SASSO di CASTALDA MARIELE VENTRE 20 22 1 8

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comune di
SASSO di CASTALDA
teatro
MARIELE VENTRE
Centro Mediterraneo delle Arti
“ASSO DI MONNEZZA”
dic di e con Ulderico Pesce
20
E’ la storia di Marietta e della sua famiglia. Marietta è nata nella periferia di Napoli, a Pianura. Il balcone della sua casa si affaccia su una
discarica di “monnezza” dove da 40 anni sono
state sversate tonnellate di rifiuti, tra i quali
1000 tonnellate di liquidi chimici pericolosissimi provenienti dall’Acna di Cencio. Nata in una
famiglia poverissima il suo primo giocattolo l’ha
trovato proprio in questa discarica: una bambolina spelacchiata che ancora conserva; ma la
discarica e i suoi fumi tossici le ha portato via
tutta la famiglia, i genitori e una sorella stroncati da tumori. Rimasta sola Marietta si sposa con
Nicola e va ad abitare a Giugliano, alle porte di
Napoli, dove presto arriverà un’altra discarica.
Marietta è marchiata dalla “monnezza” pertanto
la odia ma, dopo un viaggio fatto a casa della sorella Marisa, nel quartiere Colli Aniene di Roma,
dove si fa la raccolta differenziata porta a porta, e dove i rifiuti vengono riciclati, cambia vita.
Torna a Giugliano e cerca, invano, di convincere
le autorità a praticare gli stessi metodi scoperti
nel quartiere di Roma. Nulla potendo comincia a
praticare la raccolta differenziata porta a porta
in assoluta autonomia e grazie all’aiuto dei figli
Antonio e Vincenzo. e Marietta e i figli raccolgono l’immondizia il marito Nicola e l’altro figlio
Cristian la “nascondono”, nel senso che sono
due malavitosi che smaltiscono, in cambio di
molti quattrini, rifiuti industriali pericolosissimi
provenienti dal Nord che loro gettano nel mare,
nei fiumi, in discariche o direttamente sulla terra
agricola. Il conflitto tra Marietta e il marito Nicola diventa il conflitto tra due modi di concepire l’ambiente la legalità e la vita in genere.
LA.MA.ING
“24 Dicembre ”
GEN regia: Mario Brancaccio
con:Antonella Elia e Mario Brancaccio
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L’esilarante commedia “24 Dicembre” descrive la rinascita di un giovane che 16 anni fa è
caduto in coma catatonico. In 16 anni le cose
cambiano e di molto e lo scopo del suo amico
e della sua compagna è quello di non fargli vedere la realtà che lo circonda troppo dura e di
costruirgli intorno una campana che lo protegga
da shock troppo violenti che lo farebbero ricadere nello stato vegetale.
“24 Dicembre” è il dramma esistenziale, cucito
sotto la veste della pièce comica,di un uomo e
dei suoi angeli custodi, raccontando, in un climax di gag e colpi di scena, le condizioni di chi
non può e non vuole vivere la propria realtà… O
almeno queste erano le intenzioni degli autori.
8
Teatro Studio Salerno
“LI NEPUTE DE LU SINNECO”
di Edoardo Scarpetta
regia: Pasquale De Cristofaro
feb
Con Li nepute de lu sinneco,Scarpetta rivendica
ancora di più il suo programma di riforma del
teatro napoletano che consistette in un sostanziale ritorno all’ordine dopo le improvvisazioni del
teatro popolare troppo compromesso con l’estro
dei singoli interpreti. Fedeltà al copione scritto, disciplina in compagnia e, soprattutto, nella
scrittura, maggiore aderenza alla realtà e alla
verosimiglianza come nella migliore tradizione
europea del teatro naturalistico e borghese. Vero
è, però, che il nostro non fu mai completamente originale. Scarpetta saccheggiò a piene mani
nella tradizione dei vaudevilles e delle pochade
francesi ma seppe, al tempo stesso, modificarne
ambienti e personaggi per rendere le trame più
affini al pubblico partenopeo. Tutto questo fece
la sua fortuna creando un teatro nuovo e vivace che tanto piacque ai suoi concittadini procurandogli grande fama e onore. Nel suo teatro gli
scambi di persona e gli equivoci sono di prassi
per rendere le trame avvincenti e vorticosamente
seducenti anche a tanti anni di distanza. Certo
il suo teatro è puro divertimento, ma al tempo
stesso un esercizio per attori e registi ineguagliabile per cercare un ritmo giusto che sapesse
riprodurre quei mulinelli di non senso che rappresentano veri e propri virtuosismi drammaturgici. La commedia fu rappresentata a Napoli
nel 1885 per la prima volta e riscosse un notevole successo. Per noi, questa, sarà una sfida
interessante perché negli anni scorsi ci siamo più
volte cimentati a riportare in scena la maschera
di Pulcinella con notevoli risultati, ben sapendo
che Scarpetta brigò molto per sostituirla con il
personaggio di Felice Sciosciammocca.
Teatro Nuovo di Salerno
“È TORNATO PAPÀ”
MAR regia: Ugo Piastrella
1
Tratta da un antico canovaccio di Carlo Guarini, la storia, riscritta e reinventata da Gennaro Morrone, sfrondata da alcune pesantezze ed
inattualità del testo antico, è ambientata all’epoca attuale.
E’ una storia comica che parla di sentimenti. I
sentimenti, nella commedia (come nella vita), si
confondono con gli interessi economici ma -nel
marasma generale- nascono, alla fine, degli affetti sinceri provocati dagli equivoci, che portano due ragazzi a legarsi ad un quasi derelitto reduce (il cui cuore è combattuto tra l’orgoglio e la
fame, ma il cui stomaco prende poi il sopravvento) come se questi fosse il padre che credevano
morto, e a considerare alla stregua di un intruso
colui che era effettivamente il vero padre, che ritorna dopo anni carico di soldi, tra l’indifferenza
dei figli ma non della ex compagna abbandonata
(ferita, ma guarita dal profumo del denaro).
Tra i tentativi del padre vero di riappropriarsi
del proprio ruolo (di padre e di marito) e gli
equivoci che il suo atteggiamento genera in chi
gli sta intorno, si dipana una matassa resa ancor più simpatica dall’abile mano dell’autore nel
creare delle divertenti ed attualissime caratterizzazioni dei personaggi di contorno che tengono
sempre alta l’attenzione del pubblico. La matassa si ingarbuglia con l’idea di far scomparire il
falso padre in un falso incidente che manco a
dirlo scatenerà la fantasia di un poliziotto, novello Sherlock Holmes, che renderà ancora più
complicata e divertente la storia.
Una commedia degli equivoci nello stile della
migliore tradizione latina, arricchita dall’ironia
partenopea e vivacizzata dall’estro degli attori,
in particolar modo i due protagonisti, che conquistano il pubblico fin dalle prime battute. Il
linguaggio utilizzato è un napoletano, miscelato
magistralmente ad un italiano napoletanizzato e
simpaticamente storpiato, ma la bravura degli
attori, la loro mimica, la loro gestualità rendono
comprensibile e godibile dappertutto la commedia.
Politeama Mancini
“MAMMA”
mar
regia: Antonella Morea - con: Rino Di Martino
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“Mamma” Piccole tragedie minimali, quattro
monologhi dove mamme malefiche raccontano
ancora fiabe e che poi via via si trasformano nei
vari episodi in figure irrimediabilmente corrotte
dai mass-media, una folla di donne attorniate
da ragazzini che si chiamano Deborah, Samanta, Morgan, nelle cui conversazioni si confondono messaggi personali, echi televisivi, slogan di
rotocalchi; dove la pubblicità si sovrappone alle
confidenze – le telenovelas alla sfera privata e gli
inni liturgici alle canzonette di Sanremo.
Deliri verbali fondati sulla contaminazione e alterazione del linguaggio. La perdita di rituali
propiziatori e liberatori usati nel mondo contadino come protezione e rivelazione dell’inconscio. La contaminazione cui tali rituali sono stati
sottoposti dall’ingresso dei media con la conseguente perdita dell’identità collettiva.
La ritualità e il mondo popolare saranno il motore di tutta la messinscena dove l’ambiguo maschile/femminile esprime al meglio il carattere
tragicomico dei personaggi. - Antonella Morea
* fuori abbonamento
*
Laboratorio artistico culturale G. L. Caramuel
“NATALE IN CASA CUPIELLO”
regia di Antonio Monaco
La famosissima commedia di Edoardo De Filippo viene liberamente adattata e interpretata dal
Laboratorio Caramuel, rendendola vicina ai gusti della cultura popolare lucana. La piece tratta
del Natale, ma in realtà pone l’accento sulla crisi
della famiglia, sulla mancanza di dialogo tra genitori e figli, tra marito e moglie che porta, poi,
inevitabilmente, a seri problemi di convivenza.
Per questo il tutto si trasforma in tragedia. La
rappresentazione propone momenti di umorismo
che nasce dal vissuto quotidiano di una famiglia
modesta, i cui figli vogliono vivere non più secondo le regole della convivenza tradizionale. Il
presepe di Luca Cupiello, la su bontà e la sua
ingenuità, non riescono ad accettare il nuovo: il
tradimento della figlia, la negligenza del figlio.
I valori del Natale sono solo di facciata, perché
le nuove generazioni non ne vogliono più capire
l’importanza, in quanto non riescono a percepire
emozioni né a nutrire interessi di alcun genere.
Il laboratorio Caramuel ne ripropone la rappresentazione per la sua disarmante attualità ed è
consapevole delle difficoltà di interpretazione
che, perciò, viene fatta con grande umiltà, perché certi di non reggere al confronto del grande
maestro quale era Eduardo De Filippo.
FIMgroup - Rossoarancia record
“STABATMATER-MUSICHEDIIOLE”
con Iole Cerminara e Francesco Scorza
Una lettura musicale rinnovata della sequenza
pasquale dedicata alla Madonna. Un’opera mo-
*
derna, dalle atmosfere intime e suggestive, che
enfatizza la teatralità del testo sacro in latino
attraverso l’utilizzo di contenuti multimediali e
soluzioni musicali raffinate. Lo “Stabat Mater”
di Iole è uno spettacolo intenso che coinvolge ed
emoziona attraverso l’interazione di canto, musica, teatro e arti visive.
Identità Lucana
Associazione Teatrale Satrianese
“Il Piacere della storia ”
Storia della Basilicata Raccontata ai giovani
con: Antonella Iallorenzi
coordinamento tecnico-video: Namavista
*
“La storia è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita”.
Cicerone, De Oratore.
I processi socio-demografici che stanno interessando la Basilicata producono ripercussioni
molto delicate sull’intera popolazione e sull’intero sistema di sviluppo del territorio.
Il venir meno delle fasce giovani a causa di percorsi formativi e professionali individuati al di
fuori della nostra regione, stanno progressivamente impoverendo la regione di quella linfa vitale decisiva nel sostenere il futuro della regione.
In questo contesto conoscere la propria storia
può essere un fattore decisivo sulla scelta di restare o meno in Basilicata; conoscere la propria
storia può aiutare a comprendere alcuni processi e avere stimoli maggiori nel voler realizzare i
propri sogni nella propria terra. Racconteremo
in modo semplice e accattivante, attraverso la
recitazione e con l’ausilio di supporti audio-video, la storia della Basilicata ripercorrendo i secoli dalla preistoria ai giorni nostri.
Direttore artistico:
Domenico De Rosa
Codirettori:
Rocco Positino e Antonella Iallorenzi
Responsabile organizzativo:
Giammarco Pepe
Promozione e comunicazione:
Angelo Caporale e Rosario Doti
Biglietteria:
Rossana Corleto e Annateresa Tofalo
Grafica:
A-D Sign Studio (PZ)
Ingresso ore 20.30, sipario ore 21.00
abbonamento:
intero 30 euro · ridotto 20 euro
biglietto:
intero 8 euro · ridotto 5 euro
Per informazioni e prevendita:
Centro Ludico - ex edificio comunale
via Roma, Sasso di Castalda
Comune di Sasso di Castalda
via Roma - tel 0975/385016
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