Scarica la lettera - Scuole Maestre Pie

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Ionoijoy
Un giovane indiano è costretto a portare per un numero indeterminato di
anni e per la maggior parte dei mesi dell’anno, un sacco di pietre, diverse
per colore, forma, peso e consistenza.
I tanti che venivano a contatto con lui, scorgendo il suo sguardo sconsolato e
udendo le amare sue parole si affrettavano a consolarlo:
- Pazienta, finirà!
- Accetta, è dura, lo so, ma ti servirà!
Qualcuno, pur nel timore di proferir parole che risuonassero “contro corrente”,
si azzardava a sussurrare:
- E’ anche bello ed importante!
Il giovane, tuttavia, soffriva e, legato al piede il dannato sacco, ne trascinava il
peso fino al termine del percorso assegnato, lieto, se qualche pietra, dal sacco
divenuto logoro, fuoriuscisse strada facendo.
- Ah finalmente! Libertà! - gridava fuggendo, al compiersi di ogni anno.
In una brumosa giornata di Novembre, dall’insolito colore per la terra indiana,
una vecchina esile affiancò il giovane nel suo duro andare col cuore altrove:
- Perché tanto sforzo?! Che farai con tante pietre?- gli chiese.
Mentre il giovane tentava di dar suono al livore che gli pesava dentro e gridava
l’inutilità della cosa, la vecchia gli si fece più vicina e…, suadente, gli disse:
- Trova il fine e la sofferenza avrà fine!
Il cuore del giovane si aprì ad accogliere la sfida; il tormento del trascinare
sassi non cessò, ma in breve, … pensa e ripensa, leggi, interroga uomini e
donne, vecchi e bambini, coetanei ed adulti, … trovò la chiave per uscir
dall’assurda pena. “Il fine … la fine”, si ripeteva più volte, cercando il giusto
posto ai frammenti di verità raccolti. Si ostinava così a rinvenire il nodo da
sciogliere; e … una sera, dalla opaca solitudine e dal chiarore muto delle stelle,
ebbe risposta:
- … ma certo i sassi, che mi trascino, non sono inutile zavorra, possono
servire a costruire qualcosa, … allora il mio terribile affaticare avrà un senso
e questo mi darà la gioia.
Noncurante dell’ora tarda e del misterioso silenzio, si mise all’opera: ideò,
progettò e … sassi su sassi, la schiena curva, le mani insanguinate, in cuore
il sogno di una casa.
Gli anni trascorsero e … la casa fece bella mostra di sé su tre piani ben
architettati.
Il primo piano divenne il “suo regno”: vi si appartava e … creava; vi
collezionava palpiti di natura e pensieri originali, zampillati dal suo essere;
operoso, vi attendeva il nuovo domani.
Nel secondo piano tesseva relazioni cosmiche, quasi fosse la tenda del
mondo, atta ad accogliere volti e ritmi inusitati; vi conobbe il tepore
dell’inconsueta amicizia e il crepitante sorriso dell’amore senza rughe.
Le verande del terzo piano respiravano sui quattro punti cardinali, ma esso
aveva quasi il sapore dell’inutile: Ionoijioy era pago del suo vivere nei primi
due piani.
- Perché quelle magnifiche stanze? Sono sovrastruttura! - si diceva.
Tuttavia, forse suo malgrado, di tanto in tanto, saliva in alto, scostava gli
scuri e… le stelle, il sole erano là, pronti ad irrompervi, dando esistenza e
colore ad ogni cosa.
- Il sole … la vita in me! Luci e ombre: il misterioso gioco dell’esistere! La
Natura, l’Essere, l’esserci!
Una notte, affacciato ad un balcone, vide tre luminosissimi raggi, che
dipartendosi, ciascuno da un piano della sua casa, formavano in alto una
stella, e … nell’intimo vi sfavillava il suo nome : Ionoijioy
Preso da incanto, accompagnò lo scorrere delle ore fino al levar del sole.
- Sole, sole bello e terribile, che ti nutri della luminosità delle stelle! - esclamò.
- Perché …?!
Le lacrime gli fecero velo, le parole gli si spensero in cuore, ma decise di
vegliare la stella fino al suo definitivo trascolorare.
- Meraviglia!
La stella, correndo sopra un fascio di raggi, si tuffò tra le braccia del sole, e il
nome, Io-noi-joy, potenziato il proprio fulgore, occhieggiava là, per l’eterno.
La felicità fu piena.
Dal tripudio di luce fiorirono gli occhi sorridenti della vecchia, che, con una
mano, additava la danza del Sole e l’altra tendeva alla Terra.
Una tarda e grigia mattinata un ragazzo, nella casa del giovane, lamenta la
brevità dei giorni spensierati e il lungo, cupo dolore del trascinare sassi.
Poche parole sulle labbra di Ionoijioy, come dovute a garantire la gioia:
- Trova il fine e la sofferenza avrà fine!
Sr stefania Vitali
(Preside Istituto Maestre Pie)
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