Diapositiva 1

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Cosa sono le patologie
neurodegenerative
Dr. R. Padoan
Neurologia Feltre
Le malattie
neurodegenerative sono
un insieme variegato di
malattie del cervello,
accomunate da un
processo cronico e
selettivo di morte delle
cellule che costituiscono il
cervello: i neuroni
• A seconda del tipo di malattia, la morte dei
neuroni può comportare demenza, alterazioni
motorie, disturbi comportamentali e
psicologici.
• Le più frequenti malattie neurodegenerative
sono:
– Le Demenze
– La malattia di Parkinson
– La SLA
Il nostro cervello è l'organo più potente, eppure pesa solo circa 1300
grammi.
Il suo tessuto è simile ad una gelatina solida.
Tre aree principali
Cervello
Cervelletto
Tronco
cerebrale
1 Il cervello riempie quasi tutto
il cranio, è responsabile del
movimento, dei ricordi, della
capacità di risolvere problemi,
del pensiero e dei sentimenti.
2 Il cervelletto è posto nella
parte posteriore della testa,
sotto al cervello. Controlla il
coordinamento e l'equilibrio.
3 Il tronco cerebrale è posto
sotto al cervello. Collega il
cervello alla spina dorsale e
controlla le funzioni
automatiche come il respiro, la
digestione, il battito cardiaco e
la pressione sanguigna.
Movimento Sensazione
Oggetti
Pianificazione
delle azioni
Visione
Linguaggio
Un cervello adulto contiene circa 100 miliardi di
cellule nervose, dette neuroni, con prolungamenti che
si connettono tramite più di 100 trilioni di punti.
Gli scienziati chiamano questa fitta rete di diramazioni "foresta neuronale".
I segnali che si trasmettono attraverso la foresta neuronale costituiscono la
base di ricordi, pensieri e sensazioni.
I neuroni sono il principale tipo di cellula che la demenza distrugge.
A partire dai 30 anni cominciano a diminuire le strutture di
connessione fra una cellula e l’altra.
Nel processo di invecchiamento del nostro cervello, è come
se alcune fronde di un albero venissero potate e le nuove
gemme non avessero più l’opportunità di svilupparsi
Perdita di neuroni e di sinapsi con l’età
L’invecchiamento si manifesta con una velocità molto
variabile da individuo ad individuo. Questa velocità è
determinata dalla programmazione delle nostre cellule
(fattore genetico) e dallo stile di vita abbiamo condotto
(alimentazione, lavoro, fisico e clima).
L’invecchiamento si può
accompagnare a un
indebolimento delle funzioni
intellettive, fra le quali
anche la memoria.
Molte persone anziane
lamentano infatti fatica ad
imparare nuovi informazioni
o nuove procedure.
L’indebolimento della
memoria non è però solo
dovuto a fattori biologici,
accade infatti che la
persona anziana,
trovandosi in una fase
della vita in cui
diminuiscono gli impegni e
la responsabilità, tenda a
ritirarsi ed a perdere
motivazioni.
Gli anziani vivono spesso
situazioni di
emarginazione, di
solitudine e di perdita
di relazioni affettive. La
mancanza di stimoli
sociali e culturali
contribuisce in modo
sostanziale ad
impoverire la mente.
Contrariamente al
pensare comune,
la demenza non
rappresenta un finale
ineluttabile e senza
speranze per chi
invecchia
La demenza non deve essere vista come il normale invecchiamento
cerebrale
Recentemente è stato
dimostrato che nel
cervello di chi invecchia
accanto a fenomeni di
perdita di cellule e di
collegamenti, sono
conservate capacità
riparative e rigenerative
Quando la perdita di memoria diventa
malattia?
Tutti gli individui
sperimentano nel corso
della loro vita delle
dimenticanze o delle
difficoltà nell’uso della
parola.
Esistono tuttavia delle
caratteristiche che, se
presenti, possono essere
considerati campanelli di
allarme e possono portare
i soggetti al medico
Campanelli di allarme
Campanelli di allarme
Quando sono presenti questi campanelli di
allarme allora possiamo trovarci di fronte a
una malattia
La persona deve giungere all’osservazione
medica
Il medico valuterà se normale quadro cognitivo
o se iniziale decadimento cognitivo o se
iniziale demenza
Invecchiamento
normale
Deterioramento
cog. lieve
Demenza
Deterioramento cognitivo lieve (MCI)
• Deterioramento cognitivo
di entità maggiore di
quella attesa per età e
scolarità che non
interferisce in maniera
significativa con le attività
di vita quotidiana
• Alcuni autori lo
considerano come la
frontiera o stato di
transizione tra
l'invecchiamento normale
e la demenza.
Cos’è la demenza
• La demenza è un termine generico utilizzato
per descrivere un declino delle facoltà
mentali sufficientemente grave da interferire
con la vita quotidiana.
• La perdita di memoria è un esempio di questo
declino.
• Il morbo di Alzheimer rappresenta la più
comune tipologia di demenza.
Le demenze
• La malattia di Alzheimer rappresenta il 5060% dei casi.
• La Demenza vascolare, che si verifica dopo
un ictus, è il secondo tipo più comune di
demenza.
• Tuttavia, vi sono molte altre condizioni che
possono provocare sintomi di demenza, tra le
quali alcune sono reversibili, quali, ad
esempio, i problemi di tiroide e quelli dovuti a
carenze vitaminiche.
Impatto globale delle demenze
Un caso
ogni 3 secondi
46.8 milioni di persone ad
oggi soffrono di demenza.
Nel 2030 questo dato
raddoppierà
Nel 2050 il 68%
della popolazione
avrà qualche
forma di demenza
La situazione in Veneto
• Circa 65.000 persone con
demenza
• 80% dei malati vive a casa
• Il 25% dei pazienti
presentano gravi disturbi
comportamentali
Malattia di Alzheimer
• 50-60% di tutte le forme di demenza
• In termini di costi rappresenta la terza
malattia dopo le cardiopatie e le neoplasie
• Si stima che nel mondo i pazienti affetti da
malattia di Alzheimer siano 30 milioni
• Frequenza aumenta con l’età
• 65-74 anni 3%
• 75-84 anni 19%
• >85 anni 47%
Cos’è la malattia di Alzheimer
• La causa più frequente di demenza
• In Italia si calcola che ci siano 600.000 persone
affette
• Malattia lenta e progressiva con esordio
insidioso e graduale
• Descritta più di 100 anni
fa dal tedesco Alois
Alzheimer
• Descrisse per primo una
paziente Aguste Deter
deceduta a 55 anni, che
soffriva di perdita di
memoria,
disorientamento,
allucinazioni
Diagnosi
• Raccolta della storia (famiglia, malattie del
passato)
• Esame neurologico
• Test neuropsicologici
• Esami del sangue (funzionalità tiroide, test per
sifilide, dosaggio vitamine)
• Esecuzione di Tac o RMN cerebrale
Fattori di rischio Alzheimer
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•
•
•
Età avanzata
Familiarità
Sesso femminile
Pregressi traumi cranici
ripetuti
Alzheimer e risonanza magnetica
Soggetto normale
Paziente con malattia
di Alzheimer
Soggetto normale
Paziente con malattia
di Alzheimer
Causa
Noduli
Placche
ALLA BASE DELLA MALATTIA VI È L’ACCUMULO NEL CERVELLO DI PLACCHE E NODULI CHE
UCCIDONO LE CELLULE DEL CERVELLO
LE PLACCHE E I NODULI INIZIANO A FORMARSI NELL’IPPOCAMPO, LA PARTE DEL CERVELLO IN CUI SI
FORMANO I RICORDI, DISTRUGGENDOLO ED È SEMPRE PIÙ DIFFICILE AVERE NUOVI RICORDI
SEMPLICI RICORDI DI POCHE ORE O GIORNI FA, CHE IL RESTO DI NOI POTREBBE RITENERE SCONTATO,
SVANISCONO
DOPO DI CHE LE PLACCHE E I NODULI SI DIRAMANO IN DIFFERENTI REGIONI DEL CERVELLO UCCIDENDO LE
CELLULE E COMPROMETTENDO LE LORO FUNZIONI
QUESTA DIFFUSIONE È CIÒ CHE CAUSA LE DIFFERENTI FASI DELLA MALATTIA DI ALZHEIMER
DALL’IPPOCAMPO LA MALATTIA SI DIFFONDE ALLA REGIONE DEL CERVELLO DOVE SI ELABORA IL
LINGUAGGIO. QUANDO CIÒ ACCADE DIVENTA SEMPRE PIÙ DIFFICILE TROVARE LA PAROLA GIUSTA
POI LA MALATTIA AVANZA VERSO LA PARTE FRONTALE DEL CERVELLO DOVE SI COSTRUISCONO I
PENSIERI LOGICI
MOLTO GRADATAMENTE LA PERSONA COMINCIA A PERDERE L’ABILITÀ DI RISOLVERE I PROBLEMI,
AFFERRARE I CONCETTI E FARE PIANI
POI LE PLACCHE E I NODULI INVADONO LA PARTE DEL CERVELLO DOVE CI SONO LE EMOZIONI. QUANDO
AVVIENE IL PAZIENTE PERDE GRADATAMENTE IL CONTROLLO DEL PROPRIO UMORE E DEI PROPRI SENTIMENTI
IN SEGUITO LA MALATTIA COLPISCE DOVE IL CERVELLO SVILUPPA IL SENSO DELLE COSE, DOVE LE COSE
VENGONO VISTE E PERCEPITE. IN QUESTA FASE LA MALATTIA METTE CAOS TRA I SENSI DELLA PERSONA. SI
POSSONO AVERE DELLE ALLUCINAZIONI
ALLA FINE PLACCHE E NODULI CANCELLANO I RICORDI PIÙ VECCHI E PREZIOSI DI UNA PERSONA CHE SONO
CONSERVATI NELLA PARTE POSTERIORE DEL CERVELLO
VERSO LA FINE LA MALATTIA COMPROMETTE L’EQUILIBRIO ED IL COORDINAMENTO DI UNA PERSONA E
NELL’ULTIMA FASE DISTRUGGE LA PARTE DEL CERVELLO CHE REGOLA IL RESPIRO ED IL CUORE
LA PROGRESSIONE DA LIEVE DIMENTICANZA ALLA MORTE È LENTA E COSTANTE E
SI SVILUPPA NELL’ARCO DI 8-10 ANNI
Stadi della malattia di Alzheimer
Lieve
• Deficit di memoria a breve termine
• Disorientamento nello spazio
• Difficoltà a far fronte ai problemi di
vita quotidiani
• Cambiamenti di personalità e alterata
capacità di giudizio
Stadi della malattia di Alzheimer
Moderata
• Difficoltà nell’esecuzione delle normali
attività quotidiane
• Agitazione psicomotoria
• Disturbi del sonno
• Difficoltà nel riconoscere familiari ed
amici
Stadi della malattia di Alzheimer
Grave
• Disturbo di espressione e comprensione del
linguaggio
• Inappetenza e dimagramento
• Incontinenza
• Totale dipendenza
Demenza vascolare
E’ causata da problemi
nell'afflusso di sangue al
cervello, solitamente a causa
di una serie di ictus minori.
Al secondo posto tra le cause di
demenza.
E’ causata da una serie di piccoli
ictus o talvolta da uno di
grande portata preceduto o
seguita da altri inferiori.
Decorso a gradini
Fattori di rischio vascolari
Demenza a corpi di Lewy
• La terza causa più come di demenza
• Presenza nel cervello di corpi di Lewy
• Disturbi della personalità
(deliri e allucinazioni visive)
• Sintomi fluttuanti
• Rigidità, rallentamento,
tremore,
• Deficit cognitivi
• Evoluzione rapida
Demenza a corpi di Lewy
Allucinazioni
Paranoia
Insonnia
Ansia
Demenza fronto-temporale
• Demenza con progressiva
degenerazione dei lobi
frontali e temporali.
• Alterazioni comportamentali
si manifestano come stati di
agitazione psicomotoria.
• Ansia con crisi di violenza
inaudita ovvero con crisi di
panico e di pianto.
• Alterazione del carattere e
della personalità con basso
livello di inibizione.
• Alterazioni cognitive
insorgono più tardivamente
Terapia
• Farmacologica
• Non farmacologica
• Personalizzata
Com’è strutturata una sinapsi
Terapia farmacologica
• Gli inibitori dell'acetilcolinesterasi possono
migliorare i sintomi della malattia e rallentarne
temporaneamente la progressione: donepezil
(Aricept o Memac), rivastigmina (Exelon o
Prometax), galantamina (Reminyl).
• La memantina (Ebixa) quest’ultimo utilizzabile
anche negli stadi più avanzati della malattia.
• Effetti collaterali: nausea, vomito, diarrea (alcuni
di questi farmaci vengono tollerati meglio degli
altri). Rivastigmina è disponibile anche sotto
forma di cerotto a lento rilascio.
Terapia farmacologica
•
•
•
•
•
Per la psicosi: antipsicotici, inibitori
dell'acetilcolinesterasi
Per la depressione, ansia: antidepressivi,
benzodiazepine
Per l'apatia: inibitori della colinesterasi
Per l'aggressività: antipsicotici
Per l'agitazione psicomotoria: antipsicotici,
benzodiazepine
Principi generali per una corretta terapia
•
•
•
Cercare sempre un equilibrio tra
efficacia ripercussione positiva
sulla qualità della vita,
tollerabilità e rischio di effetti
collaterali.
Non c'è una regola su quale sia il
trattamento migliore.
Bisogna individuare il sintomo
prevalente, somministrare il
farmaco e poi valutarne
eventualmente la riduzionesospensione
Terapia non farmacologica
ambiente fisico: casa come
ambiente protesico
•
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•
•
Sicurezza
Facilità di accesso e mobilità
Funzione ed attività
Privacy, comfort, socializzazione
Approccio globale del malato
• Miglioramento funzioni
cognitive
• Controllo dei sintomi
comportamentali
• Mantenimento
dell’autonomia
• Supporto della persona
che si occupa del malato
(caregiver)
Presa in carico
globale del
paziente e
della famiglia
Prevenzione
Il migliore metodo per prevenire, in
modo del tutto naturale, l’insorgere
dell’Alzheimer consiste nel seguire
uno stile di vita sano a base di
esercizio fisico e con particolari
accorgimenti a livello di
alimentazione.
Trenta minuti di esercizio fisico, per
almeno tre volte alla settimana,
può contribuire a ridurre fino al
50%, le possibilità di essere colpiti
dal morbo di Alzheimer.
Prevenzione
• In abbinamento
un’alimentazione sana: diete a
base di pesce e con ridotto
contenuto di grassi saturi e
colesterolo, hanno effetti
positivi a livello di prevenzione
dal morbo di Alzheimer.
• La dieta mediterranea ricca di
alimenti antiossidanti aiuta a
mantenere giovane il cervello
Grazie per l’attenzione
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