Romanticismo e idealismo Il Romanticismo è un vasto movimento

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Romanticismo e idealismo
Il Romanticismo è un vasto movimento letterario, artistico e culturale che si sviluppò tra la fine del Settecento e
gli inizi dell'Ottocentoschema mappa hegeòsc, prima in Germania e poi nel resto dell'Europa. Pur essendo un
movimento molto eterogeneo, si caratterizza per alcuni aspetti comuni di fondo:
1. Il senso dell'infinito: in tutto il romanticismo vi è una tensione ad andare oltre qualsiasi limite materiale
e spirituale, verso l'assoluto o l'infinito. I romantici si differenziano per il diverso modo di intendere
l'Infinito e di concepirne i rapporti con il finito (l'uomo, la natura, ecc.). Il modello dominante è quello
panteistico, secondo il quale il finito è la realizzazione vivente dell'Infinito. Un secondo modello, che
afferma invece la distinzione tra finito e Infinito, è una forma di trascendentismo e di teismo, che
ammette la trascendenza dell'Infinito rispetto al finito.
2. L'esaltazione del sentimento e dell'arte: contro il razionalismo dell'illuminismo, il romanticismo
propone la riscoperta del sentimento. Nel romanticismo viene rifiutata ogni visione ottimistica di
derivazione illuminista (rifiuto del progresso e della scienza). Dai poeti e dagli artisti, l'organo più
funzionale per rapportarsi alla vita e per penetrare nell'essenza più riposta dell'universo viene
rintracciato nel sentimento, che è la principale eredità che il Romanticismo riceve dallo Sturm und
Drang. Il pensiero è soltanto un sogno del sentimento (Novalis). Goethe nel Faust scrive: Quando in
cotesto sentire ti senti veramente felice, chiamalo pure allora come vuoi: chiamalo felicità, cuore,
amore, Dio. Per questo io non ho nome alcuno. Sentimento è tutto. La parola è soltanto suono e fumo.
L'esaltazione del sentimento procede parallelamente al culto dell'arte: la poesia, ma soprattutto la
musica, sono gli organi capaci di raggiungere intuitivamente l'Infinito. l'arte come suprema forma di
conoscenza e disciplina intellettuale, vista come espressione massima della spiritualità immanente al
mondo.
2. La concezione spiritualistica e antimeccanicistica della natura, per cui il mondo naturale è
l'espressione di una divinità immanente. Da Galileo in poi, la Natura era stata prevalentemente
considerata come sistema di materia in movimento retto da un insieme di leggi meccaniche, senza
ulteriori finalità. Riprendendo dall'altro la visione antico-rinascimentale della natura, i romantici
giungono ad una filosofia della natura organicistica (la natura è una totalità organizzata nella quale le
parti vivono solo in funzione del tutto), vitalista (la natura è una forza dinamica, vivente, animata),
finalistica (la natura è un processo in vista secondo determinati scopi, immanenti o trascendenti),
spiritualistica (la natura è anch'essa spirituale o uno spirito in divenire) e dialettica (la natura è
organizzata secondo coppie di forze opposte, formate da un polo positivo ed uno negativo, e costituenti
delle unità dinamiche). La scoperta della pila voltaica e i progressi del chimismo e del magnetismo
parvero, ad un certo punto, confermare talune intuizioni romantiche, come ad esempio quelle relative
alla dialettica‖ dei fenomeni naturali.
4. La riscoperta della fede: la riscoperta del sentimento religioso in grado di cogliere gli aspetti più
trascendenti e mistici della vita, in risposta all'antireligiosità dell'illuminismo.
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5. La rivalutazione della storia: la rivalutazione, ad esempio, del periodo medievale, in contrapposizione
all'antistoricismo illuminista che aveva svalutato il medioevo definendolo il periodo buio dell'umanità.
Storicamente viene indicato come movimento ispiratore del Romanticismo lo Sturm und Drang ("tempesta ed
impeto"), che prese il nome da un dramma di Klinger del 1776. La filosofia della fede si può considerare nel
suo complesso come l'espressione filosofica del movimento letterario dello Sturm und Drang. La ragione contro
cui questa filosofia polemizza è la ragione finita, cioè la ragione di cui Kant aveva individuato i limiti; alla
quale contrappone la fede come organo capace di cogliere ciò che ad essa è inaccessibile. Allo Sturm und Drang
parteciparono Schiller e Goethe. Il poeta Friedrich Schiller vede nell'arte il principio che armonizza insieme la
natura e lo spirito. Johann Wolfgang Goethe fa della natura stessa il tema ispiratore di ogni riflessione. Per
Goethe, la natura e Dio sono strettamente congiunti e fanno tutt'uno. La natura non è che l'abito vivente della
divinità.
L'idealismo
L'idealismo è l'espressione filosofica del romanticismo. Per idealismo tedesco Tutto è Spirito e la Natura esiste
non come realtà a sé stante, ma come momento dialettico necessario della vita dello Spirito. Questa idea viene
espressa magistralmente nel racconto di Novalis I discepoli di Sais, dove si dice che: Accadde ad uno di alzare
il velo della dea di Sais, Ma cosa vide? Egli vide — meraviglia delle meraviglie — se stesso. Secondo
l'interpretazione idealistica, la dea velata sarebbe il simbolo del mistero dell'universo; quell'uno che giunge a
scoprirla è il filosofo idealista, che dopo una lunga ricerca si rende conto che la chiave di spiegazione di ciò che
esiste, vanamente cercata dai filosofi fuori dell'uomo, ad esempio in un Dio trascendente o nella Natura, si trova
invece nell'uomo stesso, ovvero nello Spirito. Ma se l'uomo è la ragion d'essere e lo scopo dell'universo, che
sono gli attributi fondamentali che la filosofia occidentale ha riferito alla divinità, vuol dire che egli coincide
con l'Assoluto e con l'Infinito, cioè con Dio stesso, A questo punto risultano evidenti anche i rapporti che
uniscono e dividono l'idealismo dalla tradizione ebraico-cristiana. Gli idealisti pensano anch'essi, da un lato,
che l'uomo sia il re del creato tuttavia l'idealismo tedesco, laicizzando il biblico Dio conclude che l'uomo stesso
è Dio. Tant'è vero che la figura classica di un Dio trascendente e staticamente perfetto, per il primo Fichte, è
solo una “ciarla scolastica o una chimera”, in quanto presupporrebbe l'esistenza di un positivo senza il negativo.
Invece, per gli idealisti, l'unico Dio possibile è lo Spirito dialetticamente inteso, ovvero il soggetto che si
costituisce tramite l'oggetto, la libertà che opera attraverso l'ostacolo, l'io che si sviluppa attraverso il non-io.
Con l'idealismo ci troviamo di fronte, per la prima volta nella storia del pensiero, ad una forma di panteismo
spiritualistico (Dio è lo Spirito operante nel Mondo).
Linee fondamentali dell'idealismo tedesco
Si definiscono genericamente idealiste quelle visioni del mondo che ritengono che la realtà vera non sia quella
materiale ma sia quella spirituale (Platonismo e Cristianesimo). In senso specifico Idealismo è la corrente
filosofica tedesca (Fichte, Schelling e Hegel) che giunge a dire che tutto è Spirito. L'idealismo tedesco nasce a
seguito della negazione dell'esistenza della cosa in sé. Questo era un concetto fondamentale del pensiero di
Kant, il quale aveva sostenuto che il mondo, così come noi lo vediamo e descriviamo, dipende anche dalla
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particolare struttura della nostra sensibilità e del nostro intelletto, in definitiva del nostro pensiero. Questo è il
mondo dei fenomeni, che quindi per definizione sono non ciò che è in sé (cosa in sé), ma ciò che a noi appare.
Per gli idealisti la cosa in sé è un concetto insostenibile, dato che non si può ammetterne l'esistenza, nel
momento in cui se ne dichiara l'inconoscibilità. Ma, una volta tolta la cosa in sé, tutta la realtà si risolve
nel pensato. Il pensiero non è più qualche cosa di rappresentativo di una realtà che sta al di fuori, ma è
l'essere stesso. Al di là del contenuto del pensiero non c'è nulla. Naturalmente il pensiero non è quello
dell'individuo, ma dell'umanità tutta intera; non di un soggetto singolo, ma dello spirito.
Entro questo quadro, l'idealismo di Fichte è detto soggettivo, perché considera il fondamento di tutto un
Soggetto o Io, che crea la natura, ed etico, perché impone ad ogni individuo il dovere di tendere verso la libertà.
L'idealismo di Schelling è detto oggettivo, perché considera il fondamento come identità di Io e Natura, ed
estetico, perché l'Assoluto può essere colto solo tramite l'intuizione estetica. L'idealismo di Hegel è detto
assoluto, perché costituisce un superamento dei primi due grazie alla completa realizzazione del finito.
Aspetti comuni dell'idealismo sono: 1. l'identificazione della realtà con lo Spirito; 2. l'idea di Dio come
processo continuo di auto-realizzazione; 3. la tesi che l'infinito vive nel finito.
Se tutto è Spirito il concetto di Natura viene rivisto completamente alla luce del nuovo concetto di dialettica
degli opposti: nella realtà non esiste mai un positivo (tesi) senza un negativo (antitesi), un Soggetto senza un
Oggetto, un Io senza un Non-Io. Lo Spirito crea la Natura come suo opposto e la Natura esiste solo per lo
Spirito, in funzione dello Spirito, come la scena dell'attività dello Spirito. La natura esiste solo come polo
dialettico negativo, necessario per la vita dello Spirito. Ecco il senso delle righe di Novalis. Il mistero
dell'universo (simbolizzato dalla dea velata) è risolto dal filosofo idealista che dopo aver inutilmente cercato la
risposta fuori dell'uomo (la Natura, Dio trascendente ecc.), finalmente la trova nell'Uomo stesso, nello Spirito.
Ma se l'Uomo (lo Spirito) è il senso del tutto, allora l'Uomo coincide con il Tutto, con l'Infinito, con Dio.
L'uomo è Dio stesso. Mentre tutte le filosofie naturalistiche e materialistiche avevano concepito la Natura come
causa dello Spirito (nel senso che l'Uomo è un prodotto della Natura), l'idealismo rovescia questa convinzione
sostenendo che è lo Spirito (l'Uomo) ad essere causa della natura. Con l'idealismo tedesco si ha la prima
formulazione nella storia della filosofia di una forma di panteismo spiritualistico (Dio è lo Spirito che opera nel
Mondo, è l'Uomo), che si distingue nettamente dal panteismo naturalistico (Dio è la natura) e dal
Trascendentismo (Dio ebraico-cristiano trascendente la natura).
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