BREVE SINTESI DI STORIA DI ERESIE
NEL CRISTIANESIMO: ARIANESIMO, NESTORIANESIMO,
ASSIRI E CALDEI
Le tappe che hanno condotto alla frantumazione dell’unità dei cristiani sono
molteplici, ed hanno origine sia teologica che politica e geografica . Si va dalle eresie
dei primi secoli sino al grande trauma della Riforma protestante, passando per il
distacco da Roma delle chiese orientali.
ARIANESIMO
L’arianesimo è un’eresia cristologica e trinitaria di grande importanza per la
storia della Chiesa nel IV sec.
Il suo nome trova origine in Ario, un prete di
Alessandria vissuto tra la fine III e l’inizi del IV sec. (muore nel 336).
Ario si oppose alle teorie di Sabellio, eretico del III sec.d.c., e dei suoi seguaci i
quali negavano la trinità delle persone divine e sostenevano la dottrina secondo cui il
Figlio e lo Spirito Santo non sarebbero persone distinte ma soltanto modi di
manifestarsi dell'unico Dio, il Padre. I suoi seguaci furono detti sabelliani o modalisti
(o anche patripassiani, perché erano condotti a ritenere che non Gesù Cristo come
persona distinta ma il Padre stesso avesse subito la passione). Per Sabellio
e
seguaci“il Figlio era solo un modo scelto dal Padre per manifestarsi agli uomini e
quindi in realtà fu il Padre ad incarnarsi, a soffrire e a patire la Passione” (cfr.
Enciclopedia Treccani www.treccani.it).
Ario per combattere questa teoria accentuò la distinzione fra Padre e Figlio, ma lo
fece in senso di subordinazione: Cristo non è pari al Padre in importanza, ma è stato
da lui generato nel corso del tempo, ed è pertanto a lui inferiore e subordinato.
L’arianesimo fu condannato nel concilio di Nicea (325) che impose la cosiddetta
formula dell’homousios, cioè del Figlio «uguale» (homos) al Padre quanto a sostanza
(homousios «identico per sostanza»).
Questa formula di Nicea si contrapponeva a quella ambigua dell’ homoiousios, e cioè
il Figlio è solo «simile» (hòmoios) al Padre quanto a sostanza (homoiousios «simile
per sostanza»).
Fra i principali avversari dell’arianesimo, che trovò definitiva condanna nel
Concilio di Costantinopoli (381) , vi fu Atanasio d’Alessandria (295—373) .
Bisogna tener presente alcuni aspetti che hanno determinato importanti conseguenze
storiche ed in particolare il fatto che l’arianesimo occidentale si sviluppò in due fasi,
e il fatto che la conversione dei barbari si avviò proprio in senso ariano.
La prima fase dell’arianesimo occidentale, quella degli anni 350-380 circa, fu una
fase eminentemente politica, in cui l’eresia tentò di valersi del potere temporale, e in
parte sotto Costanzo vi riuscì.. Sul piano dottrinale questa prima fase non ha lasciato
quasi traccia letteraria, valendosi essenzialmente delle teorizzazioni orientali.
La seconda fase della vicenda ariana in occidente coincide, dopo il 380, con le
grandi invasioni di popoli germanici
(circa 380 d.C.) convertiti in seguito al
Cristianesimo proprio da vescovi ariani. È a questo secondo momento
dell’arianesimo che risalgono più ampie testimonianze letterarie, sebbene il
successivo prevalere dell’ortodossia abbia ovviamente limitato la loro sopravvivenza.
L’autore che conosciamo meglio è Massimino, che operò fra la Dalmazia e
l’Africa, e al quale si attribuisce, per massima parte, una raccolta di documenti ariani
intitolata Dissertatio Maximini contra Ambrosium, databile attorno al 383. Nel 428, a
Ippona, Massimino affrontò Sant’Agostino in una pubblica discussione di cui
possediamo il resoconto stenografico. A lui si attribuiscono, infine, vari sermones e
alcuni scritti contro ebrei, pagani, ortodossi.
NESTORIANESIMO
La dottrina prende nome da Nestorio, patriarca di Costantinopoli (ca. 381-451)
secondo cui in Gesù Cristo convivevano due distinte persone, l'uomo e il Dio.
Per Nestorio l'umanità di Gesù rappresentava una sorta di "tempio", in cui era
accolta la Divinità. Di conseguenza, negò a Maria l'appellativo di «Maria Madre di
Dio» (Theotókos) attribuendole solo il titolo di Christotokós, cioè madre di Cristo.
. Egli non riconobbe i decreti del Concilio di Efeso (431), ma solo quelli dei primi
due concili ecumenici, Nicea I e Costantinopoli.
La Chiesa nestoriana convertì al Cristianesimo un gran numero di discendenti degli
antichi popoli mesopotamici e si diffuse ampiamente in Asia (grazie anche alla
protezione in funzione anti-bizantina dell'Impero Persiano) arrivando fino in India e
Cina.
Oggi, eccetto che in India, sopravvivono in comunità molto ridotte.
In Cina il Nestorianesimo si è estinto nel IX sec. in seguito alla proibizione del
cristianesimo e, con esso, di tutte le religioni straniere sul territorio dell'impero.
La Chiesa assira abbracciò il Nestorianesimo nel V sec., poi sviluppò una propria
cristologia, che è stata canonizzata nell'anno 612. Secondo la visione assira, le due
essenze di Gesù non sono mescolate ma unite nell'unica parsopa (persona) di Cristo.
La diffusione del Nestorianesimo in oriente si inserì in una complessa lotta sia con il
Credo di Calcedonia (451) (riconosciuto da cattolici e ortodossi), che con il
Monofisismo (Eresia cristologica emersa nei secoli V e VI in relazione ai dibattiti
sulla divinità di Cristo e sui rapporti fra natura divina e umana in Cristo. Essa,
negando la duplice natura divina-umana di Cristo, afferma che Cristo ebbe la sola
natura divina).
Nel 451, anno della morte di Nestorio, si tenne il Concilio di Calcedonia, che
condannò sia il Nestorianesimo sia il Monofisismo. Ciononostante il Nestorianesimo
continuò ad espandersi nel resto dell'Asia e in paricolare in Persia dove nel 489 Bar
Soma (il più grande diffusore del Nestorianesimo in Persia) fece aprire una scuola di
teologia nella sua città, Nisibis, accogliendo gli insegnanti espulsi dall'arcivescovo
Ciro dopo la chiusura della scuola teologica di Edessa.
Nel 486, al sinodo di Seleucia, la Chiesa persiana accettò il credo dei nestoriani e,
nel 498, il patriarca di Seleucia divenne il patriarca nestoriano di Persia, Siria, Cina e
India e i cristiani non nestoriani furono espulsi dal territorio.
Oltre a convertire molti zoroastriani in Persia, furono portati alla fede cristiana dai
nestoriani gli Unni bianchi nel VI sec., i Keraiti (tribù uiguro-mongola dell'Asia
centrale) e gli Onguti (Öngüt, popolazione turco-tartara) nel XI sec..
In Cina la massima diffusione del Nestorianesimo si ebbe con la consacrazione di
un vescovo a Pechino. Tale intensa attività missionaria è all'origine del mito
medievale del Prete Gianni. Nel corso del XIII sec., furono eletti diversi patriarchi di
stirpe tartara che spesso cercarono di svolgere un ruolo di mediatori e tessitori di
alleanze tra i regni Crociati ed i Gran Khan mongoli.
Due eventi storici segnarono il declino del Nestorianesimo in Asia: l'espansione
dell'Islam con la conversione della Persia e l'invasione di Tamerlano del 1380. Fin
quando in Persia dominarono gli arabi Omayyadi, i nestoriani poterono continuare a
crescere, ma, sotto la dinastia abbaside (califfato), la situazione peggiorò
decisamente.
La Chiesa nestoriana di Cipro, nel 1445, si riconciliò con la Chiesa cattolica.
La Chiesa nestoriana di Socotra (isola a sud dello Yemen) si è estinta nel XVII
sec.. Le comunità superstiti nestoriane dell'ex-URSS e del Tibet, solo dopo gli scorsi
anni '90 hanno riallacciato dei rapporti ufficiali con le gerarchie del Medio Oriente.
ASSIRI E CALDEI
I cristiani Assiri sono eredi dei nestoriani che, in seguito all'invasione dei Mongoli
di Tamerlano del 1380, trovarono rifugio sui monti del Kurdistan. Nel XVI sec. ci fu
un tentativo di conciliazione con la Chiesa cattolica romana ed il metropolita Abdisho
fu invitato ad assistere al Concilio di Trento. Una parte dei fedeli, in effetti, si riunì
con la Chiesa cattolica romana nel 1551. Questa integrazione, però, portò ad una
scissione, guidata dal vescovo Denha Simeon, che sostenne il ritorno al
Nestorianesimo e l'allontanamento da Roma. Oggi i cristiani eredi della Chiesa di
Persia costituiscono la Chiesa Apostolica Assira d'Oriente.
Invece il termine Caldei, è usato per indicare i cristiani di origine ex-nestoriana (o,
come preferiscono dire essi stessi, Siriaco-orientale), in comunione con la Chiesa di
Roma.
Agli Assiri, in massima parte concentrati nelle zone di Hakkarì e Mossul, a partire
dal 1861 l'Impero ottomano riconobbe lo status di etnia semi-autonoma (millet).
Il Catholicos (primate) era il capo temporale ed erano organizzati in forma di
strutture tribali (di cui ancora oggi conservano degli aspetti).
Nel corso della prima guerra mondiale, gli Assiri proclamarono l'indipendenza dalla
Turchia e ciò costò un vero e proprio genocidio messo in atto dal partito politico che
guidava il paese (denominato “Giovani Turchi”) il cui scopo era contrastare il
predominio delle potenze europee nella vita politico-economica turca.
Nel XX sec. assiri e caldei hanno patito numerose persecuzioni e stragi compiute
da iracheni, turchi e curdi, tanto che nel corso degli anni trenta e quaranta vi è stato
un vero e proprio esodo di questi cristiani verso il nord-est della Siria, verso l'India,
gli Stati Uniti ed il Canada. Lo stesso Catholicos assiro, ha dovuto trasferire la
propria sede negli USA, dal 1930 al 1972.
Attualmente i cristiani caldei sono circa 250.000. Dopo la Guerra del Golfo, in
specie dopo l'occupazione americana del 2003, tali flussi migratori sono ripresi.
Assiri, Caldei e tutte le Chiese di origine siriaca usano come lingua liturgica il
siriaco, che viene scritta nella variante nestoriana dell'alfabeto siriaco.