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Barricate al call center, «sequestrati» i dirigenti
La protesta degli 800 operatori dellazienda Omnia da due mesi senza un soldo in busta paga
Uscite chiuse per unora. Poi i manager accettano lincontrolantivigilia di Natale, il 23 dicembre: «Per
cominciare vi daremo un anticipo di 500 euro». Anche questa volta i soldi non sono arrivati. Di qui la richiesta
di rassicurazioni. E lennesima giornata di tensione.
VoiCity ha un indebitamento elevato (si parla di oltre 50 milioni di euro). Uno dei clienti, H3G, non ha
rinnovato il contratto: da met2010 si affidera un call center in Romania. Dal canto suo lazienda dichiara di
non avere intenzione di rivalersi sui lavoratori per i fatti di ieri. Ma il problema della liquiditresta sul tavolo. Il
sindacato (Cgil e Cub le sigle presenti in azienda) si appellato al prefetto di Milano. «Paradossalmente a noi
converrebbe finire in amministrazione controllata. Quantomeno i crediti nei nostri confronti avrebbero la
precedenza», allargano le braccia i rappresentanti sindacali del centro. «Limportante che si faccia presto
conclude Paolo Puglisi, segretario milanese della Slc, il sindacato dei lavoratori della comunicazione della
Cgil . La tensione non pi sostenibile. Qui cgente che non riesce a pagare le rate del mutuo o le rette
scolastiche dei figli. Per di pi questa situazione mette a rischio le numerose commesse ancora in
portafoglio».
MILANO «Il dottor Pelosi e la dottoressa Parisi non hanno niente da dirvi, mi dispiace». Call center Omnia di
via Breda, periferia Nord Milano. Il rifiuto della dirigenza di incontrare i lavoratori riuniti in assemblea, nel
primo pomeriggio di ieri, stato il cerino che ha acceso la rabbia degli 800 operatori dellazienda, accumulata
in due mesi senza un soldo in busta paga.
«Non ci volete ricevere? Scommettiamo che cambierete idea?». In pochi minuti una cinquantina di
dipendenti ha improvvisato una doppia barricata davanti allunico ingresso e davanti alla sbarra del
parcheggio interno. Obiettivo: impedire luscita dei manager.
Frigoriferi rotti, cassonetti, sedie, tavoli: stato utilizzato di tutto. E sono anche volati insulti contro i
malcapitati capi area o colleghi che hanno tentato di uscire. E poi urla e colpi a ripetizione contro la latta dei
cassonetti. Qualcuno nel gruppo degli arrabbiati si fatto carico di una piccola colletta per comprare uova da
tirare contro le vetrate. Dopo una lunga ora la situazione stata sbloccata alle 17.30 da Digos e carabinieri.
Una delegazione delle forze dellordine stata ricevuta dal direttore amministrativo del call center, Gianpaolo
Pelosi, e dal direttore operativo, Michela Parise. Lazienda ha accettato di rispondere alle domande dei
dipendenti riuniti in assemblea. Nello stesso tempo gli operatori del call center hanno tolto la barricata.
Lassemblea continuata fino alle otto di sera senza nulla di fatto. Restano irrisolti i problemi del call center
Omnia (che negli ultimi mesi ha cambiato pi volte propriet oggi si chiama VoiCity ed partecipato al 70% da
un socio finanziario, la East investment, e al 30% dai manager dellazienda). La stessa azienda ha spiegato
che i pagamenti dei clienti vengono immediatamente girati ai fornitori per pagare i debiti contratti in passato.
Per ora nulla di certo, inoltre, riguardo la ricapitalizzazione da tempo attesa.
Quello di ieri non il primo episodio del genere alla Omnia. Il 1° aprile scorso un manager dellazienda venne
«convinto» a dare spiegazioni allassemblea riguardo ai ritardi nei pagamenti. La scena si ripetuta il 23
novembre scorso. In quelloccasione il nuovo management assicurche entro il 15 dicembre gli arretrati
sarebbero arrivati sui conti correnti dei lavoratori. Ma la promessa non stata mantenuta. E cosgli 800 di via
Breda hanno smesso di lavorare e si sono riuniti in assemblea permanente. Lennesima promessa non
mantenuta arrivata l'antivigilia di Natale, il 23 dicembre: «Per cominciare vi daremo un anticipo di 500 euro».
Anche questa volta i soldi non sono arrivati. Di qui la richiesta di rassicurazioni. E l'ennesima giornata di
tensione. VoiCity ha un indebitamento elevato (si parla di oltre 50 milioni di euro). Uno dei clienti, H3G, non
ha rinnovato il contratto: da met2010 si affidera un call center in Romania. Dal canto suo l'azienda dichiara
di non avere intenzione di rivalersi sui lavoratori per i fatti di ieri. Ma il problema della liquiditresta sul tavolo.
Il sindacato (Cgil e Cub le sigle presenti in azienda) si appellato al prefetto di Milano. «Paradossalmente a
noi converrebbe finire in amministrazione controllata. Quantomeno i crediti nei nostri confronti avrebbero la
precedenza», allargano le braccia i rappresentanti sindacali del centro. «L'importante che si faccia presto
conclude Paolo Puglisi, segretario milanese della Slc, il sindacato dei lavoratori della comunicazione della
Cgil . La tensione non pi sostenibile. Qui c'gente che non riesce a pagare le rate del mutuo o le rette
scolastiche dei figli. Per di pi questa situazione mette a rischio le numerose commesse ancora in
portafoglio».
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