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Accessori
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Investire nella Qualità della Vita
■ ■ ■ Salute Approvato dall’Fda un dispositivo per la riabilitazione degli arti nei pazienti colpiti da ictus
Un robot per tornare agili
È dotato di sensori che rilevano e registrano l’attività elettrica residua nei muscoli
di Silvia Fabiole Nicoletto
L
Sport
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e scoperte della robotica rappresentano un valido supporto
alla riabilitazione, per esempio per i pazienti colpiti da ictus.
Uno degli ultimi robot messi a punto proprio per aiutare questi pazienti a riacquisire la mobilità delle braccia in seguito a
un infarto cerebrale si chiama Myomo e100 ed è stato già approvato
dalla Food and drug administration statunitense e dovrebbe essere disponibile sul
mercato americano entro pochi mesi, come
riporta il New York Times. Numerose evidenze scientifiche dimostrano che tenere
in esercizio gli arti non più funzionanti aiuta i pazienti con ictus a recuperarne in parte la funzionalità; in particolare, una pratica ripetuta con costanza sembra produrre modifiche a livello cerebrale, contribuendo a formare nuove connessioni tra
i neuroni e a rafforzare quelle esistenti.
In persone che, in seguito a un ictus, hanno subito danni alla corteccia motoria la terapia del movimento potrebbe indurre il cervello a utilizzare altri neuroni vicini o presenti nell’emisfero cerebrale opposto per completare un movimento iniziato.
I dispositivi robotizzati giocano un ruolo fondamentale nella terapia del movimento ripetuto tant’è che si stanno moltiplicando, con
centinaia di gruppi al mondo impegnati nella loro realizzazione. Secondo una previsione di Hermano Igo Krebs, ricercatore presso il
prestigioso MIT di Boston e uno dei primi scienziati ad aver elaborato una terapia con l’ausilio di robot per pazienti con ictus o altri
disturbi neurologici, in cinque o dieci anni questi dispositivi faranno
il loro ingresso nelle più importanti cliniche e ospedali per la riabilitazione dei paesi sviluppati. In questo contesto i dispositivi robotizzati giocano un ruolo chiave perché permettono di ripetere la stessa ope-
razione per oltre due milioni di volte con una perfetta riproducibilità.
Gli esperti mettono tuttavia in evidenza altri aspetti altrettanto importanti da considerare, come quello della sicurezza dei dispositivi per i
pazienti e il fatto che essi vadano comunque considerati come un supporto alla terapia e non come sostituti del terapeuta.
Tornando all’ultimo ritrovato della robotica, Myomo lavora rilevando una minima attività elettrica residua presente nei muscoli del
braccio dei pazienti durante un movimento; il segnale elettrico muscolare viene rilevato e raccolto da appositi sensori posizionati sui bicipiti e sui tricipiti,
convertito e inviato al robot che provvede a fornire al paziente l’assistenza meccanica necessaria a completare il movimento iniziato (che può essere per esempio l’accensione di un interruttore). I pazienti che l’hanno utilizzato per tre volte a settimana e per circa sei settimane
consecutive avevano la sensazione di
muovere il braccio di 90 gradi in modo semi-indipendente, percependo un’assistenza minima da parte del robot.
In effetti Myomo è stato al centro di un un piccolo studio pubblicato lo scorso Aprile sulla rivista The American Journal of Physical Medicine and Rehabilitation, che ha dimostrato come i pazienti che si esercitavano per 18 ore nell’arco di circa sei settimane
sperimentavano un miglioramento del 23% della funzionalità delle
braccia. Nel frattempo ulteriori e più ampi studi su pazienti colpiti
da ictus sono già in corso, oltre a una ricerca che coinvolge pazienti con danni alla colonna vertebrale e traumi cerebrali. Non è chiaro se la terapia del movimento ripetuto possa essere d’aiuto anche
in questi casi, ma una rinnovata capacità di flettere ed estendere le
braccia può essere utile in molti altre situazioni, basti pensare a persone che non possono camminare. (riproduzione riservata)
■ ■ Benessere Studi sui benefici della musica
■ ■ Ricerca Le donne partoriscono meno figli
Cantare sotto la doccia
fa bene agli ormoni
Avere un gemello
mette a rischio la fertilità
di Galeazzo Santini
C
hi canta sotto la doccia
rafforza il proprio sistema
immunitario e da questo
punto di vista non ha alcuna importanza se chi pratica questo innocuo hobby esibisce una bella
voce o invece è stonato. Gli scienziati continuano a occuparsi da
tempo di questo fenomeno e hanno scoperto che esiste una enorme differenza di effetti positivi a
seconda che si canti o che ci si limiti ad ascoltare musica. Nel primo caso infatti i toni alti e bassi
influiscono più direttamente sul
sistema ormonale. Le conseguenze positive sulla salute derivanti
dal canto sono state analizzate
dagli scienziati tedeschi dell’Istituto di pedagogia musicale dell’università di Francoforte, che
hanno studiato a lungo gli effetti
di un coro costituito da otto uomini e 23 donne. La loro conclusione è che il canto dovrebbe essere molto più diffuso nelle scuole perché i bambini non ne traggono solo giovamento per la loro
salute. Nei piccoli cantanti, infatti, sono aumentate la capacità di
concentrazione e la creatività. (riproduzione riservata)
di Andrea Torti
Q
uando due gemelli sono
di sesso diverso, il maschio finisce per provocare una sicura diminuzione della
fertilità della sorella. Il fenomeno
è stato studiato da ricercatori anglo-finlandesi che hanno dimostrato come le donne che nascono
con un gemello di sesso maschile
molto spesso non si sposano e
comunque partoriscono sempre pochi figli. Per comprovare
questa tesi pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences, gli scienziati
sono ricorsi alle storie di 400 famiglie finlandesi del XVIII e XIX
secolo scoprendo che una donna
con un gemello ha il 25% di probabilità in più di non riuscire ad
avere figli. (riproduzione riservata)
“
Lampi
nel buio
Bisogna chiamare scienza
soltanto l’insieme delle
ricette che riescono
sempre. Tutto il resto è
letteratura
”
Paul Valéry
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