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Venezia. L’equipe di Urologia in collaborazione con Cardiologia
Intervento di due giorni
per rimuovere un tumore renale
Al centro il primario Claudio Milani. Da sinistra Goran Arandjelovic,
Stefano Lai, Stefano Omacini, Alberto Aloisi, Leonida Benvegnù
VENEZIA. Un paziente ottantenne, cardiopatico ma pienamente autosufficiente, è
stato restituito all’affetto della famiglia e dei nipotini. Lo staff di Urologia
dell’ospedale veneziano guidato dal primario Claudio Milani gli ha asportato infatti
un grosso tumore renale, con una strategia inedita articolata in due fasi. La massa
neoplastica, cresciuta senza che si manifestassero dei sintomi evidenti, purtroppo
aveva invaso la vena renale e la vena cava inferiore, la grossa vena che porta al
cuore il sangue della parte inferiore del corpo. “Bisognava operare in tempi brevi –
spiega Milani - per il pericolo di una estensione del tumore fino al cuore e per il
rischio che si staccassero dei frammenti tumorali che avrebbero potuto causare
un’embolia polmonare”.
La complessità dell’intervento ha richiesto una soluzione speciale, dato che il
Paziente non solo era cardiopatico ma anche affetto da un aneurisma dell’aorta,
non tale da dover essere operato, ma che avrebbe creato seri problemi nelle fasi
preliminari dell’intervento. Di fatto, l’operazione è durata due giorni ma le
precauzioni adottate hanno permesso di eseguire un intervento chirurgico,
notoriamente molto rischioso, in condizioni di grande sicurezza.
Per rimuovere il tumore era necessario superare due grandi di difficoltà: chiudere
l’arteria renale destra senza causare conseguenze pericolose ed evitare danni al
cuore e al cervello del paziente durante la chiusura temporanea della vena cava
dove si annidava il tumore. Il primario Milani e Giuseppe Grassi, primario di
Cardiologia, hanno escogitato il modo per aggirare gli ostacoli asportando il cancro e
riducendo in maniera significativa i pericoli dell'intervento.
Il piano è stato studiato a tavolino nei minimi dettagli con la massima
collaborazione tra urologo, cardiologo e anestesista.
Si è proceduto in due fasi: un giorno di preparazione del paziente in Cardiologia e il
secondo giorno l’operazione vera e propria. Il malato è stato quindi operato e il
tumore rimosso con successo.
“La chiusura preventiva della arteria renale e l’applicazione di un filtro venoso per
prevenire l’embolia, nonché di un dispositivo per privilegiare la circolazione cardiaca
e cerebrale in caso di abbassamento della pressione, realizzate dal cardiologo – dice
Claudio Milani – hanno reso possibile per il chirurgo dedicarsi direttamente alle
delicate fasi di apertura della vena cava, rimozione del tumore, sutura della parete
venosa e asportazione di tutto il tumore renale senza gravi rischi”.
Il paziente è stato dimesso dopo una decina di giorni.
“Siamo particolarmente orgogliosi per la qualità di questo intervento – spiega il
primario di Urologia - che viene in genere eseguito in molti centri di eccellenza in
pazienti più giovani, ma soprattutto siamo contenti per aver ridato la vita ad un
paziente anziano, cardiopatico e con seri problemi vascolari, che può continuare
serenamente a godersi la vecchiaia. Del resto, l’invecchiamento della popolazione
più marcato a Venezia che altrove ci induce a tentare tutte le strade per garantire la
miglior qualità di vita possibile”.
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