Darwin 1809-2009 - Liceo "Camillo Golgi"

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Charles Darwin
Biografia
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Charles Robert Darwin (1809-1882), quinto di sei figli, nacque in un’agiata famiglia borghese di Shrewsbury.
Suo padre, Robert Darwin, era un medico affermato, figlio del naturalista e filosofo Erasmus Darwin. La madre di
Charles morì quando questi aveva solo otto anni. Allevato dalle sorelle maggiori e dalle domestiche, crebbe nel
benessere, dedicandosi alle battute di caccia nelle campagne inglesi. Nell’ottobre 1825 si iscrisse all’Università di
Edimburgo per studiare medicina, pensando di seguire le orme del padre. Nel periodo trascorso ad Edimburgo studiò gli
invertebrati marini sotto la guida di Robert Grant, uno dei primi naturalisti convinti della realtà della trasformazione
delle specie. Darwin capì ben presto di non essere adatto agli studi di medicina e quindi suo padre ritenne che la carriera
ecclesiastica fosse una buona alternativa.
Il vantaggio di diventare un pastore di campagna consisteva nel fatto che sarebbe stato libero di appagare il suo
crescente interesse per la storia naturale. Il 15 ottobre 1827 fu ammesso al Christ’s College di Cambridge, ma non si
trasferì in questa città fino al gennaio del 1828. Darwin non fu uno studente modello, ma si appassionò sempre più di
scienze naturali. Divenne allievo del botanico John Stevens Henslow. Nel 1831, durante un’escursione nel nord del
Galles, Adam Sedgwick gli impartì alcune lezioni di geologia che ebbero molta influenza sulla sua formazione.
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John Stevens Henslow diede a Darwin l’opportunità di intraprendere un viaggio su un brigantino usato dalla
Marina di Sua Maestà per rilevazioni scientifiche, in qualità di naturalista e di compagno di viaggio di buona famiglia
del comandante Robert FitzRoy. Il viaggio intorno al mondo del Beagle durò cinque anni. Darwin, pur afflitto dal mal
di mare, trascorse la maggior parte del tempo studiando le caratteristiche geologiche dei luoghi visitati e analizzando gli
animali e le piante che vivevano in queste zone, in particolare in Sud America, sulle isole Galapagos e sulle isole
dell’Oceano Pacifico. Raccolse metodicamente innumerevoli campioni e trascrisse su taccuini da campo le sue
annotazioni, che furono poi impiegate per redigere appunti più formali. Al ritorno riordinò il suo diario di viaggio, che
divenne la base del fortunato Diario delle Ricerche del 1839, ora conosciuto come il Viaggio di un naturalista intorno al
mondo.
Darwin fu particolarmente influenzato dalle opere di alcuni scienziati, come l’astronomo John Herschel, il naturalista ed
esploratore Alexander von Humboldt e il geologo Charles Lyell. Il nuovo libro di Lyell, Principi di Geologia (1830-3),
lo colpì molto. Durante il suo viaggio potè verificare in prima persona l’esistenza delle forze naturali identificate da
Lyell che gradualmente trasformano la superficie del pianeta, quali l’erosione, i terremoti e i vulcani. Facendo
riferimento proprio alle teorie di Lyell, fece alcune scoperte molto importanti sulla geologia del Sud America, sulle
isole vulcaniche e sulle origini delle barriere coralline.
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Durante il viaggio, Darwin raccolse esseri viventi appartenenti alle diverse specie e ne riportò le caratteristiche
in appositi registri, redigendo appunti. Questo suo lavoro costituì il fondamento della serie, composta di cinque volumi,
che egli curò e sovrintese quando tornò in patria, ovvero La Zoologia del Viaggio del Beagle (1838-43). Dissotterrò
molti fossili in America meridionale. Si domandò perchè i fossili assomigliassero agli attuali abitanti del continente più
di qualsiasi altra specie, e perchè queste somiglianze si riscontrassero anche fra specie esistenti ma distribuite in territori
differenti. Perchè il mondo pullulava di così tante creature diverse? Perchè alcune erano tra loro molto simili e altre
invece molto diverse? Se le specie erano state create in qualche modo per adattarsi allambiente in cui si trovavano,
perchè le specie che abitavano la giungla presentavano differenze in Asia, in Africa e in Sud America, nonostante il
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clima fosse simile?
Darwin fece analizzare gli esemplari che aveva raccolto ai migliori esperti dell’epoca. L’ornitologo John Gould fu in
grado di indicargli quante, tra le specie che aveva trovato alle Galapagos, fossero uniche e mai scoperte altrove. Senza
dubbio queste specie presentavano somiglianze con alcune specie dell’America meridionale, che si trovavano a 600
miglia di distanza. Darwin pensò che alcuni migratori, provenienti dal Sud America, fossero giunti alle Galapagos dopo
che queste erano emerse dal mare, e che poi avessero subito una trasformazione nel corso del tempo poichè vivevano in
condizioni di isolamento.
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Cominciò così a pensare a come fosse possibile la nascita di nuove specie partendo da cause naturali
osservabili. Il suo spiccato eclettismo lo portò ad analizzare alcune prove non convenzionali. Fece molte domande agli
allevatori, sia contadini sia amatori, per cercare di capire come questi riuscissero a ottenere varietà così diverse di piante
e di animali. Lentamente arrivò alla conclusione che gli esseri viventi fossero infinitamente variabili. Al tempo si
credeva che le specie fossero state create laddove le si trovava, in armonia con lambiente circostante. Alcuni scienziati
avevano affermato che nel corso della storia le specie erano state generate una sola volta, mentre i reperti fossili
sembravano al contrario dimostrare la nascita di specie differenti in ere geologiche diverse.
Darwin conosceva bene le teorie sulla trasformazione delle specie esposte anni prima da suo nonno Erasmus e dal
grande zoologo francese Jean-Baptiste Lamarck. Ora, però, le sue idee si stavano dirigendo verso risultati inediti.
Pensava alla storia della vita non come a una serie di progenie indipendenti, in qualche modo costrette a progredire
dalle monadi alle scimmie. Al contrario, Darwin concepiva la vita come un unico albero genealogico ramificato. Le
somiglianze tra le diverse forme di vita dovevano dunque provenire da un antenato comune. Le sue speculazioni iniziali
e i primi abbozzi teorici furono raccolti, dal 1836 al 1844, in una serie di Taccuini simili a quelli compilati durante il
viaggio a bordo del Beagle: i Taccuini della Trasmutazione.
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Nel settembre del 1838 lesse il Saggio sul principio della popolazione di Thomas Malthus, del 1798. Malthus
sosteneva che l’incremento demografico incontrollato avrebbe necessariamente portato a una scarsità di risorse perchè
la popolazione cresceva in progressione geometrica, mentre i generi di sussistenza no, determinando una lotta per la
sopravvivenza. L’essenza di questo ragionamento influenzò Darwin, che arrivò alla conclusione secondo cui moltissimi
esseri viventi vengono sempre annientati prima che possano riprodursi. Diversamente, ogni specie si sarebbe già
riprodotta così tanto da riempire il pianeta in poche centinaia di generazioni. Nella realtà le popolazioni rimangono
invece più o meno stabili, anno dopo anno. L’unica spiegazione possibile sta nel fatto che la maggior parte della
progenie (dal polline ai semi, alle uova) non sopravvive abbastanza per potersi riprodurre.
Darwin, che stava già cercando di capire come potessero formarsi nuove varietà, comprese ben presto che la soluzione
era da ricercarsi nella differenza tra gli esseri viventi che sopravvivono e si riproducono, e quelli che invece non ce la
fanno. Denominò questa serie di cause variabili "selezione naturale", perchè ricordava l’attività degli allevatori che
scelgono quali individui far riprodurre, ottenendo così nel tempo variazioni marcate nelle forme e nei comportamenti
grazie alla propagazione dei caratteri favorevoli.
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Non sapeva esattamente come funzionava il principio dell’ereditarietà, i geni e il DNA gli erano
completamente sconosciuti. Tuttavia si rese conto che l’eredità dei caratteri rivestiva un ruolo importante. La progenie
assomigliava ai genitori e solo chi sopravvive trasmette alla prole la propria forma e le proprie abilità. Le caratteristiche
favorevoli alla sopravvivenza saranno trasmesse alla prole e si moltiplicheranno, mentre diminuiranno quelle degli
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individui che non sopravvivranno tanto a lungo da riprodursi. Il suo merito fu di pensare per la prima volta in termini di
popolazioni di individui biologici portatori di differenze, e non più in termini di tipi ideali come avevano fatto molti
studiosi prima di lui. Dalle osservazioni e dagli esperimenti condotti su piante e animali domestici e selvatici, non trovò
limiti ai cambiamenti a cui erano stati soggetti questi esseri viventi nel corso delle generazioni. Dunque le specie che
popolavano il mondo non erano legate tra loro da una "catena dell’essere" predeterminata, nè create separatamente da
un divino progettista, nè divise in categorie distinte artificialmente, bensì appartenevano tutte a un unico albero
genealogico prodotto dalla "discendenza con modificazioni".
Darwin identificò in seguito anche un altro meccanismo per mezzo del quale alcuni individui potevano generare più
discendenti di altri: la selezione sessuale. Questa teoria spiegava perchè in molte specie il maschio presenti colori molto
vivaci, o parti del corpo atte esclusivamente ad attrarre le femmine o a competere con gli altri maschi. I maschi che
sconfiggono i rivali, o che vengono scelti dalle femmine per la riproduzione, generano più discendenti e quindi le
generazioni successive somiglieranno loro di più, rispetto a coloro che si riproducono meno sovente. Qui dunque la
competizione non è per le risorse, ma direttamente per la riproduzione, che viene guidata dalle scelte delle femmine (o
dei maschi in alcuni casi meno frequenti).
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Nel 1839 Charles sposò sua cugina Emma Wedgwood. Ebbero i primi due (di dieci) figli a Londra e poi nel
1842 si trasferirono a Down House, nel Kent, dove rimarranno sempre. Darwin conquistò subito una fama notevole
come geologo, zoologo e viaggiatore, grazie ai suoi diari e ad alcuni articoli innovativi di geologia. Il suo studio
sistematico sui cirripedi, che gli costò ben otto anni di lavoro, pubblicato tra il 1851 e il 1854, lo fece diventare una vera
e propria autorità nel campo della tassonomia e della distribuzione della flora e della fauna. Non vi è dunque motivo di
pensare che Darwin avesse bisogno di consolidare la propria fama o le proprie competenze prima di pubblicare la sua
teoria sull’evoluzione delle specie.
Condusse esperimenti di allevamento di specie animali e vegetali, corrispose con molti studiosi e lesse fervidamente per
molti anni, perfezionando e rafforzando empiricamente la sua teoria. Nel 1842 redasse un primo saggio sintetico che
esponeva la teoria, noto oggi come lo Sketch. L’argomento fu ulteriormente approfondito in un altro saggio scritto nel
1844, noto oggi come l’Essay. L’opera che aveva in mente sulla selezione naturale era già avviata quando, nel 1858, il
lavoro fu interrotto da una lettera di Alfred Russel Wallace, un naturalista e collezionista inglese che in quel momento
stava raccogliendo campioni nellAsia sud-orientale. In un saggio accluso a tale lettera Wallace sintetizzava le sue teorie
in questo titolo: "Sulla tendenza delle varietà ad allontanarsi indefinitamente dal tipo originario". Darwin fu colpito
dalla forte somiglianza delle due teorie. Inoltrò allora la lettera a Lyell e di comune accordo con Joseph D. Hooker si
decise di evitare una rincorsa alla rivendicazione di priorità e di pubblicare le osservazioni dei due scienziati il prima
possibile, congiuntamente. Nel 1858 i testi furono letti durante una seduta della Linnean Society di Londra, a cui
Darwin e Wallace non presero parte, e furono successivamente pubblicati negli atti della Society. Darwin si dedicò
allora rapidamente alla redazione di un "compendio" sulle sue ricerche in corso sulla selezione naturale. Questo
compendio diventò in tredici mesi uno dei libri più famosi in assoluto, L’origine delle specie, pubblicato il 24 novembre
1859.
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Sebbene Darwin fosse riuscito a convincere gran parte della comunità scientifica del fatto che il concetto di
discendenza con modificazione, altrimenti detta evoluzione, era corretto, e sebbene non fosse stato il primo a proporre
una teoria secondo cui la vita si evolve, molti rifiutarono il concetto di selezione naturale, inteso come quel meccanismo
primario di variazione spontanea e cernita ambientale attraverso il quale avviene la generazione di nuove specie.
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Darwin divenne l’autorità somma nell’ambito dell’evoluzione e ben presto giovani amici, quali Joseph Hooker, Thomas
H. Huxley e John Tyndall, fecero prevalere la sua visione nei dibattiti pubblici. Nei due decenni successivi alla
pubblicazione dell’Origine, la stragrande maggioranza della comunità scientifica cominciò ad accettare il fatto che
Darwin avesse ragione riguardo all’evoluzione della vita, anche se la selezione naturale spesso non veniva accettata. Il
riconoscimento ufficiale della validità della selezione naturale dovette attendere gli anni trenta del Novecento, quando si
assistette alla sintesi fra la teoria darwiniana e la genetica mendeliana, raffinata dai genetisti di popolazione.
La teoria dell’evoluzione di Darwin si fonda dunque su tre elementi o requisiti principali: la variazione, l’ereditarietà e
la selezione. Se ogni singola forma di vita è unica, fatto che nessuno può negare, e tali peculiarità possono costituire una
differenza nel determinare quali individui vivranno e si riprodurranno e quali no, e se queste differenze possono essere
ereditate dalla progenie, allora le generazioni future discenderanno da coloro che sono stati così fortunati da
sopravvivere grazie alle loro differenze. Darwin riuscì in questo modo a spiegare per la prima volta in modo coerente e
unitario una quantità di evidenze molto diverse fra loro, come la successione dei fossili nei reperti geologici, la
distribuzione geografica delle forme di vita, le somiglianze negli stadi embrionali precoci, le omologie strutturali, gli
organi vestigiali, le relazioni tassonomiche osservate nel mondo vivente.
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Le reazioni alle idee rivoluzionarie di Darwin furono diverse e alquanto accese. Nel campo della zoologia,
della tassonomia, della botanica, della paleontologia, della filosofia, dell’antropologia, della psicologia e della religione
l’opera di Darwin scatenò forti reazioni, molte delle quali persistono tuttora. Ciò che risultò più scomodo di ogni altra
conseguenza furono le implicazioni della teoria dell’evoluzione sulla presunta unicità assoluta dell’uomo. Sebbene
Darwin si fosse astenuto dal trattare all’interno dell’Origine la comparsa di singole specie, compresa quella umana eccezion fatta per la celebre frase: "Verrà fatta luce sull’origine delluomo e la sua storia" - molti lettori pensarono subito
alle ricadute che questa visione genealogica avrebbe avuto sulle antiche e radicate visioni circa il "posto dell’uomo nella
natura".
Darwin trattò l’argomento in seguito, ne L’Origine dell’Uomo del 1871 e ne L’espressione delle emozioni nell’uomo e
negli animali del 1872, lo stesso anno in cui uscì la sesta e definitiva edizione de L’origine delle specie, quella che
leggiamo oggi. All’interno di queste opere seminali, estremamente brillanti, Darwin dimostrò che non esistevano
differenze nei modi di evoluzione tra l’uomo e gli altri animali, ma solo di grado. Dimostrò cioè l’esistenza di una
diversità di gradazione, non di un divario incolmabile, non solo tra Homo sapiens e gli altri animali, ma tra tutti gli
esseri viventi, il che è una conseguenza del perenne e continuativo cambiamento che agisce accumulandosi nel tempo.
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I risultati straordinari di Darwin non si limitano solo alle sue prime opere di carattere scientifico e a quelle
relative alla teoria dell’evoluzione. Le sue attente osservazioni, la sua immaginazione, la sua curiosità e la sua
determinazione gli permisero di fornire contributi estremamente preziosi al mondo dellecologia, della botanica, e a
decine di quelle che in seguito sarebbero diventate discipline autonome. Darwin rimase molto colpito dalla correlazione
esistente tra specie diverse, clima e ambiente. Propose nuove soluzioni al quesito riguardante il modo in cui gli esseri
viventi si sarebbero sparsi nel mondo. Pubblicò opere fondamentali sugli espedienti con cui le orchidee sono fecondate
dagli insetti (1862), sui movimenti e le abitudini delle piante rampicanti (1865), sulla variazione degli animali e delle
piante sotto addomesticamento (1868), sulle piante insettivore (1875), sugli effetti della fecondazione nel regno
vegetale (1876), sulle differenti forme dei fiori o delle piante della stessa specie (1877), sul potere del movimento nelle
piante (1880). Persino nel suo piccolo e ultimo libro, La formazione del terriccio vegetale per l’azione dei lombrichi
(1881), Darwin diede un contributo scientifico significativo, rivelando la straordinaria complessità e importanza di un
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processo naturale di accumulazione graduale di cambiamenti, che nessuno pareva aver intuito prima e che era sempre
stato "sotto i piedi di tutti".
Charles Darwin era un uomo gentile, affabile, semplice e molto modesto, anche se la sua figura reale è probabilmente
più sfaccettata di quella che ha voluto dipingere di sè nella Autobiografia scritta negli ultimi anni. In età adulta era
spesso malato a causa della salute cagionevole dovuta probabilmente a una malattia contratta durante il viaggio.
Nonostante ciò rimase sempre fervido in lui il desiderio di comprendere la natura e di far parte di quel mondo di
eccellenza della scienza britannica che tanto rispettava e amava. Darwin morì nell’aprile del 1882 e fu seppellito
nell’Abbazia di Westminster accanto a Isaac Newton.
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La mostra
Darwin 1809 – 2009
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Introduzione
Tenne riservate le sue dirompenti idee per più di due decenni. Brillante e meticoloso osservatore della natura, partecipò
il meno possibile alla vita pubblica e ai dibattiti dell’epoca. Eppure, ancora oggi, due secoli dopo la nascita, il suo nome
è ricordato in tutto il mondo. Che cosa fece Charles R. Darwin e perchè è tuttora così importante?
Darwin - studiando attentamente la natura in tutte le sue forme, dai bradipi giganti fossili ai tordi beffeggiatori, dalle
primule ai bambini comprese che le specie si trasformano nel corso del tempo e che siamo tutti legati gli uni agli altri da
una parentela genealogica. Il naturalista inglese capì che l’enorme diversità di forme di vita comparse sulla Terra deriva
da processi naturali in atto da milioni di anni, e tuttora in corso. Fu il primo che non si limitò soltanto a riconoscere il
fatto empirico dell’evoluzione, ma a delinearne una spiegazione coerente che ancora oggi rappresenta il cuore degli
studi evoluzionistici. La teoria dell’evoluzione per selezione naturale - la spiegazione che Darwin propose per il
dispiegarsi della vita nel corso del tempo - ha modificato la nostra concezione del mondo vivente, come le idee di
Galileo,
di
Newton
e
di
Einstein
hanno
rivoluzionato
la
nostra
comprensione
dell’universo
fisico.
La teoria dell’evoluzione di Darwin costituisce il fondamento di tutta la biologia moderna. Ci permette di decifrare i
nostri geni e di combattere i virus, di comprendere le testimonianze fossili e la ricchezza della biodiversità sulla Terra.
La teoria di Darwin è semplice e, nonostante spesso sia stata oggetto di polemiche e sia stata fraintesa e
strumentalizzata per fini che le sono estranei, continua ad essere incontestabilmente il concetto centrale della biologia.
Charles Darwin, rivoluzionario riluttante, ha modificato profondamente la nostra visione del mondo naturale e del ruolo
che noi occupiamo in esso.
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Il mondo prima di Darwin
In Inghilterra, prima della nascita di Darwin, la maggior parte delle persone accettava come assodato un
complesso di antiche idee relative alla natura. Le specie non erano considerate imparentate fra loro in un unico "albero
di famiglia", ma separate e immutabili sin dalla loro creazione. Si pensava che la Terra fosse "giovane" che avesse forse
soltanto 6.000 anni di vita - e che non fosse trascorso abbastanza tempo per permettere alle specie di evolversi. In ogni
caso gli esseri umani non facevano parte integrante della natura, erano considerati al di sopra e al di fuori di essa in virtù
di facoltà ritenute eccezionali e uniche. Questo atteggiamento rifletteva una visione più ampia del mondo, ritenuto
stabile e basato su un ordine naturale delle cose che garantiva a sua volta l’ordine sociale.
La maggior parte degli inglesi viveva in comunità contadine e i viaggi lontano dal proprio luogo natio erano rari. La vita
di tutti i giorni assomigliava a quella delle generazioni precedenti. Ben presto la rivoluzione industriale e le riforme
democratiche avrebbero rimodellato la società, ma prima dell’epoca di Darwin era ancora possibile concepire il mondo
come eterno e immutabile.
Tramite l’immersione iniziale in un’ambientazione fatta di illustrazioni naturalistiche e di installazioni di scheletri di
animali, che rappresentano la visione composta e senza tempo della natura in età vittoriana, questa sezione inquadra le
ricerche di Darwin nel contesto culturale dellepoca, fornendo una rapida panoramica sul modo in cui gli scienziati
avevano considerato il mondo vivente fino ad allora.
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Il giovane naturalista
Da bambino, Charles Darwin collezionava uova di uccelli e conchiglie, coleotteri e monete, falene e minerali,
e molto altro ancora. Era nato nel 1809 da una famiglia benestante dell’Inghilterra rurale e trascorreva le ore a osservare
gli uccelli e a leggere libri, rannicchiato sotto la tavola della sala da pranzo. Tuttavia, era uno studente svogliato e la
scuola lo annoiava. Si rifiutava di studiare il latino e non capiva l’utilità di imparare versi a memoria, "poichè 48 ore
dopo il verso era già dimenticato". Non era mai stanco di studiare, invece, i dettagli della natura.
Da adolescente si appassionò alla chimica, alla biologia, alla botanica e alla geologia, pur proseguendo in quegli anni
con doveroso rispetto la carriera che il padre medico aveva scelto per lui: quella di dottore prima e di ecclesiastico poi,
dopo il fallimento dei primi studi di medicina a Edimburgo. Negli anni trascorsi all’Università di Cambridge fu notato
da un’elite di accademici che riconobbero le sue potenzialità e potè finalmente emergere il suo vero talento per le
scienze naturali.
Nella sezione "un giovane naturalista" potrete seguire la storia della famiglia e degli anni di studi di Darwin, avido
collezionista e osservatore di piante, di insetti e di rocce. Grazie a oggetti dell’epoca, a lettere di gioventù, a copie delle
specie collezionate, ai disegni della giovinezza ripresi in fotografie d’archivio, a immagini dei taccuini, dei manoscritti e
degli ambienti di vita, ripercorriamo qui la storia di come Darwin crebbe e di come avvenne la sua trasformazione da
studente indifferente a promettente naturalista ossessionato dai coleotteri e incuriosito da alcune nuove teorie sulla
"trasformazione" delle specie. Finchè un giorno non arrivò un invito inatteso...
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In viaggio intorno al mondo (parte1)
Nell’agosto del 1831, dopo un’escursione geologica in Galles, Darwin si precipita a casa impaziente di
cominciare una battuta di caccia alle pernici di due settimane, ma una lettera del suo professore e mentore a Cambridge,
John Stevens Henslow, è lì ad attenderlo. Contiene la proposta di un’esperienza irripetibile: partecipare "in veste di
naturalista" a un viaggio intorno al mondo sul brigantino di Sua Maestà Beagle, impegnato in una spedizione di
ricognizioni costiere e di rilevamenti geografici.
Darwin è euforico, non vede l’ora di esplorare la natura delle terre tropicali. Durante i cinque anni successivi il Beagle,
guidato dal Capitano Robert FitzRoy, raggiunse il Brasile facendo tappa sulle isole di Capo Verde, ispezionò
lungamente le coste del Sud America fino alla Terra del Fuoco, risalendo poi lungo il Cile e il Perù, visitò per cinque
settimane l’arcipelago delle Galpagos e iniziò infine un lungo tragitto di ritorno attraverso l’oceano Pacifico, da Tahiti
alla Nuova Zelanda, poi attraverso l’oceano Indiano dallAustralia al Sud Africa, risalendo infine lungo l’Atlantico fino
all’Inghilterra. Darwin fu libero di esplorare il continente sudamericano in diverse escursioni verso l’interno, di
analizzare gli ecosistemi e le faune degli arcipelaghi e delle isole. Riempì numerosi taccuini con dettagliate osservazioni
sulle piante, sugli animali, sulla geologia e sui climi. Collezionò migliaia di reperti e di esemplari diversi, spedendoli a
casa per ulteriori studi.
Nella sua Autobiografia Darwin definirà il viaggio a bordo del Beagle "senz’ombra di dubbio, il più importante evento
della mia vita", quello che "determinò fondamentalmente tutta la mia carriera".
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In viaggio intorno al mondo (parte 2)
Alla partenza Darwin era un giovane laureato ventiduenne, ancora intenzionato a perseguire la carriera
ecclesiastica in una parrocchia di campagna. Al suo ritorno era un naturalista e geologo affermato, subito famoso a
Londra per le straordinarie collezioni di animali e di piante che aveva inviato in madrepatria.
Il collezionista dilettante si era trasformato in un esperto osservatore e teorico. Il viaggio sul Beagle gli avrebbe fornito
le evidenze fondamentali su cui riflettere e lo spunto per la teoria a cui avrebbe lavorato per il resto della vita.
Il viaggio rappresenta la sezione espositiva centrale della mostra, la più spettacolare ed emozionante. Potrete seguire le
tracce dell’evoluzione del pensiero di Darwin attraverso il suo viaggio di cinque anni intorno al mondo. La mostra offre
al visitatore in questa sezione molti documenti inediti, tra i quali figurano appunti e lettere che Darwin spedì ai suoi
amici e alla famiglia. In essi scopriamo che il naturalista inglese già durante il viaggio abbandonò le vecchie
convinzioni fissiste e divenne un convinto trasformazionista.
Gli animali vivi sono i protagonisti centrali della sezione: iguane verdi, armadilli e tartarughe. Il visitatore potrà
ripercorrere in prima persona il viaggio di Darwin, attraversando gli ecosistemi e i paesaggi meravigliosi che incontrò,
dalla sontuosa foresta pluviale alle distese della Patagonia, dalle asprezze della Terra del Fuoco all’incanto naturalistico
delle Galpagos. Potrà seguirlo alla scoperta di fossili di mammiferi giganti ora estinti, di foreste pietrificate e di specie
uniche al mondo che lo affascinarono: i nandù; gli orsi giocolieri; gli armadilli (compresa l’eccezionale ricostruzione di
un gliptodonte gigante, un animale estinto simile all’armadillo ma grande come un rinoceronte); le tartarughe giganti di
terra delle Galpagos, con i loro carapaci dalle svariate forme, che si adattarono alla vita delle differenti isole; i
fringuelli; le iguane marine e di terra delle Galpagos; i colibrì; i pinguini; le sule dai piedi azzurri; gli uccelli mimi e
tanti altri esseri viventi che diedero ispirazione alla prima formulazione della teoria dell’evoluzione.
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Londra - l’idea prende forma
Pochi mesi dopo il rientro in patria, Darwin si stabilì a Londra e si gettò a capofitto nel lavoro, riordinando il
materiale di ricerca del suo viaggio e affidando i reperti più importanti ai maggiori esperti inglesi dell’epoca, nella
speranza di potersi finalmente unire alla cerchia dei “veri naturalisti”. Contemporaneamente, un’idea molto importante
cominciò a prendere forma nella sua mente. Le sue prime intuizioni a bordo del brigantino erano giuste? Era dunque
possibile che nuove specie si originassero a partire dalle vecchie? E se sì, in che modo? Gli anni londinesi furono intensi
e ricchi di attività febbrili, di scambi e di creatività. Darwin si sposò con Emma ed ebbe i suoi primi due figli. Presentò i
suoi innovativi lavori di esordio, di argomento geologico, dinanzi alle più rinomate società scientifiche della nazione.
Intraprese osservazioni prolungate sul comportamento di primati in cattività allo zoo di Regent Park e divenne un
esperto delle pratiche di allevamento.
Si fece insomma un nome in campo scientifico e inaugurò un altro tipo di viaggio, questa volta tutto all’interno della
sua mente e dei suoi segretissimi “Taccuini della trasmutazione”. Fu a Londra che riuscì brillantemente a far
combaciare i pezzi della sua teoria dell’evoluzione tramite l’idea unificante di selezione naturale. Poi, nell’arco di soli
cinque anni, abbandonò la grigia, fumosa e caotica capitale per trasferirsi nell’adorata campagna, continuando ancora a
mantenere le sue idee rivoluzionarie quasi esclusivamente per sé.
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Down House - una vita a lavoro
Nel 1842 fuggì da Londra con la sua famiglia alla ricerca di pace e di tranquillità. Si trasferì in un piccolo
villaggio a 16 miglia dalla città. "Down House" sarebbe stata, per i 40 anni a venire, il suo rifugio, il laboratorio di
ricerca e il nodo di una vasta rete scientifica. Fu lì che, con pazienza, Darwin completò la sua opera sullevoluzione delle
specie per selezione naturale, lavorando nel suo studio, nella serra e nel giardino, ma anche intrattenendo una fitta
corrispondenza con scienziati in ogni parte del mondo.
Darwin mantenne riservati i risultati del suo lavoro per più di vent’anni, dunque, temendone l’impatto nella comunità
scientifica più conservatrice e gli effetti culturali sulla società dell’epoca. La morte dell’amata figlia Annie lo indusse a
interrogativi drammatici sul significato del male e del dolore. Fu necessaria una lettera dalla Malesia - a proposito di
alcune tesi sulla selezione naturale sorprendentemente molto simili alle sue - di uno studioso più giovane, Alfred Russel
Wallace, per convincerlo a pubblicare finalmente la sua opera. Dopo essersi rinchiuso nel suo studio a scrivere in tutta
fretta, Darwin produsse in pochi mesi "L’origine delle specie", il suo capolavoro del 1859 andato subito esaurito.
Questo libro, insieme a "L’origine dell’uomo" del 1871, avrebbe provocato una vera e propria rivoluzione e reso
Darwin lo scienziato più onorato e dibattuto dei suoi tempi.
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L'evoluzione oggi
Un secolo e mezzo fa Charles Darwin offrì al mondo una spiegazione scientifica unificata della diversità della
vita sulla Terra: l’evoluzione per selezione naturale. Da allora, intere generazioni di studiosi hanno scoperto quanto sia
stato fondamentale il suo lavoro per le loro ricerche. Gli scienziati moderni possono dare oggi risposte alle domande sul
mondo naturale con modalità che erano impensabili all’epoca in cui Darwin rimuginava pensoso sui temi della
variazione e dell’ereditarietà dei caratteri durante le sue passeggiate lungo il "sandwalk" a Down House.
Dopo Darwin abbiamo scoperto i cromosomi, i geni e la struttura del DNA. Abbiamo riscoperto nel 1900 e indagato le
leggi che regolano la trasmissione dell’informazione biologica di generazione in generazione. Nuovi strumenti e nuove
tecnologie, come le comparazioni genetiche, sono in grado di rilevare relazioni tra gruppi apparentemente diversi fra
loro. I metodi accurati di datazione fossile dimostrano che l’evoluzione procede secondo ritmi variabili e non sempre
lenti e graduali. Le ricerche più raffinate sulle faune e sugli ecosistemi, passati e presenti, contribuiscono a fornire
spiegazioni più approfondite sulla formazione delle specie. Darwin sarebbe sorpreso e molto felice - di poter vedere
come le nostre nuove conoscenze abbiano aiutato il progresso, l’aggiornamento e l’integrazione della sua teoria.
Questa sezione proietta dunque il visitatore dal 1882, anno della morte di Darwin, direttamente al 2009 e presenta in
modo comprensibile e chiaro le conoscenze sull’evoluzione di oggi. Le prove che colpirono l’attenzione di Darwin (le
relazioni biogeografiche, i dati paleontologici, gli organi vestigiali, le strette somiglianze nelle prime fasi di sviluppo
embrionale, le omologie strutturali fra gli animali, la coevoluzione fra specie) sono qui illustrate in chiave moderna. Le
evidenze dell’evoluzione e dei suoi meccanismi sono infatti talmente numerose oggi da coinvolgere tutte le scienze che
si occupano del vivente. Osservando i tempi e i modi dell’evoluzione, il visitatore potrà approfondire le sue conoscenze
sul meccanismo di selezione naturale e sugli altri fattori di cambiamento presenti in natura, scoprendone le vaste
applicazioni attuali nei campi della biologia evolutiva, dell’embriologia, della genomica, delle ricostruzioni
filogenetiche, dell’antropologia fisica.
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Epilogo
Darwin vide per la prima volta nel 1862 una splendida orchidea del Madagascar, l’Angraecum sesquipedale.
La sua lunga bocca verde contiene il nettare, il liquido dolce che attira gli impollinatori, ma solamente sulla punta
estrema. "Sorprendente", scrisse Darwin in merito a questo strano adattamento: "Quale insetto riuscirà mai a succhiarne
il nettare?" Previde allora che il Madagascar fosse la patria di un insetto con un lungo tubo per l’alimentazione o una
qualche proboscide. Gli entomologi erano assai dubbiosi: nessun insetto simile era mai stato trovato in quella regione.
Più di 40 anni dopo la sua morte, l’intuizione di Darwin fu confermata: in Madagascar un naturalista scoprì una falena
falco gigante, che ronza come il colibrì mentre la sua lunga spirotromba, simile a una frusta, raggiunge il nettare
all’interno della pianta.
Il nome scientifico della falena, Xanthopan morganii praedicta, è stato scelto in onore della previsione dello scienziato
inglese che non la vide mai, ma che con la sua teoria era stato in grado di prevederne l’esistenza.
E questa la ricchezza di specie e di adattamenti che il lavoro di Darwin ci permette di comprendere.
A due secoli dalla nascita, le sue intuizioni rimangono fresche e vitali. Da giovane osò chiedersi in che modo il mondo
naturale fosse giunto ad apparire tale ai nostri occhi. Com’è possibile spiegare l’incredibile diversità della vita intorno a
noi? La sua risposta non fece che accrescere il suo stupore, e il nostro ancora oggi, come leggiamo nella celebre chiusa
dell’Origine delle specie: "Vi è qualcosa di grandioso in questa visione della vita", e nel fatto che "da un così semplice
inizio infinite forme, bellissime e meravigliose, si sono evolute e continuano a evolversi".
Materiale tratto dal sito: http://www.darwin2009.it/ita/index.php
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