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Sabato 4 Dicembre 2004
FOCUS
Organizzato a Torino l’Expo dell’innovazione: così le aziende finanziano progetti ad alto sviluppo
Disabili al computer. Senza mouse
Niente voci o sensori: sarà sufficiente il movimento della testa
DI
D
LUIGI DELL’OLIO
isabili al computer anche
senza mouse. Senza utilizzare mani, voci o sensori, è sufficiente muovere la testa per
far funzionare il pc. L’idea è già
un progetto e presto troverà un
finanziatore per il suo sviluppo. E questa è soltanto una delle idee protagoniste dell’Expo
dell’innovazione, una due giorni organizzata al Politecnico di
Torino dall’associazione dei giovani di Confindustria e dedicata alle idee di impresa innovative.
Un’occasione per sperimentare, per la prima volta in Italia, un modello di business da
tempo diffuso negli Stati Uniti: nella due giorni, infatti, sono organizzati incontri fra gli
autori di progetti innovativi nati nei campus universitari (30
su un campione di 1.500 business plan esaminati), e capitalisti di ventura, in cerca di nuove iniziative imprenditoriali
che promettono di crescere a ritmi sostenuti. I piani sviluppati, infatti, non riguardano solo
l’hi-tech, ma abbracciano un
ampio spettro di settori: dalla
bioingegneria ai prodotti industriali, dai beni culturali all’agroalimentare, passando per la
logistica, l’automazione, il biomedicale e il turismo.
La giuria (tra gli altri, Anna
Maria Artoni, presidente del
Gruppo giovani industriali di
Confindustria, Elserino Piol, il
decano dei venture capitalist
italiani, Anna Gervasoni, direttore generale di Aifi, e Bruno Iaccarino, consulente di Sanpaolo-Imi) ha attribuito il primo premio al Tissue and organ
replacements, progetto, maturato all’università di Udine, finalizzato a progettare, brevettare e commercializzare nuove
tecnologie che permettano di superare la discrepanza tra la richiesta di tessuti e organi e l’effettiva disponibilità, attraverso tecniche biotecnologiche altamente sofisticate sviluppate
dai fondatori.
In particolare, il team produrrà impianti tessutali autologhi derivati da una piccola
biopsia di midollo o da un prelievo di sangue periferico dello
stesso paziente, passando dall’attuale produzione artigianale (che richiede grande qualificazione e costi elevati) a una
industriale, automatizzata, certificata e di massa, utilizzando
apparecchiature automatiche
(bioreattori) e controllate da sistemi computerizzati.
Oltre al progetto vincitore,
nella due giorni torinese sono
state presentate numerose iniziative curiose.
Come la bolognese «Stereodrive», che propone un innovativo sistema di navigazione autonoma per effettuare il caricamento o lo scaricamento automatico o asservito di merci
I finalisti in concorso
3DUCATIONAL - Padova - Interfaccia per videogiochi
educativi
MUSC - Napoli - Sistema di posizionamento
per subacquei
ADAMANTIO - Torino Università - Risonanza magnetica
per la conservazione delle opere d'arte
NEUROANTIGEN - Trieste - Serie di test dedicati
all’identificazione di patologie del sistema nervoso
AIDA - Milano - Sistema elettronico per «pilotare» un
computer senza l'uso delle mani
PAPIRO - Torino Politecnico - Asciugatura della carta in
movimento da una fase di stampaggio con inchiostro
ALEB - Perugia - Sistema diagnostico per le nevrosi
degli animali domestici con terapie riabilitative anche
per i padroni
SCA - Napoli - Introduzione nel mercato delle cucine
a gas e delle caldaie di bruciatori di tipo catalitico
AMPLI CHIP - Torino Politecnico Sistema automatizzato per l’analisi del Dna
SCRIBA - Bologna - Sostituto del codice a barre
basato sulla nanotecnologia
ARESYS - Milano - Sistemi di telerilevamento
satellitare con precisione millimetrica
SOFT HAND - Pisa - Mano elettronica
non distinguibile da una vera
DRIADE - Torino Università - Produzione di olio e farina,
ricavati dalle nocciole
STEREODRIVE - Bologna - Sistema di stoccaggio
ECOSTRIP - Padova - Tecnica di recupero del metallo
degli oggetti cromati
TECH4TOURISM - Udine - Video-guida palmare
per turisti
ELECTRO - Padova - Strumento per la separazione
delle proteine
THEG.EO - Trieste - Tecniche non invasive
per indagini nel sottosuolo
ELETTROTAG - Torino Università Sistema d'identificazione e localizzazione automatica
THREE-P - Napoli - Produzione di proteine pure
per la ricerca
ERA ENDOSCOPY - Pisa - Dispositivo endoscopico
che si muove come un bruco telecomandato
TOR - Udine - Produzione di tessuti organici
per la creazione di ossa artificiali
EXTRASOLUTION - Pisa - Misurazione della
permeabilità ai gas delle confezioni di alimenti
TOWODI - Torino Politecnico - Micro-velivolo
per trasmissione dati
GIRO GPS - Bologna - Sistema di comunicazione
subacquea
TREMOR - Udine - Strumento per la diagnosi
e la valutazione del morbo di Parkinson
MEDIATECH - Perugia - Monitoraggio
per la prevenzione degli incendi boschivi
WIFI-E - Milano - Rete temporanea satellitare
per grandi
MOJITO - Trieste - Palmare tascabile per operazioni
di soccorso
WISEPOWER - Perugia - Microsistemi risparmia
energia per dispositivi elettronici
pallettizzate nel contesto di
realtà di logistica. «La funzione di caricamento/scaricamento
delle merci è attualmente svolta da veicoli guidati da carrelli elevatori» spiega uno dei progettisti, Stefano Vaccari, «l’utilizzo del nostro sistema consente di svolgere questa operazione in maniera automatica
o asservita, con conseguente aumento della produttività e significativa riduzione dei costi
di manodopera.
Il vantaggio sarà sensibile
soprattutto per le realtà che
lavorano su più turni». Stereodrive si basa su un sistema di navigazione basato sulla tecnologia della visione artificiale che utilizza delle telecamere installate a bordo del
veicolo per guidare il veicolo
lungo traiettorie prestabilite
e indicate sul pavimento. Inoltre, quando il veicolo si avvicina al target sfrutta la tecnologia della visione stereoscopica, una tecnica che consente di ricostruire la struttura tridimensionale di una
scena osservata da due telecamere, con l’obiettivo di guidare il veicolo nella parte finale
della sua corsa quando non è
possibile il movimento su traiettorie prestabilite, a causa della mancata conoscenza delle
informazioni relative alla posizione del target.
E l’innovazione può giocare
un ruolo di integrazione anche
per i disabili. Come dimostra
«FaceMouse», un programma
per computer che permette a
persone con ridottissime capacità motorie o soggette a spasmi involontari, non in grado
di usare correttamente i comuni
dispositivi d’input, di gestire il
mouse ed eseguire comandi senza utilizzare mani, voce o sensori.
Presentate
invenzioni
che spaziano
dall’high-tech
all’ingegneria
dalla biomedicina
al turismo
È sufficiente sedersi di fronte al computer e muovere la propria testa (o meglio, una caratteristica del volto, come naso, occhio, mento). Il cursore segue i movimenti e si sposta in
tempo reale ed è possibile comunicare, scrivere, navigare in
internet, telefonare, comandare la propria casa automatiz-
zata (come ad esempio accendere/spegnere le luci di una
stanza). Inoltre «FaceMouse»
permette di pilotare il mouse
muovendo qualsiasi parte del
corpo che la persona sia in grado di controllare correttamente (ad esempio un piede, un
braccio, una gamba): in questo
modo si riesce a valorizzare la
capacità motoria residua della
persona e a sfruttarla per comandare il puntatore del mouse del personal computer. Il
programma è stato ideato da
Simone Soria, 25enne ingegnere informatico con grave disabilità motoria, che ha messo in piedi Aida (Ausili ed
informatica per disabili e anziani), ente che collabora con
l’università di Milano e varie
associazioni a sostegno dei disabili.
È supportato dal Politecnico di Torino il team di imprenditori che ha realizzato
«Papiro», un sistema per l’asciugatura della carta da quotidiano, che punta su un settore in piena trasformazione
con l’utilizzo sempre più diffuso di pagine a colori. «Nel settore della stampa dei quotidiani si avverte il bisogno specifico di perfezionare il processo di
asciugatura dopo l’inchiostrazione per migliorare la qualità
di stampa e ridurre le sbavature», spiega uno degli autori
del progetto, Aldo Torti. Attualmente l’asciugatura è realizzata tramite forni a gas di
enormi dimensioni e con costi
elevati. Due voci che, nelle intenzioni degli autori, potranno
essere dimezzate attraverso un
sistema che trasferisce, attraverso l’alta frequenza, l’energia necessaria all’asciugatura
direttamente alla molecole d’acqua e non al supporto cartaceo.
Inoltre ha il vantaggio di non
richiedere modifiche sostanziali
alle linee di stampa già installate. «Il nostro obiettivo», aggiunge Torti, «è raggiungere nei
primi cinque anni di attività
una penetrazione di mercato del
30% in Italia e del 7% in Europa, sfruttando la nostra posizione di first mover con questa tecnologia».
Un nuovo sistema di posizionamento per subacquei è l’idea
di impresa realizzata da un’éuipe dell’università Federico II di
Napoli. «Si tratta di un’evoluzione del tradizionale computer subacqueo, che diventa una
vera e propria centralina elettronica “intelligente”, in grado
di garantire maggiore sicurezza ai sub», spiega Franco Garofalo, docente di controllo dei
processi nel capoluogo campano.
Tra le novità rispetto ai prodotti tradizionali del settore, vi
sono il monitoraggio ed il controllo automatico degli apparati
e delle miscele respiratori, la
comunicazione subacquea tra
centraline per lo scambio automatico di informazioni sulla
condizione psicofisica del sub e
la localizzazione in tempo reale, in modo che chi resta fuori
dall’acqua può controllare costantemente la persona immersa.
Realizzare nuovi sistemi di
alimentazione per dispositivi
elettronici portatili (come telefoni cellulari e microsensori)
è l’idea di «Wisepower», progetto nato nei laboratori dell’università di Perugia. «Al posto delle normali batterie», spiega Luca Gammaitoni, professore di fisica generale e portavoce del gruppo, «abbiamo creato un meccanismo per reperire
l’energia necessaria a far funzionare i dispositivi elettronici
direttamente dall’ambiente in
cui tali dispositivi si trovano.
Esempi di tali sistemi sono:
microcelle fotovoltaiche capaci
di convertire l’energia luminosa (proveniente dal Sole) in
energia elettrica; sistemi dimamici capaci di convertire il movimento (per esempio le vibrazioni del suolo, il vento o il moto delle persone) in energia elettrica». Questa idea si inserisce
in un più ampio movimento
scientifico-tecnologico che punta a costruire microdispositivi
in grado di gestire le informazioni di cui gli esseri umani quotidianamente hanno bisogno.
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