Assenteismo, la Asrem trema: si scava nel database a caccia dei

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ALTA INFEDELTÀ
Assenteismo, la Asrem trema: si scava nel
database a caccia dei timbri degli anni
passati
La Procura della Repubblica di Larino, che ha messo sotto inchiesta 52 dipendenti
dell’azienda sanitaria basso molisana, cerca le prove dell’assenteismo dilagante fin dal
2004. Ma stranamente, dieci giorni prima del blitz, l’hard disk che conserva i dati
elettronici del San Timoteo e degli uffici di via del Molinello si è rotto. “Nessun problema,
non sono spariti e saranno recuperati” informano dal Centro Elaborazioni Dati di
Campobasso, che dal giugno 2011 gestisce l’intero sistema di badge regionali. Intanto il
consigliere Petraroia scrive ai sub commissari alla sanità: com’è possibile che per anni
decine e decine di dipendenti abbiano potuto assentarsi dal lavoro sistematicamente,
timbrando il cartellino e poi trascorrendo giornate intere altrove, senza che alcun dirigente
o funzionario preposto alla vigilanza si sia mai accorto di nulla?
Termoli. Numero di matricola, orario di entrata e uscita dal lavoro. Ogni giorno,
tutti i giorni. Per anni. Il cartellino di ogni singolo dipendente della Asrem, infilato nelle
macchinette all’ingresso dell’ospedale , degli uffici amministrativi o dei poliambulatori, è
una sorta di dna formato elettronico. Dentro c’è tutto un mondo. Ci sono le tracce –
provate – di anni di lavoro. Oppure di assenteismo, qualora gli stessi dati risultino
incoerenti con altre attività documentate per l’infedele di turno. Una riunione sindacale
interminabile, un summit politico, una mattinata trascorsa al mercato del pesce. Ecco
perché le registrazioni dei badge magnetici sono essenziali per ricostruire il profilo dei
lavoratori Asrem. Ed ecco perché gli inquirenti ne hanno bisogno.
L’inchiesta sull’assenteismo, sfociata nel blitz dei carabinieri del Nas dello scorso
15 marzo, non è affatto conclusa. Da una parte gli investigatori, contestualmente agli
interrogatori che vanno avanti a ritmi serrati nel Palazzo di Giustizia di Larino
stanno concentrato l’attenzione su dirigenti e i funzionari, rei di aver allegramente
ignorato il non trascurabile particolare che decine di loro dipendenti (pagati però coi soldi
dei contribuenti tutti) dopo aver bluffato con la macchinetta timbratrice se ne andassero a
spasso, al mare, alle scuole dei figli o se ne tornassero beatamente a casa a preparare
pranzi pantagruelici ed elaborati.
Dall’altra parte si scava negli anni passati. Perché il malcostume documentato
dai carabinieri in mesi di pedinamenti e intercettazioni potrebbe essere solo la
punta dell’iceberg di un sistema consolidato protrattosi per anni e anni. Da qui la
necessità di dare un’occhiata anche alle timbrature più datate. Quelle che non prendono in
considerazione solo il 2010 o il 2011 (anni sui quali l’indagine giudiziaria è focalizzata) ma
anche il periodo antecedente.
Per esempio il 2004, il 2006, il 2009. La domanda, d’altra parte, è legittima: se il signor X
ha ingannato il suo datore di lavoro (la Asrem, lo Stato) nell’ultimo biennio, cosa avrà
combinato in precedenza? E’ possibile che la cattiva prassi dell’assenteismo (che è un
reato penale, va ricordato) affondi le sue radici in un’epoca ancora più antica?
Difficile da scoprire. Già. Perché le timbrature comprese tra il 2004 e il 2010,
quelle cioè utili a ricostruire il puzzle dei “filoni” dal lavoro, mancano all’appello.
Sfortuna (o fortuna, dipende dai punti di vista) ha voluto che una settimana prima del
blitz famoso saltasse in aria l’hard disk che conserva i dati magnetici di oltre sei anni di
timbrature in entrata e uscita della Asrem bassomolisana. Niente di irrecuperabile, a
sentire i tecnici del centro elaborazione dati di Campobasso, che proprio mercoledì
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mattina sono stati interrogati dal direttore generale Percopo sul punto. E’ vero che i dati
elettronici sono scomparsi? «No direttore, stia tranquillo, li recupereremo». Come non si
sa ancora. Ma l’ottimismo, è notorio, regna incontrastato alla Asrem: di tutto si possono
accusare i dipendenti, tranne che di avere scarsa fiducia in se stessi. Insomma, si può
stare tranquilli: i dati delle timbrature che costituiscono il dna del personale impiegato tra
Termoli, Larino e Montenero, salteranno fuori a breve. «La Procura ha chiesto i dati –
confermano – ma ha avuto quello che aveva domandato. Magari c’è stato qualche ritardo,
ma il problema non sussiste».
Da Termoli però, dove a partire dal 2010 ha sbaraccato il centro elaborazione dati interni
per trasferirsi, con un nuovo sistema centralizzato, nel capoluogo, ne approfittano per
rimarcare che, beh, «noi che ne sappiamo? Circola questa voce, non sappiamo se sia vera
o meno, ma in ogni caso se anche fosse non sarebbe colpa nostra: qua non c’è più
niente, si fa tutto a Campobasso».
La preoccupazione però è percepibile.Se da ulteriori controlli su giorni, date e
orari salteranno fuori altri possibili filoni d’inchiesta, è fin troppo facile
prevedere un nuovo terremoto.
Intanto le domande – senza risposte – continuano ad affastellarsi, e arrivano sulla
scrivania del Commissario Iorio e dei sub commissari alla sanità. Per esempio:
come è possibile che per anni decine e decine di dipendenti dell’Asrem impiegati in
BassoMolise abbiano potuto assentarsi dal lavoro sistematicamente, timbrando il
cartellino e poi trascorrendo giornate intere altrove, senza che alcun dirigente o
funzionario preposto alla vigilanza si sia mai accorto di nulla?
Il consigliere regionale Michele Petraroia pone all’attenzione dei molisani, dei
vertici istituzionali, dei manager sanitari, il quesito. Che è alla base, fra l’altro,
anche degli sviluppi dell’inchiesta giudiziaria della Procura della Repubblica di Larino, che
ha indagato (e sta interrogando) 52 dipendenti infedeli. «E’ intollerabile – scrive Petraroia
nella lettera inviata agli organismi competenti e ai sub commissari - che l’Asrem neghi
corsie preferenziali per i pazienti oncologici per carenza di risorse, nel mentre
quotidianamente con un sistema di controlli ispettivi interni così malmessi nascono dubbi
su possibili perdite milionarie dell’Azienda. Se non si è in grado nemmeno di avere
cognizione sull’effettiva presenza al lavoro del personale, e dopo l’inchiesta alla Procura
della Repubblica di Larino accade che scompaiono i dati informatici sui cartellini, assenze
e presenze dei dipendenti per il periodo 2004-2011, con quali criteri di efficacia l’Asrem
controlla le schede di rimborso delle strutture e dei laboratori privati?»
(Pubblicato il 12/04/2012)
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