tastiere a confronto - Conservatorio Santa Cecilia

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Prokofiev. Quattro pezzi per pianoforte op.3 (1907-08). Story, Jest, March,
Phantom.
Questi brani fanno parte della produzione giovanile del compositore, nonostante sia
già evidente una grande maturità stilistica. Il primo, "Story" (Andante) è un pezzo
lento e tenebroso di considerevole profondità, della durata di poco più di due minuti.
"Jest" (Vivo), il secondo dei quattro brani, ha carattere giocoso e brillante; mentre il
terzo, “March” (Allegro energico) è sarcastico e insolente. L’ultimo pezzo,"Phantom"
(Presto tenebroso) fa pensare ad un torrente minaccioso fatto di suoni che esplodono
all’improvviso, per pochi secondi, nella parte centrale.
Ginastera. Tre danze argentine op. 2 (1937).
La musica di Ginastera, figura chiave che ha segnato la scena musicale argentina e
non
solo,
è
influenzata
da
ritmi
e
melodie
popolari.
Le tre danze op. 2 costituiscono, forse, la composizione più popolare della letteratura
musicale argentina.
Danza del viejo boyero . A Piero Saenz. Animato e allegro.
E’ una composizione basata su ritmo di malambo. Colpisce subito per una ragione: la
mano sinistra suona solo tasti neri e la destra solo tasti bianchi, creando una
bitonalità.
Danza de la moza donosa. A Emilia Stahlberg. Dolcemente espressivo
Dopo un’ inizio delicato, la parte centrale, trascinante e intensa, è seguita dal ritorno
alla tenerezza iniziale. Il pezzo si chiude, a sorpresa, con un accordo atonale
conferendo all’ascoltatore una sensazione di incertezza piuttosto che di conclusività.
Danza del gaucho matrero. A Antonio De Raco. Furiosamente ritmico ed energico
Con indicazioni come “furiosamente”, “violento”, “mordente” e “salvaggio”,
Ginastera non lascia dubbi su come questo pezzo debba essere interpretato. La coda
porta ad una chiusura violenta del pezzo confermando il carattere “selvaggio”
attraverso due elementi: il ffff e l’impetuoso glissando.
Debussy. Feux d’artifice, II libro dei Preludes, n°12 in Fa maggiore (1913)
Modérément animé- léger, égal et lointain
Com’è noto, nella musica del compositore francese, il riferimento al simbolismo è
inevitabile e nel caso di Feux d’artifice i simboli sembrerebbero il pretesto per
un’esplorazione dei timbri pianistici, talvolta riconducibili a dei rumori come, ad
esempio, il lungo fruscio iniziale o la cadenza che culmina nel glissando a due mani.
Accanto a questi aspetti «futuribili», la tecnica del Preludio presenta tutti i tratti tipici
di Debussy.
TASTIERE A CONFRONTO
Dipartimento Tastiere e Percussioni
Conservatorio di Musica Santa Cecilia
VENERDI 12 MAGGIO 2017 ore 19.00
Luxury Store Ciampi
Via San Tommaso d’Aquino, 85 – Roma
Programma
JOHANN SEBASTIAN BACH Suite inglese n. 2, Preludio
VLADISLAV SOLOTAREV Spanian
Fisarmonicista Francesco Bracci
(Scuola di Fisarmonica M° Massimiliano Pitocco)
------FRANZ LISZT Rapsodia ungherese n. 13
SERGEJ PROKOFIEV Quattro pezzi op. 3
SERGEJ PROKOFIEV Sonata n. 3
Pianista Giulia Persi
(Scuola di Pianoforte M° Stella Quadrini)
-------CLAUDE DEBUSSY Feux d’artifice
ALBERTO GINASTERA Tre danze argentine
Pianista Gabriele Ripa
(Scuola di pianoforte M° Antonella Ceravolo)
J.S. Bach. Preludio dalla Suite Inglese n°2 in La minore, BW 807 (1720-22)
Il Preludio in programma è scritto in una netta forma ternaria e si basa su un
tema che fa pensare all’articolazione dello strumento ad arco. In più punti
all'interno della composizione e in un grandioso pedale su un'armonia di
dominante che prepara la conclusione, lo specifico clavicembalistico assume
invece l'aspetto di virtuosistiche cadenze.
Solotarev. Spanian (1979)
La musica di Solotarev era frutto di lunghi processi meditativi durante i quali il
compositore russo si soffermava a ricercare soluzioni che potessero rinnovare
quello che, secondo lui, era ormai un repertorio obsoleto e monotono.
Costantemente impegnato a sperimentare, diede vita a nuove sonorità, ad una
nuova tecnica di esecuzione e all’uso della polifonia sul suo strumento, la
fisarmonica. Inoltre, Solotarev, è considerato uno tra i primi ad esaltare le
possibilità della più moderna delle tastiere, come se la musica sia stata scritta per
orchestra. In Spanian, o Spanish Rhapsody, prendono vita i risultati dei processi di
ricerca e sperimentazione musicale del compositore russo.
Liszt. Rapsodia ungherese n° 13 in La minore, S244 (1854)
“Per gli tzigani in musica non vi sono leggi, principi, regole, disciplina... Per essi
tutto va bene purché piaccia a loro.” Questo scrive Liszt dimostrando quanto
fosse attratto dalla musica tzigana ungherese. La Rapsodia n. 13, (Andante,
Vivace, Un poco meno vivo, Presto assai), dedicata al Conte Léo Festetics, si
caratterizza per una peculiare carica poetica e per la riferibilità a fonti autentiche.
Dopo l'introduzione arpeggiata, si susseguono temi ispirati a motivi della musica
popolare e tradizionale ungherese.
Prokofiev. Sonata per pianoforte n 3 in la minore op. 28 (1917)
La Sonata per pianoforte n° 3 op. 28, che reca il sottotitolo "D'après des vieux
cahiers" ("da vecchi quaderni"), è sicuramente meno modernista e trasgressiva
rispetto ad altre opere che l'avevano preceduta. In un unico movimento, si apre
con slancio su dei nervosi accordi di mi maggiore (Allegro tempestoso), che si
placano solo per lasciar posto al secondo tema (Moderato), un pianissimo
sognante e delicato. La coda conclusiva (Poco più mosso), di bruciante lucentezza,
sembra quasi sprigionarsi da una tastiera elettrificata, attraversata dall'alta
tensione.
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