplici combinazioni di vocali e consonanti che avvengono nel periodo definito " lallazione". In molte lingue, le prime parole pronunciate come "ba, ba, ba!" e "da, da, da, !", significano "mamma o dada". Ricerche condotte da Paula Tallal, della Rutgers University, hanno evidenziato che i bambini con difficoltà linguistiche rielaborano parole e consonanti con difficoltà. Il bambino, non riuscendo ad udire correttamente le parole veloci del discorso pronunciato rapidamente, non può riprodurle in modo appropriato. Merzenich, scienziato di San Francisco e figura di spicco della ricerca sulla plasticità, ritiene che i neuroni della corteccia uditiva si attivino lentamente nei bambini con difficoltà linguistica, e ciò gli impedisce di distinguere due suoni simili e di stabilire l'ordine fra due suoni vicini; spesso non riescono ad udire l'inizio delle sillabe e a sentire la differenza che esiste fra loro. In condizioni normali, i neuroni della corteccia uditiva, che rielaborano il suono, si riattivano dopo circa 30 millesimi di secondo. Nell' 80% dei casi dei bambini con difficoltà linguistiche, l'intervallo di tempo è triplicato al punto di far loro perdere una grande quantità di informazioni linguistiche. Un udito non perfettamente funzionante compromette l'abilità linguistica, che rimane povera lessicalmente, scarna nell'esposizione della lettura e nella produzione della scrittura. Il bambino pronuncerà frasi brevi perchè ha difficoltà nel decifrare le parole e consumerà molta energia, si affaticherà, tenderà a formulare frasi brevi non riuscendo ad esercitare la memoria per pronunciare frasi più lunghe. Tallal ritiene che i bambini con queste difficoltà abbiano un'elaborazione linguistica ritardata e necessitano di ulteriori ripetizioni per distinguere " ba, ba, ba", "da, da, da". Con le ripetizioni i bambini impareranno a distinguere facilmente le combinazione inizialmente confuse di vocali e consonanti da " ba " a "da" pronunciate all'inizio lentamente poi rapidamete alla stessa velocità del linguaggio normale. Con i suggerimenti di Tallal, di Merzenich, le conoscenze scientifiche e l'insegnamento del Metodo Feldenkrais, ho potuto aiutare molti bambini dislessici e alla fine del mio lavoro i bambini non erano più terrorizzati dalla lettura, dalle parole scritte e dai suoni musicali, tanto da poter suonare con disinvoltura la tromba. Fig. 47 - Francesco suona la tromba ELABORAZIONE TEMPORALE L'elaborazione temporale è un'attività cerebrale fra le più importanti, ci permette di stabilire la durata degli eventi, di muoverci e di fare previsioni in modo corretto. Il cervello è in grado di migliorare molte capacità e di misurare il tempo, con l'esperienza e l'apprendimento. I ricercatori hanno eseguito la micromappatura della corteccia uditiva ed hanno scoperto che le frequenze sonore sono disposte "tonotopicamente", cioè i neuroni hanno una disposizione ordinata in base alla loro frequenza caratteristica di risposta, con la stessa disposizione dei tasti del pianoforte. Le note basse sono rappresentate anterolateralmente, le note alte posterolateralmente, è la tonalità non la frequenza che viene codificata nella corteccia uditiva. La rappresentazione "tonotopica" dei suoni che si origina a livello della coclea viene mantenuta lungo le vie uditive centrali fino a proiettarsi sulla corteccia uditiva. Al momento della nascita le mappe uditive sono indifferenziate, durante il periodo critico la plasticità è notevole, tanto che la struttura cerebrale può essere modificata con la semplice esposizione a stimoli nuovi. I bambini durante il periodo critico raccolgono parole e suoni senza fatica ascoltando semplicemente le parole pronunciate dai genitori; l'esposizione agli stimoli fa sì che le mappe cerebrali << cablino i cambiamenti >> Corteccia uditiva Suoni ad alta frequenza Suoni a bassa frequenza Coclea Talamo Suoni a bassa frequenza Collicolo inferiore Branca vestibolare Suoni ad alta frequenza Branca cocleare Nervo vestibolo-cocleare Nucleo olivare Nuclei cocleari Fig .48 - Vie per le sensazioni uditive OSSERVAZIONI SUL COMPORTAMENTO DEGLI UCCELLI Gli uccelli hanno affascinato studiosi, ricercatori e scienziati per le loro attitudini comportamentali, per l'attraente piumaggio fatto di variopinti colori, per le melodie del loro canto e per le tenere emozioni che suscitano le accurate cure parentali. Il ricercatore Flourens (1794-1876), studiando il cervello degli uccelli, poté notare che le lesioni provocate sperimentalmente in particolari aree del cervello non determinavano un deficit comportamentale permanente perché in breve tempo gli uccelli recuperavano le funzioni perdute e che avevano inizialmente. Sulla base di questi esperimenti, si oppose vivacemente alla teoria "localizzazionista" che per 200 anni ha incontestabilmente dominato il mondo scientifico, ritenendo le attività mentali un prodotto dell'intero sistema cerebrale. Nel 1825, Flourens (1794-1876) si oppose alla teoria Localizzazionista ritenendo le attività mentali un prodotto dell'intero sistema cerebrale. Sono stati anche molto interessanti le osservazioni e gli studi evoluzionisti di Darwin e quelli degli etologisti Lorenz e del professor Mainardi. Anch'io per alcuni anni prima di dedicarmi interamente alla conoscenza del Metodo Feldenkrais ho studiato il comportamento di due anatre e due oche che mi erano state regalate. E' stata un'esperienza molto interessante che descriverò in un' altra occasione. FIG. 49 - Fotografie anatre e oche L'EMISFERO SINISTRO GOVERNA IL CANTO DEGLI UCCELLI Sembra che gli attuali scienziati siano riusciti ad individuare negli uccelli aree specifiche dell'emisfero sinistro con un organizzazione simile a quella che nell'uomo è preposta all'uso della parola e al controllo del linguaggio. Le attuali ricerche hanno evidenziato che alcuni nuclei nervosi e centri del linguaggio degli uccelli sono analoghi a quelli umani. Gli uccelli come i bambini continuano a vocalizzare durante la loro crescita, imitano i genitori e gli adulti dai quali sono allevati. Le ricerche continuano ad essere eseguite intensamente per poter individuare e comprendere in modo dettagliato i processi di elaborazione del linguaggio. Le aree coinvolte nel canto degli uccelli sono le seguenti: HVC responsabile della produzione del linguaggio, analoga "all' area Broca" NCM governa l'elaborazione e l'organizzazione del linguaggio considerata analoga " all'area Wernicke" del cervello umano. Sembra che l'attivazione di quest' area sia legata ai meccanismi mnemonici degli uccelli gli stessi meccanismi neuronali che vengono impegnati durante l'apprendimento del linguaggio umano. LMAN o neostriato anteriore. Ha analogia con i gangli della base dei mammiferi. AREA X porzione dei gangli basali DLM talamo mediale RA nucleo robusto dell'archistriato, considerato un nucleo primordiale del canto. nXIIts nucleo dell'ipoglosso XII nervo cranico. Si pensa che il canto cominci nel talamo per diffondersi lungo la via nervosa di produzione del canto che conduce al centro vocale alto " HVC" e al nucleo robusto "RA" e al nervo ipoglosso "nXIIts". L' apprendimento vocale della porzione laterale è formato dal nucleo "LMAN" che ha analogie con i gangli della base dei mammiferi, "dall'Area X" gangli basali e dal talamo mediale "DLM". Entrambe le vie sono diverse nei due sessi, il maschio produce il canto, se si somministra l'ormone testosterone a femmine che non cantano, esso può indurre la crescita delle " Hyperstriatum Ventralis pars Caudalis" (HVC). Alcuni ricercatori ritengono che l'area HVC sia responsabile di produzione di sillabe, mentre il nucleo robusto RA, considerato nucleo primario del canto, responsabile di sillabe in sequenze e delle note all'interno di una sillaba. Fig. 50 - Vie del canto IL CANTO MODIFICA IL CERVELLO DELL'UOMO Un ' interessante ricerca sugli uccelli, pubblicata da "Nature", eseguita da alcuni ricercatori della Duke University di Durham ( Stati Uniti), evidenzia che gli uccelli modificano la struttura del cervello quando imparano a cantare. Con la tecnica di " imaging", gli studiosi hanno potuto notare che quando i giovani fringuelli imparano il canto dai loro genitori, o da altri uccelli adulti, dai quali venivano allevati, nelle strutture cerebrali adibite alle abilità canore avvenivano dei cambiamenti strutturali nelle "spine dendritiche" che diventavano più stabili e durature. Le "spine dendritiche" sono diramazioni dei dendriti più sottili delle cellule nervose, dotate di minute espansioni denominate " spine o gemmule" che prendono parte alle connessioni sinaptiche. Inoltre i ricercatori hanno potuto notare una correlazione tra apprendimento al canto ed un aumento dell'attività sinaptica nei giovani fringuelli. Da studi fatti precedentemente era stato osservato una correlazione tra cambiamento strutturale del cervello ed esperienze sensoriali, ma non era stato compreso, che i cambiamenti avvenivano durante l'apprendimento. Gli autori di questa ricerca ritengono che i risultati conseguiti potrebbero estendersi anche all'uomo aprendo nuovi orizzonti al campo medico, in particolar modo a sostegno delle persone colpite da ictus e che hanno perso l'uso della parola. Se le aree del cervello coinvolte nel linguaggio sono state danneggiate i pazienti possono utilizzare aree deputate al canto per recuperare la parola. Le aree deputate al linguaggio sono infatti altre rispetto a quelle coinvolte nel canto e se le prime sono state danneggiate è possibile utilizzare queste ultime per recuperare la parola << cantando >> Tutto ciò emerge da uno studio scientifico fatto ultimamente a San Diego. Fig. 51 - foto due insegnanti che cantano Fig. 52 - Disegno spine dendritiche ORIGINE DEL LINGUAGGIO SECONDO DARWIN Darwin ritiene che il linguaggio sia un carattere di distinzione tra l'uomo e gli animali inferiori, anche se l'uomo non è il solo individuo che faccia uso del linguaggio per farsi capire, esprimere il proprio pensiero e comprendere il pensiero espresso da altri. Esistono animali che emettono suoni, grida, urla, fanno gesti e movimenti facciali per esprimere emozioni e pensieri. Alcune scimmie del Paraguay "cebus azaree", quando sono eccitate emettono suoni distinti che suscitano emozioni in altre scimmie. I loro gesti e le loro manifestazioni espressive sono comprese dall'uomo ed anche loro comprendono il linguaggio umano. Il cane quando è stato addomesticato, ha imparato ad abbaiare in diversi modi diversi; sicuramente anche i suoi antenati avranno espresso i loro sentimenti con grida. Il cane addomesticato ha diversi modi di abbaiare in relazione ai diversi comportamenti: grida ringhia uggiola abbaia di gioia fa il latrato di avidità quando è rinchiuso o ulula negli stati di collera durante la notte quando passeggia con il suo padrone nella caccia L'uso del linguaggio articolato è caratteristico dell'uomo, ma come gli animali inferiori usa grida inarticolate per esprimere ciò che sente, aiutandosi con gesti, espressioni facciali e l'utilizzo di muscoli mimici per manifestare sentimenti semplici. Le grida, gli atteggiamenti timorosi, le espressioni di dolore unitamente a gesti appropriati, a volte sono più espressivi della parola. Ciò che distingue l'uomo dagli animali inferiori non è la capacità di comprendere suoni articolati, perchè è risaputo che anche i cani comprendono intere frasi e che i pappagalli hanno la capacità di articolare i suoni, ma nessun essere vivente ha le facoltà mentali enormemente sviluppate come quelle dell'uomo che lo rendono capace di associare suoni, a svariate e diverse innumerevoli idee. I suoni emessi dagli uccelli permettono di individuare una stretta analogia con il linguaggio umano perchè tutti gli appartenenti alla stessa specie emettono gli stessi gridi istintivi per esprimere le loro emozioni. Il canto vero e proprio e anche le note di richiamo, sono insegnate agli uccelli dai genitori. I primi tentativi canori si possono paragonare ai primi balbettii di un bambino piccolo. I giovani maschi continuano ad esercitarsi per una decina di mesi, per insegnare il canto appreso alla loro prole. Il professor Müller ritiene che il linguaggio trae origine dall'imitazione e dalle manifestazioni di vari suoni naturali, dalla voce degli animali, dalle grida istintive dell'uomo, animate da gestualità e segni. Ѐ' probabile che l'uomo primitivo usasse la voce per cantare, un attitudine esercitata durante il corteggiamento amoroso, come fanno attualmente i gibboni per esprimere amore, gelosia, trionfo e per sfidare i rivali. Ѐ probabile che l'imitazione, la cadenza musicale, i suoni articolati, abbiano dato origine a parole complesse e svariate emozioni. Nel corso evolutivo gli organi vocali si saranno rinforzati e perfezionati rendendo la voce più fluida e potente in virtù del principio dell'ereditarietà, dell'uso e della selezione naturale degli organi della voce, che rinforzandosi hanno permesso alla voce di aumentare di tono e di diventare fluente. E' stato indubbiamente importante la relazione tra l'uso del linguaggio e lo sviluppo del cervello. L' uso del linguaggio → ← Sviluppo del cervello I poteri mentali tra i progenitori dell'uomo dovevano essere più sviluppati di quelli delle scimmie ancora prima che si usasse la forma più sviluppata del linguaggio. L'uso continuo e il progresso di questo potere umano deve aver agito sulla mente favorendo la concatenazione del pensiero poichè una complessa serie di pensieri non può formarsi senza essere aiutata dalla parola pronunciata o pensata. Il professor Müller ritiene che l'uso del linguaggio implica la capacità di formulare concetti generali e nessun essere vivente all'infuori dell' uomo ha questo potere, ciò determina una barriera insormontabile tra animale e uomo. Fig. 53 - Foto scimmie urlatrici SVILUPPO DEGLI ORGANI VOCALI Si può supporre che gli organi deputati alla parola si siano perfezionati nel tempo dal momento che i mammiferi superiori possiedono organi vocali con una struttura simile alla nostra. Probabilmente si sono sviluppati con il miglioramento delle abilità di comunicazione, progressivamente aiutati in questa funzione da lingua e labbra. Le scimmie superiori non usano gli organi vocali per parlare, ciò potrebbe dipendere dalla loro intelligenza non sufficientemente sviluppata per l'uso della parola, ma se sapessero parlare non potrebbero emettere suoni articolati generati dalle corde vocali, questa incapacità è determinata dalla posizione della laringe che è situata in una parte molto alta del collo. Durante il percorso evolutivo nell' Homo Erectus, la ricostruzione della nascita del linguaggio si impernea sui cambiamenti anatomici avvenuti negli organi della testa, e possiamo fare un parallelo fra scimmia e storia evolutiva. Durante l'evoluzione, nell'Homo Erectus, la base del cranio ha iniziato ad arcuarsi, questa lenta trasformazione somatica ha modificato il cranio, che arrotondandosi ha determinato l'abbassamento della laringe e la formazione di un tratto sopralaringeo adatto per la modulazione dei suoni: si è così avviata una lunga evoluzione durata due milioni di anni per giungere alle attuali abilità linguistiche umane. Analizzando i fatti che storicamente sono accaduti si può dedurre che la parola " dell'Homo Sapiens", considerata un' abilità intellettiva superiore ha profonde basi biologiche e genetiche. FIG. 54 - Cambiamneti anatomici avvenuti negli organi della testa da tesina Jeffrey Eugenides linguaggio PLASTICITÀ INFANTILE I medici e neuroscienziati Hubel e Wiesel vinsero il premio Nobel per aver scoperto con i loro esperimenti che nei cuccioli di gatto il cervello è plastico. Durante le loro osservazioni individuarono anche il "periodo critico" degli animali andava dalla terza all'ottava settimana durante questo periodo i gatti modificavano il loro cervello, rimodellandosi. I due scienziati avevano inoltre scoperto che anche nei bambini il cervello è plastico nel periodo critico, che inizia nell'infanzia e si conclude tra gli otto anni e la pubertà. Durante questo periodo il bambino può imparare la seconda lingua e ogni volta che impara un nuovo vocabolo esso va ad occupare lo stesso spazio cerebrale occupato dalla lingua madre. Dopo il periodo critico l'apprendimento linguistico si conclude, crescendo la persona utilizza la lingua madre, che occupa l'intera mappa linguistica e impedisce con la sua tirannia di imparare una nuova lingua. La scoperta dei neuroscienziati Hubel e Wiesel, soprattutto quella che riguarda il periodo critico, è stato uno fra i risultati più eclatanti in campo biologico, ma consolidò "la teoria localizzazionista" secondo cui i lobi frontali erano la sede del sistema motorio, i lobi temporali, parietali e occipitali includevano il sistema sensitivo e il sistema sensitivo elaborava gli stimoli inviati al cervello dagli organi di senso occhi orecchio e recettori tattili. Le regioni che erano state individuate erano deputate a quelle specifiche funzioni mentali e una volta "cablate" dopo il periodo critico, rimanevano per sempre immutabili. Con questa ferma convinzione i neuroscienziati erano increduli dinanzi alle ipotetiche teorie di "plasticità cerebrale" enunciate da Merzenich. Fig. 55 - Wiesel e Hubel festeggiano il premio Nobel MERZENICH UNA RIVOLUZIONE NEUROPLATICA Merzenich è considerato uno fra i maggiori neuroscienziati americani, il suo successo è legato alla teoria neuroplastica, il suo pensiero è innovativo e moderno nel sostenere il rimodellamento cerebrale. Secondo Merzenich "la plasticità cerebrale" accompagna il cammino dell'uomo nel corso di tutta la sua vita, e migliora l'apprendimento, le funzioni cognitive e percettive, il pensiero, la memoria, i ricordi, anche delle persone anziane. Se l'apprendimento avviene coerentemente alle leggi neuroplastiche i processi mentali miglioreranno e le abilità acquisite diventeranno meno dispersive, più precise e veloci. La neocorteccia è in grado di perfezionare e di elaborare selettivamente le sue capacità adattandola di volta in volta ai compiti da svolgere e "impara come imparare". Merzenich ritiene che il cervello non sia un contenitore vuoto, ma una creatura vivente che palpita, in grado di crescere, svilupparsi, modificarsi se viene costantemente alimentata dall'attenzione e da movimenti consapevoli appropriati. Merzenich iniziatò la sua ricerca scientifica nel 1968, dopo aver concluso il dottorato. Con l'uso di tecnologie più avanzate di quelle utilizzate da Penfield, ha potuto fare scoperte importanti sulla formazione strutturale e funzionale delle mappe cerebrali del cervello di giovani scimmie. Con la ricerca sperimentale sulla micromappatura della mano di una giovane scimmia ha osservato il processo della plasticità durante il suo decorso. Scopri che le mappe cerebrali: si riordinano topograficamente erano dinamiche e modificavano posizione e confine erano competitive erano in costante mutamento potevano formare nuove connessioni nervose L'idea che le mappe del corpo modificavano confine, posizione, funzione anche in età adulte e in condizioni normali era fortemente ostacolato dai "localizzazionisti". Ma i ripetuti esperimenti condotti da Merzenich a sostegno della "plasticità" gli fornirono prove sufficienti per far soccombere le convinzioni conservatrici dei più tenaci e increduli neuroscienziati. Fig. 56 - Contatti sinaptici nell'apprendimento APPRENDIMENTO HEBBIANO Hebb, psicologo comportamentista canadese, collaboratore di Penfied, nel 1949 ha ipotizzato una teoria sull'apprendimento. Secondo Hebb l'apprendimento produce nuovi legami tra i neuroni: quando due neuroni si attivano insieme o ripetutamente, oppure quando si attiva uno inducendo l'attivazione dell'altro, in entrambi i casi si verificano delle reazioni chimiche che rendono forte il legame tra i due. L'apprendimento è il consolidamento dei legami neuronali FIG. 57 - Plasticità di Hebb (libro LEDOUX) Sulle idee di Hebb, Merzenich sosteneva che i neuroni delle mappe cerebrali sviluppavano delle forti connessioni reciproche se venivano stimolati reciprocamente. Per cui le persone che soffrivano di: malattie neurologiche disturbi di apprendimento problemi psicologici ictus lesioni cerebrali Potevano sperare di migliorare le loro condizioni, se sviluppavano nuove connessioni nervose inducendo i neuroni ad attivarsi simultaneamente e a legarsi tra di loro. DISAPPRENDERE É PIÙ FACILE CHE APPRENDERE Se le mappe sono competitive e tiranne, una volta che si è appresa una cattiva abitudine, è difficile eliminarla? Quando una cattiva abitudine si è consolidata significa che ha acquisito un controllo sulle mappe cerebrali tale da impedire che quello spazio sia occupato dalle "buone abitudini". Buone per il comportamento e per la salute. Con la consapevolezza e la ripetizione di movimenti consapevoli basati sulla percezione sensoriale e sull'utilizzo di piccole e gradevoli astuzie che possono trarre in inganno il sistema nervoso, le nuove e buone abitudini possono lentamente sostituire e occupare lo spazio invaso dalle cattive abitudini respingendole ai margini o eliminandole definitivamente. Stimoliamo le cellule nervose.... ... per recuperare sane e buone abitudini. NEUROGENESI Elizabeth Gould Per molti anni gli scienziati sono stati intralciati dalla falsa concezione che il cervello fosse"cablato" e che il suo sviluppo fosse definito fin dalla nascita e rimanesse immutabile per tutta la vita. Secondo questa teoria i tessuti nervosi di aree cerebrali danneggiate da ictus, incidenti, o da altre malattie non potevano essere ripristinati e le funzioni perdute non potevano essere recuperate. La teoria sulla "fissità del sistema nervoso e la sua incapacità di rinnovarsi e riprodursi" acclamata e difesa per quasi tutto il '900, nel duemila è crollata dinnanzi i risultati sperimentali ottenuti attraverso le ricerche di giovani neurobiologi del New Jersey sotto la guida di Tracey Y. Shors ed Elizabeth Gould che credevano nella "neurogenesi". Mediante studi condotti sui topi essi hanno dimostrato che i giovani neuroni riprodotti si integravano nei circuiti nervosi dell'ippocampo e che la loro presenza era essenziale per la fissazione di nuove informazioni, per nuovi ricordi, nuove tracce mnemoniche, quindi per rinnovare circuiti nervosi coinvolti nella memoria. Significa che per formare nuovi ricordi sono necessarie nuove cellule nervose e questo processo riproduttivo è ridotto dallo stress. Fig. 58 - Impulsi di una cellula nervosa IL CERVELLO DEI PIANISTI Le vie uditive, sensitive unitamente alle somoestesiche, sono dotate di una notevole plasticità e si modificano con l'esperienza. Un esempio di plasticità corticale è rappresentato dai musicisti nei quali, in virtù delle loro attività, si verifica un aumento delle aree uditive. Inoltre essi hanno una maggiore rappresentazione somatosensoriale nelle aree corticali, inerente alle afferenze delle dita delle mani che utilizzano per suonare, e hanno inoltre un cervelletto più sviluppato delle persone normali. Dalle osservazioni fatte dagli scienziati su pianisti e soggetti non musicisti è risultato che i pianisti avevano la materia grigia delle aree uditive e viso-spaziali più sviluppate. Si può quindi affermare che il cervello adulto è in grado di rimodellarsi sulla base dell'esperienza personale, formando nuovi circuiti nervosi o sinapsi. FIG. 59 - Il cantautore e musicista Marco Giorgi IL CERVELLO DEI TASSISTI Nel 2000 Eleonor Maguire e KatherineWoollett dell'Istituto Neurologico dell'Università di Londra hanno pubblicato un interessante studio condotto sul cambiamento del cervello dei tassisti londinesi, dopo averli sottoposti a risonanza magnetica. Hanno potuto dimostrare che nei tassisti le dimensioni dell'ippocampo di destra sono maggiori di quelle di un non guidatore di taxi: con ciò evidenziando che alcune attività svolte dall'uomo sono in grado di modificare quest'area cerebrale, che si attiva nell'orientamento spaziale e nel ricordare la locazione e la disposizione di piazze e vie. L'ippocampo è un'area cerebrale situata in profondità nel lobo mediotemporale coinvolto nella "navigazione spaziale" e nella memoria a lungo termine. Alcune attività professionali come quelle dei tassisti sono in grado di fare aumentare le dimensioni di questa particolare e antica struttura cerebrale. Per ottenere una licenza di guida ai londinesi viene richiesta la conoscenza di ben 25000 strade incluse nel raggio di 10 km dalla stazione centrale, per cui le aree deputate alla memoria degli aspiranti tassisti londinesi è sottoposta a continue sollecitazioni mnemoniche. L'area ippocampale costantemente e ripetutamente sollecitata dai tassisti nel ricordare le disposizione delle vie, delle piazze, delle strade, dei lunghi storici più conosciuti, inducono lo sviluppo delle dimensioni dell'ippocampo così chiamato perchè simile ad un cavalluccio marino. Risulta che i tassisti londinesi più anni passano percorrendo le strade della città, maggiori saranno le dimensioni del loro ippocampo, responsabili delle rappresentazioni spaziali. Il cavalluccio marino è di medie dimensioni nelle persone normali, con l'esperienza diventa un "grande cavalluccio". Questo esempio è a favore della plasticità cerebrale. L'ippocampo quindi è implicato nel rendere conosciuto lo sconosciuto e nell'elaborazione di nuove esperienze. Recenti studi hanno dimostrato una correlazione tra stress cronico e deterioramento nei neuroni dell'ippocampo. Fig. 60 - Ippocampo L'APPRENDIMENTO Si può definire apprendimento la capacità di acquisire nuove informazioni e di modificare i comportamenti in base all'esperienza. Apprendere significa acquisire informazioni, caratteristica comune a tutti gli animali e in particolar modo agli esseri umani. Secondo Hebb noi apprendiamo nuove informazioni formando nuove connessioni sinaptiche tra i neuroni. Apprendere è creare una nuova relazione tra i neuroni e ricordare è mantenere viva questa relazione. Quando acquisiamo nuove conoscenze diciamo "oggi ho imparato qualche cosa di nuovo". Dal punto di vista neurologico, con l'apprendimento di nuove idee si sono formate una serie di connessioni sinaptiche per l'apprendimento di nuove informazioni, in una rete neuronale che archivia quel concetto come "ricordo". Questo modo di archiviare le conoscenze nella corteccia cerebrale è stato definito dallo psicologo Endel Tulving "Memoria semantica " La memoria è la ritenzione o l'immagazzinamento delle informazioni apprese. Strettamente collegate Apprendimento Memoria MEMORIA La memoria è la capacità di immagazzinare, conservare e recuperare le informazioni apprese, essa ci permette di continuare la nostra vita interiore facendo sopravvivere il passato. Con la memoria si hanno informazioni utili per adattarsi all'ambiente e per modificarlo secondo i propri sogni ed esigenze. Le diverse modalità mnemoniche come l'incontro con il primo amore, il primo bacio sotto le stelle, il ballo adolescenziale, l'andare in bicicletta richiedono l'attivazione e l'elaborazione di sistemi cerebrali diversi e distinti. Si distingue: memoria a breve termine si riferisce alla capacità di conservare e tenere in mente un evento appena accaduto. Può durare da alcuni secondi a qualche ora. Conserva le informazioni per tempi molto brevi mentre il soggetto pianifica le informazioni; come ad esempio quando ricerca un oggetto smarrito ed elimina i posti già ispezionati. memoria a lungo termine immagazzina le tracce mnemonche per giorni, mesi, anni e a volte per tutta la vita consentendoci di conservare e di rievocare i contenuti al di là della consapevolezza La memoria a lungo termine costituisce la base della nostra storia personale e ci consente di formare la nostra identità: immagazzina le informazioni conserva e rievoca i contenuti costituisce la base della nostra storia personale ci permette di formare la nostra identità influenza il nostro comportamento MEMORIA A LUNGO TERMINE La memoria a lungo termine è organizzata in tre distinti sistemi: - esplicita o dichiarativa - implicita o procedurale - emotiva si riferisce a fatti ed eventi si riferisce a abitudini e competenze costituisce l'aspetto emozionale degli eventi e dei fatti Memoria esplicita Episodica Semantica Riferita ad eventi ed episodi : ricordare una canzone o un numero telefonico Riguarda la conoscenza dei fatti, la classificazione degli oggetti " La memoria semantica" pertiene alle informazioni che giungono all'intelletto ma che non abbiamo sperimentato, per cui la nuova informazione può essere stata appresa come concetto ma non è stata sperimentata con il corpo. All'esperienza appresa è stata data vita nella mente ma non nel corpo. Per l'archiviazione della memoria esplicita sono essenziali: l'ippocampo le aree corticali dei lobi temporali l'ipotalamo e il talamo Corteccia prefrontale Ippocampo Corteccia paraippocampale Fig.61 - Aree implicate nella memoria esplicita CODIFICAZIONE DELLA MEMORIA ESPLICITA L'informazione arriva dai sensi Corteccia uditiva Corteccia visiva Corteccia somatica CORTECCIA PREFRONTALE immagazzina come memoria di lavoro LOBO TEMPORALE MEDIALE GIRO IPPOCAMPALE IPPOCAMPO Elaborazione ancora sconosciute ARREE ASSOCIATIVE Sono depositate memorie stabili Le aree di elaborazione sensoriale ricevono segnali dagli eventi esterni Le aree corticali elaborano i segnali e creano rappresentazioni percettive degli stimoli Le rappresentazioni vengono trasmesse alle regioni corticali adiacenti Le aree adiacenti inviano "le rappresentazioni elaborate"all'ippocampo Quando facciamo un'esperienza nuova tutti i nostri sensi sono impegnati. Dalla vista, dall'odorato, dall'udito, dal tatto arrivano un crescendo di stimoli sensoriali che sono elaborati nelle rispettive aree sensoriali del cervello. I neuroni si riorganizzano in una rete neurale per registrare ogni esperienza nella forma di nuovi ricordi. MEMORIA IMPLICITA La memoria implicita riguarda la modalità degli atti che non coinvolgono la coscienza, ma si realizzano in maniera inconscia, garantisce la formazione dell'abitudine come ad esempio comporre un numero telefonico, pettinarsi, colpire una palla da tennis, andare in bicicletta, risolvere i problemi. L'abitudine è una forma semplice di apprendimento in cui lo stimolo "neutro" viene più volte applicato. La prima volta lo stimolo è nuovo, con la ripetizione l'individuo si abitua e lo ignora riducendo la risposta. L'abitudine è l'addestramento all'esecuzione di atti motori percettivi di tipo riflesso. Questo tipo di risposta garantisce il continuo adattamento sensorio e motorio mentre si svolge l'azione motoria che avviene in automatico come leggere, scrivere, andare in bicicletta. Quando si impara ad andare in bicicletta l'area associativa motoria è costantemente coinvolta, dopo che si è memorizzata la procedura, la corteccia non è più coinvolta perchè è stata depositata nei nuclei della base e nelle strutture sottocorticali. La sensibilizzazione è il processo inverso. Nella memorizzazione di tipo implicito, svolgono un ruolo fondamentale: nuclei della base cervelletto amigdala area supplementare motoria Lo stress, l'invecchiamento, la demenza danneggiano l'ippocampo lasciando però integra la memoria già consolidata in passato e impedendo la formazione di nuove memorie. MORBO DI ALZHEIMER Morbo di Alzheimer LOBO TEMPORALE IPPOCAMPO NEOCORTECCIA - La malattia comincia ad attaccare il cervello dal lobo temporale, in particolare dall'ippocampo, e ci fa comprendere come la perdita di memoria sia il primo segnale di allarme. - Successivamente il morbo si insinua nella neocorteccia e mentre progredisci sono compromessi tutti i ricordi vecchi e nuovi, insieme a svariate funzioni cognitive della corteccia. - Questa malattia compromette contemporaneamente cervello e mente con disastro cognitivo. EVOCAZIONE DEI RICORDI Sembra che le varie parti della memoria visiva, olfattiva, uditiva siano consolidate e immagazzinate nelle regioni corticali specializzate e le aree associative siano le sedi principali di accumulo delle tracce mnemoniche riportate alla coscienza quando la memoria viene richiamata da varie componenti, come il ricordo di una scena vivacemente vissuta in passato, un odore, un profumo, un ritmo musicale di una canzone associata ad una scena simile o a delle parole che implicano la visione e la vivacità della scena. Le nuove tracce mnemoniche vengono confrontate con quelle preesistenti in memoria, se risultano uguali vengono a queste ultime sommate, se diverse, sono memorizzate separatamente. La ripetizione di un quadro sensoriale spiegherebbe " il rinforzo della memorizzazione". I ricordi Piacevoli Spiacevoli Le memorie emozionali prediligono come sede l'amigdala. Il ricordo di una scena è un complesso intreccio di sentimenti costruito tra dialogo e tra strutture cerebrali: Amigdala Ippocampo Corteccia Deposito delle aree corticali "SOMMELIER" UN’ARTE CHE SI IMPARA Molte persone come me "più astemie" che "vinacciole" bevono il vino come se fosse acqua senza conoscere le particolari caratteristiche che distinguono un vino dall'altro. Questa incapacità che ho dall'infanzia non la dimostro mai a nessuno e quando mi reco al ristorante e gentilmente il cameriere mi porge il bicchiere di vino "per il famoso assaggio" dico "é perfetto" senza capirci niente. Ho invece amici che sono dei veri intenditori, hanno fatto il corso per diventare Sommelier e prima di bere il vino eseguono dei particolari rituali che mi divertono. Prima lo fanno decantare nella caraffa per farlo respirare, quando lo versano nel bicchiere sentono il suono, poi osservano il colore, lo arieggiano, sentono l'emanazione del profumo e l'assaggiano gustandolo lentamente. Usano tutti i sensi per bere semplicemente un bicchiere di vino e quando mi dicono "senti il retrogusto alla fragola" li osservo con estremo scetticismo e diffidenza. La mia amica Mirca Mariani, anche lei "Sommelier", più volte mi ha suggerito di imparare ad assaggiare piccoli sorsi di vino rosso durante i pasti perchè contiene dei potenti antiossidanti. Per quanto mi sforzi il mio palato non ha imparato a sorseggiare il vino rosso che continua a non piacermi, per cui non ho formato nessuna "memoria etilica" ma in compenso ne ho formate tante altre. Intenditori di vino non si nasce ma si diventa, riconoscere le sottili differenze che distinguono il gusto e l'aroma da un'annata all'altra e relativa provenienza, sono capacità apprese che si acquisiscono attraverso la ripetizione e l'assaggio di diversi vini, confrontando gusti sconosciuti con gusti noti si sviluppano ampie esperienze. Percepire, comprendere impressioni sensoriali, sommarle ai dati appresi sulle diverse varietà dei vini, sulle produzioni regionali, sulle attività commerciali e nazionali sono tutte caratteristiche che si raggruppano in un circuito nervoso che interpreta il concetto che le persone hanno di degustazione del vino, che può essere definita "rete neurale della degustazione di vini". L'attenzione prestata durante l'esperienza vissuta associate alle conoscenze semantiche formano un ricordo "episodico". L'apprendimento è completo perchè l'esperienza sensoriale profonda ha arricchito la rete neuronale appena formata. L'esperienza nuova e la consapevolezza hanno prodotto una forte connessione sinaptica stabile e a lungo termine che può essere archiviata o depositata nelle strutture cerebrali deputate a questa funzione. Mirka Mariani Sommelier L'APPRENDIMENTO SECONDO FELDENKRAIS Le innumerevoli azioni da noi svolte quotidianamente sono strettamente connesse all'eredità biologica, a quanto abbiamo imparato dalla nascita fino a quel momento, all'esperienze fatte precedentemente, all'immagine corporea che abbiamo formato di noi stessi, all'ambiente culturale, sociale nel quale abbiamo vissuto e viviamo. Delle azioni che ci fanno scrivere, leggere, parlare, camminare, ascoltare musica, siamo consapevoli soltanto in parte. Il metodo Feldenkrais si prefigge come scopo primario di rendere la persona "consapevole", guidandola nell'esplorazione di sé mentre compie i movimenti, rendendoli facili, piacevoli ed armoniosi e comunica con un linguaggio non verbale nell' Integrazione Funzionale (I.F.), verbale nelle lezioni collettive (C.A.M.). Con parole semplici e comprensibili conduce la persona a percepirsi, a sentire parti del corpo remote e dimenticate, e si avverte la loro presenza con il dolore. L'insegnamento del Metodo Feldenkrais non è simile all'insegnamento che avviene nelle scuole elementari, nelle medie, all'università, perchè non viene espresso un giudizio da parte dell'insegnante e non c'è nessun diploma o laurea da conseguire se non la scoperta di una nuova percezione corporea che conduce a compiere nuovi movimenti, azioni migliori e promuove la produzione di una chimica diversa del cervello. Studenti 150 ore LEZIONI COLLETTIVE CON IL METODO FELDENKRAIS (C.A.M.) Per star bene è importante apprendere nuove abilità di fare le cose che già sappiamo fare, con lezioni collettive e individuali. LEZIONI INDIVIDUALI CON IL METODO FELDENKRAIS (I.F.) Con le nostre lezioni le persone migliorano perchè imparano ed ogni volta raggiungono un nuovo benessere, si sentono più rilassati, più leggeri, più alti, il respiro è diventato più profondo e libero a volte il dolore è sparito, come sono scomparse le rughe sul volto, gli occhi diventano più lucidi, la voce è più profonda e si sente una nuova giovinezza. Con il Metodo Feldenkrais le persone sono guidate ad imparare per imparare. L'APPRENDIMENTO DEI MAMMIFERI Tutti i vertebrati: pesci, anfibi, rettili, mammiferi, hanno bisogno di un apprendimento che può variare da alcuni minuti ad anni interi. Alcuni mammiferi come bovini, ovini, suini, equini, appena nati sono capaci di seguire le mandrie o il gregge dopo che la madre ha reciso il cordone ombelicale e a ripulito il piccolo leccandolo. Ovviamente ciò accade perchè le connessioni nervose si sono formate prima della nascita, ciascuna specie ha trasmesso l'apprendimento ereditato come riflessi, gli istinti che mettono il piccolo neonato in condizioni di sopravvivere in situazioni precarie. Al momento della nascita il sistema nervoso è "cablato" significa che lo sviluppo si è completato, cioè le sinapsi o le connessioni sinaptiche dei neuroni sono pronte e l'apprendimento è breve. Azienda Agricola "La Vischia" CURE PARENTALI Gli uccelli e i cuccioli di gatti e cani hanno bisogno di un apprendimento di poche settimane. Foto animali dell'Az. Agricola "La Vischia" e del Centro APPRENDIMENTO ORGANICO L'apprendimento organico inizia nell'utero e continua per tutta la vita dell'individuo è una necessità biologica e fisiologica, individuale, necessita di molto tempo ed implica una struttura complessa e varie funzioni associate ad azioni corrette e fallimenti. Lo sviluppo delle strutture corporee coincide con il tentativo del bambino di funzionare nel proprio ambiente. Il neonato continuerà a girarsi da una parte all'altra finchè le strutture nervose non saranno sufficientemente mature da rendere possibile un altro movimento. La maturazione delle strutture nervose e il loro collegamento con i muscoli sono influenzati dai nuovi tentativi del corpo di funzionare fase talamo-pallido fase striata Pallido Striato Talamo fase piramidale INTERAZIONE CON LA GRAVITÀ Il sistema nervoso del bambino è strutturato attraverso i sensi le percezioni cinestesiche determinate dall'ambiente famigliare e sociale. I quattro elementi preposti al movimento scheletro→muscoli→sistema nervoso→ambiente interagiscono continuamente nel campo gravitazionale dalla nascita alla vecchiaia. LE "AZDORE" HANNO CAMBIATO LINGUAGGIO Le azdore quando erano giovani parlavano di morosi: " A jho un muros bèl bèl, l'è tôt rèzz si occ de zil, e'na pèla fina ch'la pèr d'avlud, eh pu' l'ha....bhè! L'è mej c'ha staga zèta" Ho un moroso bello bello è tutto riccio con gli occhi del colore del cielo e ha una pelle fine che sembra di velluto e poi ha… bhè! È meglio che stia zitta. Oggi che il tempo dell'amore è passato parlano di dolori: " Se-t-scòr sèmpra ad tôt i tu mèl, sbaj, parchè dì m'e tu zarvèl che sté mèl...e pu' dopa e va a fin^ che sté mél da bon." Se parli sempre di tutti i tuoi mali dici al tuo cervello che stai male… e poi dopo va a finire che stai male davvero. Prodotto da Tina Broccoli Disegni di Marilena Censi Si ringrazia per la collaborazione di Simone Broccoli, Robenta Pari, Pierangela Rossetti, Massimo Galli, Thomas Ramberti. BIBLIOGRAFIA Dr. Alberto Vignati Università degli studi di Milano " Sistema nervoso parte prima e parte seconda". Andre Marini Manuale di neurolinguistica Ed. CAROCCI 2008 Jo Dispenza Evolvi il tuo cervello Ed. MACRO 2008 Francesco Bottaccioli Psiconeuro endocrino immunologia Ed. RED 2011 (ristampa) Luigi Cattaneo Compendio di anatomia umana Ed. MONDUZZI 1986 Cesare Caselli – Vanni Taglietti Principi di fisiologia Ed. LA GOLIARDICA PAVESE 2002 Ganon Fisilogia medica Ed. PICCIN 2006 M. Feldenkrais Le basi del Metodo per la consapevolezza dei processi psicomotori Ed. ASTROLABIO1991 M. Feldenkrais Il corpo e il comportamento maturo Ed. ASTROLABIO 1996 Robert F.Schmidt Fondamneti di neurofisiologia Ed. ZANICHELLI 1990 Murray L. Barr Il sistema nervoso umano Ed. PICCIN NUOVA LIBRERIA 1983 Martini, Timmons, Tallitsch Anatomia Umana Ed. EdiSES (Quinta edizione) 2012 Autori vari - Luciano Zocchi Principi di Fisiologia Ed. EdiSES 2012 Joseph LeDoux Il cervello emotivo Ed. Baldini Castoldi Dalai 1998 Arrivederci a presto con .........."Le emozioni"