funzioni superiori della neocorteccia

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FUNZIONI SUPERIORI
DELLA NEOCORTECCIA
Apprendimento
Memoria
Linguaggio
"La conoscenza nutre la mente attraverso il cervello,
l'esperienza nutre la mente attraverso il corpo."
FUNZIONI DELLA NEOCORTECCIA
 Linguaggio
 Memoria
 Apprendimento
Queste sono le grandi funzioni intellettive sviluppate in particolar modo nell'uomo, nel quale la
neocorteccia ha raggiunto il massimo sviluppo.
Ci sono tre specie viventi con un cervello più sviluppato di quello dell'uomo: il delfino, la balena,
l'elefante, ma nell'uomo è superiore il rapporto fra peso del cervello/peso del corpo.
La caratteristica più evidente è l'enorme sviluppo di tre aree associative:
 frontale, situata davanti all'area premotoria
 parietale-temporo-occipitale, compresa tra l'area somatosensitva e visiva
 temporale, che si estende dalla parte più bassa del lobo temporale al sistema limbico
Il mantello della corteccia delle aree associative è formato da sei strati ed è chiamata isocorteccia.
Lo studio delle aree associative è stato finora difficile perchè parte delle conoscenze derivano solo
dall'osservazione clinica. Salvo alcune eccezioni come per il linguaggio, non è stato possibile
stabilire con sicurezza la localizzazione dei processi cognitivi e ideativi delle aree corticali
associative, si ritiene che questi siano dovuti ad un' interazione tra diverse regioni dell'isocorteccia.
L'intera estensione della corteccia sensitiva dei lobi parietali, temporali, occipitali unitamente alla
corteccia associativa del lobo frontale, è responsabile di molte qualità e potenzialità che rendono
unico il cervello umano.
Engrammi e tracce mnemoniche si accumulano nel corso degli anni, sembra sotto forma di
macromolecole depositate. Questa forma di memorizzazione costituisce la base dell'apprendimento
a livello intellettivo. Sembra che la porzione anteriore della corteccia temporale sia dotata di un
elevata attività cerebrale, per questo è denominata corteccia psichica.
Corteccia motoria
Area
somatosensitiva
Area di
associazione sensorilae
Area associativa
frontale
Cortecccia visiva
primaria
Area associativa
temporale
Cortecccia uditiva
primaria
FIG 42 - Superficie laterale dell'emisfero sx che evidenzia le aree primarie motorie e sensoriali,
e le aree associative.
SPECIALIZZAZIONE EMISFERICA
Negli animali anche più evoluti, esiste un equivalenza emisferica funzionale ed anatomica dei due
emisferi cerebrali. Nell'uomo esiste una grande differenza per quanto riguarda le più importanti
funzioni integrative superiori.
Il linguaggio è una funzione localizzata nella neocorteccia, e per linguaggio si intende la capacità di
comprendere la parola scritta e parlata e di esprimere idee verbalmente o scritte.
Con la parola l'uomo esprime ciò che vede e sente, attribuisce un nome alle cose, stabilisce le
relazioni astratte, sviluppa il pensiero.
L'emisfero implicato in questa funzione è il sinistro, definito "emisfero dominante", tuttavia
l'emisfero destro, non è meno sviluppato del sinistro, ed è specializzato nel campo dei rapporti
spazio- temporale, nell'identificazione degli oggetti in base alle loro forme, nel riconoscimento dei
motivi musicali e svolge un ruolo fondamentale nell'identificazione dei volti.
Pertanto l'imprecisa definizione di emisfero dominante è stata sostituita dal concetto di
"specializzazione emisferica": l'emisfero sinistro per quanto riguarda i processi analitici, mentre
l'emisfero destro per i rapporti visivo-spaziali.
La specializzazione emisferica, correlata con l'uso prevalente della mano, destra nei destrimani o
sinistra nei mancini, è geneticamente programmata.
MANO
DESTRA
MANO
SINISTRA
EMISFERO SINISTRO
EMISFERO DESTRO
Centro del linguaggio
Centro della scrittura
Corteccia uditiva
(orecchio destro)
Centro interpretativo
del linguaggio e calcolo
Corteccia visiva
(campo visivo destro)
C
O
R
P
O
C
A
L
L
O
S
O
Riconoscimento in base
al tatto
Corteccia uditiva
(orecchio sinostro)
Percezione spaziale
Corteccia visiva
(campo visivo sinistro)
Fig. 42 bis - Differenze funzionali tra gli emisferi cerebrali.
CENTRI DEL LINGUAGGIO
Le aree principali del linguaggio sono disposte lungo la scissura di Silvio dell'emisfero sinistro.
L' area di Broca è connessa con gli aspetti motori del linguaggio.
L'area di Wernicke, situata all'estremità posteriore del giro temporale, è invece in rapporto con gli
aspetti sensitivi del linguaggio.
Il fascicolo arcuato, formato da un fascio di fibre nervose, connette le due aree.
Centro Broca situato nel lobo frontale, davanti all'estremità inferiore della corteccia motoria,
coincidenti con le aree 44 e 45 di Brodman.
Elabora le informazioni ricevute dall'area di Wernicke in uno schema dettagliato e
coordinato per il linguaggio, lo schema viene proietato tramite l'insula, alla corteccia
motoria che attiva i movimenti di labbra, lingua, faringe per produrre la parola.
Centro di Wernicke situato nell'estremità posteriore del giro temporale superiore, vicino all'area
dell'udito.
In questo centro si ritiene avvenga la formulazione e l'interpretazione del linguaggio
scritto e parlato. Il giro angolare situato entro il centro di Wernicke, sembra elabori le
informazioni ottenute dalle parole lette, in modo da essere convertite nella forma
uditiva delle parole nell'area Wernicke. Le informazioni ricevute vengono poi
proiettate dal fascicolo arcuato all'area Broca.
Broca, medico e paleontologo francese, osservò più di 100 anni fa che danni all'area frontale del
linguaggio, causavano la perdita della parola. La persona colpita aveva difficoltà nel pronunciare
frasi spontanee anche se sollecitata da domande, il linguaggio si riduceva a frasi brevi e telegrafiche
, ma rimaneva la capacità di comprendere il significato delle parole. Questa alterazione della parola
è stata denominata afasia motoria.
L'area temporale del linguaggio è detta anche area Wernicke. Wernicke era contemporaneo di
Broca, notò che quando veniva danneggiata quest'area si osserva una grande alterazione del
linguaggio scritto e parlato, denominata afasia sensoriale.
Fascicolo
arcuato
Giro
angolare
Area
di broca
Area di
Wernicke
FIG 43 - Localizzazione delle aree implicate nelle funzioni del linguaggio nell'emisfero sinistro.
FUNZIONI DEL LINGUAGGIO
PROCESSI ASSOCIATIVI DEL LINGUAGGIO
La presenza dei processi associativi che presiede al linguaggio, è riconducibile al seguente schema
che si ritiene possa essere valido per tutti i movimenti volontari:
IDEAZIONE(dell'azione motoria)
→
PROGRAMMAZIONE(della sequenza dei movimenti) → ESECUZIONE
AREA WERNICKE
Ideazione verbale
fascicolo arcuato
AREA BROCA
Programma motorio
invia comandi
AREA
SOMATOMOTORIA I
segnali per la fonazione
ESECUZIONE DEI MOVIMENTI
Organi della fonazione
Si ritiene che l'area Broca costituisca il centro di coordinazione del linguaggio, mentre l'ideazione
avvenga nell'area Wernicke, che viene tradotto in un programma esecutivo corrispondente alle
diverse parole. Le informazioni dall'area Wernicke vengono trasmesse all'area Broca, attraverso il
fascicolo arcuato. Quest'ultimo centro dopo aver ricevuto l'idea e aver pianificato e coordianato il
progetto motorio invia i comandi all'area somatomotoria I dalla quale partono gli stimoli per i
movimenti degli organi della fonazione: bocca, lingua e faringe.
RICONOSCIMENTO DEL VOLTO
Il riconoscimento del volto è particolarmente importante per riconoscere gli amici e anche i nemici,
il loro stato emotivo, e per individuare se l'espressione delle persone viste può essere allegra,
spensierata, disinvolta o preoccupata.
Le informazioni visive raggiungono la parte inferiore del lobo temporale dove sono immagazzinate
le rappresentazioni degli oggetti e in particolar modo quella dei volti.
Nei destrimani, il riconoscimento e la memorizzazione del volto avviene principalmente nel lobo
temporale inferiore di destra pur essendo implicato anche il lobo sinistro.
Quest'area nei bambini e negli adolescenti non è ancora del tutto sviluppata. I bambini di due anni
preferiscono il volto della madre non avendo ancora sviluppato quest'area specifica, e utilizzano
altre aree come l'amigdala associando il viso materno, o viso femminile al cibo.
Il coinvolgimento delle vie emozionali del sistema limbico per il riconoscimento delle persone si
suppone legato evolutivamente nell'antichità alla necessità per la sopravvivenza, quando identificare
un volto come amico/non amico avrebbe potuto rappresentare una salvezza o un pericolo.
L'incapacità di riconoscere i volti causata da lesioni di questa area è definita " Prosopognosia"
Conserva
l'informazione
biografia
Estrae caratteristiche
facciali
Connette aspetti facciali con
l'informazione biografia
FIG. 44 - Aree implicate nel riconoscimento dei volti dell'emisfero cerebrale dx,
in un destrimano.
PIANO TEMPORALE
Le aree uditive dei due lati, pur essendo simili, denotano una evidente specializzazione emisferica.
L'elaborazione dei segnali acustici che avviene nell'area 22 di Brodman, relativa al linguaggio
parlato, è più grande a sinistra che a destra.
Si è inoltre notato che i cervelli degli scimpanzè hanno il lato sinistro più sviluppato anche se il
linguaggio è una caratteristica tipicamente umana.
Il lato sinistro si è specializzato nel linguaggio e l'elaborazione dei segnali acustici, mentre il lato
destro ha sviluppato prevalentemente altre abilità connesse con la melodia l'intensità del suono e il
riconoscimento dei volti.
Le vie uditive e sensitive, unitamente alle somoestesiche, sono dotate di una notevole plasticità e
sono modificate dall'esperienza.
I musicisti sono tipici esempi della plasticità corticale, perchè in essi si verifica un aumento delle
dimensioni delle aree uditive attivate dai toni musicali.
Polo frontale
Piano temporale
destro
Piano temporale
destro
Polo occipitale
FIG. 45 - Piano temporale di dx e sx in un cervello sezionato orizzontalmente.
L'ORCHESTRA CEREBRALE
Goldberg, neuroscienziato americano d'origine russa, allievo di Luria, per spiegare l'attività dei due
emisferi cerebrali usa una simpatica e originale metafora:
" L'orchestra cerebrale è divisa in due gruppi di suonatori. Quelli che stanno a destra sano più
rapidi nel gestire i fondamenti dei nuovi repertori, ma, alla lunga, quelli di sinistra, con la
pratica, diventeranno più precisi.(...)Resta il fatto che il cervello umano è ben più della collezione
di specifici dispositivi sensoriali.
L'orchestra consiste di numerosi suonatori, il cui contributo all'insieme sfida le definizioni
semplici e il cui ordine dei posti è, al tempo stesso, complesso e veramente fluido".
Se si considera la bella e chiara metafora del neuroscienziato, l'integrazione tra i due gruppi di
orchestrali avviene per attivazione delle funzioni cerebrali superiori.
Il corpo calloso, che è formato da innumerevoli fibre nervose, collega i due emisferi, favorisce il
continuo scambio d'informazioni fra le due parti e consente un miglior funzionamento cerebrale,
integrando le funzioni del cervello.
"Ho scelto il bellissimo quadro del pittore di Santarcangelo di Romagna, Giulio Turci, perchè la
disposizione dei musicisti e la pennellata armonica dei colori interpretano perfettamente il concetto
che ho delle funzioni del cervello".
Fig. 46 - L'ultimo concerto di Giulio Turci -1972
DISLESSIA
Fin dai primi mesi di vita, tutti i bambini del mondo, iniziano a vocalizzare e pronunciano
confusamente " vv...v..v...!", successivamente "la, la, la!", "ba, ba, ba, !" o "da, da, da, !", sono
semplici combinazioni di vocali e consonanti che avvengono nel periodo definito " lallazione".
In molte lingue, le prime parole pronunciate come "ba, ba, ba!" e "da, da, da, !", significano
"mamma o dada".
Ricerche condotte da Paula Tallal, della Rutgers University, hanno evidenziato che i bambini con
difficoltà linguistiche rielaborano parole e consonanti con difficoltà.
Il bambino, non riuscendo ad udire correttamente le parole veloci del discorso pronunciato
rapidamente, non può riprodurle in modo appropriato.
Merzenich, scienziato di San Francisco e figura di spicco della ricerca sulla plasticità, ritiene che i
neuroni della corteccia uditiva si attivino lentamente nei bambini con difficoltà linguistica, e ciò gli
impedisce di distinguere due suoni simili e di stabilire l'ordine fra due suoni vicini; spesso non
riescono ad udire l'inizio delle sillabe e a sentire la differenza che esiste fra loro.
In condizioni normali, i neuroni della corteccia uditiva, che rielaborano il suono, si riattivano dopo
circa 30 millesimi di secondo. Nell' 80% dei casi dei bambini con difficoltà linguistiche, l'intervallo
di tempo è triplicato al punto di far loro perdere una grande quantità di informazioni linguistiche.
Un udito non perfettamente funzionante compromette l'abilità linguistica, che rimane povera
lessicalmente, scarna nell'esposizione della lettura e nella produzione della scrittura. Il bambino
pronuncerà frasi brevi perchè ha difficoltà nel decifrare le parole e consumerà molta energia, si
affaticherà, tenderà a formulare frasi brevi non riuscendo ad esercitare la memoria per pronunciare
frasi più lunghe.
Tallal ritiene che i bambini con queste difficoltà abbiano un'elaborazione linguistica ritardata e
necessitano di ulteriori ripetizioni per distinguere " ba, ba, ba", "da, da, da".
Con le ripetizioni i bambini impareranno a distinguere facilmente le combinazione inizialmente
confuse di vocali e consonanti da " ba " a "da" pronunciate all'inizio lentamente poi rapidamete alla
stessa velocità del linguaggio normale.
Con i suggerimenti di Tallal, di Merzenich, le conoscenze scientifiche e l'insegnamento del Metodo
Feldenkrais, ho potuto aiutare molti bambini dislessici e alla fine del mio lavoro i bambini non
erano più terrorizzati dalla lettura, dalle parole scritte e dai suoni musicali, tanto da poter suonare
con disinvoltura la tromba.
Fig. 47 - Francesco suona la tromba
ELABORAZIONE TEMPORALE
L'elaborazione temporale è un'attività cerebrale fra le più importanti, ci permette di stabilire la
durata degli eventi, di muoverci e di fare previsioni in modo corretto.
Il cervello è in grado di migliorare molte capacità e di misurare il tempo, con l'esperienza e
l'apprendimento.
I ricercatori hanno eseguito la micromappatura della corteccia uditiva ed hanno scoperto che le
frequenze sonore sono disposte "tonotopicamente", cioè i neuroni hanno una disposizione ordinata
in base alla loro frequenza caratteristica di risposta, con la stessa disposizione dei tasti del
pianoforte.
Le note basse sono rappresentate anterolateralmente, le note alte posterolateralmente, è la tonalità
non la frequenza che viene codificata nella corteccia uditiva.
La rappresentazione "tonotopica" dei suoni che si origina a livello della coclea viene mantenuta
lungo le vie uditive centrali fino a proiettarsi sulla corteccia uditiva.
Al momento della nascita le mappe uditive sono indifferenziate, durante il periodo critico la
plasticità è notevole, tanto che la struttura cerebrale può essere modificata con la semplice
esposizione a stimoli nuovi.
I bambini durante il periodo critico raccolgono parole e suoni senza fatica ascoltando
semplicemente le parole pronunciate dai genitori; l'esposizione agli stimoli fa sì che le mappe
cerebrali
<< cablino i cambiamenti >>
Corteccia uditiva
Suoni
ad alta
frequenza
Suoni a
bassa frequenza
Coclea
Talamo
Suoni a
bassa frequenza
Collicolo inferiore
Branca
vestibolare
Suoni ad
alta frequenza
Branca cocleare
Nervo vestibolo-cocleare
Nucleo olivare
Nuclei cocleari
Fig .48 - Vie per le sensazioni uditive
OSSERVAZIONI SUL COMPORTAMENTO DEGLI
UCCELLI
Gli uccelli hanno affascinato studiosi, ricercatori e scienziati per le loro attitudini comportamentali,
per l'attraente piumaggio fatto di variopinti colori, per le melodie del loro canto e per le tenere
emozioni che suscitano le accurate cure parentali.
Il ricercatore Flourens (1794-1876), studiando il cervello degli uccelli, poté notare che le lesioni
provocate sperimentalmente in particolari aree del cervello non determinavano un deficit
comportamentale permanente perché in breve tempo gli uccelli recuperavano le funzioni perdute e
che avevano inizialmente. Sulla base di questi esperimenti, si oppose vivacemente alla teoria
"localizzazionista" che per 200 anni ha incontestabilmente dominato il mondo scientifico, ritenendo
le attività mentali un prodotto dell'intero sistema cerebrale.
Nel 1825, Flourens (1794-1876) si oppose alla teoria Localizzazionista ritenendo le attività
mentali un prodotto dell'intero sistema cerebrale.
Sono stati anche molto interessanti le osservazioni e gli studi evoluzionisti di Darwin e quelli degli
etologisti Lorenz e del professor Mainardi.
Anch'io per alcuni anni prima di dedicarmi interamente alla conoscenza del Metodo Feldenkrais ho
studiato il comportamento di due anatre e due oche che mi erano state regalate. E' stata
un'esperienza molto interessante che descriverò in un' altra occasione.
FIG. 49 - Fotografie anatre e oche
L'EMISFERO SINISTRO GOVERNA IL CANTO DEGLI
UCCELLI
Sembra che gli attuali scienziati siano riusciti ad individuare negli uccelli aree specifiche
dell'emisfero sinistro con un organizzazione simile a quella che nell'uomo è preposta all'uso della
parola e al controllo del linguaggio. Le attuali ricerche hanno evidenziato che alcuni nuclei nervosi
e centri del linguaggio degli uccelli sono analoghi a quelli umani.
Gli uccelli come i bambini continuano a vocalizzare durante la loro crescita, imitano i genitori e gli
adulti dai quali sono allevati.
Le ricerche continuano ad essere eseguite intensamente per poter individuare e comprendere in
modo dettagliato i processi di elaborazione del linguaggio.
Le aree coinvolte nel canto degli uccelli sono le seguenti:
 HVC
responsabile della produzione del linguaggio, analoga "all' area Broca"
 NCM
governa l'elaborazione e l'organizzazione del linguaggio considerata analoga "
all'area Wernicke" del cervello umano. Sembra che l'attivazione di quest' area sia
legata ai meccanismi mnemonici degli uccelli gli stessi meccanismi neuronali
che vengono impegnati durante l'apprendimento del linguaggio umano.
 LMAN o neostriato anteriore. Ha analogia con i gangli della base dei mammiferi.
 AREA X porzione dei gangli basali
 DLM
talamo mediale
 RA
nucleo robusto dell'archistriato, considerato un nucleo primordiale del canto.
 nXIIts
nucleo dell'ipoglosso XII nervo cranico.
Si pensa che il canto cominci nel talamo per diffondersi lungo la via nervosa di produzione del
canto che conduce al centro vocale alto " HVC" e al nucleo robusto "RA" e al nervo ipoglosso
"nXIIts". L' apprendimento vocale della porzione laterale è formato dal nucleo "LMAN" che ha
analogie con i gangli della base dei mammiferi, "dall'Area X" gangli basali e dal talamo mediale
"DLM". Entrambe le vie sono diverse nei due sessi, il maschio produce il canto, se si somministra
l'ormone testosterone a femmine che non cantano, esso può indurre la crescita delle " Hyperstriatum
Ventralis pars Caudalis" (HVC). Alcuni ricercatori ritengono che l'area HVC sia responsabile di
produzione di sillabe, mentre il nucleo robusto RA, considerato nucleo primario del canto,
responsabile di sillabe in sequenze e delle note all'interno di una sillaba.
Fig. 50 - Vie del canto
IL CANTO MODIFICA IL CERVELLO DELL'UOMO
Un ' interessante ricerca sugli uccelli, pubblicata da "Nature", eseguita da alcuni ricercatori della
Duke University di Durham ( Stati Uniti), evidenzia che gli uccelli modificano la struttura del
cervello quando imparano a cantare.
Con la tecnica di " imaging", gli studiosi hanno potuto notare che quando i giovani fringuelli
imparano il canto dai loro genitori, o da altri uccelli adulti, dai quali venivano allevati, nelle
strutture cerebrali adibite alle abilità canore avvenivano dei cambiamenti strutturali nelle "spine
dendritiche" che diventavano più stabili e durature.
Le "spine dendritiche" sono diramazioni dei dendriti più sottili delle cellule nervose, dotate di
minute espansioni denominate " spine o gemmule" che prendono parte alle connessioni sinaptiche.
Inoltre i ricercatori hanno potuto notare una correlazione tra apprendimento al canto ed un aumento
dell'attività sinaptica nei giovani fringuelli.
Da studi fatti precedentemente era stato osservato una correlazione tra cambiamento strutturale del
cervello ed esperienze sensoriali, ma non era stato compreso, che i cambiamenti avvenivano durante
l'apprendimento.
Gli autori di questa ricerca ritengono che i risultati conseguiti potrebbero estendersi anche all'uomo
aprendo nuovi orizzonti al campo medico, in particolar modo a sostegno delle persone colpite da
ictus e che hanno perso l'uso della parola.
Se le aree del cervello coinvolte nel linguaggio sono state danneggiate i pazienti possono utilizzare
aree deputate al canto per recuperare la parola.
Le aree deputate al linguaggio sono infatti altre rispetto a quelle coinvolte nel canto e se le prime
sono state danneggiate è possibile utilizzare queste ultime per recuperare la parola
<< cantando >>
Tutto ciò emerge da uno studio scientifico fatto ultimamente a San Diego.
Fig. 51 - foto due insegnanti che cantano
Fig. 52 - Disegno spine dendritiche
ORIGINE DEL LINGUAGGIO SECONDO DARWIN
Darwin ritiene che il linguaggio sia un carattere di distinzione tra l'uomo e gli animali inferiori,
anche se l'uomo non è il solo individuo che faccia uso del linguaggio per farsi capire, esprimere il
proprio pensiero e comprendere il pensiero espresso da altri.
Esistono animali che emettono suoni, grida, urla, fanno gesti e movimenti facciali per esprimere
emozioni e pensieri. Alcune scimmie del Paraguay "cebus azaree", quando sono eccitate emettono
suoni distinti che suscitano emozioni in altre scimmie.
I loro gesti e le loro manifestazioni espressive sono comprese dall'uomo ed anche loro
comprendono il linguaggio umano.
Il cane quando è stato addomesticato, ha imparato ad abbaiare in diversi modi diversi; sicuramente
anche i suoi antenati avranno espresso i loro sentimenti con grida. Il cane addomesticato ha diversi
modi di abbaiare in relazione ai diversi comportamenti:





grida
ringhia
uggiola
abbaia di gioia
fa il latrato di avidità
quando è rinchiuso o ulula
negli stati di collera
durante la notte
quando passeggia con il suo padrone
nella caccia
L'uso del linguaggio articolato è caratteristico dell'uomo, ma come gli animali inferiori usa grida
inarticolate per esprimere ciò che sente, aiutandosi con gesti, espressioni facciali e l'utilizzo di
muscoli mimici per manifestare sentimenti semplici.
Le grida, gli atteggiamenti timorosi, le espressioni di dolore unitamente a gesti appropriati, a volte
sono più espressivi della parola.
Ciò che distingue l'uomo dagli animali inferiori non è la capacità di comprendere suoni articolati,
perchè è risaputo che anche i cani comprendono intere frasi e che i pappagalli hanno la capacità di
articolare i suoni, ma nessun essere vivente ha le facoltà mentali enormemente sviluppate come
quelle dell'uomo che lo rendono capace di associare suoni, a svariate e diverse innumerevoli idee. I
suoni emessi dagli uccelli permettono di individuare una stretta analogia con il linguaggio umano
perchè tutti gli appartenenti alla stessa specie emettono gli stessi gridi istintivi per esprimere le loro
emozioni. Il canto vero e proprio e anche le note di richiamo, sono insegnate agli uccelli dai
genitori. I primi tentativi canori si possono paragonare ai primi balbettii di un bambino piccolo. I
giovani maschi continuano ad esercitarsi per una decina di mesi, per insegnare il canto appreso alla
loro prole. Il professor Müller ritiene che il linguaggio trae origine dall'imitazione e dalle
manifestazioni di vari suoni naturali, dalla voce degli animali, dalle grida istintive dell'uomo,
animate da gestualità e segni.
Ѐ' probabile che l'uomo primitivo usasse la voce per cantare, un attitudine esercitata durante il
corteggiamento amoroso, come fanno attualmente i gibboni per esprimere amore, gelosia, trionfo e
per sfidare i rivali.
Ѐ probabile che l'imitazione, la cadenza musicale, i suoni articolati, abbiano dato origine a parole
complesse e svariate emozioni. Nel corso evolutivo gli organi vocali si saranno rinforzati e
perfezionati rendendo la voce più fluida e potente in virtù del principio dell'ereditarietà, dell'uso e
della selezione naturale degli organi della voce, che rinforzandosi hanno permesso alla voce di
aumentare di tono e di diventare fluente. E' stato indubbiamente importante la relazione tra l'uso del
linguaggio e lo sviluppo del cervello.
L' uso del linguaggio
→
←
Sviluppo del cervello
I poteri mentali tra i progenitori dell'uomo dovevano essere più sviluppati di quelli delle scimmie
ancora prima che si usasse la forma più sviluppata del linguaggio. L'uso continuo e il progresso di
questo potere umano deve aver agito sulla mente favorendo la concatenazione del pensiero poichè
una complessa serie di pensieri non può formarsi senza essere aiutata dalla parola pronunciata o
pensata.
Il professor Müller ritiene che l'uso del linguaggio implica la capacità di formulare concetti generali
e nessun essere vivente all'infuori dell' uomo ha questo potere, ciò determina una barriera
insormontabile tra animale e uomo.
Fig. 53 - Foto scimmie urlatrici
SVILUPPO DEGLI ORGANI VOCALI
Si può supporre che gli organi deputati alla parola si siano perfezionati nel tempo dal momento che
i mammiferi superiori possiedono organi vocali con una struttura simile alla nostra.
Probabilmente si sono sviluppati con il miglioramento delle abilità di comunicazione,
progressivamente aiutati in questa funzione da lingua e labbra.
Le scimmie superiori non usano gli organi vocali per parlare, ciò potrebbe dipendere dalla loro
intelligenza non sufficientemente sviluppata per l'uso della parola, ma se sapessero parlare non
potrebbero emettere suoni articolati generati dalle corde vocali, questa incapacità è determinata
dalla posizione della laringe che è situata in una parte molto alta del collo. Durante il percorso
evolutivo nell' Homo Erectus, la ricostruzione della nascita del linguaggio si impernea sui
cambiamenti anatomici avvenuti negli organi della testa, e possiamo fare un parallelo fra scimmia e
storia evolutiva. Durante l'evoluzione, nell'Homo Erectus, la base del cranio ha iniziato ad arcuarsi,
questa lenta trasformazione somatica ha modificato il cranio, che arrotondandosi ha determinato
l'abbassamento della laringe e la formazione di un tratto sopralaringeo adatto per la modulazione
dei suoni: si è così avviata una lunga evoluzione durata due milioni di anni per giungere alle attuali
abilità linguistiche umane. Analizzando i fatti che storicamente sono accaduti si può dedurre che la
parola " dell'Homo Sapiens", considerata un' abilità intellettiva superiore ha profonde basi
biologiche e genetiche.
FIG. 54 - Cambiamneti anatomici avvenuti negli organi della testa da tesina Jeffrey Eugenides
linguaggio
PLASTICITÀ INFANTILE
I medici e neuroscienziati Hubel e Wiesel vinsero il premio Nobel per aver scoperto con i loro
esperimenti che nei cuccioli di gatto il cervello è plastico. Durante le loro osservazioni
individuarono anche il "periodo critico" degli animali andava dalla terza all'ottava settimana durante
questo periodo i gatti modificavano il loro cervello, rimodellandosi. I due scienziati avevano inoltre
scoperto che anche nei bambini il cervello è plastico nel periodo critico, che inizia nell'infanzia e si
conclude tra gli otto anni e la pubertà.
Durante questo periodo il bambino può imparare la seconda lingua e ogni volta che impara un
nuovo vocabolo esso va ad occupare lo stesso spazio cerebrale occupato dalla lingua madre. Dopo il
periodo critico l'apprendimento linguistico si conclude, crescendo la persona utilizza la lingua
madre, che occupa l'intera mappa linguistica e impedisce con la sua tirannia di imparare una nuova
lingua.
La scoperta dei neuroscienziati Hubel e Wiesel, soprattutto quella che riguarda il periodo critico, è
stato uno fra i risultati più eclatanti in campo biologico, ma consolidò "la teoria localizzazionista"
secondo cui i lobi frontali erano la sede del sistema motorio, i lobi temporali, parietali e occipitali
includevano il sistema sensitivo e il sistema sensitivo elaborava gli stimoli inviati al cervello dagli
organi di senso occhi orecchio e recettori tattili. Le regioni che erano state individuate erano
deputate a quelle specifiche funzioni mentali e una volta "cablate" dopo il periodo critico,
rimanevano per sempre immutabili. Con questa ferma convinzione i neuroscienziati erano increduli
dinanzi alle ipotetiche teorie di "plasticità cerebrale" enunciate da Merzenich.
Fig. 55 - Wiesel e Hubel festeggiano il premio Nobel
MERZENICH UNA RIVOLUZIONE NEUROPLATICA
Merzenich è considerato uno fra i maggiori neuroscienziati americani, il suo successo è legato alla
teoria neuroplastica, il suo pensiero è innovativo e moderno nel sostenere il rimodellamento
cerebrale.
Secondo Merzenich "la plasticità cerebrale" accompagna il cammino dell'uomo nel corso di tutta la
sua vita, e migliora l'apprendimento, le funzioni cognitive e percettive, il pensiero, la memoria, i
ricordi, anche delle persone anziane. Se l'apprendimento avviene coerentemente alle leggi
neuroplastiche i processi mentali miglioreranno e le abilità acquisite diventeranno meno dispersive,
più precise e veloci. La neocorteccia è in grado di perfezionare e di elaborare selettivamente le sue
capacità adattandola di volta in volta ai compiti da svolgere e "impara come imparare".
Merzenich ritiene che il cervello non sia un contenitore vuoto, ma una creatura vivente che palpita,
in grado di crescere, svilupparsi, modificarsi se viene costantemente alimentata dall'attenzione e da
movimenti consapevoli appropriati.
Merzenich iniziatò la sua ricerca scientifica nel 1968, dopo aver concluso il dottorato.
Con l'uso di tecnologie più avanzate di quelle utilizzate da Penfield, ha potuto fare scoperte
importanti sulla formazione strutturale e funzionale delle mappe cerebrali del cervello di giovani
scimmie.
Con la ricerca sperimentale sulla micromappatura della mano di una giovane scimmia ha osservato
il processo della plasticità durante il suo decorso. Scopri che le mappe cerebrali:





si riordinano topograficamente
erano dinamiche e modificavano posizione e confine
erano competitive
erano in costante mutamento
potevano formare nuove connessioni nervose
L'idea che le mappe del corpo modificavano confine, posizione, funzione anche in età adulte e in
condizioni normali era fortemente ostacolato dai "localizzazionisti".
Ma i ripetuti esperimenti condotti da Merzenich a sostegno della "plasticità" gli fornirono prove
sufficienti per far soccombere le convinzioni conservatrici dei più tenaci e increduli neuroscienziati.
Fig. 56 - Contatti sinaptici nell'apprendimento
APPRENDIMENTO HEBBIANO
Hebb, psicologo comportamentista canadese, collaboratore di Penfied, nel 1949 ha ipotizzato una
teoria sull'apprendimento.
Secondo Hebb l'apprendimento produce nuovi legami tra i neuroni: quando due neuroni si attivano
insieme o ripetutamente, oppure quando si attiva uno inducendo l'attivazione dell'altro, in entrambi i
casi si verificano delle reazioni chimiche che rendono forte il legame tra i due. L'apprendimento è il
consolidamento dei legami neuronali
FIG. 57 - Plasticità di Hebb (libro LEDOUX)
Sulle idee di Hebb, Merzenich sosteneva che i neuroni delle mappe cerebrali sviluppavano delle
forti connessioni reciproche se venivano stimolati reciprocamente.
Per cui le persone che soffrivano di:
 malattie neurologiche
 disturbi di apprendimento
 problemi psicologici
 ictus
 lesioni cerebrali
Potevano sperare di migliorare le loro condizioni, se sviluppavano nuove connessioni nervose
inducendo i neuroni ad attivarsi simultaneamente e a legarsi tra di loro.
DISAPPRENDERE É PIÙ FACILE CHE APPRENDERE
Se le mappe sono competitive e tiranne, una volta che si è appresa una cattiva abitudine, è difficile
eliminarla?
Quando una cattiva abitudine si è consolidata significa che ha acquisito un controllo sulle mappe
cerebrali tale da impedire che quello spazio sia occupato dalle "buone abitudini".
Buone per il comportamento e per la salute.
Con la consapevolezza e la ripetizione di movimenti consapevoli basati sulla percezione sensoriale
e sull'utilizzo di piccole e gradevoli astuzie che possono trarre in inganno il sistema nervoso, le
nuove e buone abitudini possono lentamente sostituire e occupare lo spazio invaso dalle cattive
abitudini respingendole ai margini o eliminandole definitivamente.
Stimoliamo le cellule nervose....
... per recuperare sane e buone abitudini.
NEUROGENESI
Elizabeth Gould
Per molti anni gli scienziati sono stati intralciati dalla falsa concezione che il cervello fosse"cablato"
e che il suo sviluppo fosse definito fin dalla nascita e rimanesse immutabile per tutta la vita.
Secondo questa teoria i tessuti nervosi di aree cerebrali danneggiate da ictus, incidenti, o da altre
malattie non potevano essere ripristinati e le funzioni perdute non potevano essere recuperate.
La teoria sulla "fissità del sistema nervoso e la sua incapacità di rinnovarsi e riprodursi" acclamata
e difesa per quasi tutto il '900, nel duemila è crollata dinnanzi i risultati sperimentali ottenuti
attraverso le ricerche di giovani neurobiologi del New Jersey sotto la guida di Tracey Y. Shors ed
Elizabeth Gould che credevano nella "neurogenesi". Mediante studi condotti sui topi essi
hanno dimostrato che i giovani neuroni riprodotti si integravano nei circuiti nervosi dell'ippocampo
e che la loro presenza era essenziale per la fissazione di nuove informazioni, per nuovi ricordi,
nuove tracce mnemoniche, quindi per rinnovare circuiti nervosi coinvolti nella memoria.
Significa che per formare nuovi ricordi sono necessarie nuove cellule nervose e questo processo
riproduttivo è ridotto dallo stress.
Fig. 58 - Impulsi di una cellula nervosa
IL CERVELLO DEI PIANISTI
Le vie uditive, sensitive unitamente alle somoestesiche, sono dotate di una notevole plasticità e si
modificano con l'esperienza. Un esempio di plasticità corticale è rappresentato dai musicisti nei
quali, in virtù delle loro attività, si verifica un aumento delle aree uditive. Inoltre essi hanno una
maggiore rappresentazione somatosensoriale nelle aree corticali, inerente alle afferenze delle dita
delle mani che utilizzano per suonare, e hanno inoltre un cervelletto più sviluppato delle persone
normali. Dalle osservazioni fatte dagli scienziati su pianisti e soggetti non musicisti è risultato che i
pianisti avevano la materia grigia delle aree uditive e viso-spaziali più sviluppate. Si può quindi
affermare che il cervello adulto è in grado di rimodellarsi sulla base dell'esperienza personale,
formando nuovi circuiti nervosi o sinapsi.
FIG. 59 - Il cantautore e musicista Marco Giorgi
IL CERVELLO DEI TASSISTI
Nel 2000 Eleonor Maguire e KatherineWoollett
dell'Istituto Neurologico dell'Università di Londra
hanno pubblicato un interessante studio condotto sul
cambiamento del cervello dei tassisti londinesi,
dopo averli sottoposti a risonanza magnetica.
Hanno potuto dimostrare che nei tassisti le
dimensioni dell'ippocampo di destra sono maggiori
di quelle di un non guidatore di taxi: con ciò
evidenziando che alcune attività svolte dall'uomo
sono in grado di modificare quest'area cerebrale, che
si attiva nell'orientamento spaziale e nel ricordare la locazione e la disposizione di piazze e vie.
L'ippocampo è un'area cerebrale situata in profondità nel lobo mediotemporale coinvolto nella
"navigazione spaziale" e nella memoria a lungo termine.
Alcune attività professionali come quelle dei tassisti sono in grado di fare aumentare le dimensioni
di questa particolare e antica struttura cerebrale.
Per ottenere una licenza di guida ai londinesi viene richiesta la conoscenza di ben 25000 strade
incluse nel raggio di 10 km dalla stazione centrale, per cui le aree deputate alla memoria degli
aspiranti tassisti londinesi è sottoposta a continue sollecitazioni mnemoniche.
L'area ippocampale costantemente e ripetutamente sollecitata dai tassisti nel ricordare le
disposizione delle vie, delle piazze, delle strade, dei lunghi storici più conosciuti, inducono lo
sviluppo delle dimensioni dell'ippocampo così chiamato perchè simile ad un cavalluccio marino.
Risulta che i tassisti londinesi più anni passano percorrendo le strade della città, maggiori saranno
le dimensioni del loro ippocampo, responsabili delle rappresentazioni spaziali.
Il cavalluccio marino è di medie dimensioni nelle persone normali, con l'esperienza diventa un
"grande cavalluccio". Questo esempio è a favore della plasticità cerebrale. L'ippocampo quindi è
implicato nel rendere conosciuto lo sconosciuto e nell'elaborazione di nuove esperienze.
Recenti studi hanno dimostrato una correlazione tra stress cronico e deterioramento nei neuroni
dell'ippocampo.
Fig. 60 - Ippocampo
L'APPRENDIMENTO
Si può definire apprendimento la capacità di acquisire nuove informazioni e di modificare i
comportamenti in base all'esperienza.
Apprendere significa acquisire informazioni, caratteristica comune a tutti gli animali e in particolar
modo agli esseri umani.
Secondo Hebb noi apprendiamo nuove informazioni formando nuove connessioni sinaptiche tra i
neuroni.
Apprendere è creare una nuova relazione tra i neuroni e ricordare è mantenere viva questa relazione.
Quando acquisiamo nuove conoscenze diciamo "oggi ho imparato qualche cosa di nuovo".
Dal punto di vista neurologico, con l'apprendimento di nuove idee si sono formate una serie di
connessioni sinaptiche per l'apprendimento di nuove informazioni, in una rete neuronale che
archivia quel concetto come "ricordo".
Questo modo di archiviare le conoscenze nella corteccia cerebrale è stato definito dallo psicologo
Endel Tulving "Memoria semantica "
La memoria è la ritenzione o l'immagazzinamento delle informazioni apprese.
Strettamente collegate
Apprendimento
Memoria
MEMORIA
La memoria è la capacità di immagazzinare, conservare e recuperare le informazioni apprese, essa
ci permette di continuare la nostra vita interiore facendo sopravvivere il passato.
Con la memoria si hanno informazioni utili per adattarsi all'ambiente e per modificarlo secondo i
propri sogni ed esigenze.
Le diverse modalità mnemoniche come l'incontro con il primo amore, il primo bacio sotto le stelle,
il ballo adolescenziale, l'andare in bicicletta richiedono l'attivazione e l'elaborazione di sistemi
cerebrali diversi e distinti.
Si distingue:


memoria a breve termine si riferisce alla capacità di conservare e tenere in mente un
evento appena accaduto.
Può durare da alcuni secondi a qualche ora. Conserva le
informazioni per tempi molto brevi mentre il soggetto pianifica
le informazioni; come ad esempio quando ricerca un oggetto
smarrito ed elimina i posti già ispezionati.
memoria a lungo termine immagazzina le tracce mnemonche per giorni, mesi, anni e a
volte per tutta la vita consentendoci di conservare e di rievocare i
contenuti al di là della consapevolezza
La memoria a lungo termine costituisce la base della nostra storia personale e ci consente di formare
la nostra identità:





immagazzina le informazioni
conserva e rievoca i contenuti
costituisce la base della nostra storia personale
ci permette di formare la nostra identità
influenza il nostro comportamento
MEMORIA A LUNGO TERMINE
La memoria a lungo termine è organizzata in tre distinti sistemi:
- esplicita o dichiarativa
- implicita o procedurale
- emotiva
si riferisce a fatti ed eventi
si riferisce a abitudini e competenze
costituisce l'aspetto emozionale degli eventi e dei fatti
Memoria esplicita
Episodica
Semantica
Riferita ad eventi
ed episodi : ricordare
una canzone o un
numero telefonico
Riguarda la conoscenza
dei fatti, la classificazione
degli oggetti
" La memoria semantica" pertiene alle informazioni che giungono all'intelletto ma che non
abbiamo sperimentato, per cui la nuova informazione può essere stata appresa come concetto ma
non è stata sperimentata con il corpo.
All'esperienza appresa è stata data vita nella mente ma non nel corpo. Per l'archiviazione della
memoria esplicita sono essenziali:
 l'ippocampo
 le aree corticali dei lobi temporali
 l'ipotalamo e il talamo
Corteccia
prefrontale
Ippocampo
Corteccia
paraippocampale
Fig.61 - Aree implicate nella memoria esplicita
CODIFICAZIONE DELLA MEMORIA ESPLICITA
L'informazione arriva
dai sensi
Corteccia
uditiva
Corteccia
visiva
Corteccia
somatica
CORTECCIA PREFRONTALE
immagazzina come memoria di lavoro
LOBO TEMPORALE MEDIALE
GIRO IPPOCAMPALE
IPPOCAMPO
Elaborazione ancora sconosciute
ARREE ASSOCIATIVE
Sono depositate memorie stabili




Le aree di elaborazione sensoriale ricevono segnali dagli eventi esterni
Le aree corticali elaborano i segnali e creano rappresentazioni percettive degli stimoli
Le rappresentazioni vengono trasmesse alle regioni corticali adiacenti
Le aree adiacenti inviano "le rappresentazioni elaborate"all'ippocampo
Quando facciamo un'esperienza nuova tutti i nostri sensi sono impegnati.
Dalla vista, dall'odorato, dall'udito, dal tatto arrivano un crescendo di stimoli sensoriali che sono
elaborati nelle rispettive aree sensoriali del cervello.
I neuroni si riorganizzano in una rete neurale per registrare ogni esperienza nella forma di nuovi
ricordi.
MEMORIA IMPLICITA
La memoria implicita riguarda la modalità degli atti che non coinvolgono la coscienza, ma si
realizzano in maniera inconscia, garantisce la formazione dell'abitudine come ad esempio comporre
un numero telefonico, pettinarsi, colpire una palla da tennis, andare in bicicletta, risolvere i
problemi.
L'abitudine è una forma semplice di apprendimento in cui lo stimolo "neutro" viene più volte
applicato.
La prima volta lo stimolo è nuovo, con la ripetizione l'individuo si abitua e lo ignora riducendo la
risposta.
L'abitudine è l'addestramento all'esecuzione di atti motori percettivi di tipo riflesso.
Questo tipo di risposta garantisce il continuo adattamento sensorio e motorio mentre si svolge
l'azione motoria che avviene in automatico come leggere, scrivere, andare in bicicletta.
Quando si impara ad andare in bicicletta l'area associativa motoria è costantemente coinvolta, dopo
che si è memorizzata la procedura, la corteccia non è più coinvolta perchè è stata depositata nei
nuclei della base e nelle strutture sottocorticali.
La sensibilizzazione è il processo inverso.
Nella memorizzazione di tipo implicito, svolgono un ruolo fondamentale:
 nuclei della base
 cervelletto
 amigdala
 area supplementare motoria
Lo stress, l'invecchiamento, la demenza danneggiano l'ippocampo lasciando però integra la
memoria già consolidata in passato e impedendo la formazione di nuove memorie.
MORBO DI ALZHEIMER
Morbo di Alzheimer
LOBO
TEMPORALE
IPPOCAMPO
NEOCORTECCIA
- La malattia comincia ad attaccare il cervello dal lobo temporale, in particolare dall'ippocampo, e ci
fa comprendere come la perdita di memoria sia il primo segnale di allarme.
- Successivamente il morbo si insinua nella neocorteccia e mentre progredisci sono compromessi
tutti i ricordi vecchi e nuovi, insieme a svariate funzioni cognitive della corteccia.
- Questa malattia compromette contemporaneamente cervello e mente con disastro cognitivo.
EVOCAZIONE DEI RICORDI
Sembra che le varie parti della memoria visiva, olfattiva, uditiva siano consolidate e immagazzinate
nelle regioni corticali specializzate e le aree associative siano le sedi principali di accumulo delle
tracce mnemoniche riportate alla coscienza quando la memoria viene richiamata da varie
componenti, come il ricordo di una scena vivacemente vissuta in passato, un odore, un profumo, un
ritmo musicale di una canzone associata ad una scena simile o a delle parole che implicano la
visione e la vivacità della scena. Le nuove tracce mnemoniche vengono confrontate con quelle
preesistenti in memoria, se risultano uguali vengono a queste ultime sommate, se diverse, sono
memorizzate separatamente.
La ripetizione di un quadro sensoriale spiegherebbe " il rinforzo della memorizzazione".
I ricordi
Piacevoli
Spiacevoli
Le memorie emozionali prediligono come sede l'amigdala. Il ricordo di una scena è un complesso
intreccio di sentimenti costruito tra dialogo e tra strutture cerebrali:
Amigdala
Ippocampo
Corteccia
Deposito delle aree corticali
"SOMMELIER"
UN’ARTE CHE SI IMPARA
Molte persone come me "più astemie" che "vinacciole" bevono il vino come se fosse acqua senza
conoscere le particolari caratteristiche che distinguono un vino dall'altro.
Questa incapacità che ho dall'infanzia non la dimostro mai a nessuno e quando mi reco al ristorante
e gentilmente il cameriere mi porge il bicchiere di vino "per il famoso assaggio" dico "é perfetto"
senza capirci niente.
Ho invece amici che sono dei veri intenditori, hanno fatto il corso per diventare Sommelier e prima
di bere il vino eseguono dei particolari rituali che mi divertono.
Prima lo fanno decantare nella caraffa per farlo respirare, quando lo versano nel bicchiere sentono il
suono, poi osservano il colore, lo arieggiano, sentono l'emanazione del profumo e l'assaggiano
gustandolo lentamente.
Usano tutti i sensi per bere semplicemente un bicchiere di vino e quando mi dicono "senti il
retrogusto alla fragola" li osservo con estremo scetticismo e diffidenza.
La mia amica Mirca Mariani, anche lei "Sommelier", più volte mi ha suggerito di imparare ad
assaggiare piccoli sorsi di vino rosso durante i pasti perchè contiene dei potenti antiossidanti.
Per quanto mi sforzi il mio palato non ha imparato a sorseggiare il vino rosso che continua a non
piacermi, per cui non ho formato nessuna "memoria etilica" ma in compenso ne ho formate tante
altre.
Intenditori di vino non si nasce ma si diventa, riconoscere le sottili differenze che distinguono il
gusto e l'aroma da un'annata all'altra e relativa provenienza, sono capacità apprese che si
acquisiscono attraverso la ripetizione e l'assaggio di diversi vini, confrontando gusti sconosciuti
con gusti noti si sviluppano ampie esperienze.
Percepire, comprendere impressioni sensoriali, sommarle ai dati appresi sulle diverse varietà dei
vini, sulle produzioni regionali, sulle attività commerciali e nazionali sono tutte caratteristiche che
si raggruppano in un circuito nervoso che interpreta il concetto che le persone hanno di
degustazione del vino, che può essere definita "rete neurale della degustazione di vini".
L'attenzione prestata durante l'esperienza vissuta associate alle conoscenze semantiche formano un
ricordo "episodico".
L'apprendimento è completo perchè l'esperienza sensoriale profonda ha arricchito la rete neuronale
appena formata.
L'esperienza nuova e la consapevolezza hanno prodotto una forte connessione sinaptica stabile e a
lungo termine che può essere archiviata o depositata nelle strutture cerebrali deputate a questa
funzione.
Mirka Mariani Sommelier
L'APPRENDIMENTO SECONDO FELDENKRAIS
Le innumerevoli azioni da noi svolte quotidianamente sono strettamente connesse all'eredità
biologica, a quanto abbiamo imparato dalla nascita fino a quel momento, all'esperienze fatte
precedentemente, all'immagine corporea che abbiamo formato di noi stessi, all'ambiente culturale,
sociale nel quale abbiamo vissuto e viviamo.
Delle azioni che ci fanno scrivere, leggere, parlare, camminare, ascoltare musica, siamo
consapevoli soltanto in parte.
Il metodo Feldenkrais si prefigge come scopo primario di rendere la persona "consapevole",
guidandola nell'esplorazione di sé mentre compie i movimenti, rendendoli facili, piacevoli ed
armoniosi e comunica con un linguaggio non verbale nell' Integrazione Funzionale (I.F.), verbale
nelle lezioni collettive (C.A.M.).
Con parole semplici e comprensibili conduce la persona a percepirsi, a sentire parti del corpo
remote e dimenticate, e si avverte la loro presenza con il dolore.
L'insegnamento del Metodo Feldenkrais non è simile all'insegnamento che avviene nelle scuole
elementari, nelle medie, all'università, perchè non viene espresso un giudizio da parte
dell'insegnante e non c'è nessun diploma o laurea da conseguire se non la scoperta di una nuova
percezione corporea che conduce a compiere nuovi movimenti, azioni migliori e promuove la
produzione di una chimica diversa del cervello.
Studenti 150 ore
LEZIONI COLLETTIVE CON IL METODO
FELDENKRAIS (C.A.M.)
Per star bene è importante apprendere nuove abilità di fare le cose che già sappiamo fare, con
lezioni collettive e individuali.
LEZIONI INDIVIDUALI CON IL METODO
FELDENKRAIS (I.F.)
Con le nostre lezioni le persone migliorano perchè imparano ed ogni volta raggiungono un nuovo
benessere, si sentono più rilassati, più leggeri, più alti, il respiro è diventato più profondo e libero a
volte il dolore è sparito, come sono scomparse le rughe sul volto, gli occhi diventano più lucidi, la
voce è più profonda e si sente una nuova giovinezza.
Con il Metodo Feldenkrais le persone sono guidate ad imparare per imparare.
L'APPRENDIMENTO DEI MAMMIFERI
Tutti i vertebrati: pesci, anfibi, rettili, mammiferi, hanno bisogno di un apprendimento che può
variare da alcuni minuti ad anni interi.
Alcuni mammiferi come bovini, ovini, suini, equini, appena nati sono capaci di seguire le mandrie o
il gregge dopo che la madre ha reciso il cordone ombelicale e a ripulito il piccolo leccandolo.
Ovviamente ciò accade perchè le connessioni nervose si sono formate prima della nascita, ciascuna
specie ha trasmesso l'apprendimento ereditato come riflessi, gli istinti che mettono il piccolo
neonato in condizioni di sopravvivere in situazioni precarie.
Al momento della nascita il sistema nervoso è "cablato" significa che lo sviluppo si è completato,
cioè le sinapsi o le connessioni sinaptiche dei neuroni sono pronte e l'apprendimento è breve.
Azienda Agricola "La Vischia"
CURE PARENTALI
Gli uccelli e i cuccioli di gatti e cani hanno bisogno di un apprendimento di poche settimane.
Foto animali dell'Az. Agricola "La Vischia" e del Centro
APPRENDIMENTO ORGANICO
L'apprendimento organico inizia nell'utero e continua per tutta la vita dell'individuo è una necessità
biologica e fisiologica, individuale, necessita di molto tempo ed implica una struttura complessa e
varie funzioni associate ad azioni corrette e fallimenti.
Lo sviluppo delle strutture corporee coincide con il tentativo del bambino di funzionare nel proprio
ambiente. Il neonato continuerà a girarsi da una parte all'altra finchè le strutture nervose non
saranno sufficientemente mature da rendere possibile un altro movimento.
La maturazione delle strutture nervose e il loro collegamento con i muscoli sono influenzati dai
nuovi tentativi del corpo di funzionare
fase talamo-pallido
fase striata
Pallido
Striato
Talamo
fase piramidale
INTERAZIONE CON LA GRAVITÀ
Il sistema nervoso del bambino è strutturato attraverso i sensi le percezioni cinestesiche determinate
dall'ambiente famigliare e sociale.
I quattro elementi preposti al movimento scheletro→muscoli→sistema nervoso→ambiente
interagiscono continuamente nel campo gravitazionale dalla nascita alla vecchiaia.
LE "AZDORE" HANNO CAMBIATO LINGUAGGIO
Le azdore quando erano giovani parlavano di morosi:
" A jho un muros bèl bèl,
l'è tôt rèzz
si occ de zil,
e'na pèla fina
ch'la pèr d'avlud,
eh pu' l'ha....bhè!
L'è mej c'ha staga
zèta"
Ho un moroso bello bello
è tutto riccio
con gli occhi del colore del cielo
e ha una pelle fine
che sembra di velluto
e poi ha… bhè!
È meglio che stia zitta.
Oggi che il tempo dell'amore è passato parlano di dolori:
" Se-t-scòr sèmpra ad tôt i tu mèl, sbaj,
parchè dì m'e tu zarvèl
che sté mèl...e pu' dopa e va a fin^
che sté mél da bon."
Se parli sempre di tutti i tuoi mali
dici al tuo cervello
che stai male… e poi dopo va a finire
che stai male davvero.
Prodotto da Tina Broccoli
Disegni di Marilena Censi
Si ringrazia per la collaborazione di Simone Broccoli, Robenta Pari, Pierangela Rossetti,
Massimo Galli, Thomas Ramberti.
BIBLIOGRAFIA
Dr. Alberto Vignati Università degli studi di Milano " Sistema nervoso parte prima e parte seconda".
Andre Marini Manuale di neurolinguistica Ed. CAROCCI 2008
Jo Dispenza Evolvi il tuo cervello Ed. MACRO 2008
Francesco Bottaccioli Psiconeuro endocrino immunologia Ed. RED 2011 (ristampa)
Luigi Cattaneo Compendio di anatomia umana Ed. MONDUZZI 1986
Cesare Caselli – Vanni Taglietti Principi di fisiologia Ed. LA GOLIARDICA PAVESE 2002
Ganon Fisilogia medica Ed. PICCIN 2006
M. Feldenkrais Le basi del Metodo per la consapevolezza dei processi psicomotori
Ed. ASTROLABIO1991
M. Feldenkrais Il corpo e il comportamento maturo Ed. ASTROLABIO 1996
Robert F.Schmidt Fondamneti di neurofisiologia Ed. ZANICHELLI 1990
Murray L. Barr Il sistema nervoso umano Ed. PICCIN NUOVA LIBRERIA 1983
Martini, Timmons, Tallitsch Anatomia Umana Ed. EdiSES (Quinta edizione) 2012
Autori vari - Luciano Zocchi Principi di Fisiologia Ed. EdiSES 2012
Joseph LeDoux Il cervello emotivo Ed. Baldini Castoldi Dalai 1998
Arrivederci a presto con .........."Le emozioni"
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