Vesta: dalla NASA le prime immagini

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Vesta: dalla NASA le prime
immagini
Venerdì, 15 luglio, Dawn è diventata la prima sonda ad entrare
in orbita attorno ad un oggetto nella fascia principale degli
asteroidi tra Marte e Giove, un viaggio che ha già procurato
delle immagini molto più dettagliate, rispetto a quelle
pervenute in passato, del gigantesco asteroide Vesta.
Vesta ha un diametro di 530 chilometri ed è il secondo oggetto
più massiccio nella fascia degli asteroidi e, sebbene fosse
stato più volte osservato in passato, la conformazione della
sua superficie continuava ad essere ignota.
“Stiamo iniziando lo studio della superficie di uno degli
oggetti più antichi del sistema solare”, ha detto il
principale ricercatore di Dawn, Christopher Russell presso la
University of California, Los Angeles. “Questa regione di
spazio è stata ignorata per troppo tempo. Finora, le immagini
ricevute rivelavano una superficie complessa che sembrava aver
conservato alcuni dei primi eventi nella storia di Vesta e
della sua storia travagliata”.
Ora Dawn, lanciato quattro anni fa, il 27 settembre 2007,
orbita a circa 16.000 chilometri dall’asteroide e il suo team
inizierà la raccolta dei dati scientifici in agosto. Le
osservazioni forniranno dati senza precedenti per aiutare gli
scienziati a capire il primo capitolo del nostro sistema
solare.
“Dawn è scivolata dolcemente in orbita con la stessa grazia
che ha mostrato durante i suoi anni di viaggio grazie ai
motori ionici attraverso lo spazio interplanetario”, ha detto
Marc Rayman, ingegnere e direttore della missione presso il
Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena , in
California, dove i motori sono stati progettati “E
‘incredibilmente emozionante pensare che presto si
cominceranno a fornire all’umanità i primi dati dettagliati
di uno degli angoli inesplorati del sistema solare interno.”
La missione della Nasa nasce come frutto della collaborazione
internazionale ed include l’agenzia spaziale tedesca Dlr e
quella italiana Asi e l’apparato è stato sviluppato da
Angioletta Coradini dell’Istituto nazionale di astrofisica
(Inaf) e rappresenta un’evoluzione rispetto ad un apparato
analogo realizzato per la sonda Rosetta dell’Ente spaziale
europeo in viaggio verso la cometa Churyomov-Gerasimenko.
A.U.
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